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Allegato B
Seduta n. 185 del 9/7/2007
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SALUTE
Interrogazione a risposta orale:
COSENZA. - Al Ministro della salute. - per sapere - premesso che:
in Italia, la somministrazione di psicofarmaci e antidepressivi ai bambini è aumentata in soli 5 anni del 280 per cento, un dato enorme che configura un vero e proprio allarme sociale se si pensa che, secondo le statistiche, oggi sono 30.000 i bambini italiani in terapia con psicofarmaci e che le prescrizioni di farmaci antipsicotici a soggetti di età compresa tra i 2 e i 18 anni sono passate da meno di 500.000 nel 1995 a circa 2,5 milioni nel 2002;
le eccessive prescrizioni di psicofarmaci sono dovute a diagnosi non corrette formulate da medici di medicina generale e da pediatri che non hanno il necessario bagaglio di informazioni per compiere un passo così importante come quello di somministrare uno psicofarmaco ad un bambino, ma anche a diagnosi formulate da medici competenti, come neuropsichiatri infantili, che ritengono che, alla base del disturbo, ci sia un fattore biologico curabile solo con i farmaci;
i suddetti farmaci, se utilizzati in modo non corretto, provocano negli adulti gravi problematiche e la loro sospensione porta a suicidi o a tentativi di suicidio. Tale tendenza, a maggior ragione, si riscontra anche nell'infanzia: infatti, ricerche condotte negli Stati Uniti dimostrano come i bambini che tentano il suicidio, nel 60 per cento dei casi, facciano uso da più di tre mesi di antidepressivi e che le morti provocate dai farmaci antipsicotici rappresentano la terza grossa categoria di decessi provocati da psicofarmaci letali;
l'impennata maggiore nella prescrizione di psicofarmaci si riscontra nella cura del «disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività» (ADHD) e ciò può essere dovuto al fatto che la diagnosi di tale disturbo non avviene con un esame di tipo clinico, in quanto non vi sono test di laboratorio confermati come diagnostici, ma tramite la somministrazione nelle scuole di test e questionari di tipo psicologico, all'esito dei quali i bambini vengono indirizzati ai centri di psichiatria dove, sovente e pericolosamente, vengono etichettati con qualche disturbo mentale;
l'Agenzia italiana del farmaco, lo scorso 8 marzo, ha autorizzato l'immissione in commercio del metilfenidato cloridrato (Ritalin) per il trattamento della sindrome da ADHD in integrazione al supporto psico-comportamentale, sebbene il decreto del Ministero della salute dell'11 aprile 2006, sui limiti quantitativi massimi delle sostanze stupefacenti e psicotrope, riportasse in tabella tra gli stupefacenti proprio il metilfenidato;
a livello internazionale, sono molteplici gli avvertimenti lanciati sugli effetti collaterali che gli psicofarmaci hanno su bambini e adolescenti, quali danni al fegato, scompensi cardiaci, allucinazioni, psicosi, manie, comportamenti violenti, tendenze suicide e morte: ciò nonostante si continuano a prescrivere questi farmaci a oltre 17 milioni di bambini in tutto il mondo;
la più visibile campagna di farmacovigilanza in Italia, «Giù le Mani dai Bambini», in una lettera indirizzata al Ministro interrogato ha reso noto come drammaticamente, si stiano per avviare su tutto il territorio italiano, 82 centri per la somministrazione di psicofarmaci ai bambini iperattivi, nonostante le autorità di controllo
sanitario, al fine di prevenire gli abusi, avessero garantito di istituire un solo centro di eccellenza per regione -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tale drammatica situazione e quali iniziative, anche normative, intenda adottare per limitare la «corsa» agli psicofarmaci e bloccare ogni forma di abuso;
se non ritenga opportuno introdurre uno specifico divieto di somministrazione di test o questionari relativi allo stato psichico ed emozionale dei bambini nelle scuole di ogni ordine e grado, disponendo, invece, che gli interventi volti alla valutazione del minore avvengano esclusivamente all'interno di strutture sanitarie pubbliche;
se non ritenga di predisporre un piano di monitoraggio, di sorveglianza e di revisione periodica di tutti i trattamenti di natura psicofarmacologica sui minori;
se non ritenga opportuno tenere in considerazione le indicazioni delle autorità sanitarie statunitensi, che, per prime, si sono confrontate con situazioni di abuso e di disagio, provvedendo, anche in Italia, a rendere obbligatorio per le case produttrici il black box (riquadro nero) all'esterno delle confezioni di psicofarmaci riportanti in sintesi i più pericolosi effetti collaterali degli stessi, così da renderli immediatamente evidenti ai consumatori, non essendo sufficiente, anche a causa del linguaggio eccessivamente tecnicistico, la citazione degli stessi sui foglietti illustrativi contenuti all'interno delle confezioni.
(3-01067)
Interrogazione a risposta in Commissione:
PORETTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in una recente segnalazione dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) si legge che negli Usa diverse specie di pesce e crostacei d'allevamento sono state aggiunte alla lista nera dei prodotti cinesi banditi dal mercato;
le autorità hanno infatti aumentato i controlli sull'importazione, tra l'altro, di carpe, anguille, frutti di mare freschi e congelati, in quanto nei campioni esaminati dalla Food and Drug Administration (Fda, l'ente federale americano per il controllo di cibo e farmaci) sono stati rilevati residui di sostanze cancerogene, ossia antibiotici e altre sostanze vietate (nitrofurani, verde malachite, genziana violetta e fluoroquinolone). Queste sostanze hanno dimostrato un potere cancerogeno negli esperimenti in laboratorio e possono indurre una resistenza agli antibiotici in uso alla popolazione;
la Fda ha dichiarato che i citati prodotti cinesi saranno messi in vendita solo se dimostreranno di rispettare le norme di sicurezza statunitensi;
la Cina, maggior esportatore mondiale di pesci e crostacei d'allevamento, difende i propri prodotti e assicura che sono conformi alle condizioni dei contratti commerciali;
sempre la Fda ha trovato un composto tossico, il dietilenglicol, in alcuni dentifrici importati dalla Cina e diffusi in numerosi paesi. Il dietilenglicol è tossico per il fegato e i reni e la dose letale è tra 0,014 e 0,17 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo umano;
l'Aduc ha inviato una nota al ministero della salute per sapere se anche in Italia siano stati riscontrati casi del genere -:
se il ministro della salute sia a conoscenza di questo allerta verificatosi negli Usa e quali provvedimenti ritenga di prendere per evitare che i citati prodotti, contaminati da sostanze nocive, arrivino nel mercato italiano;
se non si ritenga necessario svolgere degli accurati controlli per verificare che i citati prodotti, contaminati da sostanze nocive, siano già presenti nel nostro mercato e, nel caso venga accertata la loro presenza, se non si ritenga di ritirarli dal mercato.
(5-01251)
Interrogazione a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 22 febbraio 2005 il corpo forestale dello Stato su disposizione della procura di Venezia, a seguito di una inchiesta su un traffico illegale di rifiuti tossici, metteva sotto sequestro l'azienda C&C di Pernumia incarcerando lo stesso titolare Fabrizio Cappelletto;
con nota 1o marzo 2005 (prot. Provincia n. 23053) il corpo forestale dello Stato comunicava alla provincia il sequestro dell'impianto sito in comune di Pernumia e, precedentemente, con nota 16 dicembre 2006 (prot. Provincia 20144/06) il dottor Gian Andrea Borile comunicava che il tribunale ordinario di Venezia, con sentenza n. 140 del 23 settembre 2005, fallimento n. 129/05, dichiarava il fallimento della Ditta C&C spa nominando contestualmente il curatore fallimentare nella persona del dottor Borile medesimo;
dal 1o marzo 2005 i 2 capannoni e l'intera area di pertinenza del sito occupato dalla C&C (circa 80.000 mq) veniva posta sotto sequestro e lasciata in stato di abbandono;
nei capannoni, di proprietà della ditta Cedro srl, giacciono notevoli quantità di rifiuti tossico nocivi in stato d'abbandono: si tratta di circa 50-60.000 mc di rifiuti come indicato da sopralluogo della provincia del 1o febbraio 2005;
l'area esterna ai capannoni, della superficie di 2000 mq, dove era stato utilizzato il conglogem prodotto dalla C&C come sottofondo per la realizzazione di un piazzale, materiale oggetto dell'indagine sul traffico illegale di rifiuti tossici, risultava inquinata dalla presenza elevata di idrocarburi e metalli pesanti, da documentazione ARPAV inviata alla provincia con nota del 4 marzo 2005 (prot. Provincia n. 25571/05, accertamenti tecnici effettuati il 9 febbraio e il 13 febbraio 2005);
nell'area esterna del sito erano abbandonati altri quantitativi di rifiuti nell'ordine di 3000 tonnellate, in parte sversanti nel fosso consortile che scorre lungo il perimetro dell'azienda sotto sequestro;
il sito si trova a ridosso di alcuni centri abitati, in particolare dei quartieri dei comuni contermine di Battaglia Terme e Due Carrare, nonché di abitazioni poste intorno al perimetro dell'azienda del comune di Pernumia;
siamo in presenza di una situazione di rischio ambientale e di inquinamento del suolo e delle falde molto grave e che la situazione, in assenza sinora di interventi diretti di bonifica, rischia di aggravarsi: vedasi il principio di combustione dei rifiuti avvenuto all'interno di uno dei capannoni il 29 maggio 2007, sedato dall'intervento dei vigili del fuoco, a seguito di una segnalazione dei tecnici della provincia, solo casualmente presenti in quella occasione per un sopralluogo;
la provincia di Padova, in assenza di una iniziativa della ditta di interventi per la messa in sicurezza del sito, ha chiesto al competente comune di Pernumia l'attivazione dei provvedimenti previsti dall'articolo 14 decreto legislativo n. 22 del 1997 come sostituito dall'articolo 192 del decreto legislativo n. 152 del 2006;
a sua volta il Comune di Pernumia ha emesso una ordinanza n. 848 del 20 aprile 2005 a carico delle ditte C&C e Cedro (l'una titolare dell'attività svolta, l'altra proprietaria dell'area) per la messa in sicurezza immediata dei rifiuti presenti e per il ripristino dello stato dei luoghi;
con nota del 29 dicembre 2005 (prot. Provincia n. 153973/2005) la Ditta Costruzioni Nordest srl, per conto della Ditta Cedro srl, ha trasmesso il «Progetto di Caratterizzazione dei suoli e dei sottosuoli dell'area coperta e scoperta occupata dall'impianto di recupero di rifiuti non pericolosi della Ditta C&C spa» che è stata posta all'ordine del giorno della Commissione Tecnica Provinciale per l'Ambiente) del 1o marzo 2006 ai sensi dell'articolo 17,
comma 5 del decreto legislativo n. 22 del 1997 e della legge regionale n. 3/2000;
a seguito della richiesta di rinvio della discussione da parte del comune di Pernumia per una valutazione di parte del progetto della Ditta Cedro attraverso la consulenza del professor ingegner Maurizio Onofrio, la provincia, dopo aver accettato il rinvio, richiamava il comune di Pernumia ad attivare le procedure per l'approvazione del Piano di Caratterizzazione presentato dalla Ditta Cedro, viste le modifiche procedurali introdotte dal nuovo decreto legislativo n. 152 del 2006 anche in materia di bonifiche;
a sua volta, il comune di Pernumia, vista la relazione dell'ingegner Onofrio, chiedeva l'attivazione della CTPA quale conferenza di servizi ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 articolo 242; CTPA - conferenza di servizi esaminava la pratica il 7 febbraio 2007, esprimendo parere favorevole con prescrizioni;
il comune di Pernumia, con deliberazione di giunta n. 34 del 19 marzo 2007 approvava il piano di caratterizzazione, prevedendo che, prima delle attività, ovvero entro il 19 maggio 2007, la ditta presentasse anche un programma di smaltimento dei rifiuti abbandonati all'interno dei capannoni;
la Ditta Cedro non ha ottemperato ai termini previsti dalla deliberazione comunale di approvazione del piano di caratterizzazione e né la Ditta Cedro, né la Ditta C&C sembrano, sulla base della attuali conoscenze in possesso della provincia, voler procedere per il risanamento dell'area;
in data 15 giugno 2007 si sono riuniti presso il municipio di Pernumia, rappresentanti della regione Veneto, provincia di Padova, comuni di Pernumia, Due Carrare e Battaglia Terme e ARPAV provinciale che hanno preso atto della dimensione e complessità dei problemi da risolvere, richiesto un intervento coordinato a cui partecipi anche il Ministero dell'ambiente e definito alcuni interventi nel breve e medio periodo quali:
1) la disponibilità della regione Veneto a concorrere al finanziamento dei costi di smaltimento dei rifiuti e alla bonifica dell'area;
2) il coordinamento complessivo degli interventi da parte della provincia che si impegna alla realizzazione delle attività di caratterizzazione dei rifiuti posti all'interno dei capannoni, allo smaltimento dei rifiuti posti all'esterno dei capannoni previa caratterizzazione degli stessi a cura di ARPAV provinciale;
3) l'analisi dei rifiuti posti all'esterno dei capannoni da parte di ARPAV provinciale e l'assistenza nelle operazioni di caratterizzazione dei residui;
4) la disponibilità dei comuni alla realizzazione a proprie spese degli interventi di tamponamento delle pareti esterne a garanzia contro cedimenti possibili e alla sorveglianza e inaccessibilità del sito con la chiusura dei varchi creatisi nella recinzione esterna;
i costi preventivati sono quantificabili secondo la provincia (delibera di giunta n. 341 del 18 giugno 2007) in un importo massimo di 30.000.000,00 di euro; la provincia, a sua volta, si è impegnata a procedere alla riscossione della polizza fidejussoria di 500.000 euro per l'avvio degli interventi per i quali si è impegnata ad eseguire -:
se il Governo non consideri necessario richiedere alle amministrazioni competenti una relazione completa sulla situazione esistente, con stime di costi ed elenco degli interventi previsti e se intenda procedere, attraverso un coinvolgimento diretto, a supporto e in collaborazione con la regione Veneto e la provincia di Padova, al fine di determinare la bonifica del sito e la collocazione in siti idonei dei rifiuti tuttora presenti in questa area, in modo da tutelare sia l'ambiente che le popolazioni dei centri abitati circostanti.
(4-04295)