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Allegato B
Seduta n. 187 dell'11/7/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
MISURACA, ANGELINO ALFANO, FALLICA, MARINELLO, GIUDICE, MORMINO, MARTINO, PRESTIGIACOMO, FLORESTA, STAGNO D'ALCONTRES, PALUMBO, GERMANÀ, MINARDO, GRIMALDI e BAIAMONTE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi ha cancellato dalle proprie priorità l'esecuzione del Ponte sullo Stretto stanziando in compenso 1.640.000.000 euro per il triennio 2006-2008 da destinare a Sicilia e Calabria;
in particolare l'articolo 1, comma 1152 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, prevede per ciascuno degli anni 2007-2008-2009 una quota pari a 350 milioni di euro da destinarsi alla viabilità secondaria della regione siciliana;
come previsto dal medesimo comma 1152 vi è stato il concerto tra il Ministro delle infrastrutture e quello dello sviluppo economico al fine di ripartire le risorse tra le province della Regione siciliana;
la programmazione finanziaria dei fondi «ex ponte sullo Stretto», realizzata dal ministero delle infrastrutture, non avrebbe ottenuto fino ad oggi la copertura finanziaria del Ministero dell'Economia;
si apprende infatti da fonti di stampa che l'assegnazione di detti fondi verrebbe differita di tre anni, dunque a partire dal 2009, con grave pregiudizio per l'ammodernamento delle infrastrutture viarie della Sicilia;
alcune province siciliane hanno già inserito nel proprio bilancio preventivo le somme derivanti dai fondi sopraddetti e ripartite tra i Presidenti delle 9 province;
sono state create molte aspettative alle popolazioni interessate circa il completamento della rete viaria secondaria siciliana -:
se siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e, in tal caso, se risulti vero che il Ministro dell'Economia renderà disponibili i fondi indicati in premessa solo a partire dal 2009, differendone dunque la decorrenza di tre anni;
se sia almeno disponibile l'annualità 2007.
(5-01260)
CRISCI, FASCIANI e CODURELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito della disciplina relativa agli studi di settore, il decreto del Direttore Generale del Dipartimento delle entrate 15 aprile 1999 ha previsto la costituzione di Osservatori provinciali chiamati ad apportare correttivi territoriali ai parametri base stabiliti dagli studi, al fine di rendere le risultanze degli studi stessi più aderenti alle diverse realtà economiche territoriali;
nonostante tale previsione, sembra che i predetti Osservatori provinciali non sempre siano stati costituiti e che in alcuni casi, pur essendo stati costituiti non si siano riuniti;
l'assenza di un'adeguata sede di confronto nella quale verificare la rispondenza dei parametri di congruità e coerenza stabiliti a livello nazionale dagli studi elaborati per i singoli settori di attività economica alle specifiche condizioni economiche e di mercato delle diverse realtà territoriali ha comportato talune difficoltà nella definizione, messa a punto ed applicazione dei medesimi studi di settore;
la mancanza di un punto di riferimento ha contribuito a determinare talune conseguenze paradossali. Per cui, per fare riferimento ad una realtà specifica, secondo gli studi di settore relativi ai settori del commercio e delle attività professionali, una città come L'Aquila risulterebbe, in modo assai poco realistico, caratterizzata da una «forte modernizzazione del commercio», all'interno di un'area «con notevole grado di benessere»;
l'esempio appena richiamato testimonia dei possibili rischi di distorsione e falsa rappresentazione delle effettive condizioni economiche e reddituali dei soggetti cui si applicano gli studi che possono determinarsi qualora non si effettui un riscontro con le concrete realtà territoriali;
tale circostanza ha generato effetti negativi in molte province, nelle quali gli uffici finanziari applicano spesso in modo rigido tale strumento, procedendo agli accertamenti ed alla riscossione coattiva dei tributi nei confronti dei contribuenti i cui ricavi non risultino congrui con gli studi di settore;
appare dunque evidente, anche alla luce del recente dibattito sugli studi di settore, la necessità di individuare strumenti attraverso i quali confrontare le elaborazioni effettuate a livello generale con le effettive condizioni delle realtà economiche locali, apportando, ove necessario, gli opportuni correttivi agli studi -:
quali iniziative intenda assumere per favorire l'effettiva operatività degli Osservatori provinciali sugli studi di settore, ovvero, qualora si ritenga tale organismo
non più rispondente alle attuali esigenze, per sostituirlo con altro meccanismo atto ad assicurare la maggiore congruenza delle risultanze degli studi di settore con le peculiarità delle singole situazioni economiche locali.
(5-01265)
Interrogazione a risposta scritta:
FUGATTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 347 della legge 23 dicembre 2005 stabiliva che con successivo decreto ministeriale si sarebbero stabilite le modalità di accesso alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall'INPDAP a favore dei pensionati già dipendenti pubblici e per i dipendenti iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse;
con il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze n. 45 del 7 marzo 2007 viene adottato il regolamento di attuazione del già citato comma 347 e si prevede, all'articolo 2, che i pensionati INPDAP ed i dipendenti pubblici iscritti a fini pensionistici presso enti diversi hanno l'obbligo di versare un contributo pari, rispettivamente, allo 0,15 per cento e allo 0,35 per cento dell'ammontare lordo della pensione o della retribuzione;
tale obbligo scatta automaticamente, a decorrere dal mese successivo alla scadenza di sei mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento, qualora, entro questo termine, gli interessati non comunichino all'INPDAP la loro volontà contraria;
non è stata condotta un'adeguata campagna di informazione presso i dipendenti pubblici e i pensionati già dipendenti pubblici e la grande maggioranza di questi non hanno conoscenza di questo prelievo automatico;
vista l'inadeguatezza delle informazioni fornite, sarebbe stato più opportuno prevedere una forma di adesione esplicita da parte dei pensionati e dei dipendenti -:
se il Governo ritenga opportuno avviare, in tempi necessariamente stretti, una massiccia campagna di informazione presso i dipendenti pubblici e i pensionati interessati dal prelievo o se intenda modificare le modalità di adesione alla contribuzione.
(4-04332)