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Allegato B
Seduta n. 186 del 10/7/2007
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SOLIDARIETÀ SOCIALE
Interrogazioni a risposta immediata:
LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
in questi ultimi anni si è determinata, e si aggrava ogni giorno, una pesante
emergenza abitativa nei grandi centri urbani, diffusamente testimoniata dalla nascita di comitati spontanei di senza casa e dalle sempre più numerose richieste rivolte ai prefetti perché suppliscano alla carenza di azioni da parte delle competenti autorità locali;
tale emergenza abitativa richiede un piano nazionale di edilizia popolare abitativa che il Governo risulta aver in corso di definizione e di avvio;
emblematiche, in tal senso, sono le condizioni di talune grandi aree urbane del Paese, come, ad esempio, la città di Palermo dove si stanno recuperando container risalenti al terremoto del 1968 per dare ospitalità a diverse decine di famiglie;
operazioni di questo tipo, al pari di quelle della ospitalità «temporanea» in locande, hanno elevatissimi costi gestionali per la pubblica amministrazione ed ancor più elevati costi sociali ed umani, essendo tali soluzioni del tutto inadeguate, insalubri e non compatibili con una civile accoglienza di nuclei familiari;
in diversi centri urbani, non solo del Meridione, vi è un rilevante patrimonio confiscato ad esponenti della criminalità organizzata, comprendente centinaia di appartamenti che potrebbero essere destinati ad uso abitativo a favore di nuclei familiari svantaggiati -:
quali urgentissimi provvedimenti intenda adottare, anche di concerto con i Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze, per evitare il protrarsi di una situazione dalle gravi ricadute sociali, umane e di ordine pubblico, e, in particolare, se non ritenga di dover adottare iniziative per agevolare l'utilizzo del patrimonio confiscato alla criminalità organizzata ai fini di affrontare la predetta emergenza abitativa, promuovendo contemporaneamente l'attivazione di sistemi presso le prefetture di monitoraggio sulla consistenza del corretto utilizzo di detto patrimonio.
(3-01074)
SATTA, FABRIS, ROCCO PIGNATARO, DEL MESE, GIUDITTA, D'ELPIDIO, CIOFFI, ROSSI GASPARRINI, ADENTI, AFFRONTI, MORRONE, PICANO, LI CAUSI e CAPOTOSTI. - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
i genitori che assistono un figlio portatore di handicap in condizioni di particolare gravità, tali da impedirgli di espletare autonomamente le attività fondamentali della vita quotidiana, svolgono ogni giorno un lavoro di cura che andrebbe sostenuto e valorizzato in ogni modo, anche sotto l'aspetto psico-affettivo, consentendo alla persona portatrice di handicap di essere amorevolmente curata e assistita nell'ambito familiare, piuttosto che essere affidata ad istituti, le cui prestazioni, tra l'altro, vengono pagate in massima parte dallo Stato;
la legge 5 febbraio 1992, n. 104, «Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate», stabilisce i principi dell'ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza delle persone portatrici di handicap;
la legge 8 novembre 2000, n. 328, «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali», riconosce e sostiene il ruolo centrale della famiglia nella formazione e nella cura della persona portatrice di handicap, nonché nella promozione del suo benessere, affermando, all'articolo 16, la necessità per lo Stato di sostenere e valorizzare «i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana»;
in attuazione di simili disposizioni, il riconoscimento del diritto al prepensionamento per lavoratori e lavoratrici che assistono familiari affetti da handicap grave consentirebbe di migliorare in maniera sostanziale la vita dei soggetti affetti da patologie altamente invalidanti, determinando altresì un evidente risparmio per lo Stato, grazie all'eliminazione dei costi sostenuti a causa delle inevitabili
assenze dal posto di lavoro dei lavoratori che assistono un familiare gravemente disabile;
su questo stesso problema l'onorevole Fabris, in data 11 aprile 2007, con interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-00800, ebbe già modo di interrogare il Ministro interrogato, il quale in tal sede affermò che «sarebbe opportuno riconoscere il lavoro di cura svolto da queste persone, in modo da consentire loro di ottenere il collocamento anticipato in quiescenza», impegnandosi a discutere della questione con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale;
peraltro, nulla di concreto è stato ancora fatto in questa direzione -:
se, nell'ambito dell'attuale discussione concernente la riforma delle pensioni, il Ministro interrogato intenda mantenere gli impegni precedentemente assunti al fine di valorizzare e sostenere il lavoro di cura prestato nei confronti di familiari affetti da patologie altamente invalidanti, garantendo ai lavoratori e alle lavoratrici italiane interessate dal problema dell'assistenza a persone disabili il diritto al collocamento anticipato in quiescenza.
(3-01075)