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Allegato B
Seduta n. 186 del 10/7/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il Governo Italiano negli ultimi anni ha investito numerosi milioni di euro per la riforma del sistema giudiziario in Afghanistan;
nonostante siano stati fatti enormi sforzi, anche nell'ultimo anno, per stabilire regole democratiche e rispettose dei diritti umani e civili nel sistema giudiziario Afgano, siamo in presenza però di un apparato che presenta ancora gravi lacune e inefficienze tali da minare alla radice la certezza del diritto nel Paese;
sono numerosi i casi giunti all'attenzione della comunità internazionale e che hanno messo in evidenza le criticità tutt'ora presenti in Afghanistan;
il 21 maggio 2007, Malalai Joya, la parlamentare afghana che dal dicembre 2003 denuncia instancabilmente la presenza di signori della guerra fondamentalisti nelle istituzioni afgane, è stata espulsa
dal parlamento, interdetta a uscire dal paese e oggetto di un procedimento penale per aver espresso in una intervista a Tolo TV, un canale privato locale, una dura condanna nei confronti del parlamento afgano; nello stesso parlamento, esattamente un anno fa, nel maggio del 2006, Malalai e' stata aggredita fisicamente e insultata e, in pochi anni, ha subito quattro attentati;
il 20 marzo scorso dalle autorità afghane è stato arrestato Rahmatullah Hanefi il manager dell'ospedale di «Emergency» a Lashkargah con l'accusa di essere coinvolto nel rapimento del giornalista Daniele Mastrogiacomo; dopo tre mesi di detenzione Hanefi è stato scarcerato, anche e soprattutto in forza delle pressioni del Governo italiano, dell'associazione Emergency e di un vasto movimento di opinione pubblica;
a 25 Km dalla capitale afgana sorge il penitenziario di Poli Chark, alla realizzazione del quale ha contribuito in maniera decisiva l'Italia, in via di trasformazione in carcere di massima sicurezza (dovranno esservi trasferiti i detenuti di Guantanamo): risulta agli interpellanti che all'interno del carcere, nel settore femminile, vivono segregate in uno spazio angusto perlomeno 70 giovani donne con 50 figli piccoli; la più giovane detenuta ha 15 anni con un figlio neonato; la natura della loro colpevolezza, peraltro acquisita senza processo e senza tempi finiti di detenzione, sembrerebbe risiedere unicamente nella violazione delle regole del codice tribale e pertanto, secondo le opinioni di alcuni avvocati afgani, non punibile neanche secondo la Sharia;
in sede di Conferenza internazionale, svoltasi nei giorni scorsi a Roma, l'Italia ha nuovamente rinnovato il proprio impegno affinché il Paese afgano sia dotato di un sistema giudiziario efficiente e rispettosa dello stato di diritto; ma dalla Conferenza, a giudizio degli interpellanti, non sono emerse con precisione le line guida di tal processo innovatore -:
quali siano, a giudizio del Governo, gli elementi positivi che il programma italiano di Giustizia in Afghanistan ha realizzato;
se il Governo sia in grado di fornire indicazione utili relativamente alla vicenda delle detenute del carcere di Poli Chark, sia riguardo le loro condizioni di detenzione sia in relazione alle garanzie processuali e i tempi di scarcerazione;
quali siano i criteri cui risponde l'istituzione del nuovo carcere di Poli Chark soprattutto in relazione alla necessità di evitare il ripetersi di situazioni analoghe a quelle di Guantanamo.
(2-00654)«Deiana, Siniscalchi, Migliore».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il Consiglio regionale della Regione Autonoma Valle d Aosta ha approvato il 19 aprile 2007 il testo di legge, di cui all'articolo 15, secondo comma dello statuto speciale recante «modificazioni alle leggi regionali 12 gennaio 1993 n. 3 (norme per le elezioni del Consiglio Regionale della Valle d'Aosta), e 17 marzo 1986, n. 6 (funzionamento di gruppi consiliari)»;
all'articolo 7 (modificazioni all'articolo 6) si legge che «la lista dei candidati deve essere corredata dai moduli di cui all'articolo 7, comma 4, contenenti le firme di non meno di 1.000 e non più di 1.500 elettori»;
quindi, più chiaramente, per le nuove formazioni politiche é necessario avere 1000 firme di appoggio al fine di essere presenti alle elezioni regionali;
la Valle d'Aosta ha circa 80.000 elettori e, normalmente 56.000 votanti;
l'intera popolazione è di circa 120.000 persone;
alla materia de quo si applica l'articolo 122, primo comma, della Costituzione e la legge 2 luglio 2004 n. 165, i cui
principi generali sono per un verso quello di agevolare le maggioranze stabili, ma per altro verso, quello di assicurare la rappresentanza delle minoranze;
l'adozione di questi limiti contrasta, secondo gli interpellanti con la legge generale 17 febbraio 1968 n. 108 che però è riferita alle Regioni a statuto ordinario. Ora, pur essendo vero che, in buona sostanza non vi sia una normativa generale riferentesi alle Regioni a statuto speciale, appare altrettanto vero che questo tipo di metodo per presentare le liste non è peculiare di tali Regioni. In sostanza la democrazia rappresentativa ha le stesse esigenze da qualsiasi parte però, per quanto riguarda la Valle d'Aosta, ad avviso degli interpellanti vi è una discrepanza inaccettabile in aperto contrasto con i principi di cui alla legge 2 luglio 2004 n. 165. Si pensi ad esempio che la Regione Marche prevede da 350 a 700 firme per una circoscrizione con 250.000 abitanti e, quindi, il doppio della Valle d'Aosta. Su questi limiti si situano le altre Regioni;
praticamente è come se l'Italia richiedesse, per la presentazione di una lista ad firma di 60.000 persone;
è chiaro che tale norma è stata concepita per evitare il proliferare di nuovi partiti salvaguardando gratuitamente quelli esistenti;
le funzioni prefettizie in Valle d'Aosta sono svolte dal Presidente della Regione e, quindi, appare assai difficile che questi impugni la norma che ha promulgato -:
se, ove ritenga che la norma sopra descritta non sia coerente con la costituzione e le leggi costituzionali che la riguardano, intenda promuovere, su di essa, la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale.
(2-00659)«Maroni, Brigandì, Alessandri».
Interrogazione a risposta orale:
LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
si è verificato un episodio vergognoso di grave disservizio della compagnia aerea Air One, che, secondo l'interrogante, può essere utile sia preso in considerazione in vista della scelta del nuovo operatore che acquisterà Alitalia;
lunedì 9 luglio 2007 il volo Air One AP2838 che doveva partire da Genova alle ore 19:05 per Roma ha accumulato un ritardo di più di due ore, partendo da Genova alle ore 22:30, i passeggeri sono giunti a Roma alle ore 23:45 e quando dovevano proseguire per Palermo hanno perso la coincidenza (volo sempre Air One) ed in un clima di confusione generale, hanno avuto la carta d'imbarco per l'indomani cioè martedì 10 luglio 2007 alle ore 8:45;
gli addetti della compagnia Air One non hanno assicurato, come avrebbero dovuto, l'albergo per trascorrere la notte, invitando i passeggeri a dormire in aeroporto o scegliersi un albergo a loro spese;
questa vicenda appare all'interrogante scandalosa, posto che, in piena notte, si sono lasciati i passeggeri in balia di se stessi;
oltretutto consta all'interrogante che qualcuno degli addetti di Air One si sarebbe rivolto con toni arroganti ai passeggeri dicendo che la compagnia non poteva fare nulla (così è se vi pare...);
i passeggeri si sono recati in albergo (alcuni addirittura sono andati in un albergo ad Ostia!) pagando a proprie spese taxi e Hotel e l'Air One non ha avuto neanche la sensibilità di rimborsare il dovuto;
se poi si pensa che tutto ciò è avvenuto nell'aeroporto internazionale della Capitale d'Italia c'è da rabbrividire;
infine, nella mattina del 10 luglio 2007, i passeggeri, giunti a Palermo, hanno dovuto subire l'ulteriore beffa di non aver trovato i propri bagagli -:
cosa intenda fare di fronte a questo episodio;
come intenda fare restituire ai passeggeri le somme pagate per taxi ed albergo e come la società intenda scusarsi per il grave fatto accaduto, che ci colloca tra i paesi sottosviluppati;
se di fronte a quanto avvenuto il Governo non ritenga di ripensare la privatizzazione di Alitalia con la scelta di nuovi acquirenti che possano dare garanzie concrete di offrire servizi efficienti e di tenere in considerazione il rispetto dei passeggeri che non vanno abbandonati a se stessi come nel caso sopra denunciato.
(3-01069)
Interrogazione a risposta in Commissione:
LOMAGLIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 16 aprile 2004, n. 3350, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei ministri è stato nominato Commissario Delegato per la realizzazione degli interventi urgenti e indifferibili finalizzati a fronteggiare l'emergenza derivante dal fenomeno dell'immigrazione irregolare a Lampedusa;
ai sensi della suddetta Ordinanza, il Commissario Delegato può avvalersi dell'opera di uno o più soggetti attuatori all'uopo nominati che agiscono sulla base di specifiche direttive e indicazioni impartite dallo stesso Commissario;
la predetta ordinanza prevede, tra l'altro, la realizzazione di un'idonea area di stoccaggio delle imbarcazioni utilizzate dai migranti;
in attuazione della predetta ordinanza sono stati affidati all'impresa Edilmeccanica s.r.l. di G. Campione con sede in Agrigento, i lavori per la «Realizzazione di un impianto di stoccaggio delle imbarcazioni utilizzate dagli immigrati che approdano nell'isola di Lampedusa», per l'importo di euro 513.000,00;
dal cartello apposto sul cantiere risultano i seguenti dati:
1) ente appaltante: Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei ministri - Commissario Delegato Emergenza Crisi Ambientale Lampedusa;
2) progettista: Ing. M. Butticè;
3) direzione dei lavori: ing. G.R. Cosentino;
4) R.U.P.: ing. F. Campopiano;
5) consegna lavori: 17 ottobre 2006;
6) fine lavori: 17 aprile 2007;
dalla relazione tecnica del progetto emerge incredibilmente quanto segue:
1) l'ing. Maria Grazia Butticè ha ricevuto l'incarico di progettazione direttamente dalla Ditta Edilmeccanica s.r.l. di Agrigento;
2) la ditta Edilmeccanica s.r.l. ha presentato il progetto in risposta alla richiesta della Guardia Costiera di Lampedusa formulata con nota Prot. 2211 del 15 luglio 2004;
3) il sito in cui è stato realizzato l'impianto è stato sottoposto all'attenzione della ditta Edilmeccanica direttamente dal soggetto attuatore del Commissario Delegato Emergenza Crisi Ambientale Lampedusa, Tenente di Vascello (CP) Michele Niosi, attraverso la richiesta trasmessa alla Ditta medesima con nota Prot. 2211 del 15 luglio 2004;
alla suddetta relazione sono allegati atti da cui emerge che:
a) in data 11 maggio 2004 con nota Prot. 18/2004 il Commissario Delegato ha
richiesto al Sindaco di Lampedusa l'assegnazione di un sito dove realizzare l'area di stoccaggio;
b) con decreto n. 31 del 2 novembre 2004 il Ten. Gen. Maurizio Cicolin firmandosi «Il Commissario Delegato per l'Emergenza di Crisi Ambientale dell'isola di Lampedusa per l'attuazione dell'Ordinanza 3350 del 16 aprile 2004» ha approvato una variante al Piano di Fabbricazione del Comune di Lampedusa per la realizzazione dell'area di stoccaggio delle imbarcazioni in località Taccio Vecchio;
con successive ordinanze lo stato di emergenza è stato esteso anche all'isola di Linosa e sono state stanziate, tra le altre, cospicue risorse finanziarie affinché il Commissario Delegato potesse stipulare apposite convenzioni con una o più imprese demolitrici per lo smaltimento delle imbarcazioni;
i lavori per la realizzazione dell'area di stoccaggio sono stati avviati in località Taccio Vecchio e portati in fase avanzata di esecuzione senza le preventive autorizzazioni in materia di Valutazione dell'Impatto Ambientale relativa all'impianto di smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi ed inoltre in assenza della Valutazione di Incidenza relativa alla tutela del Sito di Importanza Comunitaria ITA 040002 - Zona di Protezione Speciale ITA 040013 all'interno del quale ricade la località Taccio Vecchio;
soltanto con nota Prot. 198 del 31 maggio 2007 il Dott. Guido Bertolaso nella qualità di Commissario Delegato Emergenza Crisi Ambientale Lampedusa ha presentato istanza per l'avvio della procedura di Valutazione dell'Impatto Ambientale e Valutazione di Incidenza;
soltanto con nota del 5 giugno 2007 la Ditta Edilmeccanica s.r.l. ha trasmesso all'ente gestore della Riserva Naturale «Isola di Lampedusa» alcuni elaborati di progetto per acquisire il parere di competenza previsto dalla vigente normativa;
già all'inizio del 2007 e, da ultimo, con nota del 13 giugno 2007 l'ente gestore della Riserva Naturale «Isola di Lampedusa» ha segnalato alle competenti Autorità la realizzazione delle opere in assenza delle previste autorizzazioni rilevando ai fini della gravità delle alterazioni ambientali, che «sono già stati eseguiti consistenti movimenti di terra, lo sbancamento del pianoro roccioso e la realizzazione di vistosi muri in cemento armato»;
con nota del 15 giugno 2007 l'ente gestore della Riserva Naturale «Isola di Lampedusa» ha chiesto alla Ditta Edilmeccanica ed al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile chiarimenti ed integrazioni, senza ricevere a tutt'oggi alcuna risposta;
in data 26 giugno 2007 i vari Enti e Corpi di Polizia operanti in Lampedusa hanno accertato il ribaltamento di parte dei muri in cemento armato eseguiti in località Taccio Vecchio, nonché la condizione di pericolosità in cui versano le rimanenti opere -:
quali atti siano stati distintamente compiuti dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile nella qualità di Commissario Delegato Emergenza Crisi Ambientale Lampedusa e dai singoli soggetti attuatori, dallo stesso nominati, per pervenire alla realizzazione della suddetta area di stoccaggio delle imbarcazioni in località Taccio Vecchio;
quali siano o siano stati e per quali periodi i soggetti attuatori di cui si avvale o si è avvalso il Capo del Dipartimento della Protezione Civile per la gestione dell'emergenza immigrazione a Lampedusa, con l'indicazione dei relativi provvedimenti di nomina;
quale soggetto, con quale provvedimento ed a seguito di quale procedura di appalto, abbia affidato i lavori alla Ditta Edilmeccanica;
quale soggetto, e con quali provvedimenti, abbia nominato il progettista, il direttore dei lavori e il R.U.P.;
quali provvedimenti siano stati assunti a seguito del crollo delle opere già realizzate;
quali ditte siano state sinora individuate per lo smaltimento delle imbarcazioni, con l'indicazione del soggetto, degli estremi dei provvedimenti dell'affidamento, delle procedure seguite, degli importi stanziati e di quelli erogati, delle discariche dove sono stati conferiti i rifiuti e dell'esito dei controlli effettuati sull'avvenuto smaltimento;
quali siano tutte le opere già realizzate, in corso di realizzazione o in programmazione, connesse con l'emergenza riguardante sia l'isola di Lampedusa che l'isola di Linosa, con l'indicazione degli importi, dell'iter amministrativo, dell'indicazione dell'impresa esecutrice e dei nominativi dei vari soggetti incaricati delle funzioni di progettazione, direzione e controllo;
quale sia il quadro esaustivo di tutte le risorse finanziarie stanziate per l'emergenza nell'isola di Lampedusa e in quella di Linosa, con l'indicazione delle somme erogate e dei soggetti beneficiari;
se il Presidente del Consiglio non ritenga opportuno e urgente rivedere tutta la vicenda dell'emergenza connessa agli sbarchi degli immigrati a Lampedusa: finalità, metodi gestionali, procedure attuative, alla luce dei risultati fallimentari sinora conseguiti, a partire dalla specifica vicenda della realizzazione dell'area di stoccaggio per imbarcazioni a Taccio Vecchio, che dimostra come le procedure d'urgenza, lungi dall'assicurare tempestività, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa, siano invece solo servite ad aggirare e disattendere le norme a tutela dell'ambiente e del territorio e abbiano comportato spreco di risorse, senza al contempo affrontare l'emergenza, ma anzi, secondo l'interrogante esasperando l'emergenza con la realizzazione di opere distruttive del territorio, dell'ambiente e del paesaggio di Lampedusa, peraltro crollate ancora prima della fine dei lavori;
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia assunto provvedimenti o intenda assumere iniziative rivolte a garantire la tutela del SIC codice ITA04002-ZPS codice ITA040013;
quali provvedimenti abbia assunto o intenda assumere il Ministro delle infrastrutture per esercitare i propri e precipui compiti di vigilanza sui lavori pubblici, in relazione ai fatti descritti in premessa.
(5-01253)
Interrogazione a risposta scritta:
URSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è noto l'altissimo numero di vittime che il terrorismo negli anni Sessanta e Settanta ha mietuto in Alto Adige;
esiste una lista riconosciuta come ufficiale dalle autorità giudiziarie e di polizia, tristemente lunga, di militari e civili morti e feriti in seguito ad atti di terrorismo;
la memoria di questa tragica appendice della storia dell'Alto Adige, caratterizzata da inaudita violenza, è stata più volte oscurata, talvolta negata o peggio giustificata;
l'ultimo e più grave esempio in questo senso si verificato lo scorso 27 giugno 2007 nel corso di un dibattito in seno al Consiglio provinciale di Bolzano su una mozione relativa alla richiesta di individuazione di un luogo della rimembranza in cui degnamente celebrare la memoria delle vittime del terrorismo politico in Alto Adige;
nel corso del dibattito il Presidente della Giunta provinciale, Luis Durnwalder, pur dichiarandosi contrario alla violenza e favorevole al confronto, ha detto «tuttavia intendo la mozione come una provocazione, perché sappiamo che chi ha agito negli anni '60 non ha fatto altro che dare
attuazione all'Accordo di Parigi del '46. Mi dispiace per tutte le vittime degli episodi di violenza, di cui rispetto la memoria, ma credo che la responsabilità sia degli organi dello Stato. Credo anche che sia ora di chiudere la questione con la grazia ai dinamitardi degli anni '60»;
le dichiarazioni di Durnwalder hanno sollevato un tumulto nell'aula del Consiglio provinciale che ha portato alla sospensione della seduta;
numerosi autori condannati per questi atti di terrorismo, sfociati in parte in omicidi, sono espatriati in Austria, per sfuggire alla esecuzione delle sentenze, senza mai mostrare segni di pentimento a anzi facendosi promotori di campagne secessioniste e anti italiane;
le dichiarazioni del Presidente della Giunta provinciale Durnwalder offrono una lettura distorta degli eventi che hanno segnato profondamente la drammatica storia dell'alto Adige negli anni Sessanta e Settanta, lettura che ha trasmesso l'idea della giustificazione politica e morale del terrorismo, altoatesino con attribuzione della responsabilità del ricorso all'eversione armata allo Stato italiano, anche in considerazione del fatto che se anche legittime furono quelle aspirazioni autonomiste, antidemocratica e criminale fu l'organizzazione dei noti movimenti eversivi -:
se il Governo non intenda assicurare di non esercitare le proprie prerogative in tema di grazia e beneficio di criminali, condannati e mai pentiti, rei di atti di eversione armata e di violenza come strumento di lotta politica, anche in considerazione dei recenti colloqui intervenuti a Vienna fra il Ministro degli esteri e le autorità di quel Paese, in occasione della visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella capitale austriaca.
(4-04313)