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Allegato B
Seduta n. 190 del 17/7/2007
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SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
VOLONTÈ. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'attuale norma in vigore per tutte le strutture ospedaliere pubbliche e convenzionate d'Italia lascia alle aziende la possibilità di offrire l'assistenza al parto in regime di intramoenia, ovvero a pagamento all'interno dell'ospedale;
questa tipologia di servizio prevede che la donna scelga un'intera equipe composta da ginecologo, anestesista ed ostetrica;
la donna non può optare per un'ostetrica di sua fiducia ma soltanto per il ginecologo, che è colui il quale - in base al suo onorario - determina il prezzo totale del pacchetto; la legge non concede altre possibilità alla partoriente per ciò che concerne l'assistenza personalizzata durante il parto in una struttura che non sia privata, dal momento che servizi gratuiti correlati all'evento nascita sono offerti dai consultori, laddove essi siano pienamente funzionanti;
secondo quanto denunciato dal settimanale L'Espresso del 19 luglio 2007, negli otto principali ospedali della capitale (San Camillo, Policlinico Umberto I, Policlinico Casilino, San Filippo Neri, Fatebenefratelli sull'Isola Tiberina, Fatebenefratelli - Villa San Pietro, Santo Spirito e San Giovanni Addolorata) che, nella totalità, contano una media di 15 mila parti l'anno (più della metà delle 26 mila nascite registrate a Roma), le future mamme, per godere dei loro diritti, pagano sottobanco alle ostetriche compensi che arrivano fino a 750 euro;
questi soldi costituiscono delle vere e proprie tangenti che assicurano un servizio privilegiato negli ospedali pubblici da parte di levatrici che, in tal modo, mettono a disposizione delle paganti prestazioni, strumenti e strutture che dovrebbero invece essere destinati all'intera collettività, senza alcuna distinzione di sorta -:
se sia a conoscenza di questa situazione, quali siano le sue valutazioni al riguardo e quali provvedimenti intenda adottare allo scopo di porre fine all'illegalità del sistema sopra denunciato.
(4-04390)
PELLEGRINO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
i reparti di terapia intensiva neonatale sono i centri di emergenza in cui viene garantita l'assistenza specialistica di bimbi gravemente prematuri o affetti da patologie che ne compromettono le funzioni vitali;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, recante «definizione dei livelli essenziali di assistenza», prevede nella tabella relativa all'assistenza territoriale, ambulatoriale e domiciliare con riferimento «alla tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento, assistenza alle donne in stato gravidanza; assistenza per l'interruzione volontaria della gravidanza» che «le prestazioni erogabili siano diffusamente elencate nel Progetto operativo materno infantile» (decreto ministeriale 24 aprile 2000) «e nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 febbraio 2001»;
il citato Progetto operativo indica quale sia il numero di strutture di terapia intensiva neonatale necessario per assicurare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza: in particolare tale disposizione prescrive che sia istituita un'unità funzionale di terapia intensiva neonatale per ogni settecentocinquanta bambini nati;
nella Regione Campania, a fronte di un numero di sessantacinquemila bambini nati nel 2005, sono attivi appena quindici reparti di terapia intensiva neonatale distribuiti nelle cinque province (tre a Salerno, due a Benevento, uno a Caserta, due ad Avellino e sette a Napoli);
stando ai parametri sopra indicati sarebbe pertanto necessario istituire sul territorio campano altre dieci unità funzionali di terapia intensiva neonatale;
la carenza strutturale nella Regione si sta recentemente aggravando in parte per l'esecuzione lavori di ristrutturazione in alcuni di tali centri in parte a cagione della riduzione di personale per pensionamenti non sostituiti a seguito del blocco del turn over imposto dalla delibera regionale n. 514 del 30 marzo 2007;
questa situazione provoca il trasferimento fuori regione di neonati in pericolo di vita come evidenziato dagli articoli pubblicati giorno 9 luglio 2007 dai quotidiani La Repubblica edizione di Napoli e Il Mattino di Napoli;
inoltre il trasferimento fuori Regione non è sempre facilmente attuabile data la criticità delle situazioni cliniche e le analoghe carenze nelle regioni limitrofe -:
se al Ministro risulti quanto indicato in premessa;
se, tenuto conto dell'esigenza di garantire l'applicazione dei principi relativi alla tutela dei LEA su tutto il territorio nazionale, e nel rispetto del patto di stabilità Stato-Regioni, non intenda assumere iniziative volte ad assicurare il rispetto dei parametri indicati in premessa, eventualmente stipulando appositi accordi con la Regione Campania.
(4-04394)