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Allegato B
Seduta n. 165 del 6/6/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
dall'anno 2006 una serie di provvedimenti emergenziali disposti dalla Comunità
europea ha imposto agli allevamenti italiani di abbattere tutti i capi bufalini di razza Mediterranea Italiana affetti da brucellosi;
la Regione Campania avrebbe dovuto da tempo adottare un piano per il risanamento ed il ripopolamento degli allevamenti bufalini di razza Mediterranea Italiana ma, fino ad oggi, ancora nessun procedimento è stato avviato in tal senso;
da quanto si evince dagli articoli di stampa allegati alla presente interpellanza, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, On. Paolo De Castro, nel corso di un incontro bilaterale con il Ministro delle politiche agricole rumeno Decebal Traian Remes, svoltosi il giorno 9 maggio 2007, avrebbe affermato che l'Italia potrebbe accordarsi con la Romania per importare bufale rumene allo scopo di poter ripopolare gli allevamenti bufalini italiani affetti da brucellosi nonché per poter integrare gli allevamenti dei vitelli destinati al macello;
la razza bufalina Mediterranea Italiana è riconosciuta con decreto ministeriale 201992 del 5 luglio 2000 quale tipo genetico autoctono e vanta più di 15 secoli di presenza sul territorio italiano in purezza;
la legge 292 del 27 dicembre 2002 riconosce la Bufala Mediterranea Italiana quale patrimonio zootecnico nazionale e, di fatto, vieta l'importazione di capi non appartenenti al tipo genetico autoctono Bufala Mediterranea Italiana; pertanto, sono da attuare tutte le misure a disposizione volte a tutelare questo patrimonio;
secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione della Mozzarella di Bufala Campana D.o.p. è necessario utilizzare latte proveniente da animali nati nel comprensorio D.o.p. e di razza Mediterranea Italiana; pertanto, importando animali rumeni, nel tentativo di integrarli a quelli italiani, si comprometterebbe inevitabilmente la produzione di Mozzarella di Bufala Campana D.o.p.;
per quanto concerne la produzione di carne da macello, il Disciplinare di Produzione della Carne di Bufalo Campana IGP, in fase di riconoscimento, prevede espressamente che per poter produrre tale prodotto, e per potersi avvalere del marchio di origine di indicazione geografica protetta, la carne deve provenire da bufali di razza Mediterranea Italiana allevati in un'area individuata e circoscritta;
importare bufale rumene nel tentativo di integrarle negli allevamenti italiani potrebbe compromettere anni di lavoro teso a selezionare geneticamente le bufale nonché anni di lavoro intenso che consente oggi alle bufale mediterranee italiane di produrre latte di alta qualità con elevata resa in mozzarella;
nell'agosto del 2006 la struttura di riferimento del MiPAAF per il miglioramento genetico della Bufala Mediterranea Italiana avrebbe segnalato agli uffici di competenza del MiPAAF, del Ministero della Salute e all'Agenzia delle Dogane presunte irregolari importazioni di bufale da Paesi Terzi;
sembrerebbe che le risposte delle tre strutture interessate non abbiano sortito alcun risultato concreto e conseguentemente pare che siano stati interessati i Carabinieri del NAS;
il 6 aprile 2007, i Carabinieri del NAS di Brescia effettuavano un'ispezione presso un allevamento bufalino in provincia di Bergamo per il quale sarebbero ancora in corso una serie di approfondimenti da parte delle autorità giudiziarie tese all'individuazione di bufale non appartenenti alla razza Mediterannea Italiana ed irregolarmente importate in Italia;
l'ingresso nell'Unione europea della Romania e della Bulgaria potrebbe innescare un involontario allentamento dei controlli eseguiti proprio per tutelare la purezza degli allevamenti bufalini italiani -:
quale sia la linea politica adottata dal Governo su questo tema e se non ritenga
opportuno, dunque, tutelare la purezza degli allevamenti bufalini di razza Mediterranea Italiana che, oltretutto, beneficiano da tempo di provvedimenti normativi e di disciplinari che ne riconoscono la qualità e la rarità e che tendono a conservare il patrimonio zootecnico, preservandolo da inopportune integrazioni con animali provenienti da altri Paesi che ne comprometterebbero la qualità del latte, della carne e dei prodotti derivati;
se non ritenga opportuno sollecitare la Regione Campania affinché possa predisporre un piano di risanamento e di ripopolamento adeguato all'emergenza che, attualmente, interessa un numero considerevole di allevamenti bufalini italiani;
se non ritenga opportuno, di concerto con il Ministro della Salute e quello dell'Interno, accertare le eventuali responsabilità civili e penali delle strutture sanitarie locali della Campania interessate dal fenomeno della brucellosi bufalina con prevalenza superiore al 20 per cento che, ancora oggi, non hanno avviato alcun procedimento per porre rimedio a questa problematica;
se non ritenga opportuno predisporre provvedimenti urgenti per indennizzare gli allevatori che, a causa dell'abbattimento dei capi bufalini affetti da brucellosi, si sono trovati in grandi difficoltà per quanto riguarda la produzione e la rivendita di mozzarella di bufala e di carne da macello;
a quale risultato siano giunte le indagini dei NAS nel caso indicato in premessa, e relativo all'allevamento bufalino in provincia di Bergamo, e se sia stata riscontrata la presenza di capi bufalini non appartenenti alla razza Mediterranea Italiana che quindi risulterebbero introdotti in Italia contro le disposizioni legislative vigenti in materia.
(2-00581) «Alemanno».
Interrogazioni a risposta in Commissione:
SANNA, SCHIRRU e FADDA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la legge 11 aprile 2006 n. 81, di conversione del decreto legge n. 2 del 10 gennaio 2016, prevede all'articolo 2 che sia approvato il piano per la realizzazione e la riconversione della produzione bieticola-saccarifera in conformità con la regolamentazione comunitaria;
il piano tiene conto degli impegni alla riconversione degli stabilimenti dismessi, sanciti dal protocollo quadro nazionale sottoscritto dalle parti sociali l'8 febbraio 2006;
il piano prevede, da un lato, una consistente concentrazione della capacità produttiva di zuccheri negli stabilimenti che le singole industrie hanno identificato e dall'altro la riconversione, nell'ambito della filiera agroenergetica, degli impianti dismessi garantendo il recupero dei livelli occupazionali attuali;
in questo ambito nel 2005 lo zuccherificio di Villasor (Sardegna, Provincia di Cagliari), di proprietà della Eridania-Sadam, ha cessato l'attività produttiva e ha collocato i 65 dipendenti in cassa integrazione per avviare il processo di riconversione industriale;
tra la Regione Sarda, Enti locali e Azienda attraverso lo strumento dell'Accordo di Programma con il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori e delle Organizzazioni Agricole è stata definita un'intesa che prevede:
1) ridefinizione della filiera agricola produttiva incentivando la trasformazione in coltivazioni oleaginose e di biomassa;
2) l'assorbimento dell'occupazione, impiegata nello zuccherificio, dalla nuova industria agroenergetica;
3) il mantenimento dell'indotto generato dalla coltivazione della barbabietola (occupati agricoli, mezzi tecnici per la raccolta, trasporti, eccetera);
4) il mantenimento nei siti dismessi e nei territori interessati delle attività produttive agricole e industriali;
dal 2006 la Regione Sarda sta operando, insieme alla Sadam-Eridania, per la riconversione dell'impianto di Villasor in una centrale energetica alimentata da biomasse per la produzione di 47 megawatt, alla quale si aggiunge un impianto per la produzione di biodiesel della capacità di 35 tonnellate l'anno e una filiera agricola di 6 mila ettari di oleaginose, 12 mila ettari per il biodiesel e 7 ettari per le biomasse. L'investimento complessivo è di 130 milioni di euro con contratti di coltivazione di 12 anni e una compartecipazione dell'associazione dei produttori alla società sino al 40 per cento del capitale sociale;
poiché sta maturando la proposta di ubicare l'impianto e le coltivazioni in un'area distante circa 80 chilometri da Villasor vanificando tutte le logiche che sovrintendono i progetti di riconversione previsti dalla legge n. 81 del 2006 e dal piano per la razionalizzazione e la riconversione della produzione bieticola-saccarifera redatto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel gennaio 2007 e creando notevoli tensioni sociali e territoriali;
la vicenda è in esame presso il ministero interrogato -:
se non ritenga di dovere richiamare l'Azienda (Eridania-Sadam) e le istituzioni territoriali interessate al pieno rispetto degli impegni assunti per salvaguardare i livelli occupazionali e le attività agro-industriali ed energetiche nei territori storicamente interessati dalla coltivazione della barbabietola evitando delocalizzazioni produttive assolutamente insostenibili sul piano economico e sociale.
(5-01102)
LION e CESINI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il comma 404 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296), prevede, nell'ambito di un organico e complessivo disegno di razionalizzazione e contenimento delle spese e dei costi di funzionamento dei Ministeri, la emanazione, entro il 30 aprile 2007, di regolamenti di delegificazione di cui all'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, rivolti, in particolare, alla rideterminazione e connessa riduzione degli uffici di livello dirigenziale generale e non generale, alla gestione unitaria del personale e dei servizi comuni, alla riorganizzazione delle strutture periferiche;
l'organizzazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, come disciplinata dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 2005, n. 79, e dal decreto ministeriale 21 novembre 2005, e successive modificazioni, comprende due dipartimenti (il Dipartimento delle filiere agricole e agroalimentare e il Dipartimento delle politiche di sviluppo) l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentare, che, ai sensi del comma 1047 dell'articolo 1 della citata la legge finanziaria per il 2007, costituisce struttura dipartimentale del Ministero, e il Corpo forestale dello Stato;
il Dipartimento delle filiere agricole e agroalimentare, il quale, a sua volta, comprende tre direzioni generali (direzione generale delle politiche agricole, direzione generale della trasformazione agroalimentare e dei mercati e direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura), cura la elaborazione ed il coordinamento delle politiche di mercato, delle politiche relative alla commercializzazione e alla trasformazione agroalimentare e delle politiche relative alle attività della pesca e dell'acquacoltura; rientra tra i compiti del dipartimento, in particolare, l'elaborazione della posizione italiana nell'ambito delle
istituzioni comunitarie e nelle organizzazioni internazionali;
il Dipartimento delle politiche di sviluppo, che risulta articolato in quattro direzioni generali (direzione generale dello sviluppo rurale, direzione generale per la qualità dei prodotti alimentari, direzione generale per la tutela del consumatore e direzione generale dell'amministrazione), cura le politiche strutturali e di sviluppo rurale, le politiche relative alla tutela della qualità dei prodotti, all'agricoltura biologica e agli interventi a sostegno degli operatori agricoli colpiti da eccezionali avversità atmosferiche, le politiche di tutela del consumatore e di promozione della produzione agroalimentare italiana, la gestione delle risorse umane e strutturali;
l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentare (in precedenza denominato Ispettorato centrale repressione frodi) è la struttura incaricata del controllo ufficiale dei prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione, con funzioni di prevenzione e repressione delle frodi; l'ampia attività di analisi, ispettiva, sanzionatoria e di studio e ricerca dell'Ispettorato viene svolta attraverso una rete, presente su tutto il territorio nazionale, di uffici periferici e di laboratori;
il Corpo forestale dello Stato è forza di polizia dello Stato ad ordinamento civile, specializzata nella difesa del patrimonio agroforestale italiano e nella tutela dell'ambiente;
in particolare il citato comma 404 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 richiede una riduzione del 10 per cento degli uffici di livello dirigenziale generale e del 5 per cento degli uffici di livello dirigenziale non generale; la riduzione delle duplicazioni organizzative esistenti; la riduzione delle dotazioni organiche in modo da assicurare che il personale utilizzato per funzioni di supporto non ecceda comunque il 15 per cento delle risorse umane complessivamente utilizzate dall'amministrazione -:
secondo quali criteri si intenda procedere alla riorganizzazione del Ministero prevista dal comma 404 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007;
come si intenda assicurare che l'obiettivo prioritario del contenimento della spesa venga perseguito senza arrecare pregiudizio all'efficace svolgimento delle funzioni di competenza del Ministero, e, in particolare, se si ritiene che la riorganizzazione del Ministero debba comportare una modifica delle attribuzioni degli attuali dipartimenti, nonché dell'Ispettorato.
(5-01104)