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Allegato A
Seduta n. 184 del 5/7/2007
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(Sezione 4 - Convenzione con le poste italiane S.p.A. per le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno)
SGOBIO, DILIBERTO, BELLILLO, CANCRINI, CESINI, CRAPOLICCHIO, DE ANGELIS, GALANTE, LICANDRO, NAPOLETANO, PAGLIARINI, FERDINANDO BENITO PIGNATARO, SOFFRITTI, TRANFAGLIA, VACCA e VENIER. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 12 ottobre 2005 il Ministro Pisanu emanava il decreto che prevedeva la stipula di una convenzione con le Poste italiane s.p.a. per il rinnovo dei permessi di soggiorno dei cittadini stranieri;
la convenzione «per la semplificazione delle procedure amministrative di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno», stabilita nel decreto, veniva firmata tra il capo della polizia e l'amministratore delegato delle Poste italiane s.p.a, il 30 gennaio 2006;
per il cittadino straniero che vuole rinnovare il premesso di soggiorno, o si trova a chiederlo per la prima volta, il costo totale, a seguito della convenzione citata, ammonta a 72 euro di cui: 30 euro, come stabilisce il cosiddetto «decreto Pisanu», 14,50 euro per la marca da bollo e 27,50 euro per la stampa del nuovo permesso di soggiorno elettronico, che dovrebbe sostituire quello cartaceo;
una famiglia media, composta da quattro persone, deve pagare dunque circa 280 euro per essere in regola con i permessi. Nel caso in cui sia necessario apportarvi qualche piccola variazione - cambio di abitazione o di datore di lavoro - il cittadino straniero deve nuovamente sborsare altri 70 euro;
al modulo, scritto solo in italiano, non è stata allegata alcuna traduzione, non solo nelle lingue dei Paesi da cui più elevata è la provenienza dei cittadini stranieri, ma neanche in inglese o francese. Pur essendo state predisposte convenzioni con patronati per la traduzione, spesso i cittadini stranieri non ne vengono a conoscenza e si rivolgono a traduttori disposti a compilare il modulo per 50 euro. Dunque l'assenza di uno stampato comprensibile ai cittadini non di lingua italiana, ha comunque favorito un mercato della traduzione parallelo, il cui costo si riversa, ancora una volta, sui cittadini che devono rinnovare il permesso;
da notizie di stampa risulta che il Ministro interrogato ha dichiarato che il prezzo che i migranti devono versare alle Poste italiane s.p.a per il rinnovo del permesso di soggiorno «è un furto nelle tasche degli stranieri», aggiungendo anche che «si sarebbe trattato di una sperimentazione» che sarebbe durata «massimo due o tre anni», cioè esattamente il periodo di validità di un permesso di soggiorno;
i tempi di attesa per un rinnovo sono di circa due anni e non è raro il caso in cui, una volta arrivato il nuovo permesso, il cittadino straniero debba già chiederne uno nuovo. La possibilità di utilizzare la cedola della raccomandata attestante la richiesta di rinnovo, è valida solo per fare ritorno nel paese di provenienza, ed esclude dunque tutti i cittadini stranieri che vogliono recarsi in paese diverso da quello di origine;
sindacati ed associazione dei migranti hanno ripetutamente chiesto di non dar corso all'accordo stipulato visti anche i gravissimi disagi creati dalle Poste italiane s.p.a in occasione dei flussi 2006 -:
se non ritenga di dover disdire immediatamente la convenzione con le Poste italiane s.p.a. dati gli alti costi che i cittadini stranieri devono sostenere a
fronte di un servizio inadeguato e carente che contribuisce comunque a determinare una percezione dell'accoglienza umiliante e distorta per i migranti presenti nel nostro Paese, e non ritenga invece urgente predisporre, in tempi certi, il passaggio delle competenze ai comuni, prima dei «due o tre anni» di sperimentazione sopra menzionati. (3-01051)