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Allegato B
Seduta n. 17 del 3/7/2006
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INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
i corpi delle due sorelline belghe di 7 e 10 anni trovati diciotto giorni dopo la loro scomparsa ha fatto ripiombare nel Belgio l'incubo degli omicidi da parte di pedofili dopo i noti casi di Marcinelle;
nelle scorse settimane, i maggiori quotidiani italiani hanno riportato la notizia della costituzione in Olanda del partito denominato «Amore per il prossimo, libertà e diversità» (NDVD la sigla) il cui programma prevede: la riduzione da 16 a 12 anni dell'età minima per avere rapporti sessuali, l'abbassamento dell'età per recitare
nei film porno, la legalizzazione della pornografia infantile, la liberalizzazione delle fasce orarie per la messa in onda di film vietati ai 18 anni, per citare solo i principali punti;
secondo il portavoce della commissione elettorale olandese la legge può intervenire solo sul nome del partito, se questo diventasse pericoloso per l'ordine pubblico, ma non sul contenuto dei programma;
nel 2005, sempre in Olanda, la lobby pedofila ha eletto il 25 giugno giorno del «Pedo Pryde» o dell'orgoglio pedofilo e più o meno in contemporanea è stato aperto un sito multilingue Ibld accessibile a tutti, bambini compresi, in cui la pedofilia è presentata come un patrimonio culturale da difendere e i suoi seguaci dipinti come persone perseguitate e discriminate;
l'Associazione Meter onlus - associazione italiana per la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza - ha già fatto presente come nel Forum dei Boylover (degli Amanti dei Bambini), utilizzato anche da italiani, oltre a riportare la notizia, gli utenti si auspicano un partito politico internazionale;
il rappresentante legale dell'Associazione Meter, Don Fortunato Di Noto ha fatto presente come la presenza di lobby pedofile sia stata da lui denunciata sin dal 1996 e che la numerosa presenza di siti «pro-pedofilia» dimostri come il fenomeno sia presente e in aumento costante;
infatti, il Sito di P, Puellula, l'Associazione Pedofila Danese - redazione italiana, il Fronte di Liberazione dei Pedofili - fronte italiano, Boyloverinternational - redazione italiana, International Boylove Day! - redazione italiana, e le varie organizzazioni che in questi anni sono state individuate e denunciate da Don Di Noto, dimostrano come gruppi di pedofili italiani siano in stretto collegamento tra di loro e con il resto del mondo e abbiano elaborato una strategia di destabilizzazione politica e sociale. I loro proclami, le loro manifestazioni online, gli appelli a governi e la costituzione di gruppi palesi e non, pur se controllati e ripetutamente denunciati, minacciano i diritti fondamentali dei bambini come sanciti dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'Infanzia;
dal 1996 i siti pro-pedofilia nel mondo, sia individuali che collettivi, sono aumentati del 300 per cento, basti considerare che il suo portale http://boyloverlinks.net, contiene 1.413 siti (rilevazione del 31 maggio 2006);
anche l'organizzazione Save the children ha denunciato l'iniziativa dei pedofili olandesi come in totale contrasto coi principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza -:
se risulti al Governo l'esistenza di collegamenti tra gruppi pedofili italiani e il citato partito Ndvd olandese e se non ritenga necessario aumentare la vigilanza in Italia al fine di contrastare tale abietto fenomeno che sembra sfociare in un vero e proprio orientamento politico ed ideologico strutturato ed organizzato.
(2-00035)
«Volontè, Adolfo, Ciro Alfano, Barbieri, Bosi, Casini, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, Riccardo Conti, D'Agrò, D'Alia, De Laurentiis, Delfino, Dionisi, Drago, Forlani, Formisano, Galati, Galletti, Giovanardi, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mele, Mereu, Oppi, Peretti, Romano, Ronconi, Ruvolo, Capitanio Santolini, Tabacci, Tassone, Tucci, Vietti, Zinzi».
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nel corso di un dibattito che si è tenuto giovedì 15 giugno 2006 a Merate e come riportato più ampiamente dal giornale
Merateonline, tra gli onorevoli Palmieri, Rusconi e Zaccaria ed il senatore Castelli, quest'ultimo, irritato per il fatto di aver avuto la contestazione verbale di uno spettatore, dopo un suo pesantissimo attacco al presidente Scalfaro, ha chiesto l'intervento della forza pubblica per procedere alla sua identificazione;
l'interruzione dello spettatore non può considerarsi assolutamente sproporzionata e ingiustificata, trattandosi tra l'altro di un'esponente provinciale del comitato di cui Scalfaro è presidente nazionale («Si vergogni lei piuttosto per attaccare in questo modo un padre costituente»);
nonostante l'evidente imbarazzo dei carabinieri presenti in sala, questi hanno comunque tentato di procedere all'identificazione;
risulta altresì agli interpellanti che un agente della DIGOS presente in sala, non è chiaro se collegato o meno alla scorta dell'ex ministro, avrebbe seguito il cittadino in questione fino a casa sua, distante qualche chilometro, e anche in questo caso con finalità non chiarite di tutela o di controllo logistico e ambientale;
gli interpellanti esprimono preoccupazione per il fatto che un tale atteggiamento nei confronti di chi esercita una libertà vigorosamente protetta dalla nostra Costituzione potrebbe determinare un clima di evidente intidimazione e quindi un uso condizionato, per il presente e per il futuro, di quella stessa libertà -:
in base a quali criteri e quali disposizioni specifiche o generali le forze dell'ordine e di sicurezza abbiano agito nella circostanza, considerato che, di fronte ad una nitida manifestazione del pensiero e non ad un atto fisico di violenza, non appare plausibile neppure un'attività preventiva, soprattutto versa una persona del luogo nota a tutti i presenti;
se sia il caso di impartire direttive più puntuali per le manifestazioni e le riunioni di cui agli articoli 17 e 18 della Costituzione in modo tale che le forze dell'ordine si facciano garanti scrupolosi dei diritti dei cittadini e anche dei non cittadini meno protetti di fronte a posizioni anche simboliche del potere (auto, scorte, eccetera).
(2-00037) «Zaccaria, Rusconi, Giulietti».
Interrogazioni a risposta orale:
FRASSINETTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
in data 20 giugno 2006 il coordinamento provinciale di Milano di Azione Giovani ed Azione Universitaria (rispettivamente l'organizzazione giovanile e l'organizzazione universitaria di Alleanza Nazionale) aveva indetto una manifestazione fuori dall'Università Statale, in occasione della visita del Ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi;
tale manifestazione era regolarmente autorizzata;
i ragazzi di Azione Giovani ed Azione Universitaria, nel corso della loro pacifica manifestazione sono stati oggetto di minacce, insulti, lancio di uova ed oggetti contundenti da parte di un nutrito gruppo di antagonisti attivi nei centri sociali presenti nella città di Milano, gruppo che si è reso partecipe di una manifestazione non autorizzata senza che le Forze dell'Ordine presenti sul luogo intervenissero e/o lo allontanassero;
in data 22 giugno 2006 all'indirizzo internet http://italy.indymedia.org/news/2006/06/1099996_comment.php#1100265 è stato pubblicato il messaggio dal titolo «i fascisti alla Statale di Milano», seguito da otto messaggi dal titolo «fascisti», allegati ai quali vi sono le foto dei manifestanti di Azione Giovani ed Azione Universitaria;
nelle succitate foto sono ritratti numerosi minorenni;
fra le foto pubblicate, all'interno di quella riportata all'indirizzo internet http://italy.indymedia.org/uploads/2006/06/4.jpgc3l1pt.jpg è stato riprodotto un
cerchio ed una freccia intorno al viso di uno dei manifestanti di Azione Giovani e Azione Universitaria, rendendo quindi manifesta l'intenzione di voler cerchiare, quindi individuare un bersaglio da colpire;
l'indirizzo internet in questione fa capo ad un fantomatico organo di informazione conosciuto come Indymedia Italia - network di media indipendenti che agisce per il tramite del sito internet http://www.italy.indymedia.org filiale italiana di una più vasta rete internazionale;
su tale sito sono spesso pubblicati articoli, secondo l'interrogante vergognosi, che incitano alla violenza contro l'avversario politico, contenenti minacce, foto, ingiurie ed altre offensive dichiarazioni, spesso, come in questo caso contro iscritti e dirigenti delle organizzazioni giovanili ed universitarie di Alleanza Nazionale -:
se non ritengano di dover svolgere un monitoraggio sui mezzi di informazione che istigano o esaltano l'uso della violenza nei confronti degli avversari politici;
se non ritengano di procedere alla rimozione delle foto succitate;
se non ritengano di assumere iniziative per evitare che la «caccia al fascista», soprattutto se si tratta di minorenni, avviata sul sito di Indymedia continui la sua criminale propaganda.
(3-00080)
BIANCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il sito internet ufficiale del ministero dell'interno non fornisce i dati delle schede bianche delle elezioni politiche di aprile 2006 né per quanto riguarda la somma complessiva, né per quanto riguarda le cifre comune per comune;
secondo alcune indiscrezioni emerse di stampa da un'indagine della Giunta per le elezioni della Camera le schede bianche all'ultima tornata elettorale sarebbero diminuite del 74,20 per cento rispetto al 2001, passando da 1.707.269 a 440.517;
la conoscenza dei dati dettagliati e complessivi delle schede bianche alle elezioni 2001 è fondamentale per cercare di capire le ragioni di questo crollo rispetto alla precedente tornata elettorale;
i dati delle schede bianche sarebbero stati richiesti al Viminale da giornalisti ed esperti interessati ad indagare la materia;
il libro «Il Broglio», edito da Aliberti Editore e firmato da «Agente Italiano», mette in relazione il calo delle schede bianche con la possibilità che siano stati operati dei brogli, prendendo in considerazione anche il nuovo meccanismo di nomina degli scrutatori di seggio (a discrezione e non più per sorteggio);
i dati delle schede bianche, sia nelle cifre complessive che in quelle dettagliate, nelle precedenti elezioni sono sempre stati resi pubblici in maniera celere pochi giorni dopo il voto -:
se non ritenga di adoperarsi per:
rendere pubblici e accessibili al più presto i dati delle schede bianche delle elezioni politiche 2006 sia nel numero complessivo sia nel dato comune per comune;
far tornare di nuovo accessibili i dati dettagliati delle schede bianche delle precedenti elezioni, in particolare quelle del 2001.
(3-00082)
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la sede della questura di Pistoia risulta totalmente inadeguata rispetto alle esigenze di tale territorio, sia per la sua localizzazione che per le difficoltà di accesso nonché per i limiti di alcune strutture che rendono difficoltosa la gestione di alcuni servizi strategici, quale l'ufficio stranieri;
lo stesso consiglio provinciale di Pistoia, più volte ha votato un ordine che richiese al Governo un impegno in tal senso -:
quali iniziative si intendano assumere per assicurare alla questura di Pistoia una sede adeguata ai suoi compiti.
(4-00401)
GALANTE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la presente interrogazione, già presentata il 25 gennaio 2006, non avendo a suo tempo riscontrato risposta viene ripresentata al Ministro;
sabato 24 dicembre 2005 una pertinenza dell'abitazione di Gian Pietro Francescon, consigliere dei Comunisti italiani nella municipalità di Mestre-Carpendo (Venezia) è andata a fuoco;
è questa la terza volta che nell'abitazione di Gian Pietro Francescon si verificano incendi, nei primi due casi sicuramente dolosi;
inoltre, Gian Pietro Francescon è stato oggetto di un furto di documenti, successivamente restituiti dopo essere stati parzialmente bruciati;
gli attentati contro Gian Pietro Francescon si collocano nel contesto di numerosi, altri episodi di violenza politica, di attentati, di atti vandalici contro sedi di istituzioni, di partiti democratici, di organizzazioni sindacali perpetrati a Mestre negli ultimi anni;
in particolare, sono stati colpiti soggetti che si oppongono allo snaturamento del piano regolatore generale e al sacco della città perseguito da importanti lobbies affaristiche locali e nazionali;
di nessuno di questi episodi (che, nel loro insieme, compongono un preoccupante mosaico di illegalità) sono stati individuati né, tanto meno, condannati i responsabili;
secondo l'interrogante, questo dato di fatto incontestabile chiarisce, al di là di polemiche interessate a difendere l'indifendibile (come quelle di organizzazioni sindacali di orientamento politico antitetico a quello di Gian Pietro Francescon), il reale grado di efficienza delle istituzioni veneziane preposte alla prevenzione, alla repressione e alla sanzione della criminalità, con particolare riguardo a quella politica, diffusa sul territorio;
secondo l'interrogante, le autorità competenti dovrebbero col massimo impegno e con la massima sollecitudine chiarire fino in fondo tutti gli episodi di violenza di cui è stato vittima negli anni recenti Gian Pietro Francescon, in modo da sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, anche tecnico, sulle indagini compiute o in corso -:
se, e come, intendano operare per prevenire, contrastare e reprimere ogni forma di violenza politica del tipo di quelle sopra evidenziate nella città di Mestre (Venezia);
se, e come, intendano potenziare le strutture delle forze dell'ordine e della magistratura presenti sul territorio mestrino, così che esse dispongano di tutti gli strumenti (finanziari, umani, tecnologici) necessari per svolgere al meglio le proprie funzioni;
se, e come, intendano garantire a Gian Pietro Francescon e alla sua famiglia adeguate forme di vigilanza e di tutela, tali da impedire ulteriori attentati e intimidazioni.
(4-00402)
BENZONI, CODURELLI e TOLOTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito dell'indagine della magistratura di Potenza che ha coinvolto Vittorio Emanuele di Savoia in vicende che riguardano anche il casinò di Campione d'Italia, è stato arrestato il sindaco di tale
comune Roberto Salmoiraghi e risulta indagato l'amministratore delegato della società che gestisce la casa da gioco;
già più volte in passato sono state presentate interpellanze ed interrogazioni che tendevano a sottolineare le difficoltà ambientali determinate dalle vicende giudiziarie che già in precedenza hanno coinvolto il sindaco di Campione, comune che è il maggiore azionista della casa da gioco e ha i poteri più rilevanti nelle nomine e nella gestione: il sindaco infatti è stato condannato, in via definitiva, a sei mesi per truffa a danno del comune; a 20 mesi, in primo grado, per avere concesso illecitamente una residenza ad un noto allenatore di calcio; è altresì indagato presso il tribunale di Reggio Calabria per reati di carattere mafioso. L'indagine in corso getta ombre sempre più gravi su Roberto Salmoiraghi, sindaco e, di fatto, plenipotenziario del comune e del casinò;
su questi aspetti la magistratura sta svolgendo le proprie indagini e si pronuncerà, ma agli enti pubblici che costituiscono la società e al Governo incombe il dovere di verificare le ragioni che hanno portato a una gestione molto discutibile della casa da gioco e a intrecci di interessi e di relazioni certamente inopportuni, inquietanti e forse illeciti;
le ragioni che a suo tempo hanno determinato la costituzione di una società pubblica per la gestione della casa da gioco sono da individuare nella garanzia di una gestione corretta e trasparente e nella ricaduta dei cospicui utili sul territorio delle province, nonché sulle finanze statali;
l'andamento economico degli ultimi anni e la vicenda giudiziaria in corso contrastano con tali obiettivi;
infatti:
1) le spese di gestione sono quasi raddoppiate negli ultimi 5 anni, con conseguente riduzione del margine economico, quasi dimezzato e destinato interamente a coprire la quota fissa che spetta al comune di Campione;
2) di conseguenza sono notevolmente ridotte le risorse che ricadono sul territorio, a beneficio degli Enti soci, mentre il comune di Campione, pur avendo la principale responsabilità nella gestione (nomina amministratore delegato con delega ordinaria e competenza esclusiva sul personale e sul marketing giocatori; nomina direttore generale) continua a incassare la propria quota fissa, determinata ai sensi della legge n. 448 del 1998, indipendentemente dai risultati economici;
3) nel 2005 il comune di Campione, secondo l'interrogante in spregio dell'articolo 31, comma 37 della legge n. 448 del 1998 «Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo», non ha versato per intero alla società di gestione della casa da gioco neppure i fondi per il pagamento delle spese per la gestione provocando un passivo di 7.297.541 euro;
il comune di Campione ha provveduto a versare a titolo di contributo in conto capitale, utilizzabile anche in conto copertura perdite, la somma di 7.415.049 euro;
si sottolinea che, al netto dell'imposta sull'intrattenimento e dello spettacolo, la differenza tra costi di gestione e proventi ha portato ad un dividendo di oltre 29 milioni di euro;
tale mancato pagamento delle spese di gestione continua nel 2006 e ha provocato l'esaurimento del capitale sociale come certificato dai bilanci infrannuali al 31 marzo 2006 ed al 31 maggio 2006. Nonostante gli incassi per il gioco siano in aumento nell'anno in corso e continuino a fornire introiti al comune di Campione, azionista maggiore della società, nella misura della quota fissa stabilita per legge, la società stessa rischia il fallimento;
la società del casinò ha messo in mora il comune stesso ed ha avviato i normali procedimenti per il recupero dei crediti, che rischiano però di non arrivare in tempo per evitare le procedure previste dal codice civile;
si sottolinea che, secondo gli interroganti, il comune sta violando la convenzione tra lo stesso e la società di gestione che, all'articolo 9, stabilisce che sugli introiti lordi della gestione, così come definiti nell'articolo 7, è riconosciuta e versata alla società una somma pari alle spese di gestione al netto delle mance elargite dai giocatori e dai redditi delle attività accessorie, come quelli del ristorante, dei bar, eccetera;
quindi il comune sta di fatto determinando la morte di una società di cui è il maggior azionista e i cui soci sono tutti enti pubblici (province di Como e di Lecco, camere di commercio di Como e di Lecco) -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per affrontare la situazione della casa da gioco e del comune di Campione, anche alla luce delle gravi vicende giudiziarie in corso.
(4-00407)
REALACCI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
nei comuni di Montecorvino Rovella e Pugliano, in provincia di Salerno, insistono decine di cave e discariche abusive, destinate a cimitero di rifiuti e imbottite quotidianamente di veleni e sono, in attesa da anni di bonifiche mai avviate;
gli organi competenti, anche a causa della cronica carenza di organico e mancanza di fondi, appaiono incapaci di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini dando la sensazione di abbandonare il territorio alle organizzazioni criminali;
da 20 anni escavatrici e pale meccaniche continuano a lavorare, camion che trasportano materiali di risulta continuano a transitare e l'abusivismo estrattivo di sabbia e ghiaia devasta decine e decine di Colline Salernitane, molte delle quali sono state nel tempo adibite a discariche di rifiuti e veleni di ogni genere;
fin dal 2003, Legambiente ha denunciato nel suo annuale «Rapporto Ecomafia» la pratica, diffusa in Campania e, in particolare in questa zona del salernitano, di smaltire in cave abusive ed incenerire, preferibilmente di notte, ingenti quantità di rifiuti, con gravi conseguenze per l'ambiente e serie minacce alla salute dei cittadini;
queste denuncie hanno ottenuto, nel tempo, solo una forte attenzione giornalistica, in particolare sono stati realizzati numerosi articoli e servizi giornalistici, ma passato questo momento di attenzione tutto torna come prima;
per combattere questa diffusa illegalità ambientale e il silenzio che circonda questo fenomeno, Mario Codanti, imprenditore agricolo di Montecorvino Rovella, da anni con il sostegno di Legambiente, porta avanti una battaglia contro le organizzazioni criminali che usano questo territorio per i loro traffici illeciti;
in questa zona del salernitano l'ambiente viene massacrato quotidianamente alla luce del sole, nell'assoluta impunità. In difesa di questo territorio e per sensibilizzare l'opinione pubblica e le forze dell'ordine, dal 27 giugno 2006 è in corso, in località Serroni di Montecorvino Rovella, ad oltranza, all'ingresso di una di queste cave-discariche abusive, di cui in premessa, un'ulteriore manifestazione, per sconfiggere le ecomafie e ripristinare la legalità in un territorio a vocazione agricola e per dire no alla distruzione dell'ambiente e del paesaggio -:
alla luce di quanto sopra esposto si chiede ai Ministri dell'interno, della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio di conoscere quali urgenti misure intendano assumere per:
garantire risorse umane ed economiche sufficienti affinché la procura di Salerno e gli organi di pubblica sicurezza possano compiere in modo adeguato le indagini necessarie al contrasto dell'attività di smaltimento illecito dei rifiuti e per verificare il reale ruolo della criminalità organizzata nella gestione del traffico illecito di rifiuti in ambito nazionale e internazionale;
adottare iniziative affinché venga avviata immediatamente una attività di monitoraggio, messa in sicurezza e bonifica dei territori inquinati, a tutela dell'ambiente e della salute pubblica dei cittadini.
(4-00418)
CARUSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a 75 cittadini del comune di Roggiano Gravina, in gran parte genitori di bambini delle scuole dell'obbligo, il tribunale ordinario di Cosenza ha fatto recapitare un decreto penale di condanna convertita in sanzione pecuniaria di euro 1.700 e di euro 1.140, con l'accusa di interruzione di pubblico servizio;
la condanna pecuniaria arriva dopo una protesta di due giorni, 23 e 26 settembre 2005, da parte di suddetti genitori, la maggior parte braccianti agricoli e casalinghe, residenti in zone periferiche e poco servite, contro l'aumento vertiginoso del ticket per il trasporto dei bambini nella scuola dell'obbligo; l'importo di questo ticket, che costava 9 euro, è passato a costare 25 euro per ogni bambino, in conseguenza della privatizzazione del servizio comunale di scuolabus;
lo stato di agitazione dei genitori, vessati dall'eccessivo aumento del ticket, era stato preceduto da alcuni incontri con il sindaco Giuseppina Castelli. Questi incontri non hanno portato alla risoluzione del problema che, al contrario, è stato trattato da parte del sindaco secondo l'interrogante, con assoluta superficialità e indifferenza;
le due manifestazioni dei genitori venivano promosse in attesa di un incontro pubblico per l'individuazione di possibili soluzioni; alla manifestazione del 26 settembre 2005 erano presenti numerose forze dell'ordine in tenuta antisommossa e attrezzate per filmare e fotografare i padri e le madri che manifestavano per la difesa del diritto all'istruzione dei propri figli;
l'uso delle forze dell'ordine, secondo l'interrogante, eccessivo era conseguente a due lettere di denuncia inoltrate dal sindaco Castelli alla procura della Repubblica di Cosenza, al Comando povinciale dei Carabinieri e al Prefetto di Cosenza; nelle due missive, oltre a denunciare nominalmente due consiglieri comunali dell'opposizione colpevoli, a suo parere, di essere stati solidali con i genitori in lotta, il sindaco accusava i manifestanti di volere impedire la seduta del consiglio comunale convocato per il 28 settembre;
suddette manifestazioni, del tutto legittime, sono nate dalle difficili condizioni di vita delle popolazioni calabresi per effetto dei tagli sciagurati alle finanze locali -:
se sia a conoscenza dei fatti sopradescritti;
se non ritenga che ci sia stato un uso improprio delle Forze dell'Ordine, a fronte di una normale e legittima protesta democratica da parte di genitori (non, dunque, «pericolosi sovversivi») che protestavano per la difesa del diritto all'istruzione dei propri figli.
(4-00420)