Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato A
Seduta n. 184 del 5/7/2007
...
(Sezione 3 - Iniziative a tutela dei minori migranti e richiedenti asilo trattenuti alla frontiera marittima italiana)
DE ZULUETA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i minori sono una componente rilevante degli arrivi di migranti e richiedenti asilo alla frontiera marittima. Ciò risulta con evidenza dai dati resi pubblici dal ministero dell'interno il 5 gennaio 2007 riferiti agli arrivi di migranti sulle coste italiane nel 2005 e nel 2006 e disaggregati per età e per genere;
nel rapporto di cui sopra i dati relativi agli arrivi in Sicilia, che rappresentano la maggior parte degli approdi via mare, vengono disaggregati anche per nazionalità. Ciò consente di rilevare che molti dei minori migranti, accompagnati e non, che giungono presso le nostre coste provengono da aree di conflitto o di crisi per i diritti umani, tra cui l'Eritrea, l'Etiopia, il Sudan, la Somalia, il Libano. Un dato che appare rilevante è quello secondo cui il maggior numero di minori migranti proviene dall'Egitto. In totale nel periodo 2005-2006 ne sono arrivati 2000;
il 19 giugno 2007 Amnesty international illustra in una conferenza stampa il bilancio della campagna «Invisibili», campagna avviata a seguito della pubblicazione del rapporto omonimo e concernente «I diritti umani dei minori migranti e richiedenti asilo detenuti alla frontiera marittima italiana». Nel rapporto Amnesty international riporta le statistiche rese pubbliche dal ministero dell'interno di cui sopra. Partendo dal dato riferito ai minori migranti egiziani nel rapporto si legge «secondo quanto dichiarato dal Governo italiano nel rispondere al Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (Cat), a fronte di circa 2000 minori egiziani giunti in frontiera, i minori non accompagnati egiziani la cui presenza viene riportata nelle statistiche del Comitato per i minori stranieri per il 2006 sono soltanto 83 (...) poiché il Comitato conteggia i dati sui minori non accompagnati sulla base delle segnalazioni da parte degli enti locali e solo in caso di rilascio del permesso di soggiorno per minore età, si desume che questo gruppo di minori abbia scarso o nessuno accesso alla rete di tutela e resti nell'oscurità»;
diversi sono gli articoli di stampa che raccontano dell'allontanamento di molti minori non accompagnati dalle comunità che li ospitavano. A tal proposito il quotidiano la Repubblica, in un articolo del 14 novembre 2006, a firma di Francesco Viviano, racconta la storia emblematica di Esam e Anuar, due minori migranti non accompagnati, sbarcati a Linosa il 29 ottobre 2006. Il giorno successivo allo sbarco i due bambini, un tunisino e un marocchino di 13 e 14 anni, vengono trasferiti nel centro di permanenza temporanea di Lampedusa, dove già si trovano altri 20 minori non accompagnati detenuti nel centro da qualche tempo. Il gruppo rimane a Lampedusa per ulteriori 11 giorni e successivamente, sotto scorta della polizia, trasferito in due istituti siciliani, a Montevago e Cammarata. Ad Esam e Anuar viene data ospitalità in quello di Cammarata, insieme ad altri 8 bambini. Si tratta di un convento di suore, che gestiscono da tempo l'istituto dei figli di Maria Ausiliatrice a cui vengono affidati i minori. Dopo solo un giorno di permanenza Esam e
Anuar scappano e fanno perdere le loro tracce, sempre secondo il giornalista che ha seguito parte della loro fuga, alla stazione di Milano. Secondo la ricostruzione riportata nell'articolo, sono numerosi i minori che si allontanano dall'istituto e, in particolare, è una suora a dichiarare al giornalista quanto segue: «Noi facciamo il possibile per trattenerli, ma dopo qualche giorno scappano tutti. Molti di loro finiscono in brutte mani, di gente che li sfrutta, che li fa prostituire e che li costringe a spacciare droga. Non so come mai appena arrivano qui alcune persone cominciano a telefonare chiedendo di loro. Parlano in arabo e io non capisco cosa dicono, forse sono quelli che li portano via»;
l'8 febbraio 2007 il programma televisivo Un mondo a colori, in onda su Rai 3, ha trasmesso il documentario realizzato da Fabio Trappolini dal titolo «Minorenni in fuga»: un resoconto delle indagini inviate dalla magistratura siciliana circa l'idoneità delle comunità per minori a cui i ragazzi vengono affidati;
le norme di diritto internazionale richiedono che i minori siano accolti presso luoghi che dispongono di personale qualificato;
nel rapporto della Commissione De Mistura per le verifiche e le strategie dei centri (31 gennaio 2007), istituita dal ministero dell'interno, si riscontra che «il percorso di minori non accompagnati che vengono assegnati ad istituti specializzati non è sempre sufficientemente monitorato»;
va riconosciuta una maggiore attenzione istituzionale alla vulnerabilità dei minori migranti non accompagnati rispetto ai quali sono state adottate nuove misure di protezione. Ricordiamo la direttiva dei Ministri dell'interno e della giustizia sui minori non accompagnati che richiedono asilo in Italia (9 marzo 2007) e le modifiche legislative contenute nel disegno di legge delega al Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero (24 aprile 2007);
risulta ancora inadeguata l'attenzione all'arrivo e alla detenzione in frontiera di molti bambini all'interno di nuclei familiari di richiedenti asilo e non. La vulnerabilità di questi bambini, spesso nati migrando, è multipla perché minori, perché migranti, perché individui in detenzione;
sempre nel rapporto di Amnesty international si dice «la maggior parte dei nuclei familiari con minori, anche piccolissimi, non di rado neonati, che raggiungono le coste meridionali subiscono una detenzione sistematica, che viene realizzata essenzialmente nei centri di prima accoglienza e nei centri di identificazione, luoghi la cui natura detentiva le autorità appaiono spesso riluttanti ad ammettere e che la stessa attenzione dell'opinione pubblica non sembra cogliere fino in fondo, nonostante la limitazione della libertà personale, per la maggior parte dei casi, sia dato indubitabile»;
il testo unico per l'immigrazione vieta l'espulsione di donne in gravidanza e di genitori nei sei mesi successivi alla nascita del figlio. Nei confronti di queste persone, pertanto, la detenzione non può neanche essere motivata da una possibile espulsione dal territorio;
va, comunque, sottolineato che molte delle strutture di arrivo e di destinazione non hanno i requisiti di sicurezza, di formazione degli operatori e di protezione necessari a garantire ai minori i diritti di cui sono titolari in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e del diritto minorile interno, mentre è assolutamente necessario che si applichi la tutela del «superiore interesse» del minore migrante e richiedente asilo accompagnato e non in tutti i luoghi e in tutte le fasi della sua permanenza in Italia, indipendentemente dal suo status legale -:
se non ritenga necessario, in riferimento al caso dei 2000 minori egiziani denunciato da Amnesty international, aggiornare le attività di monitoraggio a tutti i soggetti coinvolti, al fine di conoscerne l'effettivo destino e porre efficacemente in
atto tutte le azioni di prevenzione e tutela contro circuiti di sfruttamento e tratta di esseri umani, nonché porre fine alla detenzione dei nuclei familiari con minori senza alcuna convalida giudiziaria o possibilità di ricorso, rivedendo l'intero sistema di accoglienza e assistenza dei minori accompagnati e non. (3-01050)