Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 177 del 26/6/2007
...
PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazioni a risposta immediata:
LA RUSSA, BONO, FILIPPONIO TATARELLA, FRASSINETTI, BUONTEMPO, LAMORTE, PROIETTI COSIMI, GERMONTANI, LEO, MANCUSO, MENIA, ANTONIO PEPE, SILIQUINI e HOLZMANN. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
per gli studenti iscritti agli istituti paritari con sede a Roma, gli esami di
maturità per l'anno scolastico 2006/2007 si stanno svolgendo in condizioni di forte disagio e tensione a causa di gravi disfunzioni burocratiche;
l'8 giugno 2007 il ministero della pubblica istruzione ha emanato una circolare applicativa della legge 11 gennaio 2007, n. 1 (recante «Disposizioni in materia di esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al Governo in materia di raccordo tra la scuola e le università»), con cui si è stabilito che «i candidati privatisti non possono più sostenere gli esami nelle scuole paritarie e devono essere spostati ciascuno in una città diversa anche sulla base della loro residenza anagrafica»;
il Consiglio di Stato, in sede cautelare, ha disposto, il 19 giugno 2007, che la sede dello svolgimento degli esami di Stato, per i candidati esterni, fosse, invece, quella propria delle scuole paritarie;
in base a quanto stabilito dal giudice amministrativo di secondo grado, il 20 giugno 2007 è iniziata, anche per i candidati degli istituti paritari, la prima prova scritta degli esami di Stato, nel corso della quale gli ispettori del ministero della pubblica istruzione avrebbero minacciato di interrompere lo svolgimento dell'esame scritto sulla base di quanto disposto dalla legge 11 gennaio 2007, n. 1, secondo cui la presenza degli esaminandi esterni ammessi a sostenere le prove in istituti non privati non può superare il 50 per cento dei candidati interni;
sempre nella giornata del 20 giugno 2007 gli ispettori ministeriali hanno comunicato agli studenti che lo svolgimento della seconda prova scritta si sarebbe dovuta sostenere presso alcuni istituti statali, le cui sedi, tuttavia, sono state rese note, in maniera informale ed irrituale, solo nella notte tra il 20 ed il 21 giugno 2007, causando, di conseguenza, ai medesimi candidati un grave nocumento di ordine psico-fisico;
il 21 giugno 2007 è stata comunicata agli studenti, da parte degli ispettori, la volontà del ministero della pubblica istruzione di non ritenere valida la prova svoltasi nel giorno precedente, procedendo, di conseguenza, a dislocare gli studenti in diverse scuole statali ubicate in varie località;
appare agli interroganti del tutto illegittimo obbligare i candidati privatisti a proseguire il corso degli esami di maturità in sedi differenti da quelle di appartenenza in cui hanno studiato, pagando le relative tasse;
ad avviso degli interroganti, tutte le responsabilità cadono sul ministero della pubblica istruzione che non avrebbe ottemperato allo decisioni giurisdizionali del tribunale amministrativo regionale del Lazio e del Consiglio di Stato, che, a seguito dei vari ricorsi presentati, hanno concesso ai candidati di svolgere gli esami all'intorno dei rispettivi istituti di appartenenza -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti, delle gravi responsabilità che ne emergono e quali urgenti iniziative intenda adottare, al fine di conformarsi alle pronunce della magistratura amministrativa, il che consentirebbe di ripristinare la certezza del restituire la serenità ai numerosi candidati privatisti finora considerati alla stregua di studenti di «serie b».
(3-01022)
SASSO. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
per la prima volta quest'anno la valutazione dell'ora di religione concorrerà alla determinazione del credito per l'ammissione agli esami di Stato;
i punti 13 e 14 dell'articolo 8 dell'ordinanza ministeriale in materia di istruzioni e modalità per lo svolgimento degli esami di Stato specificano che «i docenti che svolgono l'insegnamento della religione cattolica partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l'attribuzione del credito scolastico»;
contro una simile impostazione c'è stato un ricorso promosso dal Centro iniziativa democratica insegnanti, dal Comitato scuola e Costituzione, dalla Tavola valdese e da altre associazioni;
su di esso si è poi espresso il tribunale amministrativo regionale del Lazio, che con un pronunciamento del 23 maggio 2007 ha sospeso proprio i punti sopra citati, rilevando una disparità di trattamento tra gli studenti che si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica e gli studenti che non seguono né l'insegnamento religioso, né altre eventuali attività sostitutive;
dopo pochi giorni una sentenza del Consiglio di Stato ha sospeso l'esecutività dell'ordinanza del tribunale amministrativo regionale del Lazio per cui la frequenza dell'ora di religione cattolica rientra nell'attribuzione del credito scolastico;
fu la Corte costituzionale a stabilire, in seguito alla normativa definita dal nuovo Concordato del 1985, che l'insegnamento della religione cattolica non può e non deve rappresentare in alcun modo una discriminante. Ed oggi rischia di avvenire proprio questo: infatti gli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento di religione finirebbero per essere penalizzati in termini di attribuzione del punteggio, anche perché le attività alternative non sono obbligatorie;
un tale esito è inaccettabile in quanto impedirebbe la libertà di coscienza e la stessa libertà religiosa, tutelata in Costituzione di tante ragazze e ragazzi e la circolare in questione sembra ledere i principi sui quali sono fondate le intese internazionali che regolano l'insegnamento della religione cattolica nella scuola -:
come il Ministro interrogato intenda operare perché da questo atto amministrativo non derivi una condizione lesiva e discriminatoria per studentesse e studenti che, nella pienezza dei loro diritti e in applicazione della normativa vigente, non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica.
(3-01023)
Interrogazione a risposta scritta:
AMORUSO. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
alla vigilia dell'avvio degli esami di maturità, duecentoquarantatre docenti sui milleduecentosessanta designati per il ruolo di commissari esterni nelle scuole della Provincia di Bari hanno inviato al Csa (ex Provveditorato agli studi) certificati medici rinunciando all'incarico;
tra i rinunciatari, con conseguenze particolarmente gravi per le scuole coinvolte, figurano anche quindici presidenti di commissione designati;
questa situazione ha determinato un forte disagio tra gli operatori della scuola, tra i genitori e particolarmente tra i ragazzi che - come riportato dalla stampa locale - hanno vissuto una situazione di forte disagio -:
quali siano state le cause di un numero così esorbitante di rinunce nella Provincia di Bari;
se ci siano state mancanze da parte del Ministero dell'istruzione e degli organi preposti;
quali iniziative si intenda porre in atto perché, anche in prospettiva futura ma con il giusto anticipo e con la necessaria programmazione, già a partire dall'anno scolastico 2007-2008 non vi siano più le condizioni per il ricrearsi di questa «emergenza» che, se ripetuta, metterebbe a rischio la regolarità e il valore degli esami di maturità nella Provincia di Bari.
(4-04164)