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Allegato B
Seduta n. 183 del 4/7/2007
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INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nella notte del 29 giugno 2007, a Roma, nella Villa Ada, nel quartiere Salario è accaduto un fatto di inaudita gravità, l'aggressione organizzata di una numerosa squadra fascista ai giovani che assistevano al concerto del complesso musicale denominato «Banda Bassotti». Il concerto rientrava nelle iniziative del comune di Roma, pertinenti all'Estate romana 2007;
i testimoni dell'evento hanno riferito che più di 50 uomini, organizzati come una falange, con il capo coperto da berretti militari o caschetti, armati di coltello e di bastoni, hanno caricato la folla inerme al grido «Duce, Duce!»;
il panico si è prevedibilmente propagato alla folla generando un fuggi-fuggi generale, assai pericoloso per l'incolumità delle persone. Alcune di queste sono poi rimaste ferite per i colpi inferti dagli aggressori. Un ragazzo è stato ricoverato all'ospedale «Sandro Pertini» di Roma con una prognosi di 20 giorni;
i carabinieri presenti sul posto, vuoi per la sorpresa, vuoi per l'insufficiente presenza sul luogo, non sono riusciti a fermare alcuno degli aggressori;
si tratta - all'evidenza di una premeditata e organizzata aggressione fascista ai giovani democratici di Roma, da parte di gruppuscoli di estrema destra, xenofoba, antisemita e violenta, i quali si organizzano, manifestano e detengono armi proprie come coltelli e manganelli;
lo stesso Capo della Polizia, il prefetto Antonio Manganelli, ascoltato il 3 luglio 2007, presso la Commissione affari costituzionali del Senato ha affermato che l'aggressione di Villa Ada non è casuale: con essa una determinata area, sulla quale la polizia sta svolgendo un lavoro di approfondimento, ha voluto profanare un luogo carico di simboli. Secondo il Capo della Polizia si tratta di frange squadriste già viste all'opera allo stadio Olimpico di Roma e in altre curve -:
se sia a conoscenza della matrice di tale aggressione e in particolare se non
ritenga che - come apparso sulla stampa odierna - l'assalto di Villa Ada possa essere eventualmente messo in relazione all'attività di centri sociali come ad esempio la sede di estrema destra di via Montebuono, presso piazza Vescovio a Roma;
quali garanzie intenda offrire alla popolazione del quartiere Trieste-Salario di Roma affinché non si diffondano la cultura dell'odio razziale, dell'intolleranza politica e della violenza squadrista.
(2-00647)
«D'Antona, Buffo, Trupia, Maderloni, Nicchi, Pettinari, Baratella, Gambescia, Lulli, Zunino, De Brasi, Zanella, Fluvi, Marchi, Buglio, Grassi, Palomba, Misiti, Squeglia, Duilio, Nannicini, Musi, Mantini, Burchiellaro, Oliverio, Laratta, Bocci, D'Ambrosio, Albonetti, Volpini, Tenaglia, Maran, Grillini, De Simone, Bianco, Khalil detto Alì Rashid».
Interpellanza:
La sottoscritta chiede di interpellare il ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
esiste una procedura d'infrazione avviata dall'Unione Europea circa la legislazione sulla sicurezza privata che sanziona l'Italia, risalente al 3 aprile del 2002 e conosciuta sin dal 2003;
la disciplina vigente risale al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza approvato con Regio decreto 18 giugno 1931 n. 773;
il Regio decreto 26 settembre 1935 n. 1952, convertito in legge 19 marzo 1936 n. 508, ha disciplinato in via generale il servizio delle guardie particolari giurate e all'articolo 7 ha previsto in capo al Ministro interrogato, di concerto con il Ministro di grazia e giustizia, una potestà regolamentare ampia in materia -:
se risponda a verità la volontà di riformare per decreto ministeriale la regolamentazione dell'attività del servizio della formazione delle guardie particolari giurate e, se sì, con quali interlocutori lo si stia facendo e che tempi siano stati previsti;
se non si ritenga che questo settore necessiti di una riforma complessiva e organica.
(2-00644) «Mascia».
Interrogazioni a risposta immediata:
DE ZULUETA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i minori sono una componente rilevante degli arrivi di migranti e richiedenti asilo alla frontiera marittima. Ciò risulta con evidenza dai dati resi pubblici dal ministero dell'interno il 5 gennaio 2007 riferiti agli arrivi di migranti sulle coste italiane nel 2005 e nel 2006 e disaggregati per età e per genere;
nel rapporto di cui sopra i dati relativi agli arrivi in Sicilia, che rappresentano la maggior parte degli approdi via mare, vengono disaggregati anche per nazionalità. Ciò consente di rilevare che molti dei minori migranti, accompagnati e non, che giungono presso le nostre coste provengono da aree di conflitto o di crisi per i diritti umani, tra cui l'Eritrea, l'Etiopia, il Sudan, la Somalia, il Libano. Un dato che appare rilevante è quello secondo cui il maggior numero di minori migranti proviene dall'Egitto. In totale nel periodo 2005-2006 ne sono arrivati 2000;
il 19 giugno 2007 Amnesty international illustra in una conferenza stampa il bilancio della campagna «Invisibili», campagna avviata a seguito della pubblicazione del rapporto omonimo e concernente «I diritti umani dei minori migranti e richiedenti asilo detenuti alla frontiera marittima italiana». Nel rapporto Amnesty international riporta le statistiche rese pubbliche dal ministero dell'interno di cui
sopra. Partendo dal dato riferito ai minori migranti egiziani nel rapporto si legge «secondo quanto dichiarato dal Governo italiano nel rispondere al Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (Cat), a fronte di circa 2000 minori egiziani giunti in frontiera, i minori non accompagnati egiziani la cui presenza viene riportata nelle statistiche del Comitato per i minori stranieri per il 2006 sono soltanto 83 (...) poiché il Comitato conteggia i dati sui minori non accompagnati sulla base delle segnalazioni da parte degli enti locali e solo in caso di rilascio del permesso di soggiorno per minore età, si desume che questo gruppo di minori abbia scarso o nessuno accesso alla rete di tutela e resti nell'oscurità»;
diversi sono gli articoli di stampa che raccontano dell'allontanamento di molti minori non accompagnati dalle comunità che li ospitavano. A tal proposito il quotidiano la Repubblica, in un articolo del 14 novembre 2006, a firma di Francesco Viviano, racconta la storia emblematica di Esam e Anuar, due minori migranti non accompagnati, sbarcati a Linosa il 29 ottobre 2006. Il giorno successivo allo sbarco i due bambini, un tunisino e un marocchino di 13 e 14 anni, vengono trasferiti nel centro di permanenza temporanea di Lampedusa, dove già si trovano altri 20 minori non accompagnati detenuti nel centro da qualche tempo. Il gruppo rimane a Lampedusa per ulteriori 11 giorni e successivamente, sotto scorta della polizia, trasferito in due istituti siciliani, a Montevago e Cammarata. Ad Esam e Anuar viene data ospitalità in quello di Cammarata, insieme ad altri 8 bambini. Si tratta di un convento di suore, che gestiscono da tempo l'istituto dei figli di Maria Ausiliatrice a cui vengono affidati i minori. Dopo solo un giorno di permanenza Esam e Anuar scappano e fanno perdere le loro tracce, sempre secondo il giornalista che ha seguito parte della loro fuga, alla stazione di Milano. Secondo la ricostruzione riportata nell'articolo, sono numerosi i minori che si allontanano dall'istituto e, in particolare, è una suora a dichiarare al giornalista quanto segue: «Noi facciamo il possibile per trattenerli, ma dopo qualche giorno scappano tutti. Molti di loro finiscono in brutte mani, di gente che li sfrutta, che li fa prostituire e che li costringe a spacciare droga. Non so come mai appena arrivano qui alcune persone cominciano a telefonare chiedendo di loro. Parlano in arabo e io non capisco cosa dicono, forse sono quelli che li portano via»;
l'8 febbraio 2007 il programma televisivo Un mondo a colori, in onda su Rai 3, ha trasmesso il documentario realizzato da Fabio Trappolini dal titolo «Minorenni in fuga»: un resoconto delle indagini inviate dalla magistratura siciliana circa l'idoneità delle comunità per minori a cui i ragazzi vengono affidati;
le norme di diritto internazionale richiedono che i minori siano accolti presso luoghi che dispongono di personale qualificato;
nel rapporto della Commissione De Mistura per le verifiche e le strategie dei centri (31 gennaio 2007), istituita dal ministero dell'interno, si riscontra che «il percorso di minori non accompagnati che vengono assegnati ad istituti specializzati non è sempre sufficientemente monitorato»;
va riconosciuta una maggiore attenzione istituzionale alla vulnerabilità dei minori migranti non accompagnati rispetto ai quali sono state adottate nuove misure di protezione. Ricordiamo la direttiva dei Ministri dell'interno e della giustizia sui minori non accompagnati che richiedono asilo in Italia (9 marzo 2007) e le modifiche legislative contenute nel disegno di legge delega al Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero (24 aprile 2007);
risulta ancora inadeguata l'attenzione all'arrivo e alla detenzione in frontiera di molti bambini all'interno di nuclei familiari di richiedenti asilo e non. La vulnerabilità di questi bambini, spesso nati migrando, è multipla perché minori, perché migranti, perché individui in detenzione;
sempre nel rapporto di Amnesty international si dice «la maggior parte dei nuclei familiari con minori, anche piccolissimi, non di rado neonati, che raggiungono le coste meridionali subiscono una detenzione sistematica, che viene realizzata essenzialmente nei centri di prima accoglienza e nei centri di identificazione, luoghi la cui natura detentiva le autorità appaiono spesso riluttanti ad ammettere e che la stessa attenzione dell'opinione pubblica non sembra cogliere fino in fondo, nonostante la limitazione della libertà personale, per la maggior parte dei casi, sia dato indubitabile»;
il testo unico per l'immigrazione vieta l'espulsione di donne in gravidanza e di genitori nei sei mesi successivi alla nascita del figlio. Nei confronti di queste persone, pertanto, la detenzione non può neanche essere motivata da una possibile espulsione dal territorio;
va, comunque, sottolineato che molte delle strutture di arrivo e di destinazione non hanno i requisiti di sicurezza, di formazione degli operatori e di protezione necessari a garantire ai minori i diritti di cui sono titolari in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e del diritto minorile interno, mentre è assolutamente necessario che si applichi la tutela del «superiore interesse» del minore migrante e richiedente asilo accompagnato e non in tutti i luoghi e in tutte le fasi della sua permanenza in Italia, indipendentemente dal suo status legale -:
se non ritenga necessario, in riferimento al caso dei 2000 minori egiziani denunciato da Amnesty international, aggiornare le attività di monitoraggio a tutti i soggetti coinvolti, al fine di conoscerne l'effettivo destino e porre efficacemente in atto tutte le azioni di prevenzione e tutela contro circuiti di sfruttamento e tratta di esseri umani, nonché porre fine alla detenzione dei nuclei familiari con minori senza alcuna convalida giudiziaria o possibilità di ricorso, rivedendo l'intero sistema di accoglienza e assistenza dei minori accompagnati e non.
(3-01050)
SGOBIO, DILIBERTO, BELLILLO, CANCRINI, CESINI, CRAPOLICCHIO, DE ANGELIS, GALANTE, LICANDRO, NAPOLETANO, PAGLIARINI, FERDINANDO BENITO PIGNATARO, SOFFRITTI, TRANFAGLIA, VACCA e VENIER. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 12 ottobre 2005 il Ministro Pisanu emanava il decreto che prevedeva la stipula di una convenzione con le Poste italiane s.p.a. per il rinnovo dei permessi di soggiorno dei cittadini stranieri;
la convenzione «per la semplificazione delle procedure amministrative di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno», stabilita nel decreto, veniva firmata tra il capo della polizia e l'amministratore delegato delle Poste italiane s.p.a, il 30 gennaio 2006;
per il cittadino straniero che vuole rinnovare il premesso di soggiorno, o si trova a chiederlo per la prima volta, il costo totale, a seguito della convenzione citata, ammonta a 72 euro di cui: 30 euro, come stabilisce il cosiddetto «decreto Pisanu», 14,50 euro per la marca da bollo e 27,50 euro per la stampa del nuovo permesso di soggiorno elettronico, che dovrebbe sostituire quello cartaceo;
una famiglia media, composta da quattro persone, deve pagare dunque circa 280 euro per essere in regola con i permessi. Nel caso in cui sia necessario apportarvi qualche piccola variazione - cambio di abitazione o di datore di lavoro - il cittadino straniero deve nuovamente sborsare altri 70 euro;
al modulo, scritto solo in italiano, non è stata allegata alcuna traduzione, non solo nelle lingue dei Paesi da cui più elevata è la provenienza dei cittadini stranieri, ma neanche in inglese o francese. Pur essendo state predisposte convenzioni con patronati per la traduzione, spesso i cittadini stranieri non ne vengono a conoscenza e si rivolgono a traduttori disposti a compilare il modulo per 50 euro. Dunque l'assenza di uno stampato comprensibile
ai cittadini non di lingua italiana, ha comunque favorito un mercato della traduzione parallelo, il cui costo si riversa, ancora una volta, sui cittadini che devono rinnovare il permesso;
da notizie di stampa risulta che il Ministro interrogato ha dichiarato che il prezzo che i migranti devono versare alle Poste italiane s.p.a per il rinnovo del permesso di soggiorno «è un furto nelle tasche degli stranieri», aggiungendo anche che «si sarebbe trattato di una sperimentazione» che sarebbe durata «massimo due o tre anni», cioè esattamente il periodo di validità di un permesso di soggiorno;
i tempi di attesa per un rinnovo sono di circa due anni e non è raro il caso in cui, una volta arrivato il nuovo permesso, il cittadino straniero debba già chiederne uno nuovo. La possibilità di utilizzare la cedola della raccomandata attestante la richiesta di rinnovo, è valida solo per fare ritorno nel paese di provenienza, ed esclude dunque tutti i cittadini stranieri che vogliono recarsi in paese diverso da quello di origine;
sindacati ed associazione dei migranti hanno ripetutamente chiesto di non dar corso all'accordo stipulato visti anche i gravissimi disagi creati dalle Poste italiane s.p.a in occasione dei flussi 2006 -:
se non ritenga di dover disdire immediatamente la convenzione con le Poste italiane s.p.a. dati gli alti costi che i cittadini stranieri devono sostenere a fronte di un servizio inadeguato e carente che contribuisce comunque a determinare una percezione dell'accoglienza umiliante e distorta per i migranti presenti nel nostro Paese, e non ritenga invece urgente predisporre, in tempi certi, il passaggio delle competenze ai comuni, prima dei «due o tre anni» di sperimentazione sopra menzionati.
(3-01051)
SMERIGLIO, DEIANA, PERUGIA e CANNAVÒ. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la sera di giovedì 28 giugno 2007, al termine del concerto del gruppo musicale «Banda Bassotti» nel parco di Villa Ada a Roma, nell'ambito della rassegna «Roma incontra il mondo», alcune centinaia di ragazzi sono stati aggrediti da una vera e propria spedizione punitiva di stampo fascista;
sul sito www.repubblica.it si legge «una spedizione punitiva, compiuta da militanti - circa 150, raccontano i testimoni - del movimento di estrema destra "Forza Nuova". che si sono presentati in colonna gridando "duce! duce!"; con i volti coperti da caschi, armati di bastoni, catene e coltelli. A farne le spese sono stati tre ragazzi. Fra questi, uno è stato colpito da un'arma da taglio, l'altro ferito al capo. Numerose le persone sotto shock nel parco c'erano anche famiglie con bambini. La Banda Bassotti, storica formazione del «combat rock» romano, è nota per l'impegno sociale e la militanza politica di sinistra;
l'organizzatore dell'evento, Luca Bracci, ha raccontato: «siamo riusciti appena in tempo a chiudere il cancello interno ma quelli, arrivati all'ingresso, hanno cominciato a lanciare petardi e bombe carta, inneggiando al duce e gridando slogan fascisti. All'interno si è creato il panico, l'area non è grande, c'erano ancora circa mille persone, poi i fascisti si sono allontanati, i cancello sono stati riaperti e qualcuno ha iniziato ad uscire. A quel punto gli aggressori sono passati all'attacco, che è andato avanti per almeno mezzora»;
la manifestazione «Roma incontra il mondo» è iniziata da dieci giorni «e già tre volte - racconta ancora l'organizzatore - erano state gravemente danneggiate le macchine degli spettatori, vetri rotti, gomme bucate»;
in un articolo di Checchino Antonimi pubblicato sul giornale Liberazione si legge «il concerto era finito da un'ora, la Banda Bassotti s'allontanava da Villa Ada a bordo di alcuni furgoni. Il primo «incontro» con la «marmaglia» c'è stato appena fuori i
cancelli quando il vicolo incrocia la scalinata, che scende dalla salaria verso la villa, costeggiando la caserma dei carabinieri del battaglione Lazio. Che non si accorgono del manipolo, in tutto una ventina, con caschi, bastoni, bottiglie e coltelli. «si muovevano con tranquillità», raccontano i Bassotti, popolarissimo gruppo di combat-rock schierato a sinistra da quasi vent'anni»;
nella notte di giovedì, pur con i gravi precedenti ampiamente denunciati dagli organizzatori, le forze dell'ordine, nonostante la tempestiva richiesta d'aiuto sollecitata dagli organizzatori, si sono presentate non solo in ritardo, ma non sono entrate nella villa perché male equipaggiati, concedendo di fatto agli aggressori più di 10 minuti per agire indisturbati;
non va dimenticato, inoltre, che a fianco all'entrata di Villa Ada, vi è la caserma dei carabinieri del battaglione Lazio;
al termine della serata la polizia intervenuta ha proceduto al fermo di una decina di persone che si trovavano li per ascoltare il concerto, passando quindi da aggrediti ad aggressori e addirittura due subiranno un processo per direttissima con l'accusa di danneggiamento aggravato, violenza, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale;
tale episodio, che poteva risolversi drammaticamente visto l'uso di coltelli da parte di coloro che hanno aggredito gli spettatori, non è che l'ultimo di una serie di eventi caratterizzati da una preoccupante escalation della violenza fascista che già con numerose interrogazioni, da parte del gruppo di Rifondazione comunista sinistra europea e non solo, è stata segnalata e denunciata;
su questo fenomeno, che sarebbe da irresponsabili sottovalutare non considerandolo come una strategia globale messa in atto nel nostro Paese dai gruppi neofascisti, è necessario ed urgente che si avvii, finalmente, un'opera investigativa seria e completa per individuare responsabili e mandanti delle continue aggressioni -:
di quali elementi disponga in merito alla grave aggressione avvenuta a Villa Ada la sera di giovedì 28 giugno 2007, nonché in merito all'individuazione degli autori, e per quale motivo vi sia stato un così grave ritardo nell'intervento delle forze dell'ordine in una situazione che, per quanto era già accaduto le notti precedenti, era sicuramente a rischio.
(3-01052)
Interrogazioni a risposta scritta:
MASCIA e DE CRISTOFARO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con la legge finanziaria, oltre ad allocare le risorse per un'immediata assunzione, entro il 1o luglio 2007, di 600 vigili del fuoco, si aggiungeranno ulteriori unità di fondo appositamente istituito per le assunzioni;
la graduatoria del concorso pubblico, per esami, a 184 posti nel Corpo Nazionale dei vigili del fuoco, bandito nel 1998, è stata prorogata, da ultimo con decreto legge del 28 dicembre 2006, n. 300, concernente la «proroga dei termini previsti da disposizioni legislative», fino al 31 dicembre 2007;
di detta graduatoria circa 1.000 unità (già risultate idonee ad accedere al corso di formazione per vigile permanente) sono in attesa da oltre 8 anni di essere assunte nel Corpo Nazionale, avendo gli stessi concorrenti superato ben 5 prove selettive -:
se non si ritenga corretto che la graduatoria aperta fino al 31 dicembre del 2007 degli idonei a 184 posti debba rimanere aperta fino alla chiusura della graduatoria degli ausiliari congedati nel 2004 e nel 2005, per assicurare in questa maniera pari opportunità e uguaglianza a tutti i concorrenti idonei ad entrare nel Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco;
se non si ritenga comunque grave che il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco conti ancora 4.000 unità in meno per la mancata copertura del turn-over dal 2004 ad oggi a causa dei tagli delle precedenti finanziarie, rendendo conseguentemente più difficile la salvaguardia della vita delle persone a cui questo Corpo nazionale è preordinato.
(4-04242)
GASPARRI e MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i cittadini del quartiere San Lorenzo di Firenze, hanno depositato presso la Prefettura di Firenze una documentazione corredata da 2000 firme per la richiesta della presenza fissa delle Forze dell'Ordine nel quartiere;
la raccolta di firme si è resa necessaria in considerazione della assenza del sindaco Domenici e di tutta l'amministrazione comunale, che non riconoscono come prioritaria la gravissima situazione dell'ordine pubblico e del degrado in cui versa il quartiere San Lorenzo e tutto il centro storico di Firenze;
da anni i cittadini, i comitati di quartiere, varie associazioni culturali, denunciano a gran voce, nei termini di legge, l'evidente stato di delinquenza e l'attuazione di progetti urbanistici che ad avviso degli interroganti concorrono a violare lo status privilegii che da secoli viene riconosciuto alla città;
l'indifferenza della classe politica, la mancata applicazione delle leggi, i nulla osta - ad avviso degli interroganti scandalosi - concessi dalla Sovrintendenza alle Belle Arti stanno determinando uno stato di malcontento nella popolazione, che vede la città abbandonata a se stessa, priva di sicurezza e deturpata da orde barbariche che si stanno lentamente e irreversibilmente radicando nel tessuto urbano fiorentino;
l'esasperazione, la tensione, la rabbia che accomunano i commercianti del quartiere hanno addirittura portato alcuni di essi ad assoldare dei vigilantes, senza neanche attendere la risposta del Prefetto alla suddetta denuncia;
se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
in caso affermativo, se non ritenga di dare disposizioni affinché vengano istituiti presidi fissi di Polizia nel quartiere San Lorenzo, in piazza del Mercato centrale e in piazza dell'Unità italiana, con ronde continue nelle vie del quartiere per contrastare le associazioni malavitose, molte delle quali composte da cittadini extracomunitari privi del permesso di soggiorno, che mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini e l'integrità della città di Firenze.
(4-04255)