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Allegato B
Seduta n. 168 del 12/6/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
MISITI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nell'esercizio della delega legislativa di cui alla legge 15 dicembre 2004, n. 308 il precedente Governo, con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 disponeva, all'articolo 63, la soppressione delle autorità di bacino previste dalla legge 18 maggio 1989, n. 183 a far data dal 30 aprile 2006, trasferendo l'esercizio delle relative funzioni alle contestualmente istituite Autorità di bacino distrettuali;
le pur previste disposizioni tecnico-organizzative finalizzate ad assicurare la piena operatività delle Autorità di bacino distrettuali non venivano attuate per la sopraggiunta, conclusione della XIV legislatura né le pur previste disposizioni
transitorie sembravano sufficienti a «sostenere», in particolare, l'azione delle soppresse autorità di bacino di rilievo nazionale, tanto da generare l'invito dell'allora Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio onorevole Matteoli ai relativi Segretari Generali ad esercitare tutte le funzioni necessarie per garantire la continuità amministrativa tra le strutture soppresse e quelle istituite, nelle more della piena operatività di queste ultime;
l'attuale Governo, nella complessa e generale attività di revisione del citato decreto legislativo 152 del 2006 avviata sin dal proprio insediamento, individuava alcune significative criticità generate dal predetto strumento normativo e meritevoli di puntuali e tempestivi provvedimenti correttivi, tra le quali la necessità di prorogare le autorità di bacino di cui alla legge 18 maggio 1989, n. 183, sino alla data di entrata in vigore del decreto correttivo che definisse la disciplina in materia di distretti idrografici, conformemente attuata integrando, con le previsioni di cui all'articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 8 novembre 2006, n. 284, l'articolo 170 del decreto legislativo 152 del 2006 citato;
la generale politica di contenimento della spesa pubblica, rafforzata dal luglio 2004 con il cosiddetto «decreto tagliaspese» (decreto-legge 168 del 2004) e proseguita attraverso strumenti legislativi ordinari e straordinari ha determinato, per le sette autorità di bacino di rilievo nazionale, una progressiva e significativa contrazione delle risorse finanziarie destinate al loro funzionamento, tale da ridurle di circa il 70 per cento rispetto allo stanziamento «storico» previsto sin dalla loro costituzione;
nonostante le predette autorità di bacino abbiano attuato tutte le misure di risparmio possibili per adeguare le loro esigenze di ordine finanziario alle disponibilità assentite - peraltro parzialmente incrementate attraverso le ordinarie procedure di assestamento di bilancio - tale drastica riduzione dei finanziamenti ha generato situazioni di natura debitoria in ognuna di esse e, in particolare per l'Autorità di bacino del fiume Tevere, una procedura di sfratto esecutivo per morosità, non potendo corrispondere il canone di locazione dell'immobile sede dei propri uffici dal settembre 2005;
lo sfratto di cui sopra sarà reso esecutivo, a meno di un intervento volto a rimuovere la situazione di morosità determinatasi, in uno dei tre piani dell'immobile in cui hanno sede gli uffici dell'Autorità il 19 giugno 2007 con intervento, ove necessario, della Forza Pubblica;
la situazione creatasi nuoce gravemente alla piena operatività delle autorità di bacino di rilievo nazionale e, in particolare, rischia di essere totalmente pregiudicata tra poco più di quindici giorni per l'Autorità di bacino del fiume Tevere, che vede allocate al piano interessato dallo sfratto esecutivo tutte le risorse hardware essenziali al puntuale adempimento delle proprie funzioni;
in data 20 maggio 2007 è stato formalizzato dal Ministro dell'economia e delle finanze il decreto ministeriale che autorizza l'accesso al fondo speciale di riserva per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie a contrastare la grave situazione determinatasi, ivi compresa quella concernente l'Autorità di bacino del fiume Tevere;
la procedura tecnico-amministrativa conseguente alla predetta autorizzazione richiede tempi di attuazione non compatibili con il termine ultimo fissato per l'esecuzione dello sfratto -:
se e quali azioni i Ministri abbiano cominciato o intendano avviare al fine di garantire la piena funzionalità ed operatività delle autorità di bacino di rilievo nazionale e, in particolare, al fine di evitare l'esecuzione forzata dello sfratto interessante l'Autorità di bacino del fiume Tevere che, come evidenziato in premessa, ne comporterebbe l'impossibilità ad assolvere il proprio mandato istituzionale.
(4-03960)
PELLEGRINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
da un servizio-inchiesta realizzato dalla giornalista Stefania Trapani andato in onda il 30 maggio alle 23,05 su Skytg 24 nella puntata di Controcorrente «il nord è partito», si è riscontrata l'esistenza, nelle province di Napoli e Caserta, di un nesso di causalità statisticamente significativo tra inquinamento ambientale dovuto prevalentemente ai rifiuti tossici e non tossici, e l'insorgenza dei tumori e la mortalità per tumori;
a provarlo sono i risultati di uno studio epidemiologico commissionato dal Dipartimento della Protezione Civile e messo a punto da Oms, Iss, Cnr, Arpac, e Osservatorio epidemiologico della regione Campania;
dai dati riportati nel suddetto servizio giornalistico, risulta un rischio di mortalità per tumore del 4 per cento in più nei maschi, e del 7 per cento in più nelle donne. Se si analizzano casi specifici, quali ad esempio il tumore al polmone, i dati si aggravano sensibilmente, toccando percentuali del 7 per cento e 9 per cento in più rispettivamente nelle donne e negli uomini. E ancora più drammatico è il dato inerente alle malformazioni congenite del sistema nervoso centrale, che viene quantificato nell'83 per cento in più di rischio;
sempre nel servizio-inchiesta è emerso come Acerra, a neanche 30 chilometri da Napoli, risulta essere fra gli otto comuni più inquinati della Campania (gli altri sono Aversa, Bacoli, Caivano, Castel Volturno, Giugliano, Marcianise e Villa Literno). Ed è proprio ad Acerra che troviamo le «piramidi» delle finte (in realtà rifiuti tal quale) ecoballe (se ne stimano 6 milioni);
l'inchiesta realizzata dalla stessa giornalista e sulla stessa testata, andata in onda il 23 maggio, mostrava come negli otto comuni altamente inquinati, presenti nella zona tra Villa Literno a Casaluce ci siano circa 5 mila discariche abusive. Discariche dove la camorra deposita migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, amianto bruciato, tubi catodici, altri rifiuti tossici, montagne di ceneri;
peraltro nella suddetta trasmissione è emerso il dubbio che si possa trattare di ceneri che vengono da inceneritori di Brescia e nord Italia;
se non si ritenga urgente - anche ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 112 del 1998 - (disporre un intervento dei tecnici dei ministeri per la verifica immediata del tipo di ceneri presenti;
se non si intenda avviare al più presto uno studio ed un monitoraggio circa l'impatto sulla salute del disastro ambientale particolarmente evidente nei territori succitati, avviando in quei territori gli indispensabili interventi di bonifica, per tutelare la salute dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente e del territorio.
(4-03969)