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Allegato B
Seduta n. 178 del 27/6/2007
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DIFESA
Interpellanza:
II sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
domenica 24 giugno 2007, al passaggio di una pattuglia del contingente spagnolo dell'Unifil in Libano nella zona di Khiam settore Est del teatro di operazione dei caschi blu, è esploso un ordigno piazzato ai bordi della strada facendo 6 morti;
l'esplosione e' avvenuta vicino al villaggio di Dardara, nella valle di Khiam, settore sotto il comando del contingente spagnolo, basato nella cittadina di Marjayun;
sono varie le ricostruzioni che si stanno facendo in queste ore sulla matrice dell'attacco. A titolo esemplificativo si riporta un articolo di Guido Olimpo del Corriere della Sera del 25 giugno 2007 dove si legge «...ma chi tira le fila? Le autorità libanesi tenaci avversarie della Siria, non hanno dubbi: sono gli 007 di Damasco. Gli Hezbollah, di fede mussulmana sciita, guardano con sospetto ai Paesi Sunniti. E compaiono ricostruzioni che parlano di presunti rapporti tra il Governo di Beirut e ambienti fondamentalisti. Altri osservatori legano gli attacchi allo sforzo delle organizzazioni jihadiste regionali... tante versioni con la realtà piegata ai tanti interessi». Michele Giorgio sul Manifesto del 26 giugno 2007 afferma «...Manovrati da chi? Il Governo filo-americano di Fuad Sinora punta costantemente l'indice contro la Siria, ma questa ipotesi si scontra con la logica... Meglio sarebbe indagare sugli appoggi che esponenti del Salafismo sannita di Tripoli e del nord del Paese, hanno ricevuto dal Partito di maggioranza Mustaqbal di Saad Hariri, come riferito all'inizio dell'anno dal giornalista americano Seymour Hers»;
fonti del Ministero della difesa spagnolo puntano il dito sull'organizzazione al Fatah al-Islam. Si tratterebbe di un gruppo sunnita legato ad Al Qaeda che recentemente ha minacciato le forze dell'Onu e da oltre un mese impegna l'esercito libanese in sanguinosi combattimenti nel campo profughi di Nahr elBared;
sul sito www.unita.it si legge «Quest'attacco contro le forze spagnole giunge dopo una serie di minacce contro l'Unifil in diverse circostanze... » «... ha dichiarato il ministro dell'informazione libanese Ghazi Aridi, al termine di una riunione d'emergenza del governo del premier Fuad Siniora. Aridi si riferiva alle accuse che il capo di Fatah al-Islam, Shaker al-Absi, aveva lanciato all'inizio del mese contro l'Unifil, sostenendo che aveva aiutato l'esercito libanese a bombardare Nahr al-Bared, illuminando il campo profughi con i radar delle unità navali della forza Onu che pattugliano le coste libanesi»;
saremmo in presenza quindi di un potenziale scenario di instabilità, facilmente preventivabile nel momento in cui si è dato il via libera alla missione militare, ancora maggiore rispetto a quello dell'estate scorsa;
in pochi mesi il Libano ha assistito alla crisi dell'alleanza di governo, imponenti manifestazioni di piazza da parte dell'opposizione, all'assassinio di un ministro e un parlamentare, a scontri mortali tra diverse fazioni politiche e, da ultimo, alla battaglia di Tripoli fra l'esercito e i militanti islamici filo palestinesi presumibilmente legati ad Al Qaeda;
lo stesso Generale Fabio Mini in un'intervista resa al quotidiano La Stampa afferma come le cose per il contingente italiano si fanno sempre più difficili. Saremmo in presenza infatti di un tentativo
da parte di alcune fazioni di sostituirsi agli Hezbollah (considerati troppo "moderati") nel controllo dei sud dei Libano. In particolare il Generale afferma «Guardi che ad un certo punto la missione dei Caschi Blu potesse finire per trovarsi tra due fuochi, era nel conto. Il guaio è che sta finendo tra tre o quattro fuochi diversi... »;
tra le ragioni che i sostenitori dell'intervento militare internazionale hanno avanzato al fine di giustificare l'invio di truppe militari vi era anche quella relativa alla necessità di frapporre un argine agli attacchi dell'esercito israeliano in territorio Libanese e porre le basi per una soluzione definitiva della «questione palestinese»;
la presenza dei caschi blu invece, oltre ad aver garantito una via di uscita dignitosa al governo israeliano rispetto alla sua fallimentare strategia, ha permesso al governo stesso di garantirsi militarmente la fascia nord del paese (dove tra l'altro continua il sorvolo degli aerei israeliani provocando l'irritazione dei Libanesi) e di concentrare l'«attenzione» sui territori occupati;
tale contesto ha determinato uno scenario di ulteriore instabilità non solo sul confine Libanese, ma in tutto il quadrante mediorientale;
i recenti conflitti in Palestina hanno ancora una volta dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, come la soluzione della «questione palestinese» rappresenta una precondizione (insieme ad altre come ad esempio il ritiro delle truppe dall'Afghanistan) per immaginare qualsiasi scenario di pace in Mediorente -:
se il Ministro sia in grado di fornire ulteriori dettagli in relazione alla vicenda riportata in premessa;
se il Ministro sia in grado effettuare un primo bilancio politico della presenza militare italiana in Libano soprattutto in riferimento ai possibili scenari futuri -:
se non ritenga esaurita la missione italiana e in caso contrario quale siano i tempi per la sua conclusione, preventivabile;
quale sia la posizione del Governo italiano relativamente al precipitare della crisi palestinese e quali provvedimenti intenda adottare, per quanto di sua competenza, per porre fine alle sofferenze della popolazione.
(2-00628)
«Cannavò».
Interrogazione a risposta in Commissione:
FALLICA e GREGORIO FONTANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
le isole minori siciliane, tra cui le Egadi, Ustica e Pantelleria, vivono una situazione critica, legata alla crisi idrica dovuta all'insulcienza dell'acqua;
il rifornimento di acqua sulle isole è assicurato da un servizio di navi cisterna, gestito dalla Marina Militare, mentre le risorse finanziarie sono approntate dallo Stato, che garantisce il servizio di approvvigionamento appunto attraverso il Ministero della difesa;
il Ministero della difesa, per quest'anno, ha fornito un milione e duecento mila metri cubi di acqua, a fronte di un fabbisogno, per tutte le isole minori della Sicilia, di due milioni di metri cubi di acqua. All'appello, dunque, mancano ottocentomila metri cubi di acqua. Questo significa che già nei primi giorni di agosto, se non interverranno novità, le isole minori saranno costrette a chiudere anticipatamente la stagione estiva;
tale situazione sta diventando assolutamente insostenibile, in quanto lesiva dell'economia e dell'immagine di luoghi a vocazione prettamente turistica, degli abitanti, degli operatori economici e dei turisti che affollano le isole siciliane durante il periodo estivo -:
quali iniziative, urgenti ed improcrastinabili, il Ministro in indirizzo intenda adottare per fronteggiare una situazione che rischia di compromettere seriamente la stagione turistica e, di conseguenza, l'economia delle isole siciliane minori.
(5-01187)
Interrogazioni a risposta scritta:
PATARINO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
da alcuni giorni circola la notizia secondo la quale il Comando delle Scuole dell'Aronautica Militare intende chiudere il Centro di Addestramento di Taranto (ex SARAM), dopo 97 anni di proficua e gloriosa attività;
tale chiusura sarebbe del tutto ingiustificata, tanto più ove si consideri che quello di Taranto sarebbe l'unico Centro ad essere soppresso, mentre resterebbero attivi quelli di Caserta e Viterbo, per di più in aree strategicamente molto meno significative, con costi molto più elevati e con una Formazione Allievi molto più bassa rispetto a quella di Taranto (nel 2005: 1.163 allievi a Taranto, 272 a Caserta, 37 a Viterbo; nel 2006: 1.648 Allievi a Taranto, 350 a Caserta e 21 a Viterbo);
nei giorni scorsi il Consiglio Regionale della Puglia, con voto unanime, si è pronunciato contro la suddetta ipotesi di chiusura -:
quali iniziative intenda adottare per garantire la sopravvivenza del Centro Addestramento di Taranto che, oltre ad essere di grande importanza sul piano strategico militare, lo è non di meno su quello economico sociale, perché la sua scomparsa dal territorio jonico costituirebbe un ennesimo colpo all'economia ed al prestigio di una Città già in grandi sofferenze, che sta subendo anche i contraccolpi della progressiva desertificazione dell'Arsenale della Marina Militare, che tanto ha dato alle Forze Armate Italiane.
(4-04174)
CANNAVÒ e KHALIL detto ALÌ RASHID. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
su segnalazione delle associazioni ambientaliste e dalle notizie di stampa si apprende che all'interno della caserma Monte Grappa, precedentemente utilizzata come Scuola militare di educazione fisica (SMEF) e attualmente occupata dalla Guardia di finanza, sono stati abbattuti otto pini monumentali;
il luogo è situato all'interno del centro storico della città, la struttura militare è circondata da un ampio parco ricco di decine di pini monumentali di quasi sessanta anni di età;
nello scorso mese di dicembre, otto pini sono stati abbattuti, sembra, per consentire la costruzione di nuove palazzine funzionali alle esigenze dei finanzieri;
in un articolo del Corriere dell'Umbria del 13 gennaio 2007 il presidente del Wwf orvietano afferma «...nel complesso da essi occupato sono disponibili diverse migliaia di metri quadrati già edificati e completamente inutilizzati...»;
sempre nell'articolo del Corriere dell'Umbria del 13 gennaio 2007 il Presidente del Wwf orvietano afferma «...inoltre non è stata chiesta alcuna autorizzazione paesaggistica, o di altro genere per questo abbattimento...»;
decine di camion hanno attraversato il centro storico della città per rimuovere il terreno necessario a far spazio alle fondamenta delle palazzine. Nella giornata di sabato 15 gennaio 2007, a seguito delle proteste di alcuni cittadini veniva emessa da parte del sindaco di Orvieto una ordinanza di divieto di transito dei mezzi pesanti sulla viabilità precedentemente utilizzata;
ulteriori polemiche sono state sollevate per la presunta circostanza che l'assessore all'ambiente è anche direttore dei lavori, in particolare sul Messaggero del 14 gennaio 2007 si legge «La posizione dell'assessore Desideri è scomoda: da una parte dirige quei lavori, dall'altra dovrebbe avviare le procedure per un controllo della loro congruità rispetto alle esigenze del masso tufaceo all'interno del quale si scava...»;
dal 10 novembre 2005 con sentenza n. 6312 del Consiglio di Stato, sezione IV,
anche le opere destinate alla difesa militare, realizzate in zone vincolate, debbono ottenere l'autorizzazione paesaggistica;
un cittadino orvietano ha inoltrato un esposto alla procura della Repubblica di Orvieto, che ha aperto un fascicolo, questo tuttavia non è bastato ad ottenere la sospensione temporanea dei lavori;
la polemica nella città di Orvieto non è nuova, visto che nel 1997 alla caserma Monte Grappa vennero abbattute una cinquantina di piante delle stesse dimensioni di quelle odierne -:
se le procedure adottate per tali lavori siano compatibili con le normative in vigore;
se siano state rilasciate le autorizzazioni anche in presenza del vincolo paesaggistico e se sì in deroga a quale norma;
se corrisponda al vero la notizia che tali lavori servono per la costruzione di nuovi alloggi e se sì perché non siano stati utilizzati volumi già presenti all'interno della caserma e nelle zone limitrofe;
se corrispondano al vero le notizie secondo cui l'assessore all'ambiente è anche direttore dei lavori e se in tale caso non rilevi profili di incompatibilità;
se il Ministro non ritenga di sospendere i lavori ai fini di un più attento esame della situazione complessiva prima di pregiudicare in maniera irreparabile il territorio.
(4-04195)