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Allegato A
Seduta n. 182 del 3/7/2007
DISEGNO DI LEGGE S. 1566: CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 11 MAGGIO 2007, N. 61, RECANTE INTERVENTI STRAORDINARI PER SUPERARE L'EMERGENZA NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI NELLA REGIONE CAMPANIA E PER GARANTIRE L'ESERCIZIO DEI PROPRI POTERI AGLI ENTI ORDINARIAMENTE COMPETENTI (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 2826)
(A.C. 2826 - Sezione 1)
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
l'emergenza rifiuti in Campania ha raggiunto livelli di gravità estrema a causa della diffusione di un estremismo ambientalista irrazionale che ha portato al rifiuto di ogni ente locale della regione di farsi carico dello smaltimento dei rifiuti prodotti nel proprio territorio;
l'emergenza rifiuti si protrae da 14 anni e ha portato allo sperpero di ingentissime quantità di danaro pubblico senza avviare a soluzione i problemi di fondo, in quanto il ciclo dei rifiuti è sostanzialmente bloccato per la mancanza di termovalorizzatori in numero adeguato, per il fallimento della raccolta differenziata e per l'accumulo di un'enorme quantità di ecoballe di pessima qualità,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di monitorare l'applicazione del provvedimento in esame, al fine di adottare ulteriori iniziative anche normative volte a prevedere l'obbligo per ogni comune della Campania di individuare immediatamente un sito per realizzare una discarica al fine di smaltire i rifiuti prodotti nel comune stesso, in attesa della realizzazione di un numero di termovalorizzatori nella medesima regione sufficienti a chiudere il ciclo di tutti i rifiuti prodotti.
9/2826/1. (Testo modificato nel corso della seduta)La Loggia, Boscetto, Bruno, Carfagna.
La Camera,
impegna il Governo
ad uscire una volta per tutte dalla logica emergenziale e ad adottare ulteriori iniziative, anche normative, volte ad imporre alla regione Campania, alle province e ai comuni di farsi carico dello stoccaggio e dello smaltimento dei rifiuti prodotti nel loro territorio.
9/2826/2. (Testo modificato nel corso della seduta)Elio Vito, Leone, La Loggia, Fratta Pasini.
La Camera,
impegna il Governo
a responsabilizzare gli enti locali campani affinché effettuino nel loro territorio lo
stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani prodotti, promuovendo in primo luogo la raccolta differenziata.
9/2826/3. (Testo modificato nel corso della seduta)Gioacchino Alfano, Carfagna, Fratta Pasini.
La Camera,
premesso che:
l'ormai gravissima emergenza rifiuti in Campania, la cui gestione ha generato un enorme sperpero di denaro pubblico con l'assunzione di personale burocratico del tutto inutile, è arrivata ad un punto di non ritorno in quanto siamo di fronte al rifiuto totale degli enti locali campani di farsi carico dello smaltimento dei rifiuti prodotti nel loro territorio;
si sono sperperate somme immense per spedire l'immondizia campana in Germania e si è perfino ipotizzata la spedizione della spazzatura campana nella lontana Romania, che per fortuna ha rifiutato;
i partiti di sinistra tutti, e in particolare i Verdi della Campania, il cui massimo esponente, ricopre attualmente l'incarico di Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, hanno un'enorme responsabilità politica e morale sulla situazione terribile in cui hanno fatto precipitare la regione Campania per la questione rifiuti, ma, lungi dal compiere una doverosa autocritica e dal proporre di conseguenza rimedi efficaci per uscire dall'emergenza, portano avanti provvedimenti, come il decreto in esame, assolutamente inidonei a far superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania;
anche in altre regioni, quali la Puglia ed il Lazio, la sinistra estrema porta avanti, nel campo dei rifiuti, politiche ambientali estremistiche ed irrazionali tali da poter produrre, in un futuro molto prossimo, situazioni simili a quella campana,
impegna il Governo
a superare la logica emergenziale della gestione dei rifiuti in Campania e a non ripetere gli errori compiuti anche in altre regioni, in particolare in quelle citate in premessa.
9/2826/4. Leone, La Loggia, Fratta Pasini.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative anche normative volte a dare ulteriori e più ampi poteri al Commissario straordinario affinché possa operare in condizioni di chiarezza ed autonomia, senza interferenze esterne.
9/2826/12. (Testo modificato nel corso della seduta)Aprea, Adornato, Carlucci, Garagnani, Lainati, Martusciello, Palmieri, Pescante.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a fornire il Commissario di pieni poteri operativi, per superare i veti incrociati che finora hanno impedito il raggiungimento di risultati positivi nel contrasto all'emergenza rifiuti in Campania.
9/2826/16. (Testo modificato nel corso della seduta)Tortoli, Stradella, Nicola Cosentino.
La Camera,
premesso che:
in Campania si è ormai sull'orlo del disastro ambientale e di emergenza salute
per i cittadini a causa della presenza nelle strade di tonnellate di rifiuti che non si sa come e dove smaltire;
tale situazione è anche il frutto di una dissennata politica pseudoambientalista portata avanti dall'ala radicale della sinistra, compresi anche alcuni membri del Governo, che sa solo parlare «contro» ma non sa avanzare proposte alternative;
appare opportuno evitare che l'approccio ideologico ed irresponsabile, che tanti danni ha prodotto in Campania, possa essere esteso ad altre regioni,
impegna il Governo
a dar seguito a quanto esposto in premessa.
9/2826/17. Stradella, Tortoli, Mistrello Destro.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a:
sostenere il difficile lavoro del Commissario straordinario, fornendogli tutti gli strumenti indispensabili per completare senza intralci la sua opera, nei tempi previsti dal decreto legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290;
sostenere il piano del Commissario, previsto dall'articolo 9 del decreto legge in esame, da predisporre con il concorso della regione e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che dovrà prevedere il ciclo integrato in ogni ambito territoriale ottimale;
collegare strettamente la gestione dell'emergenza rifiuti con le emergenze della bonifica e dell'acqua;
ad attuare quanto previsto nelle conclusioni del documento approvato il 13 giugno 2007 dalla Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e delle attività illecite ad esso connesse, con particolare riferimento ai punti concernenti:
a) un ciclo integrato dei rifiuti;
b) il decongestionamento istituzionale e la razionalizzazione delle competenze;
c) un'efficace prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata;
d) una più incisiva tutela della salute delle popolazioni locali;
e) il dopo Commissariato.
9/2826/21. (Testo modificato nel corso della seduta)Misiti, Donadi, Evangelisti, Astore, Belisario, Borghesi, Costantini, D'Ulizia, Mura, Palomba, Pedica, Pedrini, Raiti, Razzi, Iacomino, De Angelis, Leoluca Orlando.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente
e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva
gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
la disposizione di cui all'articolo 6 del provvedimento in esame prevede la nomina a sub-commissari dei presidenti delle province della Campania,
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della disposizione richiamata nell'ultima premessa, al fine di adottare eventuali ulteriori iniziative normative volte a far sì che il sindaco di Benevento sia nominato sub-commissario per il proprio ambito territoriale di competenza.
9/2826/35. Giacomoni, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario
per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti
in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte a ridurre, fino alla cessazione dello stato di emergenza, la riscossione della TARSU in Campania del 50 per cento.
9/2826/36. Brusco, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
la disposizione di cui all'articolo 6 del provvedimento in esame prevede la nomina a sub-commissari dei presidenti delle province della Campania,
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della disposizione richiamata nell'ultima premessa, al fine di adottare eventuali ulteriori iniziative normative volte a far sì che il sindaco di Avellino sia nominato sub-commissario per il proprio ambito territoriale di competenza.
9/2826/37. Floresta, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano.
Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
la disposizione di cui all'articolo 6 del provvedimento in esame prevede la nomina a sub-commissari dei presidenti delle province della Campania,
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della disposizione richiamata nell'ultima premessa, al fine di adottare eventuali ulteriori iniziative normative volte a far sì che il sindaco di Salerno sia nominato sub-commissario per il proprio ambito territoriale di competenza.
9/2826/38. Baldelli, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero
territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
la disposizione di cui all'articolo 6 del provvedimento in esame prevede la nomina a sub-commissari dei presidenti delle province della Campania,
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della disposizione richiamata nell'ultima premessa, al fine di adottare eventuali ulteriori iniziative normative volte a far sì che il sindaco di Caserta sia nominato sub-commissario per il proprio ambito territoriale di competenza.
9/2826/39. Gregorio Fontana, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività
imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania
prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
la disposizione di cui all'articolo 6 del provvedimento in esame prevede la nomina a sub-commissari dei presidenti delle province della Campania,
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della disposizione richiamata nell'ultima premessa, al fine di adottare eventuali ulteriori iniziative normative volte a far sì che il sindaco di Napoli sia nominato sub-commissario per il proprio ambito territoriale di competenza.
9/2826/40. Giuseppe Fini, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione
dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare gli opportuni provvedimenti volti a prevedere che i giovani che prestano il servizio civile ai sensi della legge 6 marzo 2001, n. 64, ed i militari di truppa che abbiano contratto ferma prefissata nelle Forze Armate e siano residenti nei comuni della regione Campania, vengano, a domanda, impiegati fino al 31 dicembre 2007, dal Commissario delegato per l'emergenza rifiuti della Campania presso i comuni di residenza.
9/2826/41. Ferrigno, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di monitorare l'applicazione del provvedimento in esame, al fine di adottare ulteriori provvedimenti, anche normativi, volti a prevedere che:
venga meno l'obbligatorietà da parte dei comuni di avvalersi dei consorzi per la raccolta differenziata, qualora i consorzi non siano in grado nell'immediato di prendere in capo la gestione della raccolta differenziata dei rifiuti ed adottare le misure necessarie per l'incremento significativo dei livelli di raccolta degli imballaggi primari e della frazione organica, dei rifiuti ingombranti, nonché della frazione valorizzabile di carta, plastica, vetro, legno, metalli ferrosi e non ferrosi;
i comuni provvedano, visto il carattere di urgenza e la necessità di non interruzione del servizio, e fino alla costituzione degli ATO, ai sensi dell'articolo 198, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
il soggetto affidatario del servizio integrato di raccolta differenziata pro tempore venga individuato ai sensi del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;
sia consentito ai comuni di provvedere alla stabilizzazione del personale impiegato presso i consorzi ai sensi dell'articolo 3, comma 4, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006;
sia attribuito al Commissario delegato il potere di disporre l'accorpamento dei consorzi inattivi, ovvero il loro scioglimento.
9/2826/42. Fedele, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella
legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
appare opportuno che, tenuto conto della grave situazione in atto nel territorio della regione Campania in materia di rifiuti, al fine di consentire anche l'espletamento delle attività di presidio dei siti da destinare a discarica, il personale di cui all'articolo 1, comma 8, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, sia pari, al messimo a venti unità,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a dare seguito a quanto esposto nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/43. (nuova formulazione) Cesaro, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare gli opportuni provvedimenti volti a prevedere che ogni attività di gestione ed affidamento per la realizzazione di nuovi impianti o ristrutturazione degli esistenti avvenga mediante gara pubblica ad evidenza europea.
9/2826/44. Fallica, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento
gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei
confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare gli opportuni provvedimenti volti a prevedere che il Commissario delegato per l'emergenza rifiuti promuova a livello regionale, oltre alle iniziative di informazione di cui all'articolo 2 del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290, una ulteriore campagna informativa volta a sensibilizzare i cittadini sui problemi e sui costi legati allo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e sui costi di smaltimento dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, nonché sui comportamenti individuali che contribuiscono a diffondere una corretta gestione del sistema dei rifiuti.
9/2826/45. D'Ippolito Vitale, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
appare opportuno che dal computo di valutazione dei costi per determinare la Tarsu e la Tia le siano sottratte le spese determinate dall'emergenza, ponendo queste ultime a carico della Regione Campania,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinche si dia seguito a quanto evidenziato nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/46. Crosetto, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
appare opportuno che dal computo di valutazione dei costi per determinare la Tarsu e la Tia le siano sottratte le spese determinate dall'emergenza, ponendo queste ultime a carico del Fondo speciale di parte corrente del Ministero dell'economia e delle finanze,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinche si dia seguito a quanto evidenziato nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/47. Costa, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero
territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché la Tarsu possa essere significativamente ridotta, sino alla corresponsione di un servizio efficiente.
9/2826/48. Nicola Cosentino, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito
in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito
di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
appare opportuna l'adozione di ogni provvedimento idoneo affinché, nei periodi di irregolare effettuazione del servizio di spazzamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, la tariffa venga commisurata per i medesimi periodi al 40 per cento di quella determinata per l'anno di riferimento, facendo sì che l'adozione di ordinanze commissariali o sindacali costituisca prova di irregolare effettuazione del servizio,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinche si dia seguito a quanto evidenziato nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/49. Ceroni, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali
ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
appare opportuno adottare tutti i provvedimenti idonei affinché, sino alla permanenza della dichiarazione dello stato di emergenza, ai fini della raccolta e del trattamento dei rifiuti solidi urbani, la riscossione della Tarsu venga sospesa,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinche si dia seguito a quanto evidenziato nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/50. Lupi, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano
ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano,
con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte a ridurre significativamente la TARSU fino alla cessazione dello stato di emergenza.
9/2826/51. Carfagna, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore
in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
appare necessario, ad avviso dei presentatori, adottare misure sanzionatorie nei confronti dei comuni che hanno accelerato, in modo non corretto, le procedure
di appalto in costanza di conversione del decreto legge 9 ottobre 2006 n. 263 affidando il servizio di smaltimento dei rifiuti ad aziende private moltiplicando gli sperperi a danno della cosa pubblica,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza volte a sanzionare i comportamenti scorretti posti in atto nei comuni di cui si è detto in premessa.
9/2826/52. Campa, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di attuare un piano straordinario di monitoraggio sanitario dell'intera regione Campania, anche mediante dosaggi della diossina in vivo.
9/2826/53. (Testo modificato nel corso della seduta)Boscetto, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutti i provvedimenti necessari al fine di consentire al commissario delegato di individuare, con le necessarie garanzie sanitarie ed ambientali, le soluzioni ottimali per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e per l'eventuale smaltimento delle ecoballe fino ad oggi prodotte.
9/2826/54. (Testo modificato nel corso della seduta)Bertolini, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa,
hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti
in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
numerosi lavoratori sono stati sino ad ora inutilmente pagati per effettuare la raccolta differenziata,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare tutti i provvedimenti necessari al fine di redigere un piano industriale che consenta l'utilizzo effettivo dei lavoratori di cui in premessa.
9/2826/55. Bruno, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento
gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una
ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative al fine di evitare che i comuni e le aree limitrofe a quelle in cui, negli ultimi 15 anni, sono stati realizzati impianti di trattamento dei rifiuti, vengano indicati come sede di ulteriori impianti dello stesso tipo.
9/2826/56. Azzolini, Gioacchino Alfano, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative al fine di evitare di utilizzare i siti insistenti nelle aree e zone limitrofe a quelle oggetto di vincolo ambientale o di altra natura.
9/2826/57. Armosino, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
appare opportuno evitare l'utilizzo di siti oggetto di provvedimenti della magistratura ordinaria, al fine di evitare conflitti istituzionali,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza volte a dare seguito a quanto esposto, in particolare, con riferirmento all'ultimo capoverso della premessa
9/2826/58. Aracu, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito
in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato
ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
troppo spesso i siti da destinare a discarica sono individuati sulla base di sollecitazioni sostenute da logiche geo-politiche,
impegna il Governo
a evitare che si ripetano situazioni come quelle esposte nell'ultimo capoverso della premessa-9/2826/59. Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse
l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le
caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad effettuare un monitoraggio dell'applicazione delle disposizioni del provvedimento in esame, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte ad affidare ad un commissario unico la gestione delle emergenze rifiuti, acque e bonifiche.
9/2826/60. Alfredo Vito, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere
destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei
comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
l'aumento della Tarsu in Campania porterebbe alla paradossale conseguenza del servizio peggiore fornito al prezzo più alto,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché sia evitata la situazione paradossale di cui si è detto nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/61. Verro, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare iniziative, anche di carattere generale, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 3 del presente decreto-legge, volte ad escludere dall'individuazione dei siti i parchi e le aree protette.
9/2826/62. (Testo modificato nel corso della seduta)Santelli, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato
consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la
pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative di propria competenza volte a predisporre un piano idoneo ad attivare il ciclo integrato dei rifiuti in ogni ambito territoriale, a cominciare dalla localizzazione di un impianto di trattamento finale dei rifiuti nella città di Napoli.
9/2826/63. Sanza, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza volte a riaprire subito tutte le discariche necessarie.
9/2826/64. (Testo modificato nel corso della seduta)Pizzolante, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutti quei provvedimenti idonei a potenziare le attività di contrasto del fenomeno del traffico illecito di rifiuti, così come previsto anche dall'ordine del giorno n. 9/1922/9 già accolto dal Governo.
9/2826/65. (Testo modificato nel corso della seduta)Paolo Russo, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo:
ad adottare tutti quei provvedimenti idonei affinché, a partire dal 31 ottobre 2007, venga istituito, e per non oltre un anno, un tavolo permanente in accordo quadro di programma tra il Governo, il Commissario delegato, la regione, le province ed i comuni che accompagni le amministrazioni locali verso l'ordinaria amministrazione. Le suddette intese istituzionali di programma devono contenere la definizione delle attività, dei relativi responsabili, delle risorse finanziarie, delle procedure e dei soggetti tenuti alla verifica dei risultati. In un contesto programmatico unitario, vincolante per tutti i soggetti istituzionali che vi partecipano, devono trovare definizione gli interventi da realizzare, i relativi tempi di esecuzione anche attraverso il ricorso a procedimenti accelerati e le eventuali conferenze dei servizi per l'attuazione delle misure concordate, nonché gli impegni di ciascun soggetto, con preventiva definizione delle risorse finanziarie da attivare e del soggetto cui competono poteri sostitutivi in caso di inerzie.
9/2826/66. (Testo modificato nel corso della seduta)Mario Pepe, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative di propria competenza volte a dare seguito a quanto indicato nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/67. (Testo modificato nel corso della seduta)Paniz, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e
della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare tutti quei provvedimenti idonei affinché le province provvedano, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame, all'individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento de rifiuti, così come previsto dall'articolo 197, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ed alle province che non provvedono nei termini previsti si applichino le disposizioni di cui all'articolo 141, comma 1, lettera a), del testo unico delle leggi sul
l'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
9/2826/68. Mistrello Destro, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutti quei provvedimenti idonei affinché il Piano per la realizzazione di un ciclo integrato dei rifiuti per la Regione Campania preveda la possibilità di autorizzare le iniziative sostenute dai comuni, singoli o associati, che intendano, con mezzi finanziari propri, integrarsi nella filiera del ciclo dei rifiuti, entro i limiti di cui al presente decreto-legge e della legislazione nazionale e regionale vigente.
9/2826/69. (Testo modificato nel corso della seduta)Milanato, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutti quei provvedimenti idonei affinché il Commissario delegato per l'emergenza rifiuti provveda alle attività di sua pertinenza mediante uno stanziamento di 80 milioni di euro a carico del fondo speciale di parte corrente del Ministero dell'economia e delle finanze, nei limiti e secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 81 del 2 luglio 2007.
9/2826/70. (Testo modificato nel corso della seduta)Martusciello, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutti quei provvedimenti idonei affinché i comuni della Campania che entro il 31 dicembre 2007 non hanno avviato la raccolta differenziata vengano sciolti per la grave violazione di legge, ai sensi dell'articolo 141, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nei limiti di quanto disposto dall'articolo 4, comma 1, del decreto-legge n. 263 del 2006.
9/2826/71. (Testo modificato nel corso della seduta)Marras, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente
e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva
gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti;
appare opportuno che, sino alla permanenza della dichiarazione dello stato di emergenza, ai fini della raccolta e del trattamento dei rifiuti solidi urbani la Tarsu venga ridotta del 40 per cento,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative di propria competenza volte a dare seguito a quanto previsto nell'ultimo capovero della premessa.
9/2826/73. Lazzari, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare gli opportuni provvedimenti volti a prevedere che, nel caso in cui i comuni non provvedano nei termini previsti o non raggiungano gli obiettivi prefissati di raccolta differenziata, si procede alla nomina di commissari ad acta.
9/2826/74. (Testo modificato nel corso della seduta)Laurini, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della
concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare gli opportuni provvedimenti volti a prevedere che, il Commissario delegato per l'esercizio delle proprie funzioni si avvale di un sub-commissario con funzioni vicarie nominato nella persona del direttore generale del Dipartimento della protezione civile.
9/2826/75. Iannarilli, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
in data 12 febbraio 1994 il Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza in Campania al fine della gestione dei rifiuti;
a distanza di oltre 13 anni la situazione si è addirittura aggravata ed oggi sul territorio regionale si registra una condizione drammatica, che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali; l'emergenza rifiuti ha risucchiato in un vortice di inadempienza, sprechi ed incapacità politiche e gestionali, circa un miliardo e mezzo di euro;
già nel mese di ottobre del 2006 il Governo approvò un decreto, poi convertito in legge a dicembre del 2006, attraverso il quale si conferivano al capo della protezione civile nuovi compiti e poteri;
in sede di dibattito parlamentare emersero le difficoltà che poi nella realtà sono effettivamente sorte nella gestione dell'emergenza a causa del vincolo della concertazione con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Campania, imposto al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso;
il Capo della protezione civile ha sempre sostenuto, in ogni sede e soprattutto più volte, che l'unica soluzione praticabile ed ambientalmente compatibile per scongiurare una crisi sanitaria fosse l'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel comune di Serre;
dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viceversa, hanno suggerito al Commissario straordinario
per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare al posto del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre; i dubbi, i cambiamenti e le controversie politiche rendono impercorribile e, soprattutto, screditano ogni ulteriore scelta, che appare così, agli occhi dell'opinione pubblica, sempre più discrezionale e discutibile; è stato consegnato alla protezione civile ed alla regione Campania uno studio, redatto da esperti e docenti universitari, che fornisce la mappa delle aree che, in ogni provincia, possiedono le caratteristiche per essere destinate a discarica; la riapertura degli sversatoi rappresenta, ad avviso dei sottoscrittori, la sconfitta ideologica ed il fallimento gestionale di chi, come il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, all'epoca dei fatti Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, sull'onda di un furore falsamente ambientalista, cocciutamente volle chiuderli;
il sistema impiantistico dell'intera regione, eccezion fatta per il termovalorizzatore in costruzione ad Acerra, resta praticamente un'idea riposta nel cassetto;
il trasporto dei rifiuti fuori regione, pur avendo fatto sopportare costi altissimi (per il servizio prestato la società Ecolog vanta ancora un credito di 80 milioni di euro dalla struttura commissariale), rappresenta purtroppo ancora una scappatoia facile, comoda, dispendiosa e, soprattutto, scorretta sotto il profilo dell'etica;
la raccolta differenziata è sostanzialmente inesistente se si escludono alcune aree della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano. Nei comuni con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale non supera il 6 per cento;
per la raccolta differenziata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro: una cifra che è servita anche a pagare i lavoratori lasciati colpevolmente a non fare nulla; la straordinaria crisi ha reso necessario l'acquisto ed il fitto di numerose aree, sulle modalità di individuazione e di scelta delle quali pendono, ormai da troppo tempo, importanti indagini della direzione distrettuale antimafia;
ammonta ormai a 5 milioni il numero delle ecoballe disseminate sull'intero territorio regionale che necessitano, per essere eventualmente trattate, di oltre 300.000 camion;
i rifiuti che marciscono per strada oppure nei siti provvisori e nelle aree di stoccaggio improprio sono pari ad 1 milione di tonnellate;
le indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, come rilevato anche dalla Corte dei conti e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nella relazione finale sulla Campania prodotta nella XIV legislatura, superano i tre milioni e mezzo di euro;
il ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza essere neanche utilizzate, ha rappresentato la modalità pressoché ordinaria con cui il Commissariato ha esercitato la propria attività tecnico-gestionale, nonostante abbia disposto per lungo tempo di un organico davvero nutrito di pubblici dipendenti e funzionari, provenienti da altre pubbliche amministrazioni;
per progetti fantasma, come quello denominato Sirenetta e relativo ad un sistema di monitoraggio informatico del trasporto dei rifiuti, sono state sperperate altre cospicue risorse sottratte all'effettiva gestione dell'emergenza; è stato inserito nella legge finanziaria per il 2006 una accurata disciplina dei distretti industriali ed in particolare, sarà emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero per le attività produttive un apposito decreto che definirà le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e funzionale;
a seguito di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, sulle irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti
in Campania, è stata emessa una ordinanza dal Gip Rosanna Saraceno, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, con la quale è stata disposta l'interdizione, nei confronti della Impregilo e di cinque società del gruppo tra cui la Fibe e la Fisia, dal contrattare per un anno con la pubblica amministrazione nonché il sequestro preventivo di 750 milioni di euro riferita in particolare ai crediti vantati dalle società predette nei confronti dei comuni della regione Campania per l'attività di smaltimento dei rifiuti. Alle società, in particolare sono stati contestati illeciti amministrativi derivanti da una ipotesi di truffa aggravata configurata nei confronti di una serie di indagati e la relativa irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare gli opportuni provvedimenti volti a prevedere che la differenza che si determina tra il costo integrale di gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti e l'incasso della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani da parte di ciascun comune sia posta a carico del commissariato, nell'ambito delle risorse disponibili sulla contabilità speciale, sino alla esistenza dello stesso, e successivamente sia posta a carico della regione Campania per un periodo di cinque anni, a decorrere dal 10 gennaio 2008.
9/2826/76. Jannone, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, che è finalizzato a fronteggiare il contesto emergenziale in atto nella regione Campania, relativo allo smaltimento dei rifiuti, prevede misure volte a superare le principali criticità legate all'attuale gestione del ciclo dei rifiuti, che si è ulteriormente aggravata a causa delle difficoltà nell'individuazione delle discariche idonee;
conseguentemente, nonostante esistano unità lavorative già impegnate a fronteggiare il contesto emergenzìale in atto nella Campania, sia dal punto di vista sociale, che dell'ordine pubblico e della sicurezza, appare necessario potenziare gli organici già esistenti, che operano per fronteggiare la crisi in atto;
presso il Dipartimento della protezione civile, proprio relativamente a situazioni particolarmente gravi e pericolose sotto il profilo socio-economico-ambientale, operano da anni unità lavorative con compiti specifici proprio riferiti a tale contesto,
impegna il Governo
al fine e nei limiti di quanto disposto dall'articolo 1, commi 519 e successivi, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere la trasformazione in rapporto a tempo indeterminato del rapporto di lavoro delle unità lavorative rientranti nell'organico del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri.
9/2826/77. (Testo modificato nel corso della seduta)Marinello.
La Camera,
premesso che:
lo scopo principale del decreto in esame è quello di individuare per norma di legge i siti per la realizzazione delle discariche per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza per procedere immediatamente, attraverso il Commissario delegato, all'apertura delle discariche individuate dal decreto in esame, al fine di rendere la regione Campania autonoma nello smaltimento dei rifiuti provenienti dal proprio territorio.
9/2826/78. Alessandri.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame agevola l'utilizzo delle cave dismesse, anche se sotto sequestro, per lo smaltimento dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia comunque prevista la ricomposizione morfologica delle cave dimesse adibite a discarica di rifiuti, attraverso il ripristino paesaggistico dell'area.
9/2826/79. (Testo modificato nel corso della seduta)Allasia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame prevede un piano per la realizzazione di un ciclo industriale integrato dei rifiuti per la regione Campania,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza volte a procedere all'avvio di un ciclo industriale dei rifiuti per ogni ambito territoriale, basato sulla raccolta differenziata, il riuso e il riciclo, diminuendo in questo modo le quantità di rifiuti da smaltire in discarica.
9/2826/80. Bodega.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame prevede un piano per la realizzazione di un ciclo industriale integrato dei rifiuti per la regione Campania;
in Campania (come in altre regioni del Sud) esiste un problema di cultura sociale nella gestione e nello smaltimento del rifiuto, che si manifesta sia nel mancato sviluppo della raccolta differenziata sia nelle diffuse manifestazioni di protesta per la localizzazione degli impianti di smaltimento e dei termovalorizzatori,
impegna il Governo
a promuovere una ulteriore campagna informativa volta a sensibilizzare i cittadini sui comportamenti individuali che contribuiscono a diffondere una corretta gestione del sistema dei rifiuti, nonché sui problemi e sui costi legati allo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e sui costi di smaltimento dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata.
9/2826/81. Caparini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 6 del decreto in esame prevede la revoca della dichiarazione dello stato di emergenza anche limitatamente a singoli ambiti provinciali che presentano sufficiente dotazione impiantistica per assicurare in via ordinaria il ciclo dei rifiuti,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative finalizzate alla chiusura della gestione commissariale ed al passaggio, comunque, al regime ordinario entro il 31 dicembre 2007, come previsto dal decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290.
9/2826/82. Dussin, Stucchi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame prevede un piano per la realizzazione di un ciclo industriale integrato dei rifiuti per la regione Campania,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza volte a procedere, attraverso il Commissario delegato, alla pianificazione di un sistema impiantistico regionale, incentrato sui due termovalorizzatori di Acerra e di Santa Maria La Fossa, che renda tutte le province campane, o ambiti provinciali attigui, in grado di smaltire i propri rifiuti, anche modulando le soluzioni impiantistiche e tecnologiche ai volumi di rifiuti da trattare per ciascuna area.
9/2826/83. Fava.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame assume le prime iniziative per garantire il passaggio alla gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti nella regione Campania,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza volte a garantire che la copertura integrale dei costi per la gestione del servizio di smaltimento rifiuti e per la realizzazione degli impianti della regione Campania sia realizzata attraverso l'applicazione di opportune misure tariffarie o l'utilizzo delle risorse già a disposizione della struttura commissariale o delle risorse regionali, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
9/2826/84. Filippi.
La Camera,
premesso che:
il comma 2 dell'articolo 2 autorizza l'assunzione di ulteriore personale per le attività di presidio dei siti da destinare a discarica;
da notizie emerse nel dibattito parlamentare relativo alla conversione in legge dei decreti-legge sull'emergenza rifiuti della Campania, sembrerebbe che il personale in servizio presso i comuni campani sia in esubero,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte ad evitare che, in futuro, le risorse statali stanziate per l'emergenza rifiuti della Campania siano utilizzate per finanziare nuove assunzioni di personale e ulteriori consulenti ovvero assunzioni di ulteriori esperti con esperienza nel campo delle emergenze ambientali, utilizzando, ove necessario, il personale in servizio presso i comuni campani.
9/2826/85. Fugatti.
La Camera,
premesso che:
il comma 1 dell'articolo 1 autorizza l'utilizzo dei siti per le discariche, in deroga alle disposizioni vigenti in materia ambientale, paesaggistico-territoriale, di pianificazione, per la difesa del suolo e igienico-sanitaria;
appare opportuno, invece, che sia attribuito al Commissario delegato il potere di decidere caso per caso sull'opportunità o meno della deroga a specifiche norme, da evidenziare con apposito provvedimento del Commissario medesimo, evitando deroghe generalizzate su tutta la normativa vigente, e assicurando le occorrenti misure per la tutela della salute e dell'ambiente,
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative, volte a dar seguito alle esigenze sopra esposte.
9/2826/86. Gibelli.
La Camera,
premesso che:
appare opportuno che il Presidente della regione Campania possa effettuare una valutazione complessiva dei danni ambientali provocati dallo smaltimento incontrollato dei rifiuti e della possibilità di mitigazione degli impatti complessivi, compreso il pericolo da diossine che si trasferiscono nel ciclo alimentare, attraverso strumenti procedurali già previsti dalla normativa comunitaria per tali scopi di valutazione complessiva degli impatti su territori di area vasta, come l'espletamento di una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS),
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte ad attribuire al Presidente della regione le funzioni illustrate in premessa.
9/2826/87. Montani, Garavaglia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, al comma 1, capoverso 2, prevede una deroga all'articolo 113, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che esclude dalla partecipazione alle gare pubbliche per l'affidamento della gestione del servizio rifiuti le società (o le loro controllate) che gestiscono servizi pubblici locali in virtù di un affidamento diretto, o di una trattativa privata;
appare opportuno adottare tutte le inizitive volte ad evitare la diffusione capillare della criminalità organizzata nel settore dei rifiuti, in particolare a far sì che restino comunque escluse dalla partecipazione alle gare le società che siano coinvolte in procedimenti in corso per reati di stampo mafioso,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad evitare che si verifichi quanto prospettato, in particolare, nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/88. Pini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, al comma 1, capoverso 2, prevede una deroga all'articolo 202 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, permettendo l'affidamento del servizio smaltimento rifiuti direttamente o a seguito di una trattativa privata;
appare, invece, opportuno che il servizio di smaltimento sia affidato mediante una gara con procedura ristretta invitando un numero di almeno 5 concorrenti,
impegna il Governo
a monitorare gli esiti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare, ove possibile, le opportune iniziative normative affinché le esigenze ricordate al secondo capoverso delle premesse trovino al più presto risposta.
9/2826/89. (Testo modificato nel corso della seduta)Goisis.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge dispone misure per lo smaltimento delle ecoballe di rifiuti trattati
dagli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti della regione Campania,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative di propria competenza, anche di carattere normativo, affinché sia garantito lo smaltimento delle ecoballe di rifiuti trattati dagli impianti di selezione e trattamento della regione Campania all'interno del territorio regionale.
9/2826/90. Dozzo.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge dispone l'utilizzo delle cave dismesse per lo smaltimento dei rifiuti anche se sottoposte a provvedimenti di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria;
occorre evitare che prove di reato concernenti lo smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi nelle cave abbandonate da parte della criminalità organizzata, siano disperse,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative di propria competenza affinché non vengano utilizzate, per lo smaltimento di rifiuti, le cave o le discariche nelle quali si sospetta il deposito illecito di rifiuti pericolosi.
9/2826/91. Bricolo.
La Camera,
premesso che:
con l'ordinanza della Protezione civile n. 3481 sono state declassate le ecoballe di rifiuti trattati dagli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti della regione Campania, da CDR a frazione secca, al fine di agevolarne lo smaltimento;
tale prodotto non potrà mai essere smaltito nel termovalorizzatore di Acerra (che dovrebbe entrare in funzione la prossima estate) senza un'apposita autorizzazione che deroga all'attuale quadro legislativo e autorizzativo, in quanto l'impianto di Acerra attualmente è autorizzato a smaltire solo CDR rispondente alle caratteristiche del decreto del ministro dell'ambiente del 5 febbraio 1998 recante individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo del 5 febbraio 1997, n. 22, come disposto anche dalla VIA;
occorre agevolare lo smaltimento delle ecoballe all'interno del territorio della regione Campania;
al fine di risolvere la crisi, si rendono giustificate limitate deroghe alla normativa vigente, anche per rispettare l'invito della Comunità europea a risolvere al più presto il problema dell'emergenza rifiuti della Campania,
impegna il Governo
al fine di agevolare lo smaltimento all'interno del territorio regionale delle balle di rifiuti trattati dagli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti della regione Campania, ad adottare le opportune iniziative, affinché l'impianto per la termovalorizzazione del combustibile derivato da rifiuti del comune di Acerra possa funzionare, nel periodo iniziale, utilizzando anche CDR che non corrisponde alle caratteristiche del citato decreto ministeriale, anche in deroga al provvedimento di valutazione d'impatto ambientale relativo all'impianto.
9/2826/92. Lussana.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutte le opportunre iniziative volte ad uscire dalla logica emergenziale relativa alla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania.
9/2826/93. (Testo modificato nel corso della seduta)Barani.
La Camera,
premesso che:
la norma recata dall'articolo 2 che, modificando l'articolo 3, comma 2 del decreto-legge n. 263 del 2006, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290, consente al Commissario delegato di utilizzare, anche tramite requisizione, impianti, cave dismesse o abbandonate, discariche «anche sottoposti a provvedimenti di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria»;
la normativa previgente, recata dal citato articolo 3 del decreto legge n. 263 del 2006 subordinava l'esercizio di un siffatto potere commissariale di utilizzo di cave già poste sotto sequestro con provvedimento dell'autorità giudiziaria, alla «previa revoca del provvedimento di sequestro da parte della medesima autorità»;
nel parere reso il Comitato per la legislazione evidenzia un intreccio di strumenti giuridici tale da rendere «non facile la ricognizione della normativa concretamente vigente, anche in ragione della difficoltà di inquadrare - in una rigorosa gerarchia delle fonti del diritto - provvedimenti di diversa natura e destinati a produrre, dunque, effetti atipici sul piano normativo, amministrativo e anche giudiziario»; ciò con particolare riferimento alla possibilità per il commissario delegato di «adottare provvedimenti di requisizione idonei a produrre anche la sospensione dell'efficacia di provvedimenti di sequestro dell'autorità giudiziaria fino alla cessazione dello stato d'emergenza»;
la Commissione Giustizia segnala altresì l'opportunità di prevedere che la requisizione di beni sequestrati dall'autorità giudiziaria sia condizionata dalla previa revoca del provvedimento di sequestro da parte dell'autorità medesima;
la normativa in materia di stato di emergenza di cui all'articolo 5, comma 4, della legge n. 225 del 1992 consente al Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, per sua delega al Ministro per il coordinamento della protezione civile, di avvalersi di commissari delegati, stabilendo in ogni caso che «il relativo provvedimento di delega deve indicare il contenuto della delega dell'incarico, i tempi e le modalità del suo esercizio»;
l'articolo 1-bis del citato decreto- legge n. 263 del 2006, come modificato dalla relativa legge di conversione, prevede che «con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, nel rispetto dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica sono precisati gli ulteriori poteri del Commissario delegato (...)»,
impegna il Governo
ad attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di garantire che l'esercizio del potere di requisizione del Commissario avvenga in forme procedurali e sostanziali idonee a salvaguardare pienamente le prerogative dell'autorità giudiziaria e nel pieno rispetto delle attribuzioni e dell'autonomia che l'ordinamento riconosce al potere giudiziario nel suo complesso.
9/2826/94. (Testo modificato nel corso della seduta)Giudice, Zaccaria.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 7 del decreto-legge si prevede che a decorrere dal 1ogennaio 2008 e per un periodo di cinque anni, i comuni dovranno applicare misure tariffarie atte a garantire la copertura integrale dei costi del servizio di gestione dei rifiuti;
in base a tale formulazione potrebbero essere scaricati sui cittadini i costi dell'emergenza, sia attraverso la tassa di smaltimento (la Tarsu), sia attraverso la tariffa di igiene ambientale (la TIA), e tra questi costi potrebbero essere compresi anche quelli derivanti dagli sprechi accertati e dall'eccesso di personale addossato alle strutture per l'emergenza;
ciò non sarebbe equo nei confronti dei cittadini che, a causa della crisi in atto, sono stati privati di un servizio di raccolta e smaltimento efficace ed efficiente,
impegna il Governo
ad adottare, nell'ambito delle proprie competenze, le opportune iniziative volte ad escludere che tali costi siano a carico dei comuni e dei cittadini danneggiati dall'emergenza rifiuti.
9/2826/95. Scotto, Lomaglio.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza al fine di valorizzare la funzione e il ruolo dei presidenti di provincia nella gestione dei rifiuti.
9/2826/96. (Testo modificato nel corso della seduta)Aurisicchio, Lomaglio.
La Camera,
premesso che:
a distanza di oltre 13 anni dalla prima dichiarazione di stato di emergenza in Campania, la situazione si è addirittura aggravata ed oggi, sul territorio regionale, si registra una condizione drammatica che mette in pericolo la salute pubblica e le attività imprenditoriali, turistiche e commerciali;
ad eccezione del termovalorizzatore di Acerra non sono stati realizzati impianti di trattamento dei rifiuti;
di converso si è assistito ad uno spreco di denaro pubblico, basti pensare agli oltre 3 milioni e mezzo di euro di indennità erogate ai vertici della struttura commissariale come evidenziato dalla relazione finale della XIV Legislatura della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite;
la raccolta differenziata risulta tuttora inesistente;
sui cittadini campani ricade il gigantesco costo aggiuntivo per tentare di completare lo smaltimento dei rifiuti della regione,
impegna il Governo
ad adottare nell'ambito delle proprie competenze ogni utile iniziativa affinché possa essere ridotta in modo significativo la TARSU sino alla cessazione dello stato di emergenza e a riferire al Parlamento, entro novanta giorni dalla conversione in legge del presente decreto, le informazioni a sua disposizione circa l'andamento della medesima TARSU nei comuni della Campania con riferimento al periodo dal 1o gennaio 2006 al 30 giugno 2007.
9/2826/97. Ciro Alfano, Mazzoni, Zinzi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del decreto-legge in esame prevede la possibilità che il commissario proceda all'affidamento del servizio di gestione dei rifiuti, in deroga alla normativa europea e nazionale sulle gare,
impegna il Governo
a realizzare un monitoraggio che garantisca la massima trasparenza e legalità nell'affidamento diretto a soggetti terzi del servizio di gestione dei rifiuti.
9/2826/98. (Testo modificato nel corso della seduta)Mazzoni, Zinzi, Ciro Alfano.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare ogni utile iniziativa di propria competenza, anche normativa, a tutela della salute dei cittadini della regione
Campania e monitorare la situazione attualmente in essere dal punto di vista sanitario.
9/2826/99. (Testo modificato nel corso della seduta)Zinzi, Mazzoni, Ciro Alfano.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare, nell'ambito delle proprie competenze, la possibilità che, nell'assunzione di tali importanti determinazioni e, in particolare, nella predisposizione del Piano per la realizzazione di un ciclo integrato dei rifiuti, siano coinvolti anche gli enti tecnici nazionali quali, ad esempio, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici.
9/2826/100. (Testo modificato nel corso della seduta)Castiello.
La Camera,
premesso che:
il capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, Guido Bertolaso, ha sempre sostenuto che, al fine di scongiurare una crisi sanitaria, l'unica soluzione praticabile per far fronte alla drammatica emergenza rifiuti in Campania consiste nell'apertura della discarica individuata in località Valle della Masseria, nel Comune di Serre;
al contrario, dopo l'ennesimo braccio di ferro, i tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare hanno suggerito al Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti la possibilità di utilizzare invece del sito di Valle della Masseria quello di Macchia Soprana, sempre nel comune di Serre;
onde assicurare la piena realizzazione del ciclo di gestione e smaltimento dei rifiuti in ambito provinciale, è necessario realizzare una concertazione tra le varie amministrazioni territoriali nella programmazione della gestione;
la disposizione di cui all'articolo 6 del provvedimento in esame prevede la nomina a sub-commissari dei presidenti delle province della Regione Campania,
impegna il Governo
a monitorare l'applicazione della disposizione richiamata nell'ultimo capoverso della premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a far sì che anche il sindaco di Napoli sia nominato sub-commissario per il proprio ambito territoriale di competenza.
9/2826/101. Antonio Pepe.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a fornire il Commissario di pieni poteri operativi, per superare i veti incrociati che finora hanno impedito il raggiungimento di risultati positivi nel contrasto all'emergenza rifiuti in Campania.
9/2826/102. (Testo modificato nel corso della seduta)Pezzella.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del provvedimento in esame individua i siti da destinare a discarica nei comuni di Serre in provincia di Salerno, Savignano Irpino in provincia di Avellino, Terzigno in provincia di Napoli e Sant'Arcangelo Trimonte in provincia di Benevento;
alcuni di questi siti sono ubicati all'interno di Parchi nazionali ed aree naturalistiche protette, come, ad esempio,
quello situato nel comune dì Terzigno, ubicato all'interno del Parco nazionale del Vesuvio;
sebbene la previsione di temporaneità della destinazione e delle particolari condizioni cui tali aree sono state assoggettate, è fatto notorio che la situazione rifiuti, nonostante i numerosi e anche recenti interventi, normativi e amministrativi, è andata sempre più peggiorando,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 3 del presente decreto-legge, di adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché non siano prese in considerazione, nell'individuazione dei siti da adibire a discarica, quelli che insistono su aree riconosciute parte integrante di parchi nazionali ed aree naturalistiche protette.
9/2826/103. (Testo modificato nel corso della seduta)Nespoli.
La Camera,
premesso che:
sono noti i contrasti e le condizioni conflittuali sorti nell'ambito delle varie amministrazioni territoriali (comunali, provinciali, regionali), i quali, oltre a non avere adempiuto agli obblighi di legge relativi all'individuazione delle misure e delle azioni necessarie per lo stato di crisi, hanno addirittura posto ostacoli di natura politica e amministrativa contro le decisioni adottate dal Commissario di Governo;
nonostante ciò, l'articolo 6 prevede che, al fine di accelerare le iniziative dirette alla tempestiva restituzione dei poteri agli enti ordinariamente competenti, in un quadro di autosufficienza degli ambiti provinciali, i Presidenti delle province della regione Campania siano nominati sub-commissari e concorrano alla programmazione, attuando - nei rispettivi ambiti provinciali - e d'intesa con il Commissario delegato, le iniziative necessarie ad assìcurare la piena realizzazione dei ciclo di gestione e smaltimento dei rifiuti in ambito provinciale,
occorerebbe valutare la possibilità di procedere allo scioglimento delle amministrazioni comunali e provinciali il cui operato dovesse porsi reiteratamente in evidente e netto contrasto con le scelte e gli obiettivi individuati dal Commissario straordinario di Governo per l'emergenza rifiuti,
impegna il Governo
a dar seguito a quanto esposto, in particolare, nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2826/104. Taglialatela.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 7 prevede una deroga all'articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, a favore dei comuni della regione Campania che devono adottare immediatamente le iniziative urgenti per assicurare che, a decorrere dal 1o gennaio 2008 e per un periodo di cinque anni, ai fini della determinazione della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e della tariffa igiene ambientale (TIA) siano applicate misure tariffarie per garantire la copertura integrale dei costi dei servizio di gestione dei rifiuti indicati in appositi piani economico-finanziari redatti tenendo conto anche delle indicazioni contenute nei piani di cui all'articolo 4,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative di propria competenza affinché, per tutto il periodo del commissariamento, il pagamento della TARSU e della TIA corrisponda ad un regolare ed effettivo servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
9/2826/105. Landolfi.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di chiarire, in sede applicativa del provvedimento in esame, le modalità di ricorso all'istituto della requisizione, in ordine all'applicabilità del combinato disposto dell'articolo della legge sull'abolizione del contenzioso amministrativo e dell'articolo 2 del citato testo unico, da cui deriva la potestà del Prefetto di disporre dei beni dei privati attraverso lo strumento della requisizione, posto che l'articolo 2 del decreto in esame prevede la possibilità che il Commissario, al fine di utilizzare impianti, cave e discariche, possa autonomamente attivare lo strumento della requisizione.
9/2826/106. (Testo modificato nel corso della seduta)Cirielli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3564 del 2007 «obbliga» i comuni della Regione Campania ad avvalersi, in via esclusiva, per lo svolgimento del servizio di raccolta differenziata, dei Consorzi di bacino identificati con legge regionale n. 10 del 2003;
quanto sopra esposto contrasta palesemente con l'articolo 2 del decreto legislativo del 12 aprile 2006, n. 163, recante «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE», il quale statuisce che l'affidamento e l'esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture, deve garantire la qualità delle prestazioni e deve svolgersi nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività, correttezza, libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità;
con il decreto legislativo n. 152 del 2006, recante norme in materia ambientale, si è imposto, in conformità ad una consolidata giurisprudenza comunitaria e nazionale, il ricorso a procedure ad evidenza pubblica per la gestione dei servizi relativi al controllo ed alla raccolta differenziata dei rifiuti;
il Commissario di Governo per l'emergenza dei rifiuti nella Regione Campania, con ordinanza n. 27 del 22 gennaio 2004, recante «Linee guida per la redazione degli atti relativi all'affidamento deì servizi di raccolta dei rifiuti urbani, alla procedura di gara e d'esecuzione dei relativi appalti», mediante la quale si definiscono le procedure di appalto di tali servizi in regime di libera concorrenza, e con ordinanza n. 28, del 22 gennaio 2007, ha disposto che i comuni della Regione Campania attivino specifici programmi di raccolta differenziata, riservando esclusivamente la raccolta del vetro, della plastica e multimateriale leggero e dei rifiuti ingombranti alle aziende pubbliche e/o associazioni di consorzi di bacino organizzate su scala provinciale,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative di propria competenza volte a definire, in modo inequivocabile, le vie da seguire per la gestione dello svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti, tenendo conto del citato decreto legislativo n. 152 del 2006 e di tutte le pronunce che impongono il ricorso a procedure ad evidenza pubblica per la gestione dei servizi, che diano garanzia di rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia di concorrenza.
9/2826/107. Cosenza.
La Camera,
premesso che:
da oltre tredici anni è stato dichiarato lo stato di emergenza relativo al
territorio della regione Campania per quanto riguarda la gestione del ciclo integrato dei rifiuti;
la situazione si è aggravata sempre più, anche a causa delle inadempienze delle amministrazioni territoriali, soprattutto di quelle regionali;
il Governo in carica è stato costretto ad approvare, già nell'ottobre 2006, un decreto-legge che avrebbe dovuto assicurare la soluzione dello stato di crisi anche attraverso il conferimento di nuovi e più ampi poteri al Commissario straordinario, Guido Bertolaso;
tali interventi normativi non hanno risolto le evidenti condizioni conflittuali che permangono nell'ambito delle amministrazioni territoriali (comunali, provinciali, regionali), i quali, oltre a non avere adempiuto agli obblighi di legge relativi all'individuazione delle misure e delle azioni necessarie per lo stato di crisi, hanno addirittura posto ostacoli di natura politica e amministrativa contro le decisioni adottate dal Commissario di Governo,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a conferire al Commissario di Governo per l'emergenza rifiuti anche la carica di Commissario per l'emergenza bonifica e tutela delle acque.
9/2826/108. Bocchino.
La Camera,
impegna il Governo
ad operare affinché lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania si concluda effettivamente e definitivamente entro il previsto termine del 31 dicembre 2007, al fine di assicurare che gli enti ordinariamente competenti svolgano i propri compiti, non essendo ulteriormente accettabile la perdurante assenza del ruolo delle autonomie locali.
9/2826/109. (Testo modificato nel corso della seduta)Foti.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare tutte le iniziative di propria competenza volte ad incentivare una raccolta differenziata tarata sulle effettive esigenze del mercato del riuso.
9/2826/110. (Testo modificato nel corso della seduta)Verdini, Gioacchino Alfano, Azzolini, Bondi, Brusco, Carfagna, Nicola Cosentino, Cesaro, Fasolino, Giacomoni, Laurini, Martusciello, Mario Pepe, Paolo Russo, Stradella, Tortoli, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
le operazioni di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Campania vanno improntate al rigoroso rispetto della libertà di impresa al fine di consentire la migliore prestazione al costo minore,
impegna il Governo
a imporre il rigoroso rispetto della normativa nazionale ed europea in tema di appalti anche con riferimento alle aziende chiamate ad assolvere alla raccolta differenziata; il risparmio gestionale, in tal modo realizzato, unitamente al sostegno iniziale di Stato e regioni, servirà a contenere i costi relativi alla TARSU, specie nel periodo iniziale che è di maggiore insolvenza pubblica e di più drammativo impatto ambientale.
9/2826/111. Fasolino.