Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 188 del 12/7/2007
TESTO AGGIORNATO AL 16 LUGLIO 2007
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
lo scorso 16 settembre l'area di Osimo stazione, Castelfidardo e Camerano, in Provincia di Ancona, è stata colpita da una eccezionale pioggia, a seguito della quale tali zone, fortemente caratterizzate da un significativo tessuto produttivo, sono state completamente allagate e sommerse da una piena di fango, che ha compromesso in maniera seria la prosecuzione di molte attività imprenditoriali, causando danni stimati in circa 200 milioni di euro;
le imprese interessate versano in uno stato di grave crisi, avendo perso buona parte della capacità produttiva a causa del danneggiamento di strutture e macchinari unitamente alla distruzione di buona parte dei prodotti già finiti e pronti per la consegna alla clientela;
le conseguenze di tale alluvione possono seriamente mettere in dubbio la permanenza in servizio delle oltre 2000 unità impiegate nelle aziende del distretto produttivo interessato;
per la prima volta, tutte le forze politiche, sia di centro-destra che di centro-sinistra, che le istituzioni locali, comunali, provinciali e regionali hanno fatto quadrato per rivendicare unitariamente il sostegno economico dello Stato, onde far fronte, almeno in parte, ai danni subiti e consentire la sopravvivenza delle aziende e la ripresa economica di quel territorio;
nella legge finanziaria 2007 è stato inserito un capitolo che consente contributi statali per 1,5 milioni di euro per 15 annualità per ogni anno previsto nel bilancio triennale, pari ad un totale di circa 67,5 milioni di euro di risarcimenti;
le aziende colpite, in previsione dei contributi statali concessi per 1,5 milioni di euro, per mutui quindicinali, per un triennio a partire dal 2007, al netto circa 55 milioni di euro, hanno contratto prestiti con le banche, al fine di ripristinare il prima possibile l'attività, evitare licenziamenti del personale e non perdere la quota di mercato che, nel corso degli anni, si sono conquistate;
gli organi di governo, nell'approvazione del bilancio triennale 2007-2009, avevano preventivato di garantire il versamento di tali contributi alla Regione Marche che sarebbero stati erogati mediante la contrazione di mutui per il periodo stimato, anticipando l'intera somma del triennio nel 2007, in modo da
garantire, seppur solo in parte, la ripresa delle attività delle aziende che versano gravi difficoltà;
lo stesso Presidente della Regione Marche, Gianmario Spacca, aveva garantito l'erogazione delle somme entro maggio/giugno 2007;
il Ministero dell'economia e delle finanze ha autorizzato solamente la contrazione dei mutui per il primo anno del triennio, posticipando agli anni successivi, 2008 e 2009, l'erogazione delle somme promesse, riducendo il finanziamento anticipato previsto attualmente da 4,5 a 1,5 milioni di euro;
le aziende che si sono impegnate a contrarre finanziamenti e prestiti con le banche non riescono, quindi, oggi, a reggere la dilazione del pagamento per i prossimi due anni in quanto gli interessi e le scadenze cambiarie sarebbero grandemente vessatorie, non garantite e pregiudicherebbero ulteriormente la situazione economica, già fortemente penalizzata dagli eventi del 16 settembre scorso;
la differenza tra il promesso e il concesso dal Governo è di 3 milioni di euro, una somma che, per un bilancio statale, è irrisoria, ma che darebbe un grande sollievo ai nostri imprenditori che, se non riescono a far fronte alla richiesta delle banche di rientro dei fidi, sarebbero, quindi, costretti a chiudere le aziende per insolvenza;
la prima annualità di finanziamento concessa allo Stato, solo il 33 per cento di ciò che era stato promesso, vedrà l'erogazione dei fondi nella migliore delle ipotesi a settembre 2007;
le anticipazioni delle altre annualità (2008-2009), come richiesto e garantito dalla Regione Marche, pur con il parere favorevole del responsabile del Governo, che ha preso parte alla riunione tecnica svoltasi lo scorso giugno insieme al «Comitato 16 settembre 2006», non sono ancora state deliberate dai responsabili del procedimento, quali il dott. Canzio, Ragioniere Generale dello Stato, e il Cons. De Ioanna, Capo di Gabinetto del Ministro Padoa Schioppa, che indugiano a dare il definitivo parere favorevole;
molte aziende che hanno contratto prestiti e mutui per l'acquisto di nuove attrezzature e merci, per poter continuare l'attività e accedere al previsto rimborso dell'80 per cento, come recitava l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, sono state costrette a firmare cambiali con scadenza massima luglio/agosto 2007 e, se non verranno erogate al più presto le somme che erano state promesse, verranno protestate e, conseguentemente, dovranno chiudere l'attività -:
se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto;
se, in caso affermativo, la decisione di dilazionare i finanziamenti anticipati promessi non sia estremamente pregiudizievole per i nostri imprenditori che, in gravi difficoltà e sulla base di dichiarate intenzioni del Governo, si sono ulteriormente indebitati per mantenere in vita aziende che creano lavoro, economia e mantengono competitivo il Made in Italy;
se il Governo non ritenga opportuno rivedere le disposizioni relative alle erogazioni delle somme, facendo in modo che la concessione di contributo anticipato venga, come promesso dalla Regione Marche e dal Governo, erogato interamente entro il mese di luglio 2007, oppure se non ritenga opportuno in via subordinata, proporre una soluzione normativa che autorizzi la Regione Marche a trasferire al Commissario delegato le risorse necessarie, a carico del proprio bilancio, a titolo di anticipazione rispetto agli altri due contributi quindicennali previsti dal comma 1014 della legge n. 196 del 2006, a decorrere dagli anni 2008 e 2009, onde evitare il fallimento e la chiusura di gran parte delle aziende stesse.
(2-00664) «Ciccioli, Leo, Menia, Zacchera, Patarino, Bellotti, Frassinetti, Angela Napoli, Antonio Pepe, Contento, Urso, Perina, Migliori,
Saglia, Consolo, Meloni, Airaghi, Bocchino, Filipponio Tatarella, Porcu, Germontani, Holzmann, Angeli, Armani, Proietti Cosimi, Buontempo, Ulivi, Lamorte, Landolfi, Cosenza, Moffa, Raiti, Rampelli, La Russa, Ronchi».
Interrogazione a risposta in Commissione:
VICO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'estremo sud della Puglia vive in questi giorni drammatiche ore legate alla riduzione del flusso di acqua potabile. La stima è di 1.200 litri di acqua in meno al secondo dal bacino del Sele-Calore;
la città di Taranto aggiunge all'emergenza diffusa di migliaia di famiglie con rubinetti a secco ormai da sette giorni, quella, se vogliamo ancora più drammatica, dei presidi sanitari pubblici costretti all'utilizzo di autobotti e degli esercizi commerciali ormai prossimi alla chiusura;
l'Azienda Acquedotto Pugliese e l'Autorità di bacino, competenti in materia, hanno purtroppo messo in luce le loro incapacità nel gestire una emergenza dai risvolti ancora poco chiari, considerato che gli invasi sono pieni d'acqua e pertanto il disservizio è imputabile all'ormai atavica crisi infrastrutturale dell'impianto;
sarebbe esclusa l'ipotesi, dunque, di una carenza d'acqua collegata alle condizioni climatiche del territorio e troverebbe conferma, invece, la possibilità di un cedimento della galleria di scavo che condurrebbe l'acqua verso i territori interessati;
la rete idrica pugliese riduce la sua portata anche a causa di condotte ormai ridotte a colabrodo per cui il Governo italiano, attraverso un'informativa del Presidente del Consiglio dei ministri, on. Romano Prodi, lo scorso 5 marzo 2007, aveva inviato una segnalazione di rischio per eventuali crisi idriche, consigliando il monitoraggio e il controllo della situazione al fine di prevenire situazioni come quelle in corso;
per l'emergenza acqua in Puglia nei fondi 2000-2006 sono stati stanziati un miliardo e 200 mila euro. I finanziamenti servivano per interventi relativi al ripristino della rete, delle infrastrutture e degli impianti di potabilizzazione. Attualmente di tali stanziamenti risulta spesa una parte esigua, pari a 150 milioni di euro -:
quali interventi urgenti si consideri prendere di fronte ad una emergenza che rischia di peggiorare di anno in anno, soprattutto in assenza di interventi strutturali decisivi e risolutori, e se non ritenga opportuno procedere alla nomina di un Commissario di Governo per la realizzazione entro i prossimi 12-18 mesi delle opere idriche indispensabili per sollevare il territorio della Puglia da questa emergenza strutturale.
(5-01278)
Interrogazioni a risposta scritta:
MELLANO, PORETTI, BELTRANDI e ZANELLA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
Il vigente Statuto dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 aprile 2004;
L'attuale Consiglio direttivo di amministrazione è stato nominato, come previsto da tale Statuto, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 febbraio 2005. Esso è composto, oltre che dal Presidente dottor Giuseppe Di Croce (nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 settembre 2004), da quattro membri scelti:
a) uno tra esperti di pubblica amministrazione ed uno tra esperti di zoologia applicata alla conservazione della fauna selvatica, sentiti il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: onorevole Sergio Berlato (Responsabile nazionale del settore caccia per Alleanza Nazionale, Co-Presidente dell'Intergruppo «Caccia Sostenibile Biodiversità & Attività Rurali» del Parlamento europeo, dal 2001 al 2006 Consigliere Particolare del Ministro Alemanno) e Doriano Riparbelli (Già Assessore alla Caccia e pesca della Provincia di Milano);
b) uno su designazione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano: Viviana Beccalossi (Assessore all'agricoltura della Regione Lombardia);
c) uno su designazione dell'Unione delle province: Forte Clò.
a quanto consta all'interrogante il Consigliere Viviana Beccalossi si è dimessa in data 11 dicembre 2006 avendo peraltro presenziato a due sedute su dodici nel corso del 2005 e ad una sola su dieci nel 2006. Nonostante ripetuti solleciti, la Conferenza Stato-Regioni non ha, ancora provveduto alla designazione del sostituto;
il Consigliere Sergio Berlato a quanto risulta all'interrogante ha presenziato a sette sedute su dodici nel 2005. Da allora non è più intervenuto senza giustificare mai la propria assenza;
il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, su ricorso della LAC/ Lega Abolizione Caccia, con sentenza n. 4249/07 del 10 maggio 2007 recentemente resa nota alle parti, ha censurato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 febbraio 2005 nella parte in cui, tra l'altro, si nominava quale «esperto con requisiti tecnico-scientifici nel campo della zoologia applicata alla conservazione della fauna selvatica» il dottor Doriano Riparbelli, ex assessore provinciale alla caccia della Provincia di Milano (Forza Italia) tra il 1999 e il 2004, nel consiglio di amministrazione dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. I giudici amministrativi hanno rilevato la palese violazione dell'articolo 6 dello Statuto dell'INFS (organo di consulenza tecnica dello Stato e delle Regioni in materia di gestione della fauna selvatica), con riferimento alla mancata rispondenza del candidato ai requisiti previsti per tale incarico nel Consiglio di amministrazione dell'Istituto. L'essere stati assessori provinciali alla caccia non equivale ad essere zoologi esperti di fauna selvatica;
stante la situazione in cui l'attuale Consiglio di amministrazione, nominato durante il precedente Governo è stato nella quasi totalità affidato a persone prive
delle necessarie conoscenze scientifiche o comunque appaltato a persone riconducibili non tanto a interessi scientifici quanto a interessi del mondo venatorio -:
quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di risolvere la situazione di impasse verificatasi all'interno del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.
(4-04359)
ACERBO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
lo scorso mese di marzo 2007 nel territorio del Comune di Bussi in Provincia di Pescara, in prossimità del polo chimico, su indicazione del Corpo Forestale dello Stato, la Magistratura ha sequestrato circa 5 ettari di terreno adibito a discarica abusiva di rifiuti tossici derivanti da attività industriale;
sempre nel territorio di Bussi, è stata sequestrata un'ulteriore discarica abusiva di rifiuti tossici, dell'estensione di circa 4 ettari;
le sostanze presenti nelle discariche hanno già contaminato la falda in quanto alcune sostanze riscontrate nelle discariche sono state ritrovate nei Pozzi Sant'Angelo posti più a valle del sito in Comune di Castiglione a Casauria, da cui l'ACA emunge centinaia di litri al secondo di acqua per il consumo umano;
nell'anno 2005, proprio per la presenza di queste sostanze, è stata disposta la chiusura di questi pozzi;
nell'anno 2007 i pozzi sono stati parzialmente riaperti, con l'installazione di due filtri a carbone attivo da parte dell'ACA che successivamente immette quest'acqua, oltre 100 litri al secondo (secondo fonti provenienti dalla stampa), nell'acquedotto proveniente da pozzi posti più a monte (il cosiddetto «acquedotto Giardino»), le cui acque non sarebbero contaminate;
forti preoccupazioni esistono da parte dei cittadini, sia per le conseguenze sull'ambiente di queste enormi discariche, tra le più grandi d'Europa, sia per la potabilità dell'acqua;
diversi comuni della Val Pescara, posti a valle dei siti di discarica, hanno espresso la loro apprensione per gli effetti della discarica sul loro territorio;
il Comitato di associazioni ambientaliste e movimenti «Bussi ci Riguarda» ha più volte sollevato il problema della mancanza di informazioni ai cittadini circa lo stato delle acque;
a seguito dì questi allarmi il WWF, insieme al Partito della Rifondazione Comunista, ha provveduto a far analizzare, a proprie spese, l'acqua potabile in 8 punti di erogazione della Val Pescara posti in 5 comuni (Torre de Passeri, Tocco da Casauria, Popoli, Pescara e Chieti) serviti dall'ACA Spa;
il Laboratorio Tecnosib Srl di Roma ha svolto le analisi, sulla base di prelievi effettuati in data 30 maggio 2007 e secondo una procedura internazionale indicata da APAT;
il WWF ha trasmesso una nota agli Enti Competenti in cui riporta le risultanze di queste analisi, che destano grande preoccupazione per la presenza di sostanze tossiche, tra cui il Tetracloruro di Carbonio, il 1,1-dicloroetilene, il tetracloroetilene, l'esacloroetano, il metacrilonitrile e i trialometani;
il Tetracloruro di Carbonio in località Torre de Passeri segna un picco di 41,17 microgrammi/litro, una concentrazione che supera anche di 10 volte i valori limite per l'acqua potabile in vigore negli Stati Uniti e fissati dall'EPA, l'Agenzia dell'Ambiente del Governo Statunitense (valore di 5 microgrammi/litro) e stabiliti dall'Organizzazione mondiale della sanità (4 microgrammi/litro);
nello studio dell'OMS Carbon Tetrachloride in Drinking Water, OMS, 1999 e nel relativo documento preparatorio Carbon
Tetrachioride, Environmental Health Criteria 208, OMS, 1999 il tetracloruro di carbonio è risultato presente solo nel 10 per cento di 113 città controllate negli Stati Uniti, con un intervallo tra 2,4 e 6,4 microgrammi/litro. In un altro studio, è emerso che solo in 30 su 954 campioni negli Stati Uniti sono risultati contenere la sostanza (con una mediana di 0,3 e 0,7 microgrammi/litro e un massimo di 16 microgrammi/litro). In Germania, in 100 città la sostanza è risultata presente con una media di 0,2 microgrammi/litro e un massimo di 1,4 microgrammi/litro. Sempre in Germania, un altro studio ha segnalato una concentrazione massima di 0,2 microgrammi/litro, con campioni provenienti da 50 città. In Inghilterra sono stati riscontrati valori di concentrazione tra 0,01 e 2,3 microgrammi/litro. In Galizia, Spagna, la mediana dei valori nei campioni analizzati è stata di 3 microgrammi/litro con un massimo di 39,5 (tra l'altro questo valore non viene preso in considerazione dall'OMS, ma al momento di valutare gli scenari di esposizione nel documento su questa sostanza perché ritenuto così alto da essere valutato come valore «anormale» (confronta documento Carbon Tetrachioride in Drinking Water, 1999, pagine 125). In Polonia la concentrazione trovata variava tra da «non riscontrabile» a 0,7 microgrammi/litro. Infine in Italia la media riscontrata è stata di 0,2 microgrammi/litro (200 volte inferiore che a Torre de Passeri);
da tale confronto si evince che le concentrazioni di Tetracloruro di Carbonio riscontrate nella media e bassa Vai Pescara sono sempre superiori ai limiti fissati da EPA e OMS e che il picco di Torre de Passeri rappresenta il valore massimo mai segnalato al mondo per le acque potabili stante i dati dell'OMS;
l'1,1-dicloroetilene è stato riscontrato in tutti i campionamenti nella media e bassa Val Pescara, con punte di concentrazione superiore ai 7 microgrammi/litro fissati come limite dall'EPA negli Stati Uniti (confronta 13,27 microgrammi/litro a Torre de Passeri). Le concentrazioni sono comunque sempre superiori ai 2 microgrammi/litro e sono, stante i dati riportati dall'OMS nel documento 1,1-Dichloroethene in Drinking Water, tra le concentrazioni più elevate mai riscontrate nelle acque potabili;
la stessa OMS ha recentemente proposto limiti più elevati, dai dati di letteratura dell'Organizzazione emerge che questa sostanza è stata trovata solo nel 2,3 per cento di 945 campioni di acque potabili degli Stati Uniti, con una media di 0,28/1,2 microgrammi/litro (confronta 1,1-Dichloroethene in Drinking Water, OMS);
il tetracloroetilene è stato riscontrato nella media e bassa Val Pescara, con concentrazioni (picco di 4,65 microgrammi/litro a Torre de Passeri) vicine alla soglia fissata per gli Stati Uniti dall'Environmental Protection Agency (5 microgrammi/litro, Drinking Water Standards and Health Advisories, United States Environmental Protection Agency, 2006);
anche in questo caso, le concentrazioni rilevate risultano tra le più alte al mondo per le acque potabili. L'OMS riporta che la sostanza è stata riscontrata in 9 (su 105) città Stati Uniti, con una media di 0,81 microgrammi/litro, intervallo 0,2/3,1 microgrammi/litro (confronta Tetrachloroethene in Drinking Water). In Inghilterra il valore riscontrato è stato di 0,4 microgrammi/litro;
l'esacloroetano è stato riscontrato in diversi siti con una concentrazione di picco di 0,721 microgrammi/litro. La scheda di sicurezza di questa sostanza della Carlo Erba prescrive, tra l'altro, di impedirne le infiltrazioni nelle acque superficiali, nelle fognature e nelle acque freatiche. La scheda sulla sostanza preparata da UNEP, ILO, e OMS ricorda i possibili effetti sull'uomo;
il metacrilonitrile è stato riscontrato in diversi campioni con picco di concentrazione di 4,58 microgrammi/litro. Per questa sostanza non sono stati trovati limiti fissati né a livello nazionale né a livello internazionale. La sostanza è, comunque,
estremamente pericolosa (si veda la relativa scheda di sicurezza compilata dall'ILO e dall'UNEP);
i Trialometani (Triclorometano, Tribromometano, Dibromoclorometano Bromodiclorometano) sono stati rilevati con concentrazioni sempre vicine al limite di 30 microgrammi/litro fissato dal decreto legislativo n. 31 del 2001 ed in un punto (Chieti Scalo) tale limite è stato persino superato (con un valore complessivo di 33,66 microgrammi/litro);
le analisi hanno dunque evidenziato un generale superamento dei limiti posti dal decreto legislativo n. 152/06 per quanto riguarda le «Concentrazioni soglia di contaminazione nelle acque sotterranee» (come riportato negli allegati risultati delle analisi condotte), solitamente più restrittivi di quelli posti per il consumo umano;
per quanto riguarda il consumo umano, le sostanze riscontrate non sono prese in considerazione nel decreto legislativo n. 31 del 2001, ad esclusione dei trialometani (per i quali è stata rilevata una concentrazione sempre vicino al limite fissato ed in un punto anche un superamento) ed il tetracloroetilene per il quale è fissato un limite come somma delle concentrazioni dei parametri specifici (con tricloroetilene);
dalle indagini svolte, emerge una situazione preoccupante, vista la presenza, anche in quantità rilevanti, di sostanze pericolose per la salute umana come evidenziato da autorevoli organismi di controllo cui si fa normalmente riferimento per le sostanze che non sono riportate nel decreto legislativo n. 31 del 2001;
l'inquietudine della popolazione che vive in quelle zone, deriva non solo dagli effetti tossici delle singole sostanze ma anche dal cosiddetto «effetto cocktail», dovendo considerare anche l'effetto delle sostanze nel loro complesso, per esempio verificando potenziali effetti sinergici oppure l'amplificazione degli effetti di una sostanza a causa della presenza di un'altra;
le semplici elaborazioni grafiche relative alla presenza dei contaminanti rispetto ai siti, ordinati da monte a valle, consente di evidenziare come molte delle sostanze sopra citate non siano presenti nella zona a monte di Torre de Passeri (e dei Pozzi Sant'Angelo, prossimi all'area della discarica abusiva e più volte richiamati alla pubblica attenzione da articoli di stampa a seguito della scoperta della discarica abusiva di Bussi);
la presenza dell'esacloretano, sostanza che è stata utilizzata nel ciclo produttivo dell'azienda chimica presente a Bussi, lascia presumere che possano essere proprio le fonti potenzialmente interessate dai contaminanti della discarica abusiva di Bussi (come i Pozzi Sant'Angelo) ad essere contaminati da tali sostanze -:
se, in riferimento ai valori sopra riportati, le acque campionate possano essere considerate potabili secondo le normative vigenti;
se, in presenza di tali sostanze, gli Enti competenti abbiano provveduto ad un piano di caratterizzazione e bonifica delle falde acquifere dalle quali prelevano l'acqua da immettere nelle condotte idriche;
se, in riferimento ai valori sopra riportati, le acque campionate possano essere utilizzate per altri usi, compresi quelli domestici, tenuto conto che, ad esempio, il Tetracloruro di Carbonio, secondo l'OMS, potrebbe essere assunto anche per inalazione durante le normali attività domestiche (durante i bagni, il lavaggio di oggetti in cucina, eccetera);
se, in riferimento alle acque erogate nella Provincia di Pescara e nella Provincia di Chieti, siano stati chiesti pareri negli ultimi 2 anni ai ministeri competenti e all'Istituto Superiore di Sanità circa la presenza di questi ed altri contaminanti e se sono state richieste eventuali deroghe secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 31 del 2001;
quali conseguenze per la salute umana possono avere queste sostanze alle concentrazioni riscontrate, per i diversi
tempi di esposizione, tenuto anche conto che, ad esempio, secondo l'OMS il Tetracloruro di Carbonio tende ad accumularsi nel grasso;
se esistono eventuali conseguenze sulla stessa rete di distribuzione, tenuto conto delle caratteristiche fisico-chimiche delle sostanze in questione;
se, e in quali casi specifici, è resa possibile la miscelazione nelle stesse condotte di acque provenienti da diversi punti di emungimento, dei quali uno contaminato da sostanze pericolose, e aventi differenti qualità e se, nel caso specifico, tale miscelazione sia stata legittima;
quale autorità ha autorizzato la miscelazione delle acque e quali norme sono state seguite;
quali provvedimenti intendano adottare i Ministri interessati ai fini della salute e della sicurezza della popolazione;
quali iniziative intendano intraprendere gli Organi competenti, al fine di informare correttamente la popolazione della Val Pescara circa la presenza di sostanze contaminanti nei pozzi di approvvigionamento, le modalità di trattamento e la qualità delle acque erogate.
(4-04360)
LONGHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
il Tar del Lazio ha clamorosamente accolto un ricorso di numerosi cittadini titolari di tessera sportiva dell'Automobile Club d'Italia (di seguito ACI), sentenza numero 10838/2006, stabilendo che la federazione sportiva ed ente pubblico ACI deve rifarsi obbligatoriamente alle leggi italiane che regolano lo sport e alle direttive del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (di seguito CONI);
il Tar del Lazio ha accertato l'illegittimità di tutti gli organi federali per vizi di composizione, disponendo l'annullamento degli articoli 7, 8 e 12 dello Statuto ACI perché i rappresentanti delle categorie sportive riconosciute dalla legge (scuderie, atleti e tecnici dell'automobilismo sportivo) non vengono arbitrariamente accettati né nell'Assemblea, né nel Consiglio generale e neppure nel Comitato esecutivo dell'ACI;
la nomina di Franco Lucchesi quale presidente dell'ente pubblico è stata ritenuta illegittima per i motivi di cui sopra;
l'assemblea dell'ACI, costituita dei soli presidenti degli Automobile Club provinciali, il 24 novembre 2006 ha adottato il «nuovo» articolo 25 dello statuto non ottemperando alle decisioni del Tar del Lazio e neppure alle norme del CONI: ha continuato a ledere i principi fondamentali di partecipazione democratica alla vita associativa, ha impedito alle categorie sportive di costituire gli organi della propria federazione sportiva, confinandoli di nuovo nella Commissione Sportiva Automobilistica Italiana (CSAI), cui viene illegittimamente delegato l'esercizio del potere sportivo;
l'ACI invece di sottoporre il nuovo Statuto all'esame di conformità del CONI, come era tenuto a fare, ha trasmesso lo statuto alla vigilante Vicepresidenza del Consiglio dei ministri è stato approvato con tanto di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 16 dicembre 2006;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 dicembre 2006 viola gli articoli 13, comma 1 e 14, del decreto legislativo n. 419 del 1999 (riordino degli enti pubblici), i quali prescrivono alle Amministrazioni vigilanti di promuovere la revisione degli Statuti degli enti secondo la vigente normativa;
tra le leggi nazionali elle regolano lo sport c'è il decreto legislativo n. 242 del 1999 e successive modificazioni, i cui articoli 15, 16 e 18 disciplinano l'ordinamento delle federazioni sportive nazionali, che devono necessariamente uniformare i rispettivi Statuti ai principi fondamentali del CONI;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 dicembre 2006 viola anche l'articolo 1, comma 1, della legge n. 280 del 2003 che recita: «La Repubblica riconosce e favorisce l'autonomia dell'ordinamento sportivo nazionale, quale articolazione dell'ordinamento sportivo internazionale facente capo al Comitato Internazionale Olimpico»;
ad avviso dell'interrogante con il predetto decreto l'Autorità governativa ha prevaricato l'autonomia dell'ordinamento sportivo esercitando una pressione indebita sul CONI (la Presidenza del Consiglio dei ministri non ha in nessun modo la facoltà di poter approvare le parti sportive dello Statuto dell'ACI senza il via libera del CONI);
il legislatore con l'articolo 5, comma 2, lettera c) del decreto legislativo n. 242 del 1999 e successive modificazioni, ha, attribuito al CONI il compito di approvare gli Statuti delle federazioni sportive, compreso lo Statuto dell'ACI (facoltà ribadita dal Tar del Lazio);
con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 dicembre 2006 l'Autorità Governativa non ha la facoltà di riconoscere l'ACI quale federazione sportiva nazionale del CONI, per di più designandola come membro del CONI stesso (lo vieta espressamente la Carta Olimpica del CIO, regola 29, comma 4, che disciplina l'ordinamento sportivo nazionale del CONI ai sensi dell'articolo 1, comma 1, dello Statuto del CONI approvato con decreto ministeriale 23 giugno 2004);
spettava al CONI l'obbligo di verificare la conformità dello Statuto ACI alle disposizioni, di legge, allo Statuto del CONI ed ai Principi Fondamentali stabiliti dal Consiglio Nazionale del CONI stesso;
a quel che pare all'interrogante lo Statuto dell'ACI non è conforme in nessun punto alle disposizioni di legge, alle norme dettate dal CONI e neppure ai Principi Fondamentali del CONI;
è stato inviato per l'approvazione lo Statuto Federale è stato approvato con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri per sfuggire all'esame di conformità e quindi per evitare il prescritto adeguamento (o in alternativa la revoca della partecipazione al CONI;
omettendo di sottoporre lo Statuto dell'ACI al prescritto esame di conformità, l'interrogante ritiene che il CONI non ha svolto le proprie funzioni istituzionali di vigilanza sulla regolarità delle Carte federali dell'ACI e di controllo sulla regolarità della gestione delle attività sportive dell'automobilismo, violando le rigorose disposizioni di legge e del proprio Statuto;
omettendo di sottoporne lo Statuto dell'ACI al prescritto esame di conformità, eludendo anche le direttive del Ministero vigilante, il CONI continua a mantenere l'ACI nel proprio ordinamento con la qualifica di federazione sportiva (non ha mai deliberato il riconoscimento ai fini sportivi e non ha mai esercitato il controllo sulle attività sportive automobilistiche) a detta dell'interrogante in contrasto con le disposizioni che stabiliscono i presupposti per tale affiliazione;
l'ACI per l'interrogante svolge attività di federazione sportiva senza i presupposti di legge e senza il controllo del CONI (ne consegue che tutte le competizioni automobilistiche che si svolgono su strade pubbliche si effettuano in violazione del nuovo Codice della Strada che richiede anche ilparere del CONI, mai concesso agli organizzatori);
le attività, sportive automobilistiche sono a quanto consta all'interrogante mal gestite dall'ACI sia, sotto il profilo tecnico, sia sotto quello sportivo e sia sotto quello della sicurezza (si veda la recente morte del dottore Fernando Rossetto alla Cronoscalata del Cansiglio, in provincia di Treviso);
i 61 ricorrenti del 2006, ai quali si sono aggiunti altri 34 cittadini italiani, titolari di tessera sportiva dell'ACI, hanno trascinato l'ente pubblico di nuovo dinnanzi al Tar del Lazio (coinvolgendo anche
il CONI e il Governo) per non ottemperanza della sentenza precedente -:
come la Presidenza del Consiglio dei ministri intenda provvedere a sanare questa, gravissima situazione tutta italiana in cui versa lo sport automobilistico nazionale, ma soprattutto perché non ritiene legalmente e moralmente doveroso il commissariamento dell'ACI e del CONI al fine di ripristinare le necessarie condizioni di legalità nella gestione dei due enti.
(4-04361)