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Allegato B
Seduta n. 175 del 22/6/2007
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GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta orale:
COSENZA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il fenomeno della pedofilia, nonché la diffusione di foto, film ed immagini su siti pedopornografici attraverso Internet assumono dimensioni sempre più allarmanti, al punto che è stato stimato che l'aumento di questo tipo di siti, nel periodo compreso tra il 1997 ed il 2005, è stato del 1.500 per cento e che in Europa, nel solo anno 2006, le segnalazioni di siti illegali sono state ben 850.000, con un incremento del 60,3 per cento rispetto all'anno precedente;
nonostante l'eccellente lavoro posto in essere dagli agenti della Polizia postale e delle comunicazioni, l'utilizzo di questo moderno mezzo di comunicazione permette ad individui deviati e senza scrupoli di operare indisturbati senza alcun confine territoriale e con costi molto ridotti; basti pensare che, in Italia, nel periodo intercorrente tra gennaio ed aprile 2007, le segnalazioni dei siti pedofili sono state 7.391 e che un sito pedopornografico genera un numero di visitatori quotidiani che oscilla tra i 7.000 ed i 20.000, con un guadagno quotidiano che arriva a sfiorare i 90.000 euro al giorno;
sono in aumento le manifestazioni volte a promuovere e a diffondere «la cultura della pedofilia», come dimostra, da ultimo, quella relativa al cosiddetto boy love day, vale a dire la giornata dell'orgoglio pedofilo che si celebrerà il giorno 23 giugno 2007 -:
quali opportune ed urgenti iniziative, anche normative, i Ministri interrogati intendano assumere, al fine di potenziare gli strumenti per il contrasto della pedofilia e della pedopornografia;
se non ritengano opportuno promuovere specifiche politiche e programmi a livello internazionale, al fine di operare un coordinamento tra i vari Paesi per controllare e reprimere la diffusione, in ogni forma, della cosiddetta «cultura pedofila».
(3-01016)
Interrogazioni a risposta scritta:
BRIGUGLIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Governatore della Banca d'Italia, nelle Considerazioni Finali, rese il 31 maggio 2007, ha testualmente affermato: «I tempi lunghi della giustizia non dipendono tanto da una carenza relativa di risorse, quanto da difetti nell'organizzazione e nel sistema degli incentivi. Emerge anche in questo campo uno specifico problema meridionale: la durata media di un processo civile ordinario di primo grado si triplica passando dal distretto di Torino a quello di Messina, da 500 a 1.500 giorni»;
ne consegue che il distretto di Messina è portato come massimo esempio del sistema giudiziario del Paese quanto a lentezza della giustizia civile;
tale situazione che penalizza gravemente i diritti e la stessa qualità della vita dei cittadini, professionisti, magistrati e operatori della giustizia, richiede adeguati e tempestivi provvedimenti da parte del Governo;
in particolare si rende necessario un consistente investimento in risorse umane e attrezzature, con particolare riferimento al potenziamento dei sistemi informatici -:
se il Governo intenda assumere urgenti e significativi interventi suggeriti dalle stesse Considerazioni Finali del Governatore della Banca d'Italia in ordine allo stato della giustizia civile nel distretto di Messina.
(4-04136)
SGOBIO, DILIBERTO, CESINI e CRAPOLICCHIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
come più volte denunciato alle organizzazioni sindacali di categoria, il personale di Polizia Penitenziaria in quiescenza risulta avere gravi conseguenze, soprattutto sotto il profilo finanziario, dall'ingente ritardo di trattazione delle documentazioni attinenti alle definizione del trattamento pensionistico, alla concessione dell'indennità di pensione privilegiata ordinaria, alla liquidazione dell'equo indennizzo e al riconoscimento di infermità dipendenti da causa di servizio;
i suddetti ritardi sembrerebbero dovuti al numero esiguo del personale addetto agli specifici settori, nonostante ci sia stata una reiterata sensibilizzazione, da parte delle organizzazioni sindacali medesime, ai vertici dipartimentali del Corpo;
da notizie in possesso dell'interrogante, si evidenzia che occorrono più di cinque anni per la liquidazione di emolumenti pensionistici a carattere definitivo e che l'istruttoria, che si conclude con il parere del Comitato di Verifica per le Cause di Servizio, richiede attese di due/tre anni, con il pericolo, che gli interessati, per ragioni di età e di salute, non vengano neppure mai a conoscenza di quanto dovrebbero percepire al termine dell'attività lavorativa;
alla luce di quanto sopra esposto, si evidenzia una situazione preoccupante che necessita di urgenti e opportuni interventi -:
se il Ministro è a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di portare a soluzione l'annosa questione, che pone seri e pesanti problemi economici ai diretti interessati;
se il Ministro, inoltre, non ritenga opportuno intervenire per garantire un sufficiente numero di personale addetto ai settori specifici del Corpo di Polizia Penitenziaria affinché possano essere definite in tempi brevi le pratiche di trattamento di fine rapporto, pensionistico o di infermità da causa di servizio e di tutte le altre pratiche istruite inerenti il trattamento economico di rapporto di lavoro richieste dai dipendenti del Corpo di Polizia Penitenziaria.
(4-04142)
PELLEGRINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel riportarsi alla precedente interrogazione n. 4-02820 del 7 marzo 2007,
seduta n. 121, sempre in difesa dei giovani professionisti come l'interrogante, ed alla proclamata inviolabilità del diritto di difesa previsto dalla nostra Carta costituzionale, che fa coerentemente seguire l'affermazione dell'impegno dello Stato ad assicurare ai non abbienti «i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione» (articolo 24 comma 3o Costituzione), è dato riscontrare nella realtà dei tribunali, sia in sede penale che in ambito civile, la non effettività e la non concreta applicazione dell'istituto del patrocinio a spese dello Stato, istituto che effettivamente garantisce un diritto ed un servizio, alle fasce più deboli, grazie alla professionalità ed alla sensibilità degli avvocati da sempre
impegnati anche nella ricerca ed affermazione delle fondamentali garanzie della persona umana;
per ciò che attiene, poi, ai pagamenti delle liquidazioni del settore penale, ed in particolare soffermandosi nell'ambito del distretto di Corte d'appello di Salerno, ove, a giudizio dell'interrogante, la situazione è piuttosto anomala, a partire dal mese di gennaio del 2007 si è avuta una nuova paralisi della materiale erogazione degli onorari gia liquidati, successiva a quella derivante dall'introduzione del nuovo meccanismo previsto dal decreto Bersani e dalla sospensione della convenzione tra lo Stato e l'Ente Poste italiane che prevedeva l'accredito anticipato da parte dell'ultimo, imputabile non si sa a chi dei preposti a tali procedure;
tali inadempienze hanno interrotto di nuovo, dunque, questo embrionale meccanismo che consentiva il pagamento delle liquidazioni agli avvocati che svolgono quotidianamente un ruolo fondamentale per l'ordinamento giuridico dello Stato, che, preoccupati da tali procedure volutamente complicate, si vedranno costretti ad arrivare anche ad estreme conseguenze quali l'astensione dalle udienze e la cancellazione dalle relative liste dei difensori d'ufficio, qualora la situazione non si dovesse risolvere nel più breve tempo possibile, con evidenti e gravi ripercussioni sul sistema dell'amministrazione della giustizia, soprattutto laddove lo Stato dovrebbe garantire la massima efficienza e partecipazione;
nello specifico, invero, a fronte della diligente, continua e professionale attività prestata dagli avvocati che operano nel distretto della Corte d'appello di Salerno in favore dei soggetti tutelati e garantiti dagli istituti in questione, deve lamentarsi la concreta paralisi dei pagamenti dall'inizio dell'anno 2007 da parte del Funzionario delegato, nonostante i professionisti abbiano svolto la loro attività, abbiano ottenuto le liquidazioni da parte dei magistrati ed abbiano emesso anche regolari fatture;
in sostanza, per tale situazione di paralisi, in particolare nel distretto giudiziario di riferimento, non è dato capirne le ragioni, ovvero se siano esse attribuibili alla mancanza dei fondi statali, a meri problemi burocratici o ad evidenti responsabilità dei soggetti preposti, ma quello che rileva sono il grave inadempimento della pubblica amministrazione, la mancata operatività dell'istituto del patrocinio a spese dello Stato, prestazioni professionali non pagate, dignità professionali vilipese, in quanto i professionisti sono costretti a «mendicare» quanto di loro diritto, nonché l'ulteriore danno economico derivante dall'effettivo esborso dell'imposta dovuta, prima ancora di ricevere i relativi pagamenti -:
se il Ministro intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza di quanto anzi premesso e, se confermato, ritenga opportuno disporre quanto necessario alla risoluzione, non esclusi procedimenti per verificare eventuali responsabilità, con l'adozione dei conseguenti provvedimenti;
in particolare, se intenda il Ministro adottare le opportune iniziative al fine di consentire, in tempi necessariamente rapidi, il pagamento delle liquidazioni agli avvocati, in maniera stabile e sicura, anche per il futuro.
(4-04150)