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Allegato B
Seduta n. 185 del 9/7/2007
LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta orale:
RUVOLO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il 19 giugno 2007 durante le fasi di svolgimento della trattativa del Governo con le Parti sociali sul DPEF, è stata denunciata la mancanza di attenzione di politiche a favore dei lavoratori del comparto agricolo;
in particolare è stato evidenziato come punto strategico per la tutela della categoria la rivalutazione in ambito della riforma previdenziale dei contributi versati dagli ex-coltivatori fino al 1990;
tutto ciò servirebbe a superare l'iniquo meccanismo che determina esigui assegni di reversibilità, favorendo così la rivalutazione delle pensioni dei lavoratori che continuano l'attività dopo 40 anni di contributi;
i lavoratori in questione producono un reddito quasi inesistente a fronte di un grosso impegno lavorativo che richiede un notevole dispendio di forze fisiche;
il Governo ha espresso attenzione alle istanze presentate osservando di volersi muovere per operare un aumento a favore delle pensioni minime del settore;
non si riscontra nel Documento di programmazione economico-finanziario una sola parola spesa a sostegno dell'impegno assunto in sede di concertazione con le Parti sociali -:
se non ritengano opportuno operare realmente delle politiche mirate alla rivalutazione dei contributi agricoli pregressi nonché a prevedere delle misure a garanzia del minimo pensionabile e all'adeguamento della reversibilità per i lavoratori del comparto agricoltura.
(3-01066)
Interrogazioni a risposta scritta:
BUEMI e MELLANO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
fino a pochi anni fa l'utilizzo dell'amianto all'interno del ciclo produttivo era la normalità, mentre oggi, in particolare dalla seconda metà degli anni ottanta, sono state emanate norme di vario genere e rango al fine del riconoscimento del rischio provocato dalla micidiale sostanza ai lavoratori fino ad arrivare al divieto totale sancito dalla legge 27 marzo 1992, n. 257, recante: «Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto»;
la Acerbi-Viberti Spa, azienda specializzata nel veicolo trainato e le cui attività sono concentrate nell'imponente insediamento produttivo di Nichelino, in provincia di Torino, ha fatto un largo uso dell'amianto;
in particolare l'amianto veniva usato: nelle macchine utensili (come cesoie e presse che lo utilizzavano nei ferodi dei freni e delle frizioni), nel ciclo di costruzione completa del terzo asse sterzante (l'amianto era presente nelle ganasce dei freni), nella costruzione delle cisterne (basti pensare che al riguardo vi è stato un periodo in cui le stesse direttive tecniche lo prevedevano come elemento costruttivo per la bontà delle cisterne), nella riparazione delle cisterne dei rimorchi e degli autobus, per preservare la vernice dei veicoli ed agire solo sulla parte interessata al danno, negli impasti delle mole per aggredire e per limare materiali particolarmente duri;
l'amianto è tuttora presente nei capannoni esterni come copertura delle zone di stoccaggio (il famigerato eternit) -:
se sono a conoscenza dei fatti sopraesposti;
se intendano adottare ogni misura di loro competenza per verificare l'applicazione delle norme sulla tutela dei lavoratori
rispetto il «rischio amianto», con riferimento particolare al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, così come successivamente modificato;
quali iniziative si intendano assumere al fine di un'adeguata informazione dei lavoratori circa i rischi provocati dalla sostanza in questione e del riconoscimento dei danni derivanti dalla continua esposizione dei suddetti lavoratori alla sostanza, a norma del decreto legislativo 25 luglio 2006, n. 257, recante: «Attuazione della direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione all'amianto durante il lavoro».
(4-04292)
BELLANOVA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Università del Salento, nel corso degli ultimi dieci anni, ha stipulato molteplici contratti di lavoro flessibile, utilizzando una parte di questi lavoratori precari per lo svolgimento di attività ordinarie e non a progetto. I contratti attivati sono stati assegnati sia sulla base di una chiamata nominativa, sia sulla base di selezione interna per titoli e colloquio. In alcuni casi la scelta è stata effettuata in considerazione di criteri meritocratici e selettivi, ma in altre circostanze, si è proceduto al reclutamento del personale in modo discrezionale;
nel 2005, con la Programmazione annuale del fabbisogno di personale tecnico-amministrativo, si prevedevano, come risulta dalla Delibera n. 67, contenuta nel Verbale del Senato Accademico n. 6 del 29 marzo 2005, n. 155 assunzioni finalizzate a colmare le vacanze di organico. A fronte di questa programmazione, approvata dal MIUR e per la quale era stata prevista anche la copertura finanziaria, l'Amministrazione dell'Università del Salento ha proceduto al reclutamento a tempo indeterminato di sole 93 unità, continuando a prorogare i contratti atipici e ad assegnarne di nuovi;
nel 2006, la Programmazione annuale del fabbisogno di personale tecnico-amministrativo, stabiliva, nella Delibera n. 194, contenuta nel Verbale del Consiglio di Amministrazione n. 8 del 30 giugno 2006, il reclutamento di n. 118 unità a tempo indeterminato per far fronte alle esigenze derivanti dalla cessazione degli esistenti contratti a tempo determinato e dalla progressiva estinzione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
il 5 dicembre 2006, il Consiglio di Amministrazione dell'Università del Salento, smentendo la propria Delibera n. 194 e quella del Senato Accademico, riduce il Piano delle assunzioni a sole n. 93 unità, continuando a reiterare per le rimanenti 25 unità e per quelle successivamente aggiuntesi, la forma contrattuale della collaborazione coordinata e continuativa;
ad avviso dell'interrogante, l'Università del Salento sta eludendo i principi dettati dalla legge Finanziaria 2007 e dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 164/2001, continuando ad utilizzare personale reclutato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, per lo svolgimento di attività ordinarie -:
quali misure il Ministro intenda adottare, al fine di sollecitare l'Università del Salento, ad ottemperare a quanto contenuto nei commi 417, 519 e 529, dell'articolo 1, legge n. 296 del 2006, al fine di scongiurare il radicalizzarsi ed il reiterarsi di forme contrattuali che sono ire netto contrasto con le direttive promulgate dall'attività governativa in materia di lotta al precariato.
(4-04294)