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Allegato B
Seduta n. 166 del 7/6/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
da notizie di stampa risulta che il 16 luglio 2006, alle 22,19, l'Ansa pubblicava la notizia «azzerati i vertici della Gdf» che il viceministro Visco non voleva fosse pubblicata;
31 minuti dopo, alle 22,50 dello stesso giorno, il generale Zanini, uno dei più stretti collaboratori del ministro Visco, telefonava al generale Speciale per sollecitare «una immediata smentita della notizia»; lo stesso generale Zanini, alle 23,20 telefonava nuovamente al generale Speciale «per accelerare l'uscita della smentita alla notizia Ansa»; alle 23,22 il ministro Visco rompeva gli indugi e decideva di smentire lui stesso, negando «categoricamente qualsiasi riferimento al caso Unipol» e definendo la notizia dell'Ansa, che era di tre righe, «un falso costruito ad arte»;
subito dopo quel 16 luglio il presidente dell'Ansa, Boris Biancheri, 77 anni, scopriva improvvisamente che il suo principale collaboratore, Pierluigi Magnaschi, direttore dell'Ansa, aveva compiuto 65 anni cinque mesi prima (l'11 febbraio precedente) e che quindi poteva (non doveva) essere messo in pensione;
per evitare che il provvedimento di risoluzione del contratto con Pierluigi Magnaschi (che avverrà solo il 29 novembre successivo, pur con la contrarietà di molti editori soci dell'Ansa) venisse messo in connessione con la vicenda della notizia della decapitazione del vertice Gdf che non doveva essere data, il presidente dell'Ansa, Boris Biancheri, in data 3 giugno 2007 ore 13,50 avrebbe affermato in un take dell'Ansa che «la sostituzione di Magnaschi, qualunque cosa egli ritenga di
affermare oggi, è stata presa unicamente sulla base di una valutazione dell'attività professionale nel periodo in cui ha tenuto l'Agenzia»;
risulta altresì agli interpellanti che in palese contraddizione con la precedente affermazione di Boris Biancheri, il precedente 6 aprile 2006 alle 19,54 l'Ansa abbia pubblicato il resoconto dell'Assemblea dei soci dell'Ansa tenutasi lo stesso giorno in un take ufficiale approvato da Boris Biancheri che aveva per titolo: «Ansa: chiude in utile 2005 a 2,5 milioni di euro. Ricavi +2,7 per cento». Dall'articolo si apprendeva inoltre che il 2005 era il «quinto esercizio consecutivo di utili dopo anni di pesanti sofferenze». In buona sostanza, gli anni della direzione Magnaschi sono stati anni «di utile» dopo «anni di pesanti sofferenze» dovute ad altri diversi da Magnaschi -:
se, per quanto consta al Governo, rispondano al vero i fatti descritti in premessa, e in tal caso, se non ritenga che ci sia una relazione diretta fra la pubblicazione da parte dell'Ansa della notizia dell'azzeramento dei vertici della guardia di finanza della Lombardia e la successiva, secondo gli interroganti immotivata, rimozione del direttore promossa dal presidente dell'Ansa Boris Biancheri e quindi quali provvedimenti si intendano prendere, anche in forza degli ingenti contributi pubblici erogati all'Ansa dallo Stato, per ripristinare la certezza che la massima agenzia di stampa nazionale continui ad operare, come ha fatto sempre, con oggettività e completezza, senza intimidazioni di sorta, a servizio non solo di tutti i media italiani ma anche dell'intera comunità italiana.
(2-00589)«Gasparri, Foti».
Interrogazioni a risposta orale:
GASPARRI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
su Il Giornale di domenica 3 giugno 2007 in una intervista rilasciata a Gianluigi Buzzi, Pierluigi Magnaschi, già direttore dell'Ansa, ha affermato che «il mio licenziamento da direttore dell'Ansa avvenuto non senza difficoltà... è dovuto alla pubblicazione da parte dell'Ansa della notizia che dice che il viceministro Vincenzo Visco aveva chiesto la decapitazione del vertice della Guardia di Finanza di Milano»;
lo stesso Magnaschi afferma, nell'intervista citata, che di questa interpretazione dei fatti ebbe «la conferma anche da diversi leader politici della maggioranza che a suo tempo mi hanno riferito che il mio licenziamento era dovuto a quella pubblicazione»;
nei confronti di Magnaschi è stato applicato un singolare meccanismo di limiti di età, per il quale non si riscontrano precedenti nelle direzioni giornalistiche di analoga importanza -:
se il Governo, che eroga finanziamenti all'Ansa come alle altre agenzie di stampa, sia intervenuto nella fase in cui si decise l'avvicendamento del direttore Magnaschi alla direzione dell'Ansa;
se, tra i leader politici menzionati da Magnaschi, risulti alla Presidenza del Consiglio il coinvolgimento di leader politici che facciano parte del governo stesso.
(3-00953)
BUONTEMPO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della solidarietà sociale, al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2006 prevedeva una erogazione di euro mille in favore dei nati nell'anno precedente «bonus bebè»;
la Presidenza del Consiglio dei ministri diramava una lettera circolare a tutti i neonati con la comunicazione del beneficio di mille euro previsto dalla legge finanziaria;
sul retro della circolare erano specificati i requisiti necessari e le modalità per la riscossione del bonus: le prime tre condizioni evidenziate erano l'esercizio della potestà genitoriale, il possesso della cittadinanza italiana o di altro paese dell'Unione europea, e la residenza in Italia;
era necessario recarsi ad un ufficio postale che, dietro presentazione di una autocertificazione e di un documento, avrebbe erogato la somma promessa;
tale iniziativa ha dato luogo ad innumerevoli azioni penali nei confronti di cittadini extracomunitari, pur in possesso di residenza in Italia che con una semplice autocertificazione sono entrati in possesso del «bonus bebè»;
gli uffici postali hanno erogato il bonus indebitamente non verificando in modo puntuale la esigenza della cittadinanza italiana o della Unione europea;
la finanziaria 2007 pur non ripetendo il bonus per i nuovi nati ha rinunciato al recupero delle somme indebitamente pagate dagli uffici postali -:
quali iniziative si intendano assumere vista la ormai ineluttabile possibilità di recupero nei confronti dei fruitori del bonus, nei confronti delle Poste italiane che, espletando una specifica funzione su delega, hanno omesso le opportune verifiche e quindi hanno pagato «male» ed inoltre se non si ritenga di esperire opportune azioni nei confronti di «Poste italiane spa», per il danno erariale provocato - ad avviso dell'interrogante - a causa dell'inefficienza dei controlli e di colpa grave.
(3-00954)
Interrogazioni a risposta scritta:
VILLARI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'iter per la realizzazione di nuove centrali termoelettriche tiene opportunamente conto dei pareri vincolanti e/o consultivi dei vari livelli istituzionali previsti, prima che il Governo predisponga il decreto di autorizzazione;
si tratta comunque di istruttorie ormai consolidate ed allo stato risulta in corso di verifica la situazione relativa a 39 nuove centrali;
per alcune di queste centrali, la fase istruttoria sembra essere ormai conclusa con i pareri positivi dei diversi livelli istituzionali (VIA regionale e nazionale) ma il Governo non provvede al decreto di autorizzazione -:
per quali ragioni il Governo non provveda ad emanare i decreti di autorizzazione relativi alla realizzazione di quelle centrali termoelettriche per le quali sia già da tempo positivamente conclusa la fase istruttoria.
(4-03907)
FAVA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro del commercio internazionale. - Per sapere - premesso che:
il Ministro del commercio internazionale, onorevole Emma Bonino, guida, in ragione del suo ruolo istituzionale, numerose delegazioni di imprese italiane all'estero;
tali missioni hanno come scopo quello di favorire la conclusione di accordi economici e commerciali e di promuovere il made in Italy nel mondo;
risulta che, al termine di queste visite, il Ministro Bonino invii lettere a delegati delle imprese che vi hanno preso parte non già per ricevere utili indicazioni, concordare ulteriori seguiti operativi o programmare iniziative future, bensì per richiedere la loro iscrizione al Partito Radicale o comunque la libera contribuzione per un anno allo stesso Partito e a Radicali Italiani o a tutti i soggetti della galassia radicale;
risulta, altresì, che in dette lettere l'onorevole Emma Bonino, nonostante la sua qualità di Ministro, supporti la sua
richiesta di iscrizione e contribuzione definendo l'Italia il paese dell'illegalità -:
se tali fatti non siano assolutamente incompatibili con la posizione di elevata responsabilità istituzionale del Ministro Bonino;
se non ritenga del tutto inopportuno che un Ministro della Repubblica sfrutti il suo ruolo istituzionale per fare propaganda e per chiedere fondi per il proprio Partito ad imprese private che hanno partecipato ad iniziative promozionali guidate dal medesimo Ministro e che potrebbero essere interessate a future azioni analoghe;
quali passi si intenda compiere affinché simili comportamenti non abbiano a ripetersi.
(4-03911)
CECCUZZI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del commercio internazionale. - Per sapere - premesso che:
l'azienda Calp Spa opera nel settore del cristallo dal 1967. La struttura è situata a Colle di Val d'Elsa, in provincia di Siena, un territorio caratterizzato storicamente dalla presenza di «maestri vetrai» come testimoniano i documenti ufficiali del XIV secolo e dove la lavorazione del cristallo ha raggiunto, nel tempo, una profonda valenza artistica, artigianale, sociale economica e culturale;
l'azienda Calp Spa di Colle di Val d'Elsa è un'impresa leader sul piano nazionale ed internazionale nel settore del cristallo, come evidenziato dal fatto che è arrivata nel tempo a realizzare il 15 per cento della produzione mondiale di cristallo ed il 90 per cento di quella italiana, esportando l'80 per cento delle sue produzioni in circa 40 paesi;
l'azienda Calp Spa, che rappresenta uno dei poli industriali più rilevanti della Toscana, ha garantito negli anni significativi e qualificati livelli occupazionali, nonché l'affermazione sul mercato di marchi di qualità legati alla storia ed all'identità del territorio;
l'azienda Calp Spa ha innescato, nel corso dei decenni, un consistente indotto che coinvolge decine di imprese artigiane rappresentando, per lungo tempo, la prima industria manifatturiera della provincia Siena, e contribuendo a sostenere, in misura rilevante l'occupazione della città di Colle Val d'Elsa e di tutta la provincia di Siena;
da alcuni anni l'azienda vive comunque una fase di incertezza e di difficoltà. Problematiche causate da un crisi strutturale del comparto anche di livello internazionale, aggravato dai riflessi degli attentati dell'11 settembre 2001, dal susseguirsi di ipotesi di investimento e di politiche commerciali mai andate a buon fine, da ripetuti avvicendamenti nei vertici aziendali, dalla, a tutt'oggi incomprensibile e dannosa, uscita dalla quotazione di borsa, dal calo del fatturato e dalle conseguenti difficoltà di mercato. Una crisi che ha provocato, in particolare, un pesante ridimensionamento dei lavoratori impiegati che sono già diminuiti, dal 2000, di circa duecento unità passando da oltre 700 a circa 500 addetti;
per far fronte a tale situazione negli ultimi anni le istituzioni locali, la Regione Toscana, i parlamentari di riferimento, la Rsu aziendale, i sindacati hanno lavorato con spirito fattivo ed unitario scongiurando, più volte, che la crisi dell'azienda precipitasse ad un punto irreversibile;
tra i risultati ottenuti la revoca da parte della proprietà di allora di una procedura di mobilità annunciata nel febbraio 2006, la spinta alla ricerca di nuovi imprenditori pronti a rilevare la guida dell'azienda in luogo di una compagine apparsa, ripetutamente, demotivata e divisa anche il per il numero elevato di soci;
nel maggio 2007, ai sensi e per tutti gli effetti di quanto disposto dall'articolo 47 della legge 428 del 1990, è stato effettuato il trasferimento, a norma dall'articolo
2112 del Codice Civile, del ramo d'azienda attinente le attività operative, amministrative e commerciali della società Calp Spa alla società Calp Industriale Spa, con sede legale in Colle di Val d'Elsa; una procedura volta ad assicurare la continuità produttiva e commerciale a fronte delle note difficoltà economico finanziarie che ne hanno pesantemente compromesso l'equilibrio patrimoniale e reddituale;
la società per Azioni Calp Spa è partecipata anche dalla Finanziaria Senese di Sviluppo che annovera tra i suoi soci il Comune e la Provincia di Siena, assieme alla Camera di Commercio e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la quale testimonia il forte e sinergico impegno di tutte le istituzioni locali, delle categorie economiche del territorio - sostenuto dalla Banca Mps nella ricerca di un nuovo partner industriale - per scongiurare il fallimento dell'azienda che avrebbe bruciato ogni prospettiva di ripresa; tale partecipazione della Finanziaria Senese di Sviluppo è di minoranza ma molto impegnativa per la sua dotazione patrimoniale;
l'azienda Calp Industriale Spa, nei giorni scorsi, ancor prima di presentare un piano industriale alle parti sociali ed al territorio, ha inviato una comunicazione che prevede l'intenzione di avviare la procedura della cassa integrazione straordinaria, per ristrutturazione, per 200 lavoratori sui 515 addetti attualmente in organico;
in data 5 giugno la Rsu Calp ha diramato un comunicato stampa con il quale si annunciano le prime forme di mobilitazione dei lavoratori e se ne annunciano di ulteriori, e più impegnative, per il prossimo futuro;
il rilevante numero degli addetti interessati dalla ipotetica cassa integrazione incidono notevolmente, dal punto di vista occupazionale, sociale ed economico, sulla comunità locale;
la situazione pre-fallimentare - con un debito rimasto in Calp Spa di diverse decine di milioni di euro - che la nuova compagine Calp Industriale Spa ha ereditato non si può superare solo con il ricorso alla cassa integrazione ma necessita di un piano organico di rilancio che quando convincente e sostenibile non potrebbe che trovare la disponibilità dei lavoratori a farsi carico dei sacrifici necessari, come più volte in passato, è già avvenuto;
in che modo il Governo, visto che l'azienda Calp Industriale Spa rappresenta un'impresa di rilievo sul piano nazionale ed internazionale, intenda rapidamente mettere in atto tutte le iniziative necessarie per una positiva soluzione della vicenda, per salvaguardare i livelli occupazionali, valorizzare l'azienda nell'interesse del sistema produttivo del Paese, oltre che delle comunità locali -:
quali iniziative intendano intraprendere a favore del comparto del cristallo per promuovere un prodotto d'eccellenza della tradizione italiana soprattutto sui mercati internazionali.
(4-03928)
FRANZOSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - per sapere - premesso che:
il 31 maggio 2007 l'impianto di depurazione del Tubificio2 dell'Ilva di Taranto veniva posto sotto sequestro dalla magistratura, a seguito di un principio di inquinamento causato da un'accidentale rottura di una condotta che provocava il riversamento di parte dei reflui industriali nelle acque del Mar Grande;
a seguito di tale sequestro, 260 lavoratori sono stati dall'Ilva collocati a riposo senza salario;
da notizie di stampa si apprende che il Ministro della Giustizia avrebbe avuto un colloquio telefonico con il procuratore capo di Taranto, Aldo Petrucci;
tale colloquio è stato pubblicizzato, sugli organi di informazione, dall'Assessore regionale dell'Udeur Massimo Ostilio il quale avrebbe dichiarato: «Quanto ho potuto apprendere direttamente del Ministro
ritengo possa indurre a tranquillità i lavoratori interessati, perché da parte del procuratore è stata assicurata la massima disponibilità»;
successivamente, nella tarda mattinata del 5 giugno 2007, veniva dissequestrato l'intero impianto consentendo all'Ilva il reintegro di tutti i lavoratori collocati a riposo;
da quanto si evince dalle notizie di stampa, l'Ilva di Taranto aveva già avviato tempestivamente le operazioni di bonifica dell'area interessata attraverso società specializzate come l'Ecotaras;
secondo l'interrogante il Ministro ha agito in modo parziale e del tutto irriguardoso nei confronti di centinaia di altri lavoratori tarantini che risultano essere in mobilità e senza lavoro da mesi per analoghi sequestri di cantieri come l'Arsenale Militare e la Nuova Sanac, e per i quali non c'è stato intervento o interessamento alcuno da parte del Governo;
tale comportamento del Ministro della Giustizia concorre inoltre ad alimentare, secondo l'interrogante tra tutti quei lavoratori tarantini in mobilità o in sciopero permanente perché senza stipendio da mesi, la già forte sfiducia nei confronti delle Istituzioni, creando un clima che rischia di compromettere il tessuto sociale e produttivo della città di Taranto -:
se le notizie di stampa citate in premessa corrispondono a verità;
le ragioni per le quali il Ministro della giustizia qualora avesse voluto una semplice informativa non si sia rivolto al Prefetto di Taranto, figura istituzionale certamente più appropriata per acquisire fatti e notizie sul territorio;
quale sia stata la natura del tempestivo intervento del Ministro sul procuratore capo di Taranto, atteso che tale intervento a pochi giorni dal ballottaggio per l'elezione del sindaco della città.
(4-03931)
FITTO e FRANZOSO. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri. - Per sapere - premesso che:
in data 25 maggio 2007, presso la Prefettura di Taranto a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, è stato convocato il Tavolo istituzionale per Taranto presieduto dal Prefetto Alecci e alla presenza, tra gli altri, del commissario prefettizio Tommaso Blonda, e del capo dell'organo di liquidazione, Francesco Boccia;
la riunione del 25 maggio seguiva di pochi giorni altre riunioni romane del Tavolo governativo su Taranto e dalle quali erano emerse rassicurazioni e impegni, non provvedimenti o atti concreti, in favore dei cittadini e dei lavoratori dell'indotto comunale;
all'atto della convocazione del Tavolo presso la Prefettura di Taranto, gli esponenti del Governo hanno giustificato l'urgenza della riunione con la scadenza degli appalti e delle convenzioni tra il Comune di Taranto e le imprese di pulizia, scadenza prevista per il 30 maggio successivo;
al termine della riunione la scadenza di detti appalti è stata prorogata al 30 giugno successivo con la promessa che il Governo avrebbe stanziato 5 milioni di euro in favore dei lavoratori in cassa integrazione -:
quali siano i motivi per cui, data la scadenza del 30 maggio 2007, era tanto urgente convocare il Tavolo in Prefettura proprio l'ultimo giorno di campagna elettorale per le amministrative di Taranto e per quale motivo la stessa riunione non potesse tenersi magari il 28 o il 29 maggio ad urne chiuse;
se, posto che da quella riunione come da quelle precedenti sono venute fuori solo proroghe e promesse di futuri stanziamenti economici, il Governo non ritenga che la riunione del 25 maggio e quelle precedenti abbiano potuto condizionare la campagna elettorale;
se il Governo non ritenga che possa configurarsi un uso «elettorale» delle istituzioni da parte di esponenti del Governo che di fatto sono entrati direttamente nella campagna elettorale delle amministrative per far guadagnare consensi al centrosinistra;
quali iniziative il Governo intenda assumere per evitare che anche in futuro le istituzioni possano essere usate strumentalmente per fini elettorali.
(4-03934)