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Allegato B
Seduta n. 178 del 27/6/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
D'AGRÒ. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
risulterebbe allo scrivente che, ad oggi, il Ministero del lavoro non abbia ancora provveduto, contrariamente a quanto previsto dalla legge n. 152 del 2001 (Nuova disciplina per gli Istituti di patronato e di assistenza sociale) e della normativa correlata, al versamento delle somme spettanti in favore dei Patronati quale saldo dell'attività 2004;
le somme in questione risulterebbero già da tempo concretamente disponibili sull'apposito capitolo di spesa del Ministero del lavoro;
in base a quanto disposto all'articolo 13 comma 1 della citata legge n. 152 del 2001 le somme stesse non possono avere destinazione diversa da quella indicata;
l'immotivato ritardo nell'erogazione di tali somme, riferite a un esercizio - quello del 2004 - ormai consolidato, pregiudica il regolare funzionamento dei Patronati e delle attività da essi svolte -:
quali iniziative il Ministro interrogato intende adottare al fine di garantire l'erogazione di cui sopra in tempi rapidi.
(5-01193)
Interrogazioni a risposta scritta:
PATARINO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
come riferito dai Sindacati confederali, il Ministero del lavoro aveva assunto
il formale impegno di garantire loro la pienezza dei benefici di cui alla legge 326 del 2003 a favore dei lavoratori tarantini esposti all'amianto (che rappresentano purtroppo la metà di quelli dell'intero Paese) se il loro numero non fosse stato superiore ai duemilacinquecento ipotizzati dal Ministero stesso;
dalle documentazioni ufficiali fornite dai predetti sindacati risulta che gli aventi diritto tarantini in realtà non superano le mille unità e non sono suscettibili di aumento -:
quali siano le ragioni per le quali il Ministero, come riferito da più parti, non intende onorare gli impegni assunti con una categoria di cittadini gravemente a rischio (Taranto detiene il non invidiabile primato nazionale) beneficiari della legge 326 del 2003 stabilendo, invece, di limitare secondo l'interrogante arbitrariamente il beneficio ad una parte soltanto della platea degli aventi titolo, dimostrando così ad avviso dell'interrogante assoluta inaffidabilità ed insospettata insensibilità sociale.
(4-04175)
PAGLIARINI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel 1990 la Italtel Telematica cede alla Siemens Telematica S.p.A., i suoi lavoratori, la maggior parte dei quali con anzianità di servizio ultraventennale;
nel 2001 la stabilità occupazionale interna è gravemente messa a rischio da una procedura di mobilità, con il ricorso alla cassa integrazione;
nel 2002, per il solo mese di settembre, i lavoratori della Siemens Telematica S.p.A., sono ceduti alla Siemens Mobile Communications S.p.A.;
nel mese di ottobre 2002, i lavoratori vengono nuovamente ceduti ad altra società, segnatamente Siemens S.p.A., ove vi permangono sino al settembre 2006;
il 1o ottobre 2006 la Siemens S.p.A., conferisce alla Siemens Enterprise Communications S.p.A., (già Business & Business s.r.l.) un ramo d'azienda in crisi, denominato «Entriprise Networks» con 144 dipendenti;
la Siemens Enterprise Communications S.p.A., al momento del conferimento, non ha dipendenti né fatturato;
ancor prima del predetto conferimento, ossia il 23 settembre 2006, la Siemens Enterprise Communications S.p.A., dichiara l'esubero di personale, minacciando il licenziamento dei centoquarantaquattro dipendenti che facevano parte del ramo d'azienda che di lì a poco sarebbe stato oggetto di cessione;
il 4 ottobre 2006, ossia dopo quattro giorni dal conferimento, vengono avviate le trattative sindacali per la salvaguardia delle posizioni occupazionali all'interno dell'azienda;
in questi sei mesi i dipendenti passati alla Siemens Enterprise Communication S.p.A., non svolgono nessuna attività lavorativa. La maggior parte di costoro è messa nelle condizioni di accettare il prepensionamento; altri vengono ceduti nuovamente ad altra società, ossia Vox 2 Web S.p.A., ove allo stato attuale permane il completo stato di inattività;
il posto di lavoro è stato garantito dalla Vox 2 Web solamente per trentasei mesi;
a decorrere dal gennaio 2008 verrà applicata una contrattazione collettiva che prevede un trattamento economico e normativo peggiorativo rispetto a quello attuale dei Metalmeccanici -:
se il Ministro non ritenga necessario, per quanto di sua competenza, verificare la trasparenza delle molteplici cessioni poste in essere in questi anni, al fine di chiarire le reali finalità delle strategie aziendali;
quali misure intenda adottare a tutela di questi lavoratori al fine di scongiurare, terminati i trentasei mesi previsti
nell'ultima cessione, gli imminenti licenziamenti.
(4-04179)
CAMPA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i diplomati nautici italiani, terminati gli studi, difficilmente riescono a maturare la navigazione necessaria per il conseguimento del patentino e, successivamente, dei titoli professionali di Capitano di Lungo Corso e di Capitano alla Direzione Macchine;
questo è dovuto al fatto che, salvo rare eccezioni, le imprese armatoriali nazionali, compresa la Tirrenia che rappresenta la cosìdetta flotta di Stato, non imbarcano gli Allievi Ufficiali sulle loro navi, nonostante il Decreto legislativo 12 dicembre 2003, n. 344, costitutivo della tonnage-tax, avesse previsto l'obbligo della formazione dei cadetti, pena il venir meno per le imprese della facoltà di avvalersi di tale istituto (articolo 156, 3o comma),
a ciò si aggiunga che il decreto 23 giugno 2005 del Ministero dell'economia, all'articolo 7, 3o comma, stabilisce che, in alternativa all'imbarco di un allievo ufficiale, si ritiene assolto l'obbligo qualora le imprese armatoriali provvedano a versare al Fondo nazionale marittimi un determinato importo annuo al fine di assicurare il previsto addestramento degli allievi;
grazie a questa disposizione, quasi tutte le aziende di navigazione hanno preferito scegliere la soluzione che presenta minori problemi, ossia il versamento del quantum economico, con il risultato che i diplomati nautici potranno magari essere addestrati ma, senza il requisito dei periodi di navigazione richiesti dal Regolamento per l'esecuzione del Codice della navigazione, non potranno arrivare all'acquisizione dei titoli professionali;
a tale riguardo, bisogna inoltre tenere conto dell'ulteriore difficoltà incontrata da questi giovani anche qualora riescano ad ottenere il titolo di Aspirante Capitano (il cosìdetto patentino) infatti, è pratica ricorrente per l'armamento imbarcare, sulle navi iscritte nel Registro internazionale adibite al traffico commerciale (che costituiscono la maggior parte della flotta nazionale), soltanto il Comandante ed il 1o Ufficiale di Coperta di nazionalità italiana, mentre tutti gli altri gradi dello Stato Maggiore sono coperti con personale proveniente da paesi extracomunitari. Appare evidente che in tale modo, in mancanza del dovuto tirocinio nei primi gradi della scala gerarchica in quanto occupati da personale straniero, viene preclusa ogni possibilità di formazione degli Ufficiali;
tutto ciò avviene in presenza di provvedimenti che in quest'ultimo decennio sono stati emanati a sostegno del settore marittimo e da cui le aziende armatoriali hanno tratto notevoli benefici sotto forma di sgravi fiscali, contributivi e vari. Interventi finalizzati anche ad incentivare l'impiego dei marittimi italiani ma che invece sono serviti, vista la totale assenza di qualsiasi politica occupazionale in questo comparto, solo ad incrementare in maniera e esponenziale i profitti delle aziende;
lo Stato versa ogni anno diverse centinaia di milioni di euro in questo settore e sarebbe quindi necessario attuare una politica mirata ad agevolare i giovani nell'entrata del lavoro sul mare -:
quali motivi ostativi impediscano l'attuazione dell'articolo 9-ter della legge n. 30 del 1998 istitutiva del Registro Internazionale, articolo appositamente studiato per monitorare, rilanciare e governare l'occupazione del settore marittimo attraverso la costituzione dell'Osservatorio del mercato del lavoro marittimo e del Turno generale unico e se intenda effettuare un'indagine dalle Capitanerie di Porto su quanti Allievi Ufficiali sono imbarcati nella flotta nazionale e quanti posti di lavoro, ad eccezione di quelli del Comandante e del 1o Ufficiale di Coperta, risultano occupati da Ufficiali italiani o da non comunitari;
quali motivi ostativi impediscano l'immediata applicazione dell'ormai datato
Regolamento per il Collocamento della Gente di Mare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 2006, n. 231, che prevede l'istituzione di strumenti quali l'Anagrafe nazionale per la Gente di Mare e la Borsa nazionale del lavoro marittimo ritenuti essenziali per gestire l'occupazione e costituire le condizioni per un migliore rilancio del mercato del lavoro di questo settore.
(4-04180)