Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 168 del 12/6/2007
TESTO AGGIORNATO AL 13 GIUGNO 2007
...
INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro dei trasporti, per sapere - premesso che:
a Bologna il traffico ferroviario è stato bloccato ad avviso degli interpellanti in modo ché potrebbe essere definito «delinquenziale», da centinaia di facinorosi partecipanti alle cosiddette manifestazioni «anti Bush», i quali hanno preteso ed ottenuto l'esenzione o la riduzione immotivata del biglietto ferroviario per effetto, secondo gli interpellanti, anche della debolezza sconcertante dei locali dirigenti delle Ferrovie dello Stato, che con patetiche scusanti hanno tentato di motivare un vero e proprio abuso;
si rileva altresì che, nei confronti degli esagitati che sabato scorso hanno infranto con il loro comportamento leggi e regolamenti, non risulta siano stati adottati provvedimenti di alcun tipo, quali la denuncia all'autorità giudiziaria e l'identificazione;
infine gli interpellanti rilevano l'anomalia del comportamento dei responsabili locali delle F.S. che si sono fatti intimidire dalle evidenti minacce dei «protestatori» venendo meno ad un loro preciso dovere -:
se, innanzitutto, il comportamento delle Forze dell'ordine, corretto ma sostanzialmente passivo durante tutta la vicenda, sia stato adottato rispondendo a precise direttive del Ministero dell'interno che avrebbe di fatto accettato quella che gli interpellanti reputano una lesione fondamentale dei principi dello Stato di diritto sancendo, in questo modo, il trionfo dell'arbitrio e della violenza sull'autorità dello Stato nonché accettando il fatto che una minoranza di facinorosi possa imporre la propria volontà ad una maggioranza di cittadini che sono stati seriamente danneggiati nella loro attività per effetto di notevoli ritardi accumulati dai treni;
quale sia la ragione della mancata adozione di provvedimenti nei confronti degli esagitati, qualora ciò corrisponda al vero, e quali provvedimenti il Governo intenda assumere, anche alla luce del fatto che, invece, i partecipanti ad una pacifica manifestazione contro l'abitazione di Prodi sono stati segnalati alla Procura della Repubblica;
se la decisione dei responsabili locali delle F.S. di soprassedere ad un controllo rigoroso dei biglietti e l'assurda decisione di ridurre il costo siano dovute alla pressione di vertici superiori delle F.S. o di altre autorità e se sia stata svolta un'inchiesta amministrativa su quanto avvenuto, che non fa onore al nostro Paese.
(2-00598)
«Garagnani, Ceccacci Rubino, Grimaldi, Rosso, Zanetta, Aracu, Di Virgilio, Di Cagno Abbrescia, Germanà, Fratta
Pasini, Palumbo, Romagnoli, Gardini, Fabbri, Pescante, Brusco, Osvaldo Napoli, Stagno D'Alcontres, Alfredo Vito, Bertolini, Romele, Marinello, Misuraca, D'Ippolito Vitale, Giro, Lainati, Pelino, La Loggia, Bocchino, Laurini, Baiamonte, Gelmini, Aprea, Bernardo, Biancofiore, Carfagna, Mazzaracchio, Cicu, Floresta, Uggè».
Interrogazioni a risposta scritta:
BERTOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 2 giugno 2007, in via Valdonica a Bologna, la via in cui il 19 marzo del 2002 fu ucciso dalle Brigate rosse il giuslavorista Marco Biagi, è comparsa la scritta «Terrorista è lo Stato»;
l'episodio si aggiunge ad altri simili, verificatisi a Bologna nelle scorse settimane, come i volantini del PCC (Partito comunista combattente) contro Cofferati e l'incendio di due auto nei pressi della casa del portavoce del sindaco di Bologna, oltre ai molteplici messaggi minatori rivolti contro il presidente della Cei Monsignor Angelo Bagnasco, comparsi di recente nel capoluogo emiliano, recanti simboli riconducibili al terrorismo di sinistra;
in data 3 giugno 2007 si è svolta a L'Aquila una manifestazione promossa dal movimento Olga (Ora di liberarsi dalle galere) e dai Carc, per protestare contro il regime del carcere duro e portare solidarietà alla brigatista Nadia Lioce, rinchiusa nel carcere aquilano delle Costarelle e sottoposta al regime carcerario ex articolo 41-bis codice penale;
durante il corteo svoltosi nel capoluogo abruzzese, un gruppo di manifestanti ha indirizzato cori e insulti contro Marco Biagi e ha chiesto la liberazione della terrorista Nadia Desdemona Lioce, condannata all'ergastolo per l'assassinio dello stesso Biagi;
l'Associazione Vittime del terrorismo e della mafia «Domus Civitas» ha annunciato, in data 4 giugno, di aver voler presentare un esposto presso le Procure della Repubblica dell'Aquila e di Roma nei confronti del Ministro dell'interno, del questore e del prefetto dell'Aquila perché sia valutata «l'ammissibilità dell'autorizzazione concessa a un modesto gruppo di persone prevalentemente fiancheggiatori che inneggiavano all'omicidio Biagi e anche contro i martiri di Nassiriya e dell'ispettore Raciti»;
il 9 giugno 2007 il Presidente degli Stati Uniti d'America, George W. Bush, è venuto a Roma in visita ufficiale alle massime cariche dello Stato italiano;
in concomitanza con la visita del Presidente Bush, organizzazioni estremistiche di sinistra hanno manifestato contro il Capo di Stato americano, dando vita a disordini, atti vandalici e violenze contro le forze dell'ordine -:
per quali motivazioni non sia stato vietato lo svolgimento della manifestazione de L'Aquila, organizzata da associazioni che spesso hanno affermato posizioni antagoniste rispetto alle leggi dello Stato e che hanno espresso, a più riprese, solidarietà nei confronti dei componenti delle cosiddette nuove Brigate Rosse;
per quali ragioni non abbia ritenuto di vietare i cortei organizzati il 9 giugno a Roma contro il Presidente americano, alla luce non solo dei rischi reali per l'ordine pubblico, ma anche in considerazione dello sforzo organizzativo per le forze di Polizia, che tali manifestazioni hanno richiesto;
se non sia in atto nel nostro Paese una pericolosa ripresa dell'escalation terroristica, con una preoccupante radicalizzazione di movimenti che intendono sovvertire l'ordine costituito e cosa il Governo intenda fare per scongiurare tale stato di cose.
(4-03959)
BERTOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 30 maggio 2007 il nuovo Comando dei Vigili del fuoco di San Felice sul Panaro in provincia di Modena è rimasto chiuso dalle ore 8 alle ore 20 per carenza di personale, con gravi ripercussioni per la sicurezza dei cittadini della zona;
da anni, da più parti, molteplici sono state le segnalazioni giunte al Ministero dell'interno circa le carenze di organico e di mezzi del Comando dei Vigili del fuoco di San Felice sul Panaro;
a seguito dell'ultima legge finanziaria, il comparto sicurezza a livello nazionale ha subito considerevoli tagli, provocando in tutto il territorio italiano gravi disservizi, sia sotto il profilo del personale impiegato che sotto il profilo dei mezzi utilizzati dalle forze dell'ordine;
in una recente audizione, svoltasi presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, il Ministro dell'interno ha annunciato una drastica riduzione degli stanziamenti nel comparto sicurezza e la correlata volontà e necessità di far pagare agli enti locali parte delle spese per strutture e personale, delegando a tali enti territoriali la gestione della sicurezza e dell'ordine pubblico in Italia -:
se sia a conoscenza dei fatti come sopraesposti;
se sia a conoscenza di ulteriori circostanze di cui voglia mettere al corrente la Camera dei deputati;
come intenda intervenire per risolvere una situazione di grave pericolo per i cittadini della Provincia di Modena, derivante dalle pesanti carenze di organico del comando dei Vigili del fuoco di San Felice sul Panaro;
se non ritenga che la difesa e il controllo del territorio, nonché le attività di pubblica sicurezza siano e debbano rimanere di esclusiva competenza dello Stato, senza alcuna deroga a favore e a carico degli enti locali;
se non sia il caso di destinare immediatamente finanziamenti pubblici al comparto sicurezza, magari utilizzando parte delle risorse derivanti dall'extragettito prodotto dalla severa tassazione posta in essere dall'attuale esecutivo.
(4-03961)
PELLEGRINO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro delle politiche europee. - Per sapere - premesso che:
nelle acque territoriali del Circondario Marittimo di Cetraro (Cosenza) numerose imbarcazioni praticano la pesca al pesce spada con reti spadare, più correttamente chiamate reti da posta derivanti e che tali imbarcazioni venivano regolarmente ormeggiate nelle strutture portuali della zona mentre detenevano a bordo notevoli dimensioni delle predette reti illegali, vietate in tutta l'Unione europea in base al Regolamento Comunitario n. 1239 del 1998 che prevedeva il loro bando definitivo entro il 1o gennaio 2002;
in seguito a queste segnalazioni il personale in forza all'Ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro ha intercettato nello specchio acqueo di sua competenza e posto sotto sequestro numerosi chilometri di reti spadare che, com'è noto, sono considerate le più dannose e impattanti poiché poco selettive e con un altissimo numero di catture accessorie che possono arrivare sino all'80 per cento. Ricerche scientifiche rese note dal Governo italiano e presentate all'Unione europea, hanno dimostrato che l'80 per cento delle specie catturate, consisteva in pesce che veniva ributtato in mare morto o in agonia;
questo tipo di pesca ha causato danni non soltanto a cetacei, tartarughe, squali, pesci luna, mante e uccelli marini che rimanevano, e purtroppo, rimangono ancora oggi intrappolati nelle reti, ma anche
alle diverse specie ittiche facenti parte di quell'80 per cento di specie accessorie catturate, creando così anche una seria perdita economica a quella parte di pescatori che non utilizza le reti pelagiche derivanti;
quanto sta accadendo arreca un notevole danno alla fauna marina in quanto le suddette reti essendo così poco selettive provocano la morte non solo del pesce spada ma anche quella di molti animali protetti come i delfini, le tartarughe e gli uccelli marini;
inoltre, viene così procurato un enorme danno economico all'Unione europea ed allo Stato italiano che hanno investito diversi milioni di euro per la razionalizzazione e riconversione delle imbarcazioni che utilizzavano le reti da posta derivanti;
lo scorso 10 gennaio 2007 con Circolare n. 004/2007 a firma del Capo del Reparto Pesca Marittima del Corpo delle Capitanerie di Porto su delega del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, è stata fornita a tutti gli Uffici Marittimi dipendenti la recente pronuncia dell'Avvocatura Generale dello Stato chiamata ad esprimersi in merito all'articolo 2 del regio decreto n. 1155 del 4 aprile 1940, che vieta «a bordo del natante armato per la pesca la detenzione di reti o attrezzi di cui sia, in modo assoluto, proibito l'uso con l'impiego del natante stesso». L'alto organo consultivo ha sostanzialmente confermato che il citato articolo fosse da ritenere tuttora vigente nel nostro ordinamento giuridico e quindi contestabile a quanti detengono a bordo reti da posta derivanti del tipo «spadara» -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dell'allarmante e illegale presenza delle cosiddette spadare nelle acque del Circondario Marittimo di Cetraro (Cosenza) e, più in generale, nel Mar Tirreno;
quali urgenti ed efficaci provvedimenti intendano adottare, nell'ambito delle rispettive competenze, per arginare tale illecito fenomeno;
se non ritengano che per bloccare questa pratica illegale occorrano non solo maggiori controlli che verifichino l'effettiva presenza delle reti illegali ma anche di più severe applicazioni di sanzioni e il successivo sequestro delle reti incriminate nel rispetto del Regolamento Comunitario n. 1239 del 1998.
(4-03964)
MINASSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un crescendo di truffe telefoniche a danno di un consistente numero di cittadini;
alcuni dipendenti di società che dichiarano di operare a nome della Polizia di Stato, della Guardia di finanza o dell'Arma dei carabinieri, contattano gli utenti proponendo loro abbonamenti a riviste cartacee e telematiche che trattano approfondimenti di diritto e di economia;
l'esborso medio di questi finti abbonamenti si aggira attorno ai 120 euro, che riprodotto per migliaia di casi, diventa una cifra considerevole;
si tenga presente che i truffati non sempre sono professionisti facoltosi ma spesso sono giovani studenti che utilizzano queste riviste come supporto agli esami o anche pensionati che tentano di ottenere notizie utili per comprendere meglio le leggi vigenti, soprattutto in materia pensionistica e del lavoro;
in altri casi si tratta di piccole aziende con bilanci non sempre floridi per le quali anche poche centinaia di euro costituiscono una somma importante -:
se sia al corrente della situazione sopra descritta;
se non creda opportuno inviare una lettera a tutti i cittadini, per informarli che le forze di polizia, comprese l'Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza, non offrono servizi di abbonamento di nessun genere, se si escludono le riviste ufficiali per le associazioni di categoria,
inviate solo a chi appartiene a tale settore e abbia fatto esplicita richiesta di abbonamento;
se non reputi utile istituire un numero verde da comunicare nell'informativa, a cui il cittadino possa rivolgersi per chiedere indicazioni e ricevere assistenza;
se non giudichi altresì efficace, in alternativa o in aggiunta all'ipotesi precedente, predisporre degli spot televisivi che si ritiene avranno un impatto comunicativo maggiore e una più rapida diffusione tra la popolazione.
(4-03968)