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Allegato B
Seduta n. 188 del 12/7/2007
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
MANCUSO, AZZOLINI, PORETTI, GERMONTANI e FRASSINETTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la LAV, Lega Anti Vivisezione nel 2006 ha condotto un'investigazione che ha portato alla luce numerosi episodi di maltrattamento di animali, nella fattispecie «mucche da latte», in allevamenti, in macelli e durante le fasi di trasporto in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna;
tra le numerose strutture oggetto dell'investigazione, sei sono state formalmente denunciate dalla LAV all'autorità giudiziaria;
nei mesi scorsi sono state presentate interrogazioni parlamentari e regionali nelle quali si intendeva conoscere le ragioni della mancanza di controlli e sanzioni a fenomeni di violazione della normativa così diffusi;
la LAV è tuttora impegnata in una intensa attività di sensibilizzazione e di denuncia all'opinione pubblica delle modalità di trattamento delle mucche da latte cosiddette «da riforma» (destinate al macello perché non più produttive e/o perché non deambulanti);
la LAV è altresì impegnata in una attività istituzionale presso il Ministero della salute e la Commissione europea affinché cessi il trasporto di animali non deambulanti così come previsto dal Regolamento CE 1/2005, allegato 1, capo 1 - punto 2;
giovedì 5 luglio scorso a Lodi, la LAV ha organizzato con il patrocinio del Comune di Lodi, una iniziativa pubblica per la presentazione del video-denuncia in una delle tre province lombarde coinvolte dall'investigazione, insieme a Pavia e Mantova. Immediatamente prima della conferenza stampa, un allevatore di mucche da latte del lodigiano intenzionato a impedire il regolare svolgimento della conferenza, ha brutalmente aggredito il Vice Presidente della LAV, Roberto Bennati, costringendolo a recarsi al pronto soccorso dell'Ospedale di Lodi per sottoporsi alle cure ed agli accertamenti del caso;
alla LAV è stato segnalato qualche giorno prima un caso di aggressione nei confronti di persone che stavano documentando violazioni su citate riprendendo con una telecamera all'esterno di un macello in Piemonte, aggressione che ha determinato lesioni personali e il furto della telecamera;
sempre all'associazione sono stati segnalati casi di intimidazione verbale da parte di allevatori e macellatori nei confronti di veterinari di sanità pubblica che intendono far applicare il Regolamento UE 1/2005 in tema di trasporto degli animali, vietando il trasporto di animali non deambulanti;
l'episodio di aggressione avvenuto a Lodi è tuttora oggetto di attenzione della Polizia di Stato;
lo stesso va contestualizzato nell'ambito di una investigazione che ha portato alla denuncia di tre macelli lombardi (macello Calzi, Bertonico - Lodi; macello Unipeg, Pegognaca - Mantova; macello Melca, Ponticelli Pavese - Pavia), del responsabile area igiene alimenti di origine animale della ASL di Lodi e di altre tre strutture in Piemonte (per due delle quali sono già stati adottati i rinvii a giudizio);
in queste ultime settimane si sta creando un clima di estrema tensione nel settore degli allevatori, dei macelli e dei trasportatori di animali;
in queste ultime settimane l'associazione LAV, proprio in riferimento a questa attività collegata al settore degli allevamenti di mucche da latte, è stata oggetto di minacce e di segnalazioni in forma anonima che indicano che il trasporto di animali a terra continua ad essere praticato, disapplicando oltre che la norma
comunitaria anche la Circolare del Ministero della salute emanata sulla questione in data 8 maggio scorso e la stessa Circolare della Regione Lombardia -:
quali provvedimenti intenda adottare al fine di eliminare il clima di ostilità che si è venuto a creare nell'ambito di iniziative finalizzate al rispetto della normativa nazionale e comunitaria sul trasporto di animali non deambulanti;
se intenda disporre una nota informativa nei confronti delle Prefetture e delle Questure richiamando l'attenzione ad una vigilanza più stretta nei confronti del mondo degli allevatori e delle aziende di macellazione.
(4-04347)
CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la sicurezza pubblica nella provincia di Catania, come ampiamente denunciato dal Sindacato Italiano Appartenenti Polizia, ha raggiunto livelli di guardia;
le strutture della Questura di Catania sono dislocate in decine di edifici sparsi sull'intero territorio della città capoluogo e della provincia, in 16 sedi, 5 commissariati di città e 3 di provincia;
queste strutture assorbono almeno 200/250 agenti al giorno ed hanno costi esorbitanti di gestione in termini di oneri di locazione e di manutenzione;
i mezzi a disposizione della questura di Catania sono pochi e scarsi e senza la possibilità di essere sostituiti in caso di rotture o malfunzionamenti;
un numero elevato di agenti è utilizzato per servizi diversi da quelli strettamente connessi con la difesa dell'ordine pubblico, quali servizi di vigilanza, rappresentanza e scorta che aggiunti alla cronica carenza di organico di 150 uomini e 20 funzionari, sottopongono l'intero territorio provinciale a insopportabili rischi di sicurezza;
del poliziotto di quartiere non se ne parla in quanto la carenza di uomini non permette la creazione delle relative formazioni in aggiunta al fatto che l'età anagrafica media degli agenti si aggira sui trent'anni;
i vari Commissariati affrontano problemi paragonabili a quelli delle piccole Questure con le relative incombenze burocratiche, amministrative e giudiziarie a cui sono stati aggiunte altre attività di controllo del territorio e di vigilanza delicata;
ma la carenza di organico non permette nemmeno la formazione delle pattuglie utilizzate, le poche volte che vengono costituite, per servizi quali l'accompagnamento degli extra-comunitari, le vigilanze fisse e dinamiche, non potendo in tal modo garantire i servizi di sportello al cittadino e paradossalmente anche quello di soccorso pubblico;
anche i Commissariati di provincia risentono degli stessi problemi logistici di quelli cittadini con l'aggravante dell'ampiezza del territorio da controllare;
recentemente è stato firmato a Catania il Piano coordinato di controllo del territorio il quale prevede la divisione della città in due zone, una controllata dai Carabinieri con tre/quattro pattuglie e l'altra dalla Polizia di Stato con sei/otto volanti a seconda delle disponibilità;
la sala operativa unificata non è stata ancora messa in condizione di funzionare per cui il cittadino, ignaro se rientra nel territorio di competenza dell'Arma o della Polizia continua a chiamare o il 112 o il 113 e l'operatore di turno risponderà al telefono, annoterà la telefonata, chiamerà la centrale dell'altra forza dell'ordine, trasmetterà la richiesta, mentre l'operatore ricevente annoterà la richiesta e la ritrasmetterà alla pattuglia di zona;
una perdita di tempo di tal maniera è inaccettabile, anche solo 10 minuti sono un'eternità per evitare che si compia un delitto;
è assolutamente necessaria e di vitale importanza, per garantire legalità e sicurezza
al cittadino della provincia di Catania, l'assegnazione immediata di risorse economiche, umane e materiali per portare la città a standard minimi di sicurezza -:
quali concreti provvedimenti intenda adottare il ministro interrogato per risolvere in tempi brevi i numerosi problemi esposti in premessa.
(4-04355)
BENZONI e FERDINANDO BENITO PIGNATARO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 8 febbraio 2007, e 18 gennaio 2007, sono state presentate dai sottoscritti due interrogazioni parlamentari volte a chiedere al Ministro dell'interno di intervenire, al fine di ripristinare una situazione di chiarezza sulla corretta costituzione del Consiglio Comunale di Alserio, sulla legittimità dei consiglieri non surrogati a farne parte e conseguenzialmente sulla legittimità degli atti assunti dal 21 aprile in poi;
alle predette interrogazioni il Ministero dell'intemo ha risposto indicando sostanzialmente un vuoto normativo riguardo «L'istituto dello scioglimento dei consigli comunali per riduzione ultra dimidium indotta da dimissioni collettive» indicando l'intenzione di «intervenire in sede di disegno di legge delega per la riforma del testo unico degli enti locali, con un articolo autonomo o con un emendamento da apportare alla disposizione esistente, per chiarire ulteriormente la norma in modo da favorirne una sempre più univoca e coerente applicazione»;
una recente sentenza del 12 giugno 2007 del Consiglio di Stato, sez. V, n. 3137, stabilisce che:
1) nel caso di dimissioni collettive, volte a provocare lo scioglimento del Consiglio Comunale, il fatto che uno dei dimissionari non consegni personalmente l'atto non determina l'improduttività dello stesso, purchè regolarizzato anche successivamente. Si sottolinea che, se fosse stata data al momento questa interpretazione, si sarebbe dovuto procedere allo scioglimento del Consiglio Comunale;
2) qualora le dimissioni di un gruppo di consiglieri siano presentate col fine di produrre lo scioglimento del Consiglio, ex articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000, restano valide e producono effetti, compresa la surroga, anche nel caso che non venga raggiunto lo scopo di sciogliere il Consiglio Comunale -:
se il ministero alla luce della sentenza emessa, non intenda rivedere la questione in oggetto ed intervenire al fine di regolarizzare la situazione occorsa presso il Consiglio comunale di Alserio, con la surroga dei consiglieri che hanno a suo tempo presentato le dimissioni e che continuano, nonostante ciò, a far parte del Consiglio;
se ritenga corretto il rifiuto opposto dal Sindaco di Alserio alla richiesta di convocazione del Consiglio Comunale, presentata da tre consiglieri (oltre un quinto dei componenti) per provvedere alla surroga dei dimissionari.
(4-04356)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Rimini si sta vivendo una situazione al limite del paradosso, dove chi viola le leggi la fa da padrone, mentre chi paga per avere un servizio si vede costretto a sottostare all'arroganza ed alle minacce;
il presidente dell'associazione che raggruppa i bagnini riminesi, Giorgio Mussoni, ha denunciato la presenza di non meno di due-tremila abusivi sulla spiaggia, un numero che sostanzierebbe un rapporto di circa dieci abusivi per bagnino;
Mussoni ha altresì reso di pubblico dominio le minacce quotidianamente rivolte contro i bagnini che intendono reagire contro questo stato di cose, denunciando gli abusivi alle forze dell'ordine;
la situazione rischia di avere serie ripercussioni sul turismo riminese, allontanando parte dei villeggianti, come risulta dalla corrispondenza al quotidiano il Resto del Carlino pubblicata lo scorso 30 giugno ed, ancor prima, da interviste realizzate dallo stesso quotidiano sulle spiagge riminesi;
il 5 luglio scorso, due vigili intenti a condurre operazioni di antiabusivismo, dopo aver sequestrato la merce ad uno straniero extracomunitario si sono visti aggredire a calci e pugni, con il concorso di altri due extracomunitari, con il risultato di essere costretti a rivolgersi al Pronto Soccorso per la cura delle ferite riportate;
stando a quanto apparso sulla stampa locale lo scorso 3 luglio, Elio Tosi, storico titolare del ristorante Embassy di Rimini, ha dovuto assoldare delle guardie giurate per evitare che i venditori abusivi disturbino continuamente i clienti del locale;
il Sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli, in una intervista pubblicata il 29 giugno scorso da il Resto del Carlino ha affermato che «la spiaggia non tocca solo ai vigili» poiché «gli abusivi sono anche un problema dello Stato»;
ciò nonostante, il Questore di Rimini, Antonio Pezzano, ha dichiarato di non riconoscere una emergenza di ordine pubblico nella presenza di venditori abusivi sulle spiagge comunali, scaricando di fatto la responsabilità di un eventuale intervento repressivo sulla Polizia Municipale -:
quale sia l'opinione del Governo circa i fatti generalizzati nella premessa ed in merito alle misure da adottare per ristabilire la legalità a Rimini ed in particolare negli stabilimenti balneari e nei locali pubblici siti nel territorio comunale, anche intervenendo presso il Prefetto ed il Questore competenti.
(4-04357)