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Allegato B
Seduta n. 169 del 13/6/2007
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
nel 1859 Alessandro Torlonia fondò a Roma, nel quartiere Trastevere, un museo di scultura antica greca e romana che, nelle sue settantasette sale, ospitava ben 620 sculture provenienti dalle più importanti collezioni private, appartenenti alle famiglie dei Giustiniani, dei Cavaceppi, dei Vitali, degli Albacini, dei Savelli, dei Caetani, dei Cesarini e degli Orsini;
successivamente la collezione si è arricchita di ulteriori opere, a seguito degli scavi effettuati nei possedimenti familiari dei Torlonia: dalla Villa dei Quintili a quelle di Massenzio e dei Gordiani, dall'area del Porto di Traiano a Fiumicino a quella del Fucino, da Centocelle e Villa Adriana, a Cerveteri, ad Anzio e ad altre località del Lazio;
il Museo Torlonia è stato fino a metà di questo secolo accessibile su richiesta degli interessati, ma successivamente ne è stata impedita l'apertura al pubblico a causa del venir meno dell'attività di manutenzione delle opere;
negli anni settanta, le settantasette sale del Museo sono state trasformate, abusivamente, in novantatre miniappartamenti, immediatamente affittati, e le seicentoventi antiche sculture greche e romane sono state trasferite ad ammassate in altri ed inidonei locali, compromettendo così sia la conservazione che il valore artistico delle stesse;
nel 1948 la collezione Torlonia è stata oggetto di notifica da parte dell'allora Ministro della pubblica istruzione, ai sensi e per gli effetti della legge n. 1089 del 1939, recante disposizioni in materia di «Tutela delle cose d'interesse artistico e storico», in quanto rientrante tra i beni mobili che «per tradizione, fama e caratteristiche ambientali, rivestono come complesso un eccezionale interesse artistico e storico»;
in base alla medesima legge, la notifica, indirizzata ai proprietari, ai possessori o ai detentori a qualsiasi titolo dei beni in oggetto, oltre a riconoscere a quest'ultimi un interesse particolarmente importante, ne condiziona l'eventuale smembramento all'autorizzazione da parte del Ministro della pubblica istruzione, in quanto opera artisticamente protetta;
come accertato dalla Corte di Cassazione, con sentenza del 27 aprile 1979, il trasferimento delle sculture della collezione Torlonia da un museo vero e proprio a locali del tutto inidonei ne ha di fatto determinato «(...) la morte dal punto di vista culturale», cagionando alla collettività un notevole danno pubblico, nonché culturale;
è interesse della collettività che sia recuperata al più presto la possibilità di godere della impareggiabile bellezza della collezione medesima, segnatamente nel luogo originario sito in Roma, via della Lungara 3 -:
se e quali misure istituzionali l'onorevole Ministro interpellato intenda adottare, anche attraverso un piano straordinario di interventi, al fine di recuperare la collezione Torlonia nella sua interezza ed unitarietà e di garantirne la pubblica fruizione, la valorizzazione, nonché un'adeguata conservazione nella sede originaria.
(2-00602) «Fabris, Capotosti».
Interrogazione a risposta orale:
VOLONTÈ. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito della programmazione della Biennale Danza di Venezia è previsto il 27 e 28 giugno lo spettacolo Messiah Game;
tale spettacolo propone una versione masochistica ed orgiastica della Passione di Gesù, letta in chiave autolesionistica e pornografica -:
se non ritenga di dover assumere iniziative urgenti, nell'ambito delle proprie competenze, a fronte della messa in scena di uno spettacolo blasfemo, anticristiano e offensivo per milioni di credenti e per i valori fondanti del popolo italiano da parte di un ente così prestigioso che riceve sostegno, finanziamenti e alti patrocini da parte dello Stato.
(3-00972)
Interrogazioni a risposta scritta:
BORDO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la città di Manfredonia è sede del prestigioso Museo archeologico nazionale, realizzato all'interno del medievale Castello di Re Manfredi: struttura unica nel suo genere nelle Province di Foggia e Barletta-Andria-Trani;
tale polo culturale rappresenta uno dei principali fattori di attrazione turistica verso la città di Manfredonia, favorendo, peraltro, il positivo processo di destagionalizzazione dei flussi e di diversificazione dell'offerta turistica territoriale;
la piena fruibilità e la valorizzazione del Museo archeologico nazionale è stata realizzata ed è tuttora garantita dall'attuazione di un progetto dell'Amministrazione comunale di Manfredonia, attivato il 2 febbraio 1998 con la piena collaborazione della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, in cui sono impiegati 5 lavoratori socialmente utili;
tali unità operano in sinergia e sono di supporto al personale di ruolo, garantendo l'espletamento delle pratiche di ufficio e la sorveglianza delle sale e degli spazi esterni;
grazie anche alla loro presenza è stato possibile garantire: la continuità di apertura al pubblico delle collezioni archeologiche e di molti percorsi del castello; la realizzazione di numerose attività culturali collaterali e di valorizzazione del patrimonio museale; la fruizione del Castello anche nel periodo in cui lo stesso è stato interessato da lavori di restauro;
il sottoscritto interrogante ha presentato una proposta di legge per l'istituzione della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia settentrionale, competente sulle Province di Foggia e Barletta-Andria-Trani, con l'obiettivo di migliorare le attività di tutela, gestione e valorizzazione di un patrimonio inestimabile attualmente affidato alla Soprintendenza per i beni archeologici di Taranto: centro di eccellenza nazionale ed europeo, ma sempre più in difficoltà nella gestione operativa delle proprie competenze su un territorio vasto quanto l'intera Regione Puglia -:
se il Governo intenda procedere al trasferimento dei 5 lavoratori socialmente utili dalle liste comunali a quelle del Ministero dei beni e delle attività culturali, favorendo così la loro piena integrazione nella struttura che hanno contribuito a valorizzare, e se ritenga opportuno, anche alla luce di quanto scritto nella premessa, procedere alla costituzione, anche per via amministrativa, della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia settentrionale.
(4-03978)
MARTUSCIELLO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Ministero per i beni e le attività culturali è interessato per la terza volta nel giro di un decennio da un processo di riordino, secondo quanto previsto dal decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, con effetti obiettivamente stravolgenti sul funzionamento di un'amministrazione che deve rilasciare quasi giornalmente alle amministrazioni ed ai cittadini delicati nullaosta ed autorizzazioni per interventi in ambiti e contesti a rilevanza monumentale, archeologica e paesaggistica;
l'attività del Ministero risulta per di più pesantemente ostacolata dalle gravissime carenze di dirigenti verificatesi negli anni scorsi a seguito dei numerosi pensionamenti, e dei grandi ritardi con cui sono stati espletati i concorsi per titoli e colloquio di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 487/1994 come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 693/1996, di cui in ultimo il Ministero non ha più voluto utilizzare le graduatorie dopo avervi attinto sino al 2004;
a seguito di tali carenze l'attività delle Soprintendenze risulta pesantemente rallentata in quanto pochi soprintendenti dirigono ormai più uffici, con incarichi ad interim relativi a regioni anche notevolmente lontane fra loro, con gravissimi disagi nel funzionamento quotidiano e nel loro relazionamento con enti, amministrazioni e cittadini;
con bando pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 marzo 2007, n. 20, il Ministero per i beni e le attività culturali ha indetto dopo oltre dieci anni concorsi per titoli ed esami a più posti di dirigente di seconda fascia nei ruoli dei dirigenti architetti, storici dell'Arte, archeologi, oltre ad altri ruoli;
il bando conteneva ad avviso dell'interrogante varie illegittimità, lesive dei diritti dei concorrenti appartenenti ai ruoli dei funzionari direttivi del Ministero (C3, C3S), che hanno subito presentato ricorso al TAR Lazio per ottenerne l'annullamento, tanto che il Ministero, senza attendere che il ricorso venisse assegnato alla competente sezione del TAR, ha proceduto al rinvio del calendario e ad un'integrazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 41 del 25 maggio 2007;
il Ministero, secondo l'interrogante ammettendo implicitamente i vizi riscontrati, ha parzialmente rettificato il bando in questione senza però correggere le anomalie relative alla valutazione dei titoli di concorso, che privilegiano da un lato i funzionari che hanno ricoperto - in virtù dell'anzianità relativa all'interno degli uffici - l'incarico di «reggenti», cui viene riconosciuto il 25 per cento del punteggio totale considerandone la durata (quando non avrebbero potuto svolgere a norma di legge tale incarico per più di un anno), e dall'altro i concorrenti provenienti dalle università che godono anch'essi di un analogo massimale del 25 per cento, a fronte di un punteggio del solo 15 per cento attribuito ai titoli per i servizi e gli incarichi speciali svolti dagli altri funzionari interni;
tale attribuzione di punteggio ipoteca in pratica gli esiti del concorso a favore delle precitate due categorie, mortificando di fatto gli altri candidati provenienti dall'amministrazione, e senza perseguire il pubblico interesse prevalente che è quello di individuare per incarichi di tale delicatezza ed incidenza sul territorio i candidati meglio preparati dal punto di vista tecnico-scientifico ed amministrativo, indipendentemente dall'anzianità e senza comunque penalizzare gli stessi funzionari interni dell'Amministrazione;
tale situazione appare incongrua anche per il fatto che non tutti i professori universitari dispongono della competenza tecnico-scientifica, ed amministrativo-giuridica necessaria per svolgere le delicate funzioni richieste ed intervenire con i poteri autoritativi previsti dalla legge sugli interessi alieni coinvolti, senza provocare danni all'amministrazione nelle varie sedi (amministrativa, civile e penale), ciò anche in considerazione delle novità normative introdotte dalla legge 21 luglio 2000 n. 205, esperienza che è stata invece maturata dai funzionari tecnico-scientifici del Ministero, impegnati da anni nell'attività istituzionale di tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale del Paese;
la situazione è andata rapidamente evolvendosi in tale direzione, tanto che, nelle more dell'espletamento dei succitati concorsi, sono stati nominati soprintendenti con contratti di funzione dirigenziale di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 20 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni, alcuni professori universitari (Sardegna, Basilicata), senza
che si facesse ricorso alle opportunità fornite dalla legge di coprire tali incarichi con personale interno ai sensi dell'articolo 52 del succitato decreto legislativo n. 165/2001;
tale attribuzione d'incarico ad esterni universitari costituisce una grave ed immotivata manifestazione di sfiducia del Ministero nei confronti dei suoi funzionari C3 super e C3, ormai in servizio da molti anni, già umiliati da retribuzioni incongrue e dal mancato riconoscimento della loro professionalità, ed alla cui attività sono stati negli ultimi mesi frapposti ulteriori gravissimi ostacoli, legati alla difficoltà di rapportarsi a dirigenti travolti dalla mole degli incarichi e spesso assenti, alla forte riduzione delle disponibilità per missioni e per la stessa copertura delle spese postali, a fronte di un forte aumento delle responsabilità in un quadro normativo in via di stravolgente evoluzione (legge n. 15/2005);
il bando rettificato, a fronte della riconosciuta necessità di porre a capo delle Soprintendenze personale in possesso della migliore qualificazione tecnico-scientifica e giuridico-amministrativa, consente invece - a differenza del bando originario - l'accesso al concorso addirittura ai titolari di semplice laurea breve triennale (articolo 2, comma 6, punto c), anche in materie non strettamente attinenti alle funzioni che i vincitori sono chiamati a svolgere, non solo infatti in beni culturali (classe 13) o in tecnologie per la conservazione ed il restauro dei beni culturali (classe 41), ma finanche in lettere generiche (classe 5), in filosofia (classe 29) ed in storia (classe 38), cioè corsi nei quali potrebbe non essere previsto nemmeno un esame di archeologia;
a fronte di ciò stanno montando disagio e frustrazione dei funzionari dei ruoli tecnici del Ministero, che stanno presentando vari ricorsi e lettere di protesta indirizzate ad alte cariche dello Stato ed al Ministro per i beni e le attività culturali, con iniziative sinora approvate a livello sindacale da parte di sindacati quali la UIL e la TechStat, segnalando i gravi problemi sin qui segnalati, e sottolineando come quanto sta avvenendo costituisca un pesantissimo segnale di sfiducia da parte dei vertici dell'Amministrazione statale dei beni culturali nei confronti del proprio stesso personale tecnico-scientifico, che gode di larga stima ed apprezzamento sia a livello locale, che internazionale, con tante qualificate iniziative culturali ben documentate dai programmi delle tante iniziative promosse dal Ministero nel corso dell'anno;
da tale fortissimo disagio deriveranno con ogni evidenza nuovi ricorsi alla giustizia amministrativa, con rischio di blocco di concorsi dirigenziali indispensabili per la stessa sopravvivenza dell'Amministrazione statale dei beni culturali, anche perché vi sono gravi incongruenze particolarmente in materia di requisiti di ammissione fra il bando originario e quello rettificato -:
quali passi intenda promuovere al fine di garantire che i nuovi concorsi per dirigenti consentano effettivamente di perseguire il pubblico interesse prevalente, che è indubbiamente quello di individuare per incarichi di tale delicatezza ed incidenza sul territorio quali la direzione delle Soprintendenze territoriali del Ministero per i beni e le attività culturali i candidati meglio preparati dal punto di vista tecnico-scientifico ed amministrativo, anche eventualmente procedendo all'annullamento del bando ed al suo rinnovo.
(4-04005)