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Allegato B
Seduta n. 169 del 13/6/2007
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INFRASTRUTTURE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
UGGÈ. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
dal 1990 sono stati avviati i lavori nel comune di Valsolda per realizzare la variante che darebbe una risposta positiva per tutto il comasco e il Ceresio;
a distanza di diciassette anni sono percorribili, oggi, solo 200 metri della suddetta variante;
tra le ragioni che hanno impedito la realizzazione completa dell'opera risulterebbe esservi un contenzioso tra l'Anas e l'impresa risultata assegnataria dell'appalto;
nel corso di un pubblico incontro erano state date assicurazioni alle popolazioni circa la rapida soluzione del problema;
a distanza di tempo ancora nulla si è mosso, determinando una situazione sempre più insostenibile sia in termini di viabilità, di sicurezza che di elevati costi, anche per le interruzioni di traffico che si registrano quasi ogni giorno su una strada definita internazionale -:
se intenda, e con quali tempi, intervenire per fornire agli amministratori locali e ai cittadini certezze circa i tempi necessari per sbloccare l'incresciosa situazione che sta rendendo invivibile l'intera zona.
(5-01129)
CAPARINI e DUSSIN. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nel mese di maggio l'ANAS ha chiuso la strada d'accesso dalla strada statale 42 alla località Plemo nel comune di Esine con la motivazione che il sottopasso di Toroselle non è transitabile;
la chiusura di questo svincolo provvisorio costringe gli automobilisti ad utilizzare le uscite di Esine per poi attraversare
l'abitato di Plemo, oppure di Boario Terme per attraversare l'abitato di Montecchio. In entrambi i casi il traffico, anche quello pesante, che prima passava da Toroselle ora interessa tre abitati con vie di transito inadeguate;
l'aumento del traffico ha drasticamente diminuito la sicurezza e la qualità della vita negli abitati di Plemo, Montecchio e della Sacca. Lo testimonia l'incidente del 12 giugno in cui un giovane di 13 anni è stato investito ed ora versa in condizioni molto gravi;
la lettera f), comma 78, legge 23 dicembre 2005, n. 266, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)» ha autorizzato un contributo annuale di 10 milioni di euro per quindici anni a decorrere dall'anno 2007 per interventi infrastrutturali per il completamento del «sistema accessibilità Valcamonica», strada statale 42 - del Tonale e della Mendola -:
quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di rendere transitabili le uscite dalla strada statale 42 in località Plemo.
(5-01132)
Interrogazioni a risposta scritta:
LOMAGLIO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
i lavori per il raddoppio ferroviario della dorsale tirrenica Messina-Palermo hanno avuto inizio nel lontano 1985;
allo stato attuale, però, risulta funzionante l'attraversamento del traforo dei Monti Peloritani fino alla stazione di Rometta nonché la tratta San Filippo del Mela-Patti, mentre sono ancora in fase di completamento i lavori relativi alla tratta Rometta-San Filippo del Mela;
il contratto di programma, settennale, tra Ministero dei Trasporti e della Navigazione e le Ferrovie dello Stato, firmato il 25 marzo 1996 dopo l'approvazione del CIPE del 13 marzo 1996, la cui decorrenza è stata stabilita dal 1o gennaio 1994 al 31 dicembre 2000, oltre ad aver destinato le risorse finanziarie a favore delle tratte Messina-Patti e Fiumetorto-Cefalù ed aver sancito il raddoppio ferroviario Palermo-Messina, ha consentito il finanziamento della tratta Cefalù-Castelbuono;
nell'accordo di programma quadro sottoscritto dal Ministero delle infrastrutture, R.F.I. e il Presidente della Regione on. Salvatore Cuffaro, nell'ottobre del 2001, tuttavia, pur prevedendo il completamento del raddoppio sulla direttrice Palermo-Messina, non è stata destinata, a favore della medesima, alcuna risorsa finanziaria;
nel luglio del 2002 è avvenuta la sciagura ferroviaria di Rometta Marea che ha causato la morte di otto persone ed il ferimento di altre quaranta. Ciò ha determinato una netta presa di posizione dell'allora Ministro per le infrastrutture Pietro Lunardi che, in quell'occasione, dichiarò che l'ammodernamento della dorsale con il completamento del raddoppio sarebbe stata la priorità del Governo;
con nota del Ministero dei Trasporti del 28 febbraio 2002 prot. n. 11739/2002/S.P., è stato comunicato all'On. Presidente della Regione Sicilia e al coordinamento dei Sindaci (costituitosi nel 1996) che il completamento di tutta la dorsale, già inserito nelle opere strategiche di cui alla legge n. 443/2001 (Legge Obbiettivo) era stato approvato anche dal CIPE e che presto sarebbe stato avviato il progetto di completamento che avrebbe compreso anche la tratta Patti-Castelbuono il cui costo secondo le prime stime di R.F.I. sarebbe stato di 4.300 milioni di euro e la cui progettazione sarebbe stata completata entro l'anno 2002;
il coordinamento dei Sindaci unitamente a tutte le forze sociali ha ripetutamente chiesto al Presidente della Regione Sicilia (a tal proposito esiste una copiosa corrispondenza), la rivisitazione del richiamato accordo di programma del 2001 per reperire e destinare le necessarie risorse finanziarie;
in data 25 giugno 2002, su iniziativa di tutti i Deputati della Provincia di Messina è stata presentata all'Assemblea Regionale una mozione attraverso la quale il Governo Regionale si è impegnato a promuovere tutti gli atti idonei a reperire le risorse finanziarie necessarie al completamento della dorsale tirrenica Messina-Palermo;
con nota del 28 maggio 2004, il Gruppo R.F.I. ha comunicato alla Presidenza della Regione Siciliana di aver avviato lo studio di fattibilità relativo al raddoppio della tratta Patti-Castelbuono;
a favore e per il sostegno delle iniziative ispirate ad ottenere il completamento del raddoppio su tutta la dorsale sono state votate e approvate 38 delibere di altrettanti consigli comunali ed analoga delibera ha approvato il Consiglio della Provincia Regionale di Messina;
da diversi anni è circolata la notizia secondo la quale il Gruppo R.F.I. in accordo con lo Stato e la Regione Sicilia, ha proposto un collegamento a doppio binario su nuovo percorso tra Castelbuono e Catania, di fatto in alternativa al completamento della dorsale tirrenica;
a tutt'oggi gli impegni assunti dalla Regione Sicilia, dal Ministero alle Infrastrutture e dal Gruppo R.F.I. in ordine alla necessità strategica di ammodernare la dorsale tirrenica, con il completamento del raddoppio, sono stati disattesi. Naturalmente, qualora l'opera non venisse realizzata o venisse rinviata ciò rappresenterebbe un passo indietro rispetto alle speranze di sviluppo e di modernità della Provincia di Messina che vedrebbe penalizzato il proprio territorio il quale ha delle alte potenzialità di crescita economica, turistica e occupazionale. Di primaria importanza appare, inoltre, l'esigenza di rendere competitiva la zona attraverso l'adozione di un modello di trasporto sostenibile in grado di tutelare ed esaltare la qualità ambientale dei luoghi ed il livello di vivibilità dei paesi;
nei prossimi giorni tra il Ministero per le infrastrutture, il Governatore della Regione Sicilia e Rete ferroviaria italiana si dovrà modulare un accordo di programma quadro contenente il piano strategico delle opere da realizzare nell'isola;
tuttavia, il piano delle priorità diffuso dal Ministero delle Infrastrutture su proposta del Gruppo R.F.I. esclude la possibilità di completare il raddoppio della più volte richiamata dorsale tirrenica;
per di più, è attualmente in atto un pericoloso arretramento dal territorio da parte di Trenitalia che, in questi giorni, nonostante le proteste e le manifestazioni ha confermato di voler procedere a ridurre i treni a lunga percorrenza, sulla dorsale tirrenica, da e per la Sicilia -:
se il Ministro competente intenda attivarsi per promuovere ogni iniziativa utile, volta alla realizzazione di un'importante infrastruttura strategica e assolutamente necessaria per lo sviluppo della Regione Sicilia, senza la quale si resterebbe in uno stato di perenne marginalizzazione rispetto al contesto nazionale e internazionale posto che il raddoppio della dorsale ferroviaria, al contrario, avrebbe delle ricadute assolutamente favorevoli a livello economico, occupazionale, turistico e culturale dell'intera Regione.
(4-03982)
PICANO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
in data 1o marzo 2004 l'Anas approvava con D.A. n. 6352 il progetto esecutivo dei lavori, da porre a base di gara, riguardanti «la S.S. n. 516 superstrada dei Vivai III lotto costruzione del tratto stradale da Lettoli a Pieve di Sacco e di un nuovo svincolo di via Veneto con collegamento con la S.P. n. 12 Dole-Pieve;
a seguito di gara d'appalto i lavori sono stati affidati con D.A. n. 2543 del 3 maggio 2005 all'Ati Cogip S.r.l. (Mandataria) dell'Ati Ing. Pavesi & C. S.p.a. con un ribasso del 12,85 per cento;
in data 15 giugno 2005 con D.A. n. 57244 e Rep. n. 57244 è stato stipulato il contratto tra ANAS e l'Ati appaltatrice;
in data 7 luglio 2005 sono stati consegnati i lavori di che trattasi come da regolare verbale di consegna;
in data 15 gennaio 2007 il Responsabile Unico del Procedimento (RUP) Ing. Salvatore Venuto propone al condirettore generale, ing. Michele Minenna, l'approvazione della perizia di variante che tempestivamente in pari data la trasmette al Consiglio di Amministrazione;
in data 15 marzo 2007 il capo compartimento dopo aver informato l'Ispettore generale di zona prot. CVE 00110032-P autorizzazione a redigere perizia di variante allegando alla stessa un rapporto informativo del responsabile del procedimento sulla base delle necessità riscontrate e delle motivazioni che impongono la variante;
in data 23 marzo 2007 l'ing. Michele Minenna Condirettore Generale trasmette al consiglio di amministrazione la relazione tecnico amministrativa della perizia di variante di che trattasi per un maggior costo euro 13.349.999,42 che risulta già agli atti dell'Anas, risulta infatti essere la n. 1 del 15 gennaio 2007;
in data 26 marzo 2007 la direzione centrale con nota CDG-0038720-P ha autorizzato la redazione della perizia di variante;
in data 10 maggio 2007 il consiglio delibera favorevolmente l'approvazione della perizia di variante coordinata diretta e sostenuta dal condirettore ing. Michele Minenna nonostante, come lo stesso ing. Michele Minenna dichiara, la perizia di variante sia redatta per un importo non solo oltre il 5 per cento consentito dalla attuale normativa, ma per un importo superiore al quinto d'obbligo cioè con un incremento percentuale pari ad oltre il 48,50 per cento;
la redazione della perizia ha sconvolto totalmente quelle che erano le previsioni di progetto prevedendo nuove lavorazioni e introducendo 15 nuovi prezzi tanto che per la realizzazione delle stesse opere previste in progetto è stato necessario reperire un nuovo finanziamento di euro 13.349.999 a fronte di un importo di contratto di euro 18.091.538;
il RUP dichiara che la perizia di variante si è resa necessaria per l'entrata in vigore di nuove normative tecniche per la costruzione delle opere in cemento armato e precisamente si riferisce all'Ordinanza ministeriale n. 3274 del 20 marzo 2003 e alla delibera del consiglio regionale del veneto n. 67 del 3 dicembre 2003;
quanto dichiarato dal RUP sembrerebbe non esatto in quanto il progetto esecutivo posto a base di gara è stato approvato dall'ANAS in data 1o marzo 2004 e quindi successivamente all'entrata in vigore dell'ordinanza ministeriale n. 3274 del 20 marzo 2003 e alla delibera del consiglio regionale del Veneto n. 67 del 3 dicembre 2003. Questa dichiarazione avrebbe permesso l'aumento dell'importo dei lavori relativamente alle sole opere in cemento armato pari a euro 1.609.381,83 al netto del ribasso d'asta;
il RUP dichiara che la perizia di variante si è resa necessaria per le disposizioni dell'Ente ferroviario che programmando il raddoppio della linea Mestre-Adria ha chiesto di modificare la luce netta dell'opera di scavalco prevista in progetto;
risulterebbe invece che la Società Sistemi territoriali Ente Ferroviario Spa in data 6 aprile 2005 con Prot. n. 692 prima dell'aggiudicazione della gara avvenuta in data 3 maggio 2005 avrebbe comunicato all'ANAS le prescrizioni da adottare nel progetto esecutivo per il rilascio del Nulla osta tecnico da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Mestre;
il RUP dichiara che la perizia di variante si è resa necessaria per la modificata situazione territoriale riguardo al reperimento dei materiali inerti per la costruzione dei rilevati stradali causa le normative applicate dalla Regione Veneto in materia di cave ed attività estrattive, nonché per adempiere alle direttive europee sul riutilizzo di materiali riciclati;
le cose starebbero diversamente: infatti le normative a cui si riferisce lo stesso RUP sono la legge regionale del 7 settembre 1982 n. 44 e gli aggiornamenti al piano Regionale Attività Cave del 30 giugno 2003 e il decreto ministeriale 203 del 2003 sul riutilizzo dei materiali riciclati. Come ben evidente tali leggi risultano essere in vigore prime dell'approvazione del progetto esecutivo da parte dell'ANAS avvenuto in data 01 marzo 2004. Con questa motivazione sarebbe stato possibile l'aumento dei lavori relativamente ai soli rilevati e movimenti di materie per un importo pari a euro 4.915.169,04 al netto del ribasso d'asta;
il RUP dichiara che la perizia di variante si è resa necessaria perché a causa dell'incremento del traffico non prevedibile in progetto si è ritenuto opportuno studiare un pacchetto di sovrastruttura con maggiore durabilità nel tempo;
tale motivazione sostenuta dal RUP non sarebbe esatta in quanto propone di realizzare una fondazione stradale avente uno strato di circa 30 cm. costituita da fresato di conglomerato bituminoso cioè utilizzando materiali provenienti dal disfacimento di pavimentazioni stradali esistenti e quindi già di proprietà dell'ANAS. Con questa motivazione sarebbe aumentato l'importo dei lavori relativamente alla sola sovrastruttura stradale per un importo pari a euro 1.094.532,41 al netto del ribasso d'asta;
il RUP dichiara che la Perizia di variante si è resa necessaria per attenersi alle nuove direttive dei locali consorzi di bonifica per quanto riguarda la regimentazione delle acque meteoriche e di irrigazione;
risulterebbe invece che il Consorzio di bonifica Bacchiglione del Brenta comunica all'ANAS le prescrizioni da adottare nel progetto esecutivo con nota prot. n. 4525 del 18 giugno 2003 e prot. n. 3141 del 18 giugno 2003. Tali prescrizioni sono state inviate all'ANAS prima dell'approvazione del progetto esecutivo da parte della stessa ANAS avvenuto in data 1o marzo 2004. Con questa motivazione i lavori relativamente alla realizzazione delle opere idrauliche sarebbero aumentati per un importo pari a euro 107.378,05 al netto del ribasso d'asta;
il RUP dichiara che la perizia di variante si è resa necessaria per adeguare le barriere antirumore nel rispetto della legge quadro sull'inquinamento acustico la n. 447 del 1995 la direttiva europea 89/106 CEE recepita con decreto del Presidente della Repubblica 246 del 21 aprile 1993, e il decreto del Ministero dell'ambiente 29 novembre 2000;
sembrerebbe invece che la normativa a cui si riferisce sia precedente all'approvazione del progetto esecutivo. Per cui sarebbe illogico l'aumento dell'importo dei lavori relativamente alla realizzazione delle barriere antirumore per una cifra pari a euro 1.795.255.80 al netto del ribasso d'asta -:
come mai il RUP prima di indire la gara non abbia proceduto alla verifica della esecutività del progetto e alla sua validazione come prescritto dall'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 554/99 in cui si prevede espressamente la rispondenza del progetto esecutivo alla normativa vigente;
quali provvedimenti il Ministro ritenga adottare per salvaguardare gli interessi pubblici.
(4-03987)
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. - Al Ministro della infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la costruzione della diga sull'Alto Esaro, considerata dalla Regione Calabria opera strategica per lo sviluppo dell'intero territorio calabrese, rischia di risultare l'ennesima opera incompiuta nonostante i finanziamenti impegnati tutt'ora disponibili e destinati ad essere revocati a causa del blocco dei lavori con gravi conseguenze per l'intera provincia di Cosenza e la Calabria tutta;
la prospettiva della diga con le sue opere collaterali e le necessarie infrastrutture (due centrali idroelettriche, la grande centrale di potabilizzazione e il collegamento con l'acquedotto Abatemarco, la sistemazione dell'asta fluviale, i nuovi impianti centralizzati per lo smaltimento delle acque dei centri urbani ecc...) rischia di scemare da quando l'8 marzo scorso, in conseguenza dell'azione giudiziaria sono stati a più riprese sequestrati i cantieri e i progetti;
il «sequestro dei progetti» determina pertanto il perdurare del fermo cantiere, per il quale la ditta «Torno» ha posto legittime ed inoppugnabili riserve per 250 mila euro al mese che gravano sul bilancio regionale, oltre a non permettere la ripresa dei lavori e la possibilità di impegnare le somme, peraltro già disponibili, per i lavori aggiuntivi di realizzazione della galleria di derivazione e la centrale idroelettrica di Malvito in attesa di poter essere appaltato;
il blocco dei lavori compromette non solo seriamente lo sviluppo strategico dell'area, ma rappresenta anche un grave problema occupazionale, in quanto oltre ai circa 80 posti di lavoro persi con i licenziamenti a causa dell'impossibilità di riprendere i lavori, si mettono repentaglio i 120 milioni di euro per la costruzione dello sbarramento della grande diga di 110 milioni di metri cubi che rappresenterebbe il più grande serbatoio idrico d'Europa che a pieno regime impegnerebbe oltre 350 nuovi operai;
la mancata ripresa dei lavori si rivelerebbe un terribile danno alle prospettive di crescita economica e sociale di tutta la Calabria legate alle centrali idroelettriche e al potenziamento degli impianti ed utenze irrigue della Sibaritide e dell'Alto Ionio, oltre che per la stessa area dell'Esaro, comportando contemporaneamente il venir meno delle prospettive di approvvigionamento idrico per Cosenza e buona parte dei comuni di tutta la provincia cosentina;
la ripresa dei lavori consentirebbe di evitare il rischio di perdere definitivamente i finanziamenti necessari per la realizzazione dell'opera, causando irreparabili danni alla collettività calabrese che già di per sé vive il dramma occupazionale oltre ad uno scarso sistema infrastrutturale -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto su esposto;
quali iniziative, con urgenza, intenda intraprendere per dare risposte concrete ai cittadini calabresi che attendono da anni la realizzazione della diga, che consentirebbe alla Calabria intera di far fronte a emergenze di varia natura, garantendo anche l'approvvigionamento idrico di un territorio che spesso soffre, soprattutto nei mesi estivi, per la penuria d'acqua.
(4-03990)