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Allegato B
Seduta n. 178 del 27/6/2007
TESTO AGGIORNATO AL 2 LUGLIO 2007
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
la decisione di spostare la discarica dei RSU della provincia di Napoli dalla Valle della Masseria a Macchia Soprana (letteralmente: bosco di sopra), località entrambe nel comune di Serre (SA), che
con tremila abitanti già sopporta la presenza di altre discariche, costituisce un passo avanti ma non è esente da rilevantissimi problemi ambientali; stupisce che i Verdi abbiano gioito per questa nuova collocazione, stabilita con decreto del Presidente del Consiglio del 22 maggio scorso segno evidente secondo l'interpellante del fatto che l'ambientalismo è cosa ben diversa dal partito dei Verdi;
pur essendo già sede di una discarica, il nuovo intervento a Macchia Soprana è totalmente invasivo, con una previsione di 700.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati; l'area si trova a poca distanza sia dall'oasi WWF di Serre, Persano, che del fiume Sele; come Valle della MasseriaMacchia Soprana è un'area soggetta a numerosi vincoli (paesaggistico: Decreto Ronchey del 29 novembre 1993; Riserva naturale Foce Sele Tanagro: DGR n. 64 del 12 febbraio 1999; Oasi regionale ex DPGRC n. 4060 del 10 novembre 1976); paradosso vuole che l'ultimo decreto di tutela riguardi una pianta che vi prospera la Carex Grioletii Roemer;
poiché l'area non è argillosa, ma a rapido drenaggio, il percolato raggiungerà facilmente il bosco sottostante, Macchia Sottana, le zone agricole circostanti ed infine il Sele; ricordiamo che si tratta di rifiuti indifferenziati, uno dei tanti regali che la gestione Bassolino ha riservato a questi territori indifesi;
altri elementi problematici sono costituiti dal fatto che dovranno essere tagliati 10 ettari di bosco di alto pregio, in un'area scoscesa; che il transito dei camion sarà effettuato in una strada stretta su cui insistono numerose abitazioni; che i tempi brevissimi di realizzazione non depongono a favore della sua qualità, in particolare per quel che riguarda gli impatti; che nessuna valutazione è stata fatta sui miasmi che si diffonderanno per tutta la zona abbattendo la qualità della vita ed il valore dei beni;
Serre, in qualità di comune prevalentemente agricolo e con densità di popolazione relativamente scarsa, sconta in primo luogo l'ormai abnorme affollamento dell'area che va da Eboli a Pozzuoli, passando per la piana del Vesuvio, dove insistono, in un'area relativamente ristretta, lo stesso numero degli abitanti dell'intera Finlandia, senza considerare le centinaia di migliaia di clandestini; lo stesso WWF ha calcolato che il deficit ecologico della Campania è 4,2 cioè la Regione dovrebbe essere 4,2 volte più grande per essere sostenibile; tale deficit è più alto della media nazionale (3,8) pur in assenza di una industrializzazione diffusa; il che vuol dire che è tutto frutto di sovrappopolazione;
è quindi del tutto conseguente che aree sovrappopolate «sfoghino» verso aree meno affollate; però è anche del tutto legittimo che gli abitanti di Serre difendano il proprio ambiente, la propria qualità della vita ed in definitiva, la propria economia;
il lassismo del Presidente Regionale e poi Commissario Bassolino, oltre ad aver divorato un miliardo di euro in 10 anni sul solo problema dei rifiuti, ha anche prodotto come risultato il peggioramento delle condizioni di vita di tutta la Campania e la distruzione della solidarietà sociale, avendo fomentato un conflitto permanente tra i cittadini produttori di spazzatura, che non hanno aree dove metterli, e paesani che non ne vogliono sapere, legittimamente, della spazzatura dei cittadini;
quali interventi intenda porre in essere per tutelare il diritto costituzionale alla salute, alla difesa dell'ambiente ed al rispetto della persona umana degli abitanti del comune di Serre e di tutti gli altri comuni agricoli del Salernitano, che rischiano di subire, prima o poi, la stessa, se non peggiore, sorte.
(2-00627) «Brusco»
Interrogazioni a risposta scritta:
SAMPERI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
Biancavilla è un comune ubicato nella Sicilia orientale sul versante Sud-Ovest
del complesso vulcanico etneo ed in questo Comune è stato accertato un aumento significativo del numero di casi di mortalità da «mesotelioma», tumore maligno correlato all'esposizione a fibre di amianto;
accurati studi epidemiologici hanno portato all'identificazione nel suddetto comune di molti casi di mesotelioma pleurico in soggetti che non avevano avuto particolare esposizione all'amianto durante la loro vita professionale;
l'ipotesi di una fonte di inquinamento ambientale è stata individuata nello sfruttamento di un sito estrattivo di materiale lapideo di origine vulcanica ubicato sul Monte Calvario, poiché, infatti, i materiali di cava risultano contaminati da quantità non trascurabili di un minerale fibroso di tipo anfibolico, nuovo tipo di minerale la fluoro-edenite;
la fluoro-edenite è un anfibolo calcico ad alto contenuto di fluoro e il materiale estratto dalle cave è stato utilizzato per decenni nella costruzione di molte strutture edilizie del Comune ed i residui sono stati impiegati sia come fondo stradale di molte vie non ancora asfaltate sia accumulati ai lati delle stesse vie;
l'esposizione della popolazione alle fibre anfiboliche era rappresentato dal passaggio di veicoli sulle strade non asfaltate e pavimentate con i materiali provenienti dalla cava, infatti, le concentrazioni maggiori di fibre aerodisperse non si registravano nelle zone prossime a Monte Calvario, ma piuttosto nelle aree ove era maggiormente frequente la presenza di strade sterrate -:
se sussistano i presupposti per ottenere il riconoscimento della fluoro-edenite come minerale del gruppo amianto;
se sussistano i presupposti per l'individuazione del Comune di Biancavilla quale sito da bonificare di interesse nazionale;
se non si intenda avviare un'ispezione attraverso il Comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente al fine di verificare l'effettiva gravità della situazione.
(4-04181)
MAZZOCCHI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
risulterebbe che, recentemente, PANACI, l'Associazione Nazionale degli Amministratori Condominiali e Immobiliari, abbia effettuato una ricerca sul consumo dell'acqua potabile nei condomini romani;
dai dati della ricerca, si evincerebbe che, ogni anno, 3,75 milioni di metri cubi di acqua potabile, vengano inutilmente sprecati;
la causa di tale spreco, risulterebbe riconducibile all'uso delle cosiddette «bocche tarate» ovvero contratti di distribuzione dell'acqua a forfait;
tale sistema, prescindendo dal reale ed effettivo consumo di acqua, sembrerebbe comportare non solo un inutilizzo di un gran quantitativo di acqua ma, anche, dei costi economici elevati;
in media, risulterebbe che un condominio con bocca tarata utilizzi più di 5.200 metri cubi di acqua all'anno, mentre un condominio con il contatore ne utilizzi solo meno di 2.300;
per quel che concerne l'aspetto economico, risulterebbe anche sotto tale profilo, una forte disparità tra un condominio con contatore la cui bolletta sembrerebbe aggirarsi intorno ai 2.000 Euro in tutto l'anno contro i 3.800 Euro del condominio a bocca tarata -:
quali iniziative intenda attuare ove i fatti corrispondano al vero è tenuto conto della situazione testè prospettata, onde dar seguito all'obiettivo sancito dalla legge n. 36 del 1994 e ripreso dal decreto legislativo n. 152 del 2006 di utilizzare razionalmente la risorsa idrica;
se non ritenga necessario addivenire ad una politica seria del risparmio idrico
attraverso un monitoraggio - anche a cura delle autorità di bacino - delle utenze idriche e dei connessi sprechi delle bocche tarate gestite dalle varie società competenti fra cui anche la società ACEA ATO 2 e procedere affinché si attivino idonei strumenti atti al risparmio idrico.
(4-04187)
REALACCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nelle date 23-24 giugno 2007 ha avuto luogo nel territorio dei Comuni di Piateda, Castello dell'Acqua e Ponte in Valtellina, in Provincia di Sondrio, una competizione motoristica denominata «Due Giorni Supertrial»;
secondo fonti giornalistiche, siti internet e comunicazioni degli organizzatori alla competizione avrebbero preso parte circa 140 piloti di moto da trial;
il percorso di gara, nelle località Val d'Arigna e Valle Armisola, era all'interno del perimetro del Parco regionale delle Orobie Valtellinesi, istituito con legge regionale n. 57 del 1989, gestito da un consorzio tra le Comunità Montane Valtellina di Morbegno, Valtellina di Sondrio, Valtellina di Tirano e la Provincia di Sondrio;
la legge regionale n. 57 del 1989 dispone per il territorio del citato parco il divieto del motocross e di altre attività sportive comportanti l'uso di mezzi motorizzati, e che la medesima norma non prevede in proposito eccezioni né deroghe di sorta;
tale divieto è noto anche agli organizzatori della manifestazione, che nel reclamare l'iniziativa hanno evidenziato la possibilità di accedere a zone in alta quota «tradizionalmente off limits per i motori»;
la parte di percorso in Val d'Arigna è stata tra l'altro compresa dalla Regione Lombardia e adottata dalla Comunità Europea come Sito di Interesse Comunitario «IT2040034-Valle d'Arigna e Ghiacciaio di Pizzo di Coca» per «la presenza di elementi faunistici, habitat e specie floristiche interessanti e di buona qualità e varietà»;
l'individuazione del SIC impone nel caso di simili gare sportive a carattere straordinario l'adozione delle procedure di Valutazione di incidenza previste dalle direttive Comunitarie e recepite dalla normativa nazionale;
ciò nonostante, la gara ha regolarmente avuto luogo, con il transito, ripetuto nei due sensi di marcia, di numerose decine di moto da trial, lungo un tracciato di sentieri poco frequentati, interdetti da decenni ai motoveicoli, attraversando boschi di castagni e larici, praterie, torbiere e macchie di rododendri fino a raggiungere oltre quota 2000 m s.l.m.;
nell'area è accertata la presenza di specie floristiche e faunistiche protette e ad elevata vulnerabilità, tra cui uccelli tetraonidi e l'aquila reale, che in questa stagione sono in fase riproduttiva, di cova e di allevamento della prole;
nello stesso areale sono presenti numerosi nuclei di camosci e caprioli, anch'essi con i piccoli al seguito, nonché diverse colonie di marmotte;
tali specie dovrebbero costituire oggetto prioritario di protezione da parte del Parco regionale e del Sito di interesse Comunitario;
l'area oggetto della gara è anche sede della transumanza estiva dei pastori del posto, che raggiungono con le mandrie gli alpeggi situati a circa 1850 m slm in prossimità dei Laghi di S. Stefano d'Arigna;
l'attività motociclistica con moto da trial è univocamente ritenuta dalla comunità scientifica come ad elevato impatto ambientale, in quanto causa di inquinamento atmosferico e acustico, erosione degli habitat, degrado del pascolo e della vegetazione arbustiva, allontanamento della fauna selvatica, rischio di abbandono dei piccoli, distruzione dei sentieri, modificazione
del regime idraulico superficiale, scalzamento di pietre e radici, con potenziale pericolosità per persone, animali e cose;
al descritto grave danno ambientale si aggiunge quello culturale e d'immagine, con la perdita di identità di territori naturalisticamente intatti, ancora méta di pellegrinaggi e tradizioni culturali fortemente intrecciate con la storia dei luoghi;
l'apertura di tali aree agli sport motociclistici ad elevato impatto costituisce un precedente pericoloso, che potrebbe agevolare e incentivare il ripetersi di comportamenti scorretti, nel dispregio delle norme di protezione del Parco regionale e della Comunità europea e della fruizione ecocompatibile della montagna, a danno anche della Comunità montana e degli appassionati del mondo venatorio e della pesca sportiva, che dal decenni frequentano tali luoghi senza averne compromesso il valore ambientale -:
se intenda attivare quanto di competenza, di concerto con la Regione e il Corpo Forestale dello Stato, per verificare lo stato dei luoghi a seguito dello svolgimento della competizione motociclistica, in particolare al fine di riscontrare eventuali danni inferti a specie animali e vegetali;
se intenda attivare quanto di competenza per procedere all'accertamento circa l'espletamento della procedura di Valutazione d'incidenza, con esito positivo, effettuata da parte della Regione circa la fattibilità della gara motociclistica in oggetto, come previsto dalla norme vigenti attuative delle Direttive comunitarie poste a tutela di specie e habitat di prioritario interesse conservazionistico in zone SIC;
se intenda attivare le necessarie procedure presso l'Autorità giudiziaria qualora la Valutazione d'incidenza non sia state regolarmente espletata;
se intenda attivare quanto di competenza, anche di concerto con la Regione e il Corpo Forestale dello Stato per procedere all'accertamento circa la sussistenza di eventuali autorizzazioni allo svolgimento della competizione, rilasciate da parte dell'Ente gestore del Parco regionale ovvero dai Comuni territorialmente interessati, nonché circa la regolarità delle stesse qualora esistenti, con riguardo alle vigenti norme del Parco regionale, alle leggi regionali e dello Stato, e ai regolamenti forestali;
se intenda valutare la rispondenza delle norme vigenti e delle procedure autorizzative nel Parco regionale delle Orobie Valtellinesi ai principi ispiratori della Legge quadro sulle aree protette n. 394 del 1991, nonché al quadro di riferimento Comunitario in materia di SIC e ZPS.
(4-04189)
LION. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Amministrazione della provincia di Macerata intende realizzare un nuovo collegamento autostradale nella regione Marche, corrispondente all'asse viario «Villa Potenza-Porto Potenza», per un percorso della lunghezza di 24,900 Km;
da un primo ma rigoroso esame del progetto si riscontra come l'opera sia sproporzionata, ingombrante e sovradimensionata rispetto all'area in cui si inserirebbe, ossia il basso bacino del fiume Potenza costituito da un valle stretta, fortemente antropizzata con insediamenti sparsi e non congrua con le effettive esigenze degli utenti;
tale opera comprometterebbe notevoli superfici agricole e soprattutto terreni tra i più fertili nell'ambito del territorio regionale ed attualmente riservati a colture a specifica destinazione, di qualità certificata o biologica, difficilmente riproducibili in altra sede o ex novo;
per la realizzazione del progetto si stima una spesa compresa tra i 250 milioni di euro ed i 400 milioni di euro, che attualmente non sembrerebbero disponibili e che opzionalmente si vorrebbe reperire tramite il ricorso a strumenti di autofinanziamento quali il project finance;
esperti del settore della viabilità e delle problematiche dei trasporti che conoscono gli aspetti politici ed economici del territorio, nonché le autentiche aspettative della collettività della Valle del Potenza, ma più in generale della regione Marche, evidenziano che tale progetto di raccordo autostradale non sarebbe in grado di risolvere il nodo gordiano delle comunicazioni stradali della provincia di Macerata, mentre invece potrebbe attenuarsi migliorando la viabilità est-ovest e cioè portando a termine la superstrada Civitanova Marche-Foligno (SS 77 della Val di Chienti), attualmente in fase di fermo dei lavori presso Sfercia (Camerino) ed in costruzione da oltre 30 anni. Tale superstrada metterebbe agevolmente e direttamente in comunicazione la provincia di Macerata con la valle del Tevere e quindi con la grande viabilità della costa tirrenica;
dal punto di vista ambientale e paesaggistico, la nuova arteria, attirando e concentrando il traffico veicolare, sarebbe senza dubbio di notevole impatto, ponendosi come forte fonte di inquinamento acustico ed atmosferico in una valle dalla morfologia a tratti spettacolare e comunque molto stretta. Si tratta di profili delicati che richiederebbero inderogabilmente l'attivazione di una Valutazione Ambientale Strategica ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, nonché la previsione di una specifica tutela e salvaguardia del valore del paesaggio ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004;
per creare un concreto e non strumentale momento di confronto, ma anche per consentire un necessario approfondimento delle problematicità insite nel progetto, allo scopo soprattutto informando le popolazioni interessate circa la fondatezza delle criticità in evidenza, sono stati formalizzati specifici comitati di sensibilizzazione, in particolare si è costituito il 1o giugno 2007 il Comitato Intercomunale «Salviamo la Valpotenza» e si è poi formato il 22 Giugno 2007 il Comitato Cittadino di Potenza Picena;
in merito al progetto autostradale di cui trattasi, i due organismi popolari rimarcano in particolare l'assenza delle valutazioni e delle scelte strategiche necessarie per un intervento articolato e completo, ponendo l'accento anche sulla mancanza di proposte alternative e sulla verifica d'impatto ambientale e paesaggistico che anche l'Unione Europea in tal senso prescrive. Secondo i comitati il progetto della Provincia di Macerata non solo è privo di motivazioni tecniche ma deficitario di una politica territoriale adeguata ad una particolare vallata, la cui ricchezza sono l'alta qualità dell'agricoltura, la bellezza dei paesaggi, lo sviluppo turistico e una realtà industriale fortemente diffusa e non concentrata che di sicuro andranno salvaguardati in un progetto complessivo e non settoriale;
l'alternativa ragionevole e plausibile al suddetto progetto potrebbe rinvenirsi nell'intelligente valorizzazione dell'enorme patrimonio stradale esistente, allo scopo indicato dagli urbanistipianificatori con la denominazione di «Doppio Pettine» (complesso di strade perpendicolari e parallele alla costa adriatica), che con un serio programma di manutenzione straordinaria sarebbe in grado di soddisfare tutte le esigenze di una efficiente viabilità a servizio dell'Industria, del Commercio, dell'Agricoltura e del Turismo;
con la soluzione del Doppio Pettine si potrebbe evitare la costruzione di tale impattante intervento infrastrutturale che snaturerebbe lo spirito dei luoghi, strettamente legati al ricordo di Leopardi e alle suggestioni delle sue poesie, e che inoltre distruggerebbe irrimediabilmente le case e i terreni di centinaia di famiglie di agricoltori e residenti che da lungo tempo hanno trovato in questi spazi le basi materiali e spirituali della loro esistenza; circa trecento famiglie rischiano di essere espropriate dei loro beni a fronte di indennità ridicole;
la nuova autostrada rappresenta un serio pericolo per la conservazione della Vallata del Potenza considerando l'ipotesi di costruzione di un'arteria a 6 corsie, tutta in rilevato, con un terrapieno continuo alto 6 metri, 4 viadotti sul fiume, 7 svincoli, 17 sottopassi, 21 sovrappassi, 12 attraversamenti - fossi, 3 ponti per canale Enel, 2 stazioni autostradali, il tutto su 24,900 chilometri di tracciato, complessivamente 66 manufatti in cemento che consumeranno complessivamente non meno di 500 ettari di ottimi terreni agricoli irrigui;
tale intervento risulterebbe incompatibile anche alla luce della prossima realizzazione di un nuovo casello autostradale sulla A14 che dovrà essere eretto a poca distanza dal casello di Porto Recanati;
è necessario preservare le bellezze paesaggistiche del nostro paese, tutelare le ricchezze culturali dei luoghi d'arte, promuovere le particolarità agricole e alimentari delle nostre regioni. In tale ottica appare urgente un'azione delle autorità governative competenti affinché nell'ambito di tale azione di salvaguardia si conservi e protegga la Valle del Potenza da possibili interventi ostili alle proprie valenze ambientali, quale quello rappresentato dall'ipotizzato raccordo autostradale Villa Potenza Porto Potenza. Si tratta di una priorità degna di tutela che non può essere superata dall'opportunità economica della realizzazione di un'infrastruttura viaria facilmente sostituibile da interventi alternativi;
bisogna non intaccare l'amena immagine delle Marche fatta di dolci colline e antichi casolari immersi nel verde dei campi, in tal senso è necessario evitare la distruzione di un bene non rinnovabile come il paesaggio della Valle del Potenza con tutte le sue valenze naturalistiche e storico-letterarie di cui le opere leopardiane sono una testimonianza che rimane immortale nel tempo e nella memoria -:
se per le parti di propria competenza non intendano con la massima urgenza attivare le opportune procedure di consultazione e di valutazione preventiva, che unitamente ad un confronto con la regione Marche e la Provincia di Macerata, siano in grado di vietare la realizzazione dell'ipotizzato raccordo autostradale «Villa Potenza-Porto Potenza», allo scopo favorendo l'individuazione di soluzioni infrastrutturali alternative ed a basso impatto ambientale, e maggiormente sostenibili dal punto di vista agricolo e storico-paesaggistico-culturale;
quali ulteriori iniziative intendano assumere per favorire la tutela e lo sviluppo integro e secondo le naturali caratteristiche paesaggistiche, agricolo-alimentari ed ambientali, della Valle del Potenza.
(4-04191)