Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 167 dell'11/6/2007
...
SALUTE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
l'articolo 7 della legge Finanziaria n. 9 dell'11 maggio 2007 della Regione Calabria stabilisce che «Le undici Aziende sanitarie attualmente presenti sul territorio regionale sono accorpate in cinque Aziende sanitarie locali, che assumono la denominazione di Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, il cui territorio di riferimento corrisponde alle attuali, circoscrizioni provinciali»;
la norma ha generato, tra l'altro, la protesta delle principali associazioni di categorie e degli operatori della Sanità regionale;
non si conoscono i criteri che sono stati applicati per la riduzione complessiva dei numero delle ASL e se, soprattutto, siano stati presi in considerazione gli indicatori territoriali ed anagrafici per giustificare la presunta ottimizzazione delle strutture sanitarie della Regione Calabria -:
se non si intenda sollevare la questione di legittimità costituzionale della legge della Regione Calabria n. 9 dell'11 maggio 2007, rilevandosi un eccesso delle competenze che il comma 3 dell'articolo 117 della Costituzione riserva alle Regioni, anche al fine di evitare i disagi ed i costi conseguenti a tale accorpamento ai cittadini calabresi, soprattutto quelli più anziani, indigenti o residenti in zona carenti di collegamenti con le nuove ASL.
(2-00590)«Galati».
Interrogazioni a risposta orale:
OPPI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il comma 7 dell'articolo 3 del decreto legislativo 502/1992 che prevede che «il direttore amministrativo è un laureato in discipline giuridiche o economiche che non abbia compiuto il sessantacinquesimo anno di età e che abbia svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione.»;
nel 2005, l'assessore regionale della Igiene e Sanità della Sardegna ha nominato
i direttori amministrativi nelle ASL di Cagliari e Lanusei nonostante fossero sprovvisti dei requisiti di legge;
rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo di alcuni consiglieri regionali su tale vicenda, in data 6 dicembre 2005, l'assessore regionale all'igiene e Sanità, informava i consiglieri interroganti di «ritenere meritevoli di attenzione le diverse argomentazioni» interpretative e, conseguentemente, di aver ritenuto opportuno «richiedere sull'argomento il parere del Consiglio di Stato per il tramite del Ministero della Salute così da fugare qualsiasi dubbio interpretativo»;
a oltre 18 mesi di distanza non risulta che il Consiglio di Stato e il Ministero della Salute abbiamo fornito una risposta formale al quesito che l'assessore regionale sardo dell'Igiene e Sanità annunciò di aver posto;
appare evidente che una risposta dovrebbe essere fornita prima della scadenza del mandato -:
se e quando l'Assessore regionale della Sardegna dell'igiene e Sanità abbia sollecitato la risposta del Ministero;
quale sia il parere del Ministro in merito alla vicenda descritta.
(3-00965)
VOLONTÈ e CAPITANIO SANTOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel corso del suo intervento durante il consiglio dell'associazione Luca Coscioni, in data 21 luglio 2006, Maura Cossutta annunciò che il Ministro Turco le aveva affidato l'incarico di revisionare le linee guida sulla legge 40/2004 in materia di procreazione assistita;
secondo l'ex deputata del Partito dei Comunisti Italiani, nonché acerrima sostenitrice del referendum contro la legge 40/2004 «le linee guida non modificano la legge, ma possono fare molto. E si potranno utilizzare le esperienze di tutti questi anni anche per trovare soluzioni a tutti i punti critici che la legge ha attualmente. Con le linee guida non porteremo modifiche ma vogliamo riaprire il dibattito. A settembre si farà il punto con una riunione informale, mentre entro fine anno presenteremo una bozza»;
si apprende che il Ministro Turco ha nominato una commissione per la revisione delle linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita;
di tale commissione, istituita presso il Consiglio Superiore di Sanità, farebbero parte: Franco Cuccurullo (presidente), Francesco Dammacco, Alessandra De Palma, Paola Grammatico, Alessandra Kustermann, Giuseppe Novelli, Piergiorgio Crosignani, Claudio Giorlandino, Massimo Moscarini, Silvia Vegetti, Rosalba Tufano, Bruno Dallapiccola (in rappresentanza del Comitato nazionale di bioetica) e Giulia Scaravelli (in rappresentanza dell'Iss);
ad esclusione del professor Dallapiccola, tutti gli altri membri sono o apertamente avversi alla legge 40 ed alla sua corretta applicazione o possibilisti su una sostanziale modificazione delle Linee Guida in senso opposto allo spirito della legge;
basterebbe ricordare che la ginecologa dottoressa Kustermann della Clinica Mangiagalli di Milano, fu protagonista di una difesa agguerrita del referendum, che il genetista professor Novelli è un acceso sostenitore della diagnosi pre-impianto e che il ginecologo professor Crosignani, dell'Università di Milano, è uno tra i fautori più irriducibili dell'introduzione della pillola abortiva RU486 nel nostro paese;
tale composizione sembrerebbe, quindi, sbilanciata e che con essa il Ministro, non potendo cambiare la legge, cerca di stravolgerne - almeno in parte - l'applicazione essendo molti i temi sui quali gli esperti dovranno pronunciarsi: dalla definizione di embrione alla possibilità di congelare i pre-embrioni;
la commissione dovrà inoltre valutare le opportunità offerte dalla diagnosi genetica
preimpianto, e valutare le possibilità di accesso alle tecniche di fecondazione per le persone affette da malattie infettive a trasmissione sessuale -:
quali siano i criteri che abbia adottato per individuare i componenti della Commissione citata e se ritenga che tale composizione rispecchi una equanime presenza di diversi orientamenti in materia;
quali siano i motivi che hanno indotto il Ministro a nominare una commissione per l'aggiornamento delle linee guida, atteso che non risulterebbero nuove evoluzioni tecnico-scientifiche così come previsto dall'articolo 7 della legge 40/2004.
(3-00966)