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Allegato B
Seduta n. 19 del 5/7/2006
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, il Ministro delle infrastrutture, per sapere - premesso che:
lo sghiaiamento del lago artificiale di Barcis e dei torrenti montani è stato motivato e disposto dalle Autorità competenti quale conseguenza delle ripetute alluvioni nell'Alta Valcellina, che comprende i comuni di Erto, Cimolais, Claut e Barcis della provincia di Pordenone;
tali motivazioni hanno suscitato un ampio e contrastato confronto, apparso anche sugli organi di stampa, che ha visto coinvolti i cittadini, le associazioni ambientaliste, gli operatori economici dell'area, le Autorità competenti;
il traffico pesante dei TIR utilizzati nei lavori, a seguito del divieto posto dal sindaco di Barcis di transito sul territorio del proprio comune, è stato indirizzato verso Cimolais, Erto, Longarone lungo la S.S. 251, vale a dire l'unica strada che da Maniago arriva a Longarone attraversando l'intera Valcellina;
la S.S. 251 è una strada del 1901, con caratteristiche ed esigenze sicuramente non adatte al transito giornaliero di centinaia di TIR che, oltre a causare notevole inquinamento, rappresentano un serio pericolo per l'incolumità dei cittadini che ogni giorno percorrono la medesima strada;
ad oggi, purtroppo, si sono già verificati diversi incidenti, giacché la strada è troppo stretta e presenta numerose buche e cedimenti oltre ad avere una circolazione estremamente rallentata a causa della costante presenza dei mezzi pesanti;
la questione, in particolare, è stata più volte denunciata con forza dal noto scrittore-alpinista Mauro Corona ed è stata ripresa anche da quotidiani locali (Il Gazzettino, edizione di Udine, 16 dicembre 2005 - Il Gazzettino, edizione di Belluno, 18 giugno 2006) in cui si evidenzia l'esasperazione dei cittadini della Valle e la richiesta di provvedimenti urgenti per trovare una soluzione al problema;
la Valcellina (comuni di Andreis, Cimolais, Claut, Erto e Casso) fa parte del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane, istituito con legge della regione Friuli-Venezia Giulia n. 42/1996 che prevede, tra le finalità, la conservazione, la tutela e il ripristino degli ecosistemi -:
se i Ministri interpellati siano informati della gravissima situazione lungo la S.S. 251 e quale giudizio ne diano nel quadro più generale della politica ambientale e di tutela del territorio che il Governo intende promuovere anche in rapporto con le Autonomie regionali e locali;
quali siano le valutazioni del Ministro dell'ambiente in ordine alle ripercussioni che il transito dei TIR ha sull'ambiente circostante, tenuto conto, oltre a tutto, che si tratta di una zona compresa nel Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane;
quale sia, per parte sua, il giudizio del Ministro delle infrastrutture sulle conseguenze che il transito dei TIR sulla S.S. 251 ha sulla circolazione, la sicurezza stradale e i suoi costi di manutenzione che ne conseguono;
se i Ministri interpellati, in generale, non ritengano doveroso intervenire, per quanto di loro competenza e in rapporto con la regione Friuli-Venezia Giulia e gli Enti locali interessati, al fine di sollecitare una soluzione che consenta, ad esempio, o di veicolare il transito dei TIR verso strade più adatte al transito di mezzi pesanti o di concentrare il transito in fasce orarie notturne onde evitare pericoli per la circolazione stradale.
(2-00043) «Boato».
Interrogazione a risposta immediata in Commissione:
VIII Commissione:
RAMPELLI e FOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
in risposta alle interrogazioni a risposta immediata in Commissione n. 5-04012 e 5-04013, svolte presso la VIII Commissione in data 22 febbraio 2005, il Governo forniva informazioni in ordine all'attuazione dell'articolo 4, comma 1-bis, del decreto-legge n. 314 dei 2003, che prevede la concessione di un contributo «compensativo» ai territori interessati dalla presenza di siti nucleari, da assegnare annualmente con deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica, sulla base delle stime di inventario radiometrico dei siti, determinato con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela dei territorio, su proposta dell'APAT, valutata la pericolosità dei rifiuti;
in relazione alle predette informazioni fornite dal Governo, veniva presentata una nuova interrogazione a risposta immediata in Commissione (5-04603), con cui si chiedeva al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio se intendesse promuovere, per quanto di propria competenza, una specifica proposta al CIPE nel senso di provvedere - almeno per i comuni sedi di impianti elettronucleari - alla concessione di una anticipazione in acconto del contributo dovuto, ai sensi della procedura di cui all'articolo 4, comma 1-bis, del decreto-legge n. 314 del 2003. Nella risposta fornita a detta interrogazione dal rappresentante del Governo, presso la VIII Commissione, nella seduta del 12 luglio 2005, si evidenziava come fosse «in avanzata fase di predisposizione il decreto ministeriale con il quale le somme previste saranno ripartite tra i territori interessati dalla presenza di rifiuti radioattivi, al quale seguirà l'erogazione dei contributi da parte del CIPE». Per quest'ultima ragione, vista l'imminente risoluzione della questione, lo stesso Governo riteneva «superflua una specifica proposta al CIPE per la concessione di una anticipazione in acconto del contributo dovuto»;
con un nuovo atto di sindacato ispettivo (n. 5-04834) presentata in data 12 ottobre 2005 l'interrogante evidenziava che nonostante le precedenti risposto fornite dal rappresentante del Governo non era stata ancora disposta l'erogazione dei contributi che qui interessano. Il rappresentante del Governo nella seduta del 13 ottobre 2005, rispondendo alla predetta interrogazione, evidenziava - in primo luogo - che il documento «Inventario Nazionale dei Rifiuti Radioattivi», unitamente alla proposta di ripartizione delle misure compensative, previsti dall'articolo 4 del decreto-legge n. 314 del 2003, erano stati già predisposti dall'Agenzia Protezione Ambiente e per i Servizi Tecnici. Il rappresentante del Governo evidenziava inoltre che essendo risultata la proposta formulata dall'Agenzia pienamente condivisibile, si era provveduto alla predisposizione del decreto ministeriale di ripartizione dei contributi, così come stabilito dalla legge, tra i territori interessati dalla presenza di rifiuti radioattivi, al quale sarebbe seguita l'erogazione dei contributi stessi da parte del CIPE;
ciò nonostante - ad oggi - non sono ancora stati disposti i relativi finanziamenti -:
come intenda, per quanto di competenza, attivarsi per la rapida assegnazione dei contributi ai territori interessati.
(5-00051)
MEREU e MARTINELLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
il «Sistema di Raccolta, Recupero, Smaltimento dei Rifiuti Agricoli» denominato «Riciclagricola» è presente in quasi tutte le province del Veneto da oltre sei
anni ed il suo successo poggia sugli accordi di programma provinciali che hanno sgravato gli imprenditori agricoli da tutta una serie di adempimenti previsti dalla normativa vigente;
con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 152/2006, il trasporto da parte delle aziende agricole presso i centri di raccolta periodici (consorzi agrari o isole ecologiche) è consentito previa iscrizione delle aziende medesime all'Albo dei gestori ambientali (ex Albo gestori rifiuti) corredata del formulario per il trasporto dei rifiuti pericolosi e anche per quelli non pericolosi;
tali adempimenti comportano eccessivi oneri amministrativo-burocratici (invio richiesta scritta di iscrizione alla sezione regionale territorialmente competente dell'Albo Gestori Ambientali, tenuta di registro di carico/scarico, nonché compilazione del MUD per le imprese che producono rifiuti pericolosi), ed economici (corresponsione di un diritto annuale di iscrizione rideterminabile ai sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 406/1998) -:
se non ritenga di adottare ogni utile e opportuna iniziativa, anche di natura normativa, volta a limitare la gravosità di tali oneri, al fine di evitare la disdetta da parte di numerose aziende, aderenti al Servizio Pubblico Integrativo di Raccolta dei rifiuti agricoli «Riciclagricola» come ad altri analoghi consorzi, al fine di garantire gli obiettivi di tutela e prevenzione ambientali finora raggiunti.
(5-00052)
Interrogazione a risposta in Commissione:
NUCARA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
in data 3 luglio 2006 un violento nubifragio si è abbattuto in Calabria, provocando gravissimi danni e vittime in provincia di Vibo Valentia;
eventi di tale natura e portata sono spesso imprevedibili;
gran parte dei danni sono stati provocati dallo straripamento dei fiumi Mesima, Abate, Vallelonga e Uncinale i cui argini non hanno retto alla violenza delle acque;
il territorio calabrese è da sempre catalogato zona ad alto rischio idrogeologico ed avrebbe bisogno, più che di interventi di protezione civile a danno consumato, di una intelligente e mirata prevenzione delle cause dei disastri ecologici spesso annunciati;
la Direzione generale della difesa del suolo del Ministero dell'ambiente è più volte intervenuta, con risorse, a giudizio dell'interrogante, insufficienti, su richiesta dei comuni interessati a porre rimedio alle innumerevoli situazioni di frana che percorrono interamente la regione Calabria -:
quali siano i tempi di attuazione del decreto del Ministro dell'ambiente del 5 maggio scorso con il quale sono stati programmati alcuni interventi ritenuti urgenti dai comuni che ne hanno fatto richiesta;
se non ritenga, nel frattempo necessario effettuare, d'accordo con le Regioni e le autorità di bacino il monitoraggio delle zone indicate dai Piani di assetto idrogeologico ad alto rischio, al fine di evitare che intense precipitazioni piovose e nevose si trasformino in altri disastri e con lo scopo di predisporre un generale programma di riqualificazione del fragile territorio italiano e di ricercare i fondi necessari per le opere di difesa e prevenzione del rischio idraulico e la manutenzione ordinaria e costante del suolo.
(5-00053)