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Allegato B
Seduta n. 173 del 20/6/2007
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GIUSTIZIA
Interpellanze:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
l'articolo 7 del contratto di lavoro delle Forze di Polizia ad ordinamento civile, approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 254 del 1999 e successive integrazioni, stabilisce che il personale di polizia penitenziaria che ne abbia fatto domanda, per gravissimi motivi di carattere familiare o personale adeguatamente documentati, possa essere assegnato provvisoriamente anche in sovrannumero all'organico in altra sede di servizio, senza oneri a carico dell'amministrazione e per un periodo non superiore a sessanta giorni rinnovabile;
tali distacchi ad altra sede, motivati da circostanze comprovate e gravi, costituiscono per il personale di polizia penitenziaria l'unica «valvola di sfogo» e una possibilità irripetibile per gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria che si trovano a centinaia di chilometri dai propri affetti e dai propri interessi di adempiere ad incombenze urgenti e non differibili quali anche l'assistenza a propri familiari affetti da gravi patologie;
oltre ai distacchi per gravi e documentati motivi del personale di polizia penitenziaria per periodi limitati, presso
l'amministrazione penitenziaria sono disposti soprattutto dal nord al sud, in numero assai maggiore dei precedenti e nell'ordine di migliaia di casi, ulteriori distacchi di personale del corpo a sedi diverse da quelle di appartenenza e senza oneri a carico dell'amministrazione, che spesso hanno durata illimitata nel tempo, pur non sussistendo motivazioni né documentazioni che ne giustifichino la concessione;
di recente, a causa della crescente carenza di organico verificatasi presso gli istituti penitenziari del nord, l'amministrazione penitenziaria ha disposto per il «blocco» e per la «sospensione» dei distacchi di sede del personale di polizia penitenziaria verso gli istituti del centro-sud, ma tale provvedimento ha inciso ed inciderà proprio sulle situazioni connotate da comprovate e gravi motivazioni e non anche e soprattutto, come si sarebbe dovuto per equità e trasparenza, nelle situazioni in cui il distacco di sede perdura da lungo tempo e non sussiste alcuna concreta ragione a suffragio dello stesso;
tale disposizione sta comportando disagi e malcontenti nel personale di polizia penitenziaria che ravvisa nella stessa l'ennesima disparità di trattamento tra gli appartenenti al corpo, in quanto assunta in danno dei più deboli e bisognosi ed a favore di non pochi privilegiati;
né la disposizione in parola, si ritiene, potrà andare ad alleviare le carenze di organico degli istituti penitenziari del nord o ad aumentarne le condizioni di funzionalità ed efficienza, tenuto conto del disagio di coloro che pur in possesso dei necessari requisiti contrattualmente stabiliti, dovranno permanere in servizio in tali istituti -:
se il Ministro interrogato non ritenga di intervenire presso l'amministrazione penitenziaria per il ripristino della norma contrattuale in materia di distacchi del personale di polizia penitenziaria per gravi e comprovati motivi nonché per la puntuale attuazione della normativa vigente in materia di ricongiungimento familiare;
se il Ministro interrogato, rispetto alle migliaia distacchi del personale di polizia penitenziaria anche con esigua anzianità di servizio, soprattutto dagli istituti del nord a quelli del sud, senza alcuna motivazione e che perdurano da anni, non ritenga di dover intervenire provvedendo nei casi più eclatanti, per il rientro nelle sedi di provenienza.
(2-00617) «Delfino, Mazzoni».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
molteplici sono gli incarichi del personale di polizia penitenziaria all'interno ed all'esterno delle infrastrutture penitenziarie, tra i quali notevole rilevanza, anche attinente l'ordine e la sicurezza pubblici, assume il servizio delle traduzioni dei detenuti da e per gli istituti penitenziari e verso le aule di giustizia, mediante un contingente di oltre 6.000 donne e uomini del corpo sul territorio nazionale;
è indubbio che la gestione dei nuclei operativi delle traduzioni, che in alcuni istituti penitenziari impiegano quotidianamente anche 200 unità di polizia penitenziaria, richiede il disimpegno di capacità ed esperienze professionali non comuni da parte di coloro che, appartenenti nella stragrande maggioranza dei casi al ruolo degli ispettori, vi svolgono le funzioni di coordinatori;
è, peraltro, invalsa l'abitudine nell'amministrazione penitenziaria, come di recente nell'ambito dell'assegnazione di 143 vice commissari del ruolo ordinario di polizia penitenziaria alle sedi di istituti penitenziari, di procedere all'avvicendamento, dall'oggi al domani e anche senza motivazione, dei predetti ispettori che hanno svolto, per anni e con assoluto profitto per la stessa amministrazione, le funzioni di coordinatori dei predetti nuclei operativi delle traduzioni;
i repentini avvicendamenti dei coordinatori dei nuclei operativi delle traduzioni,
come detto anche non motivati da esigenze reali, sono la diretta conseguenza della preoccupante e annosa tendenza dell'amministrazione penitenziaria, diversamente da quanto avviene per il personale dei profili tecnico-amministrativi della stessa amministrazione, a non riconoscere in alcun modo, ovvero a ritenere di minima rilevanza, le professionalità disimpegnate dal personale di polizia penitenziaria, anche nel caso in cui è proprio grazie alle comprovate capacità ed allo spirito di sacrificio di tale personale che sono garantite idonee condizioni di sicurezza, legittimità ed efficienza in un servizio così delicato ed importante -:
se il Ministro interrogato non ravvisi in tale prassi i rischi per le ingiustificate perdite di professionalità, attitudini e spirito di sacrificio fuori dal comune di cui la polizia penitenziaria e soprattutto l'amministrazione penitenziaria si è avvalsa e tuttora si avvale con indubbia utilità per l'Istituzione;
se il Ministro interrogato non ritenga necessario provvedere per opportuni riconoscimenti, oltre che di carattere economico anche di carriera, per il personale di polizia penitenziaria nominato per lunghi periodi coordinatore dei nuclei operativi delle traduzioni e se non sia il caso di disporre per l'adozione di idonei correttivi che impediscano che tale personale possa essere sostituito nell'incarico in maniera assolutamente discrezionale.
(2-00618) «Delfino, Mazzoni».
Interrogazioni a risposta scritta:
ROSITANI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con precedente interrogazione n. 4-01304, del 17 ottobre 2006, l'onorevole Angela Napoli aveva sollevato la questione di un dipendente dell'Azienda dei Monopoli di Stato, distaccato presso la Procura della Repubblica di Crotone, presso il locale Casellario giudiziale, il quale firmava numerosi certificati rilasciati dal predetto casellario, anche se non in possesso della qualifica di cancelliere e non appartenente all'area C, chiedendo al Ministro interrogato quali urgenti iniziative intendesse assumere per evitare il perpetuarsi di tale incresciosa situazione;
nella risposta del 26 febbraio 2007, il Ministro interrogato ha affermato, tra l'altro, che: «quest'amministrazione ha provveduto a fornire alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Crotone gli opportuni chiarimenti in merito alla natura che riveste l'attività di sottoscrizione dei certificati del casellario giudiziale [...] Detta attività, infatti, deve ritenersi di competenza esclusiva del cancelliere, in quanto l'adempimento in questione implica un'autonoma assunzione di responsabilità, tenuto conto, inoltre, della rilevanza esterna all'amministrazione che connota la suddetta attività certificatoria. [...] Alla luce delle suesposte argomentazioni, si ritiene, pertanto, che alla sottoscrizione dei certificati del casellario debba provvedere il cancelliere (a prescindere dalla relativa posizione economica)», concludendo, infine che: «nel caso di specie, la competente direzione generale ha segnalato all'ufficio giudiziario interessato l'opportunità che il dipendente dell'azienda monopoli di Stato venga adibito soltanto allo svolgimento di attività con rilevanza interna, anche se di supporto a quella delle professionalità superiori, con modifica immediata degli eventuali ordini di servizio che prevedano lo svolgimento di mansioni certificatorie, aventi necessaria rilevanza esterna»;
risulta tuttavia all'interrogante che la medesima situazione prima evidenziata perduri tuttora, nonostante i chiarimenti e gli interventi del ministro interrogato -:
se il ministro intenda svolgere interventi più incisivi, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, onde rimuovere il problema segnalato.
(4-04096)
ZACCHERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 7 del contratto di lavoro delle Forze di Polizia ad ordinamento civile, approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 254 del 1999 e successive integrazioni, stabilisce che il personale di polizia penitenziaria che ne abbia fatto domanda, per gravissimi motivi di carattere familiare o personale adeguatamente documentati, possa essere assegnato provvisoriamente anche in sovrannumero all'organico in altra sede di servizio, senza oneri a carico dell'amministrazione e per un periodo non superiore a sessanta giorni rinnovabile;
tali distacchi ad altra sede, motivati da circostanze comprovate e gravi, costituiscono per il personale di polizia penitenziaria l'unica «valvola di sfogo» e una possibilità irripetibile per gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria che si trovano a centinaia di chilometri dai propri affetti e dai propri interessi di adempiere ad incombenze urgenti e non differibili quali ed anche l'assistenza a propri familiari affetti da gravi patologie;
oltre ai distacchi per gravi e documentati motivi del personale di polizia penitenziaria per periodi limitati, presso l'amministrazione penitenziaria sono disposti soprattutto dal nord al sud, in numero assai maggiore dei precedenti e nell'ordine di migliaia di casi, ulteriori distacchi di personale del corpo a sedi diverse da quelle di appartenenza e senza oneri a carico dell'amministrazione, che spesso hanno durata illimitata nel tempo, pur non sussistendo motivazioni né documentazioni che ne giustifichino la concessione;
di recente, a causa delle crescente carenza di organico verificatasi presso gli istituti penitenziari del nord, l'amministrazione penitenziaria ha disposto per il «blocco» e per la «sospensione» dei distacchi di sede del personale di polizia penitenziaria verso gli istituti del centro-sud, ma tale provvedimento ha inciso ed inciderà proprio sulle situazioni connotate da comprovate e gravi motivazioni e non anche e soprattutto, come si sarebbe dovuto per equità e trasparenza, nelle situazioni in cui il distacco di sede perdura da lungo tempo e non sussiste alcuna concreta ragione a suffragio dello stesso;
tale disposizione sta comportando disagi e malcontenti nel personale di polizia penitenziaria che ravvisa nella stessa l'ennesima disparità di trattamento tra gli appartenenti al corpo, in quanto assunta in danno dei più deboli e bisognosi ed a favore di non pochi privilegiati;
né la disposizione in parola, si ritiene, potrà andare ad alleviare le carenze di organico degli istituti penitenziari del nord o ad aumentarne le condizioni di funzionalità ed efficienza, tenuto conto del disagio di coloro che pur in possesso dei necessari requisiti contrattualmente stabiliti, dovranno permanere in servizio in tali istituti -:
quale sia l'entità di questo fenomeno, ovvero a quanto ammonti ad oggi il numero degli appartenenti alla polizia giudiziaria che si trovano nelle due situazioni sopra richiamate;
se il Ministro interrogato non ritenga di intervenire presso l'amministrazione penitenziaria per il ripristino della norma contrattuale in materia di distacchi del personale di polizia penitenziaria per gravi e comprovati motivi;
se il Ministro interrogato, rispetto alle migliaia di distacchi del personale di polizia penitenziaria anche con esigua anzianità di servizio, soprattutto dagli istituti del nord a quelli del sud, senza alcuna motivazione e che perdurano da anni, non ritenga di dover intervenire provvedendo nei casi più eclatanti, per il rientro nelle sedi di provenienza.
(4-04097)
ZACCHERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel novembre 2002 il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha
bandito un concorso interno per 500 posti di vice ispettore di polizia penitenziaria, poi ampliato a 600 posti;
i 526 vincitori hanno concluso il prescritto corso di formazione nel mese di maggio 2006 e l'amministrazione penitenziaria li ha restituiti alle sedi di provenienza in attesa dell'assegnazione definitiva in base alle disponibilità dei posti stabiliti nel bando di concorso;
nel frattempo le predette 526 unità hanno assunto il trattamento economico relativo al nuovo status di vice ispettori di polizia penitenziaria e hanno iniziato ad assolvere alle funzioni ed agli incarichi corrispondenti al nuovo ruolo;
solo nel mese di maggio 2007 (e quindi ad oltre un anno dalla conclusione del corso di formazione e dall'acquisizione da parte degli interessati di nuove qualifiche e funzioni), l'amministrazione penitenziaria - anche a seguito dei solleciti delle organizzazioni sindacali - ha deciso di riesaminare l'incerta posizione dei predetti 526 vice ispettori di polizia penitenziaria dal punto di vista delle sedi di assegnazione ed ha individuato nuove sedi di assegnazione;
ciò a seguito di un singolo incontro tenuto con le stesse organizzazioni sindacali il giorno 24 maggio, effettuando una nuova determinazione dei posti disponibili e delle piante organiche del Corpo di Polizia penitenziaria per singole regioni ma senza una verifica sulla base di una puntuale rilevazione delle esigenze sul territorio;
detta rilevazione l'amministrazione penitenziaria avrebbe avuto tutto il tempo di effettuarla durante l'anno trascorso e fra l'altro si sarebbe resa comunque ancora più necessaria ed urgente in relazione al mutato rapporto quantitativo/qualitativo dei detenuti presenti negli istituti penitenziari, anche a seguito del provvedimento di indulto che ha portato la popolazione penitenziaria dai 64.000 detenuti presenti nel luglio 2006 agli attuali 42.000, ed al fatto che negli ultimi 8 anni, non considerate nelle attuali piante organiche di tutti i ruoli del Corpo di Polizia penitenziaria, sono state realizzate almeno 10 nuove infrastrutture penitenziarie;
dal 12 al 15 giugno 2007 l'amministrazione penitenziaria, per una complessiva spesa stimabile in diverse decine di migliaia di euro, ha quindi provveduto alla convocazione da tutte le sedi del territorio nazionale a Roma di 500 dei 526 vice ispettori disponendo che i medesimi scegliessero la nuova sede sulla base dei nuovi posti individuati e delle singole posizioni nella graduatoria del corso di formazione;
contrariamente - secondo l'interrogante - alle regole generali relative ai concorsi nelle pubbliche amministrazioni non sarà peraltro consentito di rinunciare alla nuova qualifica qualora la nuova sede di assegnazione, di fatto obbligatoria perché individuata a priori, non corrisponda alle aspettative e alle esigenze degli interessati;
è comprensibile quante difficoltà logistiche e famigliari può comportare un imprevisto cambiamento di residenza per molte persone così obbligate a farlo;
l'amministrazione penitenziaria si appresta, quindi, e con un anno di ritardo a disporre per circa 300 assegnazioni di vice ispettori di polizia penitenziaria a nuove sedi, per una spesa complessiva, corrispondente alle retribuzioni per tale mobilità non inferiore a 2,5 milioni di euro;
l'individuazione di nuovi posti nell'organico da destinare alle predette 526 unità, inoltre, preclude anche la possibilità di ottenere un trasferimento a domanda e a proprie spese negli stessi istituti agli altri appartenenti al ruolo degli ispettori di polizia penitenziaria che, sulla base del prescritto interpello nazionale, avevano presentato apposita domanda per essere inclusi nelle graduatorie nazionali per ciascuna singola sede relativa all'anno 2006 -:
se non possa essere considerata illogica e tardiva la procedura attuata dall'amministrazione penitenziaria, tenuto
conto che ad avviso dell'interrogante la stessa non corrisponde alle attuali esigenze del Corpo di Polizia penitenziaria né accrescerà la funzionalità e l'efficienza dei relativi servizi penitenziari;
se non reputi eccessivamente dispendiosa nelle varie fasi la procedura seguita, tenuto conto che ad oltre un anno di effettivo e proficuo impiego nelle sedi di appartenenza dei 526 vice ispettori di polizia penitenziaria gli stessi potevano essere mantenuti, senza alcuna spesa ulteriore, nelle sedi originarie, ovvero trasferiti esclusivamente a domanda e quindi comunque a proprie spese;
se si siano considerati i problemi insorgenti, stante anche il periodo di tempo trascorso dall'inizio del concorso, dell'indubbia continuità nel servizio e le aspettative ingenerate in un personale di polizia penitenziaria anche con notevole anzianità di servizio e con prole e coniuge a carico, di cui si vuole disporre l'assegnazione a sedi distanti anche centinaia di chilometri dalle attuali;
se si sia tenuto conto nel prendere questa decisione anche del danno indirettamente arrecato a tutti coloro che, appartenenti al medesimo ruolo degli ispettori di polizia penitenziaria, da anni attendevano il trasferimento a domanda verso le sedi che saranno ora «occupate» dai 526 vice ispettori e che in tal senso avevano presentato apposita istanza di mobilità a proprie spese;
se il Ministro interrogato, alla luce di quanto testé esposto, sia intenzionato ad intervenire con urgenza nelle appropriate sedi per il ripristino di idonee condizioni che non danneggino né i 526 vice ispettori di polizia penitenziaria né coloro che appartengono al medesimo ruolo e aspirano, da anni del tutto legittimamente, al trasferimento a domanda, né comportino spese inutili ed assolutamente eccessive.
(4-04098)
ZACCHERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
per i dipendenti della Polizia Penitenziaria il riconoscimento per le rette degli asili nido, come previsto dalla vigente normativa, è fermo alle quote relative all'anno 2005 di cui ancora da corrispondere è una quota intorno ai 150.000 euro;
per l'anno 2006, invece, non si è ancora provveduto ad alcun rimborso;
risulta essere tuttora da emanare la circolare che, già inviata in bozza alle organizzazioni sindacali lo scorso anno, individua i criteri da seguire nel medesimo 2006 per uno stanziamento che è pari circa al 40 per cento delle reali esigenze;
è reale l'esigenza di provvedere a possibili integrazioni dello stanziamento in parola -:
quali iniziative voglia intraprendere il Ministro al fine di addivenire ad una immediata definizione della trattativa in sede centrale propedeutica all'urgente emanazione della circolare in argomento.
(4-04100)
ZACCHERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
molteplici sono gli incarichi del personale di polizia penitenziaria all'interno ed all'esterno delle infrastrutture penitenziaria, tra i quali notevole rilevanza, anche attinente l'ordine e la sicurezza pubblici, assume il servizio delle traduzioni dei detenuti da e per gli istituti penitenziari e verso le aule di giustizia, mediante un contingente di oltre 6.000 donne e uomini del corpo sul territorio nazionale;
è indubbio che la gestione dei nuclei operativi delle traduzioni e che in alcuni istituti penitenziari impiegano quotidianamente anche 200 unità di polizia penitenziaria, richiede il disimpegno di capacità ed esperienze professionali non comuni da parte di coloro che, appartenenti nella
stragrande maggioranza dei casi al ruolo degli ispettori, vi svolgono le funzioni di coordinatori;
è, peraltro, invalsa l'abitudine nell'amministrazione penitenziaria, come di recente nell'ambito dell'assegnazione di 143 vice commissari del ruolo ordinario di polizia penitenziaria alle sedi di istituti penitenziari, di procedere all'avvicendamento, a volte senza preavviso e anche senza motivazione, dei predetti ispettori che hanno svolto per anni e con assoluto profitto per la stessa amministrazione, le funzioni di coordinatori dei predetti nuclei operativi delle traduzioni;
i repentini avvicendamenti dei coordinatori dei nuclei operativi delle traduzioni, come detto anche non motivati da esigenze reali, sono la diretta conseguenza della preoccupante e della possibile tendenza dell'amministrazione penitenziaria (diversamente da quanto avviene per il personale dei profili tecnico-amministrativi della stessa amministrazione), a non riconoscere in alcun modo - ovvero a ritenere di minima rilevanza - le professionalità disimpegnate dal personale di polizia penitenziaria, anche nel caso in cui è proprio solo grazie alle comprovate capacità ed allo spirito di sacrificio di tale personale che sono garantite idonee condizioni di sicurezza, legittimità ed efficienza in un servizio così delicato ed importante -:
se il Ministro interrogato non ravvisi in tale prassi obbiettivi rischi per le ingiustificate perdite di professionalità, attitudini e spirito di sacrificio fuori dal comune di cui la polizia penitenziaria e soprattutto l'amministrazione penitenziaria si è avvalsa e tuttora si avvale con indubbia utilità per l'Istituzione;
se il Ministro non ritenga necessario provvedere per opportuni riconoscimenti, oltre che di carattere economico nonché di carriera, per il personale di polizia penitenziaria nominato per lunghi periodi coordinatore dei nuclei operativi delle traduzioni e se non sia il caso di disporre per l'adozione di idonei correttivi che impediscano che tale personale possa essere sostituito nell'incarico in maniera assolutamente discrezionale.
(4-04101)
GASPARRI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel novembre 2002 il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha bandito un concorso interno per 500 posti di vice ispettore di polizia penitenziaria, poi ampliato a 600 posti;
i 526 vincitori hanno concluso il prescritto corso di formazione nel mese di maggio 2006 e l'amministrazione penitenziaria li ha restituiti alle sedi di provenienza, in attesa dell'assegnazione definitiva in base alle disponibilità dei posti stabiliti nel bando di concorso;
nel frattempo le predette 526 unità hanno assunto il trattamento economico relativi al nuovo status di vice ispettori di polizia penitenziaria e hanno iniziato ad assolvere alle funzioni ed agli incarichi corrispondenti al nuovo ruolo;
solo nel mese di maggio 2007 e quindi ad oltre un anno dalla conclusione del corso di formazione e dall'acquisizione da parte degli interessati di nuove qualifiche e funzioni, l'amministrazione penitenziaria, anche a seguito dei solleciti delle organizzazioni sindacali, ha deciso di riesaminare l'incerta posizione dei predetti 526 vice ispettori di polizia penitenziaria ed ha individuato nuove sedi di assegnazione provvedendo, quindi, solo in base ad un singolo incontro tenuto con le stesse organizzazioni sindacali il giorno 24 maggio 2007, ad una nuova determinazione dei posti disponibili e delle piante organiche del Corpo di Polizia penitenziaria per singole regioni e non sulla base di una puntuale rilevazione delle esigenze sul territorio;
la rilevazione, che l'amministrazione penitenziaria avrebbe avuto tutto il tempo di effettuare adeguatamente, si sarebbe resa ancora più urgente in relazione al mutato rapporto quantitativo-qualitativo
dei detenuti presenti negli istituti penitenziari, anche a seguito del provvedimento di indulto che ha portato la popolazione penitenziaria dai 64.000 detenuti presenti nel luglio 2006 agli attuali 42.000, ed al fatto che negli ultimi 8 anni, non considerate nelle attuali piante organiche di tutti i ruoli del Corpo di Polizia penitenziaria, sono state realizzate almeno 10 nuove infrastrutture penitenziarie;
dal 12 al 15 giugno 2007 l'amministrazione penitenziaria, per una complessiva e quanto mai inopportuna spesa di oltre 30.000 euro ha quindi provveduto alla convocazione da tutte le sedi del territorio nazionale a Roma di solo 500 dei 526 vice ispettori disponendo che i medesimi scegliessero la nuova sede sulla base dei nuovi posti individuati e delle singole posizioni nella graduatoria del corso di formazione;
contrariamente, ad avviso dell'interrogante, alle regole generali relative ai concorsi nelle pubbliche amministrazioni non sarà peraltro consentito di rinunciare alla nuova qualifica qualora la nuova sede di assegnazione, di fatto obbligatoria perché individuata a priori, non corrisponda alle aspettative e alle esigenze degli interessati;
l'amministrazione penitenziaria si appresta quindi con un anno di ritardo a disporre per circa 300 assegnazioni di vice ispettori di polizia penitenziaria a nuove sedi, per una spesa complessiva, corrispondente alle retribuzioni per tale mobilità, non inferiore a 2,5 milioni di euro;
l'individuazione di nuovi posti nell'organico da destinare alle predette 526 unità, inoltre, preclude anche la possibilità di ottenere un trasferimento a domanda e a proprie spese negli stessi istituti agli altri appartenenti al ruolo degli ispettori di polizia penitenziaria che, sulla base del prescritto interpello nazionale, avevano presentato apposita domanda per essere inclusi nelle graduatorie nazionali per ciascuna singola sede relativa all'anno 2006 -:
se il Ministro interrogato non ritenga illogica e tardiva la procedura attuata dall'amministrazione penitenziaria, tenuto conto che la stessa non corrisponde alle attuali esigenze del Corpo di Polizia penitenziaria né accrescerà la funzionalità e l'efficienza dei relativi servizi penitenziari;
se non reputi eccessivamente dispendiosa nelle varie fasi la procedura seguita, tenuto conto che ad oltre un anno di effettivo e proficuo impiego nelle sedi di appartenenza dei 526 vice ispettori di polizia penitenziaria gli stessi potevano essere mantenuti, senza alcuna spesa ulteriore, nelle sedi originarie, ovvero trasferiti esclusivamente a domanda e quindi comunque a proprie spese;
se non ritenga evidente il nocumento che sarà arrecato agli interessati, stante il periodo di tempo trascorso, l'indubbia continuità nel servizio e le aspettative ingenerate in un personale di polizia penitenziaria anche con notevole anzianità di servizio e con prole e coniuge a carico, di cui si vuole disporre l'assegnazione a sedi distanti anche centinaia di chilometri dalle attuali;
quali valutazioni esprima sull'evidente nocumento arrecato a coloro che, appartenenti al medesimo ruolo degli ispettori di polizia penitenziaria, da anni attendono il trasferimento a domanda verso le sedi che saranno «occupate» dai 526 vice ispettori e che in tal senso avevano presentato apposita istanza di mobilità a proprie spese;
quali provvedimenti intenda assumere per intervenire con urgenza nelle appropriate sedi per il ripristino di idonee condizioni che non danneggino né i 526 vice ispettori di polizia penitenziaria né coloro che appartengono al medesimo ruolo e aspirano, da anni del tutto legittimamente, al trasferimento a domanda, né comportino spese inutili ed assolutamente eccessive.
(4-04103)