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Allegato B
Seduta n. 167 dell'11/6/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
PEDRINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il sistema di privatizzazioni avvenute in questi anni ha presentato notevoli criticità e conseguenze a volte preoccupanti per lo sviluppo delle attività, gli investimenti, i livelli occupazionali, i disservizi ai cittadini, l'aumento delle tariffe e per le condizioni in cui sono state lasciate alcune aziende «privatizzate» con enormi costi sociali e incidenza sulla spesa generale dello Stato;
nella trasmissione «Anno Zero» del 7 giugno 2007, sono state messe in risalto questioni, già da tempo all'attenzione generale, relative ad alcune privatizzazioni e più nello specifico a quella della Telecom -:
se - anche sulla base degli atti depositati presso il Governo - non ritengano necessario chiarire le modalità con cui è stata condotta la privatizzazione della Telecom, la situazione descritta nei servizi giornalistici anche alla luce di quanto è emerso dalla trasmissione «Anno Zero».
(3-00963)
Interrogazioni a risposta scritta:
OSVALDO NAPOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ultimo contratto sottoscritto dai Segretari Comunali e Provinciali, per il quadriennio giuridico 1998/2001 e per i bienni economici 1998/1999 e 2000/2001, risale al 16 maggio 2001, risale al 16 maggio 2001;
il suddetto contratto prevedeva per i Segretari Comunali e Provinciali l'allineamento retributivo alla dirigenza degli enti locali;
nel mentre la dirigenza degli enti locali ha stipulato il contratto per il quadriennio giuridico 2002/2005 e i bienni economici 2002/2003 e 2004/2005;
gli incontri fin qui avuti con l'ARAN non hanno consentito un avanzamento della trattativa con le organizzazioni sindacali rappresentative della categoria, perché il Governo non vuole confermare l'allineamento alla retribuzione dei dirigenti degli enti locali;
tutta la categoria dei Segretari Comunali e Provinciali vive con disagio la mancata sottoscrizione del contratto tanto da essere costretta a rendere pubblico il proprio disappunto con manifestazioni di piazza;
la categoria è tuttora in stato di agitazione e minaccia ulteriori iniziative di lotta che potrebbero compromettere il corretto funzionamento degli enti locali, per i quali questa; importante figura professionale costituisce indispensabile punto di riferimento soprattutto per i piccoli comuni -:
a cosa sia dovuto, caso unico nella pubblica amministrazione, il ritardo di oltre 60 mesi nella sottoscrizione del contratto dei Segretari Comunali e Provinciali tenuto conto che non si rendono necessarie ulteriori risorse economiche;
quali iniziative siano in corso per riprendere la trattativa Aran-organizzazioni sindacali e quali provvedimenti si rendono necessari per mantenere lineamento delle retribuzioni dei Segretari Comunali e Provinciali a quella dei dirigenti degli Enti Locali.
(4-03941)
VILLARI. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nello specchio d'acqua del porto dell'isola di Capri (Napoli), in data 7 giugno 2007, si è verificato l'incendio di una motonave in servizio sulla rotta Capri-Ischia con a bordo oltre cento passeggeri;
la dinamica dell'incidente sembra essere la seguente: dopo aver imbarcato i passeggeri nel porto di Capri, la motonave lasciava lo scalo e si dirigeva verso l'isola di Ischia. Dopo pochi minuti di navigazione, la presenza di fumo nero proveniente dalla sala motori costringeva l'imbarcazione ad arrestarsi e si provvedeva a chiamare in soccorso la Capitaneria di porto di Capri. Giunta l'unità della Guardia Costiera, si decideva di far rientrare la motonave nel porto. All'interno dello scalo caprese, invece di provvedere all'immediato sbarco dei passeggeri per garantirne l'incolumità, la motonave veniva tenuta al centro del porto, generando uno stato di pericolo e di panico diffusi, continuando a sprigionarsi denso fumo nero;
infine, inspiegabilmente, la motonave attraccava ad una banchina turistica dove sono localizzate una pompa di benzina e l'ormeggio di piccole imbarcazioni da diporto, iniziando solo allora lo sbarco dei passeggeri. A quel punto, con l'azione del vento, dal fumo nero emergeva un vero e proprio incendio che danneggiava una decina di imbarcazioni da diporto, affondandone alcune, determinando una situazione pericolosa ed ingovernabile. Si è corso il rischio che le fiamme si propagassero alla vicina stazione di rifornimento di carburante, con danni incalcolabili a persone e cose, solo per miracolo scongiurati;
il bilancio comunque è grave, con persone intossicate e ferite, e solo l'intervento di alcuni volontari lo ha reso meno pesante -:
in che modo la Capitaneria di porto abbia provveduto a disciplinare l'accaduto, non indirizzando l'attracco immediato della motonave in banchina a basso rischio e consentendo invece un'attesa prima dello sbarco dei passeggeri, con un attracco finale in banchina ad altissimo rischio e secondo modalità che, ad una prima ricostruzione dei fatti, risultano incomprensibili e gravemente superficiali.
(4-03946)
LUPI, PALMIERI, GELMINI e BOCCIARDO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
secondo l'agenzia adn-kronos del 4 giugno 2007 si è insediata con decreto del Ministro Turco presso il Consiglio Superiore di Sanità la Commissione ristretta che avrebbe il compito di modificare le attuali linee guida dell'applicazione della legge 40;
il 12 e 13 giugno 2004 si è svolto un referendum soppressivo della legge 40 che è stato bocciato perché non ha raggiunto neanche un terzo del quorum necessario -:
quali iniziative intenda prendere il Governo affinché siano chiariti gli scopi e gli indirizzi di tale Commissione, i criteri di scelta dei membri della Commissione stessa, e per scongiurare eventuali rischi di stravolgere il risultato avutosi col referendum popolare del 2004.
(4-03950)
LICANDRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con una nota stampa del 15 settembre 2004 Telecom Italia informava che era stato appena siglato un accordo tra il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell'interno e il gruppo Telecom Italia per la protezione da attacchi informatici dei sistemi informativi che gestiscono l'infrastruttura nazionale di telecomunicazione e che prevedeva, in particolare da parte della Polizia Postale e delle Comunicazioni, lo sviluppo di un apposito piano di prevenzione;
l'intesa, di durata triennale, si poneva l'obiettivo di sviluppare tutte le forme di collaborazione utili a prevenire attacchi contro i sistemi informatici e telematici delle comunicazioni di rete fissa gestiti da Telecom Italia;
alla firma dell'accordo era presente, in rappresentanza di Telecom Italia, il dottor Giuliano Tavaroli, Security - Group Senior Vice President;
nei confronti del dottor Tavaroli sono stati emessi, a partire dal settembre 2006, diversi mandati di arresto in relazione al cosiddetto scandalo Telecom-Sismi, nell'ambito del quale Tavaroli è accusato di aver gestito, insieme a settori dello Stato, un sistema illegale di intercettazioni volto a realizzare dossier infamanti nei confronti di personaggi della politica e dell'economia, tra cui anche il Presidente del Consiglio Romano Prodi. Accusato di associazione per delinquere, corruzione, detenzione e divulgazione di materiale riservato il dottor Tavaroli è attualmente agli arresti domiciliari dopo aver trascorso 8 mesi in carcere;
in una risposta a un'interrogazione a risposta scritta dello scrivente il sottosegretario Bonato affermava che il consulente Telecom Rocco Lucia non era presente nei locali del Viminale durante la notte dello spoglio nelle elezioni politiche del 2006, circostanza tuttavia smentita dall'avvocato Plastina, legale di Lucia, che in interviste pubbliche ha sostenuto che Lucia così come tutto il Tiger Team di Telecom Italia là si trovassero -:
se sia ancora in essere il suddetto protocollo di intesa tra il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell'interno e Telecom Italia S.P.A.;
quale ruolo il Tiger team di Tavaroli abbia avuto nella vicenda ed in particolare quale sia il contenuto del piano di sviluppo approntato;
a quali documenti e a quali archivi di Stato Telecom Italia abbia potuto aver accesso in funzione della suddetta intesa;
quale sia stato l'esatto ruolo svolto da Rocco Lucia e dal Tiger Team di Telecom nel corso dello spoglio durante la notte del voto e quale fondamento abbiano le dichiarazioni dell'avvocato Plastina.
(4-03954)
BIANCOFIORE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dei trasporti, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
il 9 maggio 2007, l'Ufficiale giudiziario del tribunale di Bolzano, sezione distaccata di Silandro, ha eseguito - parzialmente - lo sfratto del signor Mecarone, Capostazione di Laces in provincia di Bolzano;
lo stesso, quale ferroviere in servizio, occupava con la propria famiglia e dietro regolare pagamento di canone, un alloggio delle Ferrovie dello Stato, in base a contratto di diritto privato, e non quindi concessione amministrativa, stipulato da Metropolis SpA, mandataria per le allora FS SpA;
allo stesso veniva fatto onere di ristrutturare l'immobile a proprie spese, tanto che il signor Mecarone sull'affidamento di divenire prima o poi proprietario dell'alloggio, indotto a ciò anche dal riferimento contenuto nel contratto stesso alla legge 560/93, iniziava opere di ristrutturazione e migliorie varie dell'alloggio spendendo non pochi denari;
in tale contratto, veniva infatti espressamente fatto salvo il suo diritto quale conduttore, e non concessionario, dell'alloggio, al diritto di prelazione per l'acquisto dell'alloggio ai sensi della citata legge 560/93, a prezzo predeterminato dalla stessa legge;
Metropolis spa, per conto di FS Spa, inviava inoltre al signor Mecarone un questionario per sondare la sua volontà o meno di acquistare detto alloggio, richiesta a cui lo stesso rispondeva positivamente, dichiarando peraltro di scegliere la modalità di pagamento in contanti, al fine di ottenere l'ulteriore 10 per cento di sconto sul prezzo di acquisto, così come previsto espressamente dalla legge 560/93;
successivamente, in data 7 luglio 1998, il Ministero delle finanze - Dipartimento del Territorio - Direzione compartimentale del territorio per il Trentino Alto-Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, sezione staccata per i servizi demaniali, con apposito verbale di consegna, trasferiva una serie di immobili, tra i quali anche quello occupato dal signor Mecarone, in asserita attuazione di norme dello Statuto di Autonomia della Provincia di Bolzano, alla Provincia medesima, e segnatamente, come indicato nel verbale medesimo, in base al decreto del Presidente della Repubblica 115/73 e in attuazione dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 527/87;
tale norma di attuazione, all'articolo 2, pure citata nel verbale di consegna, prevede, o meglio, prevedeva all'epoca del trasferimento, unicamente che «Le linee ferroviarie secondarie, gestite dall'Ente Ferrovie dello Stato, dichiarate non più utili dal Ministero dei trasporti alla integrazione della rete primaria nazionale sono trasferite alla provincia nel cui territorio si svolgono», non essendovi previsto pertanto alcun trasferimento di immobili;
inoltre, il decreto del Presidente della Repubblica 115/73, citato, all'articolo 8 prevede che oggetto di cessione alla provincia siano unicamente i beni dello Stato;
invece i beni già appartenuti all'Azienda Ferrovie dello Stato sono stati trasferiti ai sensi dell'articolo 1 della legge 210/85 all'Ente Ferrovie dello Stato, successivamente trasformato in SpA con delibera CIPE del 12 agosto 1992, e pertanto già a far data dall'entrata in vigore della predetta legge 210/85 non più appartenenti allo Stato;
la legge 560/93 prevede che gli immobili, tra gli altri, di proprietà delle Ferrovie dello Stato SPA [comma 1, lettera b)], debbano essere trasferiti agli inquilini (comma 6) o loro familiari conviventi;
che l'immobile del signor Mecarone fosse di proprietà delle Ferrovie dello Stato SPA, deriva, come detto, direttamente dalla legge 210/85 (articolo 1), e dalla successiva delibera CIPE del 12 agosto 1992, provvedimenti che hanno rispettivamente trasferito tutti i beni dall'ex azienda di Stato FS, all'Ente FS, e successivamente alle FS SPA, così trasformata;
come sentenzia la Corte Costituzionale con decisione del 24 novembre 1994, n. 417, la legge 560/93 è di natura straordinaria ed eccezionale - essendo «elemento di manovra economica diretta a ridurre il deficit della finanza pubblica ... regola la dismissione, mediante prezzi vicini a quelli di mercato, di una parte rilevante del patrimonio edilizio pubblico, costituita da
gli alloggi di edilizia residenziale e dagli alloggi di servizio ... non si può ravvisare una sorta di interpretazione autentica in senso restrittivo del concetto di alloggio di servizio, alla cui stregua dovrebbe essere ridefinita la riserva di competenza statale prevista dall'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 115/73 in ordine al trasferimento alle province autonome degli edifici destinati ad alloggi economici e popolari di proprietà dello Stato»; legge, la 560/93, che pertanto in un certo senso prevale o prescinde - ad avviso dell'interrogante - dallo speciale Statuto di Autonomia della Provincia di Bolzano, e conseguenti norme di attuazione; come già detto peraltro, si precisa che all'epoca del trasferimento gratuito degli immobili delle FS SpA alla Provincia Autonoma, gli stessi non erano più appartenenti allo Stato;
non è ben comprensibile in base a quale norma quindi si sia provveduto a trasferire gratuitamente i beni immobili di cui al verbale di consegna alla Provincia Autonoma piuttosto che venderli agli inquilini, omettendo così di incassare denari per la finanza pubblica o da questa sovvenzionata, oltre che a pregiudicare il diritto degli inquilini di conseguire la proprietà degli alloggi da essi occupati;
non si può nemmeno sostenere che gli immobili situati lungo la linea ferroviaria Merano-Malles fossero, alla data del verbale di consegna da FS a Provincia del 7 luglio 1998, individuati nello speciale sistema tavolare locale come Demanio dello Stato-Ramo Ferrovie, proprio perché per effetto dell'entrata in vigore della citata legge 210/85 che ne aveva trasferito la proprietà all'Ente Ferrovie dello Stato, poi trasformata in SpA, non appartenevano più al Demanio, essendo l'iscrizione tavolare evidentemente non aggiornata in base a quella legge; ciò che non può però significare che la proprietà di quegli immobili fosse ancora in capo al Demanio piuttosto che all'Ente FS o FS SpA;
a conforto di quanto sopra, si evidenzia che:
a) tutti o quasi gli immobili delle FS SpA, sono stati trasferiti o agli inquilini in applicazione della legge 560/93, o comunque dietro corrispettivo, anche nel territorio della provincia di Bolzano;
b) con legge 210/85, articolo 1, gli immobili dell'Azienda Ferrovie dello Stato sono stati trasferiti all'allora neocostituito Ente Ferrovie dello Stato, successivamente trasformato in SpA con delibera CIPE del 12 agosto 1992, e quindi dalla data di entrata in vigore della predetta legge 210/85 non più dello Stato;
c) il decreto del Presidente della Repubblica 115/73 prevede il trasferimento alla Provincia Autonoma di Bolzano di alcune categorie di immobili dello Stato presenti sul territorio provinciale, e non di immobili di società per quanto partecipate;
d) il decreto del Presidente della Repubblica 527/87, nel testo vigente all'atto del trasferimento, in data 7 luglio 1998, degli immobili delle FS SpA alla Provincia Autonoma di Bolzano, prevedeva la cessione alla provincia sul cui territorio si trovano, delle sole linee ferroviarie e non di immobili;
e) ciò nonostante in data 7 luglio 1998 venivano ceduti gratuitamente una serie di immobili alla Provincia Autonoma, cagionando - ad avviso dell'interrogante - un conseguente danno per il già disastrato erario statale;
f) detti immobili, come risulta dallo stesso verbale di consegna, appartenevano non allo Stato ma a «Ferrovie dello Stato Società di Trasporti e Servizi per Azioni»;
g) per effetto della legge 560/93 detti immobili invece dovevano essere venduti agli inquilini che li occupavano, soddisfacendo la duplice esigenza di portare denari alle casse delle FS e il diritto di prelazione degli inquilini all'acquisto;
h) se anche detti immobili non fossero rientrati nell'applicazione della
legge 560/93, gli stessi dovevano essere ceduti dietro corrispettivo e non gratuitamente -:
se dagli atti depositati presso il ministero, risulti:
a) per quale motivo incomprensibile si sia scelto di cedere gratuitamente, piuttosto che dietro corrispettivo alla Provincia Autonoma di Bolzano i beni immobili di proprietà non dello Stato ma delle FS SpA lungo la linea ferroviaria Merano-Malles;
b) se con tale cessione gratuita non sia stato violato il diritto di prelazione degli inquilini di acquistare la proprietà degli alloggi medesimi oltre che superare il dettato della stessa norma di attuazione, e in aggiunta al fatto che da tale regalia si è omesso di incassare denari alle già desolate casse delle FS SpA;
quali provvedimenti di propria competenza intendano adottare i Ministri interrogati per ripristinare la corretta situazione di diritto di tali cessioni e segnatamente rispettare il diritto di prelazione degli inquilini degli immobili ceduti e incassare denari da parte delle FS.
(4-03956)