Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 192 del 19/7/2007
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
LUCIANO ROSSI, MISURACA, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, MINARDO, ROMELE, PAOLO RUSSO, BRICOLO, MARTINELLO e BELLOTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
sembrerebbe in corso di approvazione un'ulteriore bozza di decreto del Ministero dell'ambiente ai sensi dell'articolo 1, comma 1226 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante criteri minimi uniformi per la disciplina delle zone di protezione speciale e di altre aree protette di cui alla Rete Natura 2000 costituita dal recepimento della direttiva comunitaria n. 92/43/CEE «Habitat» e n. 79/409/CEE «Uccelli»;
tale decreto avrebbe ricadute non indifferenti sul mondo agricolo e quello venatorio, e in alcuni casi anche sulla pesca;
nella seduta del 5 luglio 2007 è stata discussa in Commissione Agricoltura l'interrogazione a risposta immediata 5-01227 Misuraca ed altri proprio in merito alle implicazioni sul settore agricolo e della caccia di tale decreto ministeriale;
la risposta alla suddetta interrogazione non rassicura sui possibili disagi, se non proprio danni, che il decreto potrebbe causare, infatti esso verrebbe ad impattare sull'attività agricola in atto, sull'attività ricreativa, sull'attività venatoria, senza consentire, in pieno periodo di ferie, alle Regioni di intervenire in materia di propria competenza;
a detta delle Associazioni venatorie, peraltro, il problema sarebbe già stato affrontato e disciplinato dalla maggior parte delle Regioni, dopo la promulgazione del decreto-legge 251/2006, che come noto non è poi stato convertito in legge;
dette associazioni lamentano la mancata concertazione con le istituzioni, come era del resto avvenuto anche in vista della promulgazione del decreto-legge 251/06, per la predisposizione del decreto ministeriale, lamentando che le riunioni con i Comitati tecnici non sono avvenute nella sede specifica del Ministero dell'ambiente per cui sarebbero inidonei a fornire al Ministero i dati istruttori sui quali fondare l'elaborazione di qualsiasi ipotesi di decreto ministeriale nelle sue varie bozze di difficile lettura;
le maggiori criticità al decreto si evidenzierebbero in tutta la loro gravità soprattutto laddove si imponessero al settore agricolo divieti al di fuori dei princìpi informatori del regime di condizionalità degli aiuti in agricoltura (decreto ministeriale 12541 del 21 dicembre 2006); laddove si imponessero divieti all'attività venatoria privi di ragioni tecniche e contrastanti con la normativa vigente per cui si andrebbe a colpire un «assetto» sensibile, frutto del faticoso raffronto tra caccia e ambiente, senza apportare a quest'ultimo alcuna concreta ulteriore tutela; laddove si imponessero divieti generalizzati che contrastano con il variegato panorama dei «siti», del tutto diverso tra Regione e Regione, e facendo venir meno così l'obbiettivo della biodiversità, intesa dall'UE come fondamentale risorsa umana ed economica per la valorizzazione delle attività agricole, sportive, piscatorie, ricreative, venatorie, eccetera;
relativamente al settore agricolo per quanto possano essere introdotti miglioramenti normativi in connessione con gli obblighi di condizionalità previsti dalla PAC resterebbero evidenti elementi gravemente invasivi delle competenze regionali;
nel settore della pesca va assolutamente corretto quanto previsto in tema di divieti dalla versione italiana del Reg (CE). 1967/06 (articolo 4, comma 1), il quale contiene errori importanti di traduzione
rispetto all'originale testo in inglese, e ciò per evitare che vi sia disparità di trattamento tra pescatori italiani e quelli comunitari;
per quanto riguarda le attività venatorie, infine, non ci si dovrebbe scontrare con gli indirizzi della Commissione europea, recentemente ribaditi a tutti gli Stati membri dove, ad esempio, la caccia non è il problema, ma rappresenta la soluzione dei problemi atteso che lo scopo delle ZPS è la protezione di determinate specie di uccelli (quelle dell'allegato 1 della Direttiva n. 79/409/CEE) e quello delle ZSC sono gli habitat e gli habitat di specie di animali (quali rettili, anfibi, eccetera) e vegetali;
fine ultimo del decreto è dunque quello di evitare che la disciplina di queste zone possa risolversi in una fittizia protezione di una determinata specie ai danni di altre specie ed attività consolidate insistenti nelle stesse, dotate di rilevanza economica, sociale, culturale, tradizionale, agricola che vanno invece garantite attraverso una corretta integrazione secondo i principi della biodiversità;
è necessario intervenire per evitare, quindi, senza una ragionevole attenzione anche in relazione all'avvio della stagione di caccia -:
a che punto sia l'iter per la definitiva approvazione e pubblicazione del decreto che appare ancora sotto molti aspetti invasivo delle finalità legislative delle Regioni;
se non si ritenga più opportuno seguire tutte le possibili strade per evitare di dettare norme che sarebbero al di fuori, non soltanto dell'orientamento comunitario in materia, ma anche dalla serena e compiuta concertazione con le Regioni, cui non può essere negato il ruolo di protagonista;
se non siano favorevoli ad una più serena trattazione della materia senza imposizioni di criteri vincolanti e troppo rigidi stante la variegata presenza di siti di Natura 2000, differenti per storia, tradizioni e valori socio-economici-ambientali;
se non sia il caso, dopo un'attenta concertazione con tutte le categorie interessate, di prevedere un decreto che detti semplicemente linee guida veramente minime, ma lasciando la vera potestà legislativa alle regioni, come costituzionalmente stabilito in materia;
se non sia più rispondente, infine, all'attuale situazione legislativa regionale, prima di emanare un decreto ministeriale dirompente sulla predetta normativa senza alcun riflesso pratico e cogente a difesa dell'ambiente per la sovrapposizione di inconferenti interventi tutto a discapito della buona gestione dell'amministrazione pubblica e della credibilità dei cittadini nei confronti delle istituzioni, proporre una circolare di indirizzo verificando, quindi, a livello regionale, le eventuali mancanze applicative con misure di salvaguardia minime «cedevoli», applicabili cioè solo nei casi di inadempienza;
se non sia, comunque, più rispondente ai fini di una corretta applicazione della materia in esame il rinnovato coinvolgimento del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, riconoscendo, inoltre, il ruolo e le prerogative delle Regioni e delle altre istituzioni nazionali operanti nel settore.
(4-04431)
MORRONE, FABRIS, SATTA, PICANO, D'ELPIDIO, ADENTI, AFFRONTI, CIOFFI, CAPOTOSTI, DEL MESE, GIUDITTA, LI CAUSI, ROCCO PIGNATARO e ROSSI GASPARRINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il 20 luglio 2006, a seguito delle dimissioni del Consiglio di amministrazione, il Ministro dell'economia e delle finanze, in qualità di azionista unico dell'ANAS, ha provveduto alla nomina dei nuovi membri del Consiglio di amministrazione per il triennio 2006-2008 nelle
persone di: Pietro Ciucci, Presidente; E. Della Gatta, E. Pinto, S. Scicchitano e U. Siola, componenti;
nella riunione del Consiglio di amministrazione del 21 settembre 2006, il presidente Ciucci, a seguito delle dimissioni del Direttore generale Artusi, ha proposto di procedere alla sua sostituzione;
nella medesima riunione il Consiglio di amministrazione ha quindi deliberato, su proposta del consigliere Scicchitano, di concludere un contratto quinquennale di lavoro dipendente con il presidente P. Ciucci (che a tal fine aveva lasciato la riunione), conferendo mandato al consigliere E. Pinto di definire con l'interessato il trattamento economico-normativo, con obbligo di esercitare il mandato d'intesa con l'azionista unico, il Ministero dell'economia e delle finanze;
non risulta agli interroganti che il magistrato della Corte dei conti delegato al controllo sia intervenuto per muovere contestazioni con riguardo alla procedura citata;
il consigliere E. Pinto, in esecuzione del suddetto mandato, nel corso della riunione del Consiglio di amministrazione del 30 gennaio 2007, ha proposto che, d'intesa con l'azionista unico ed in armonia con la legge finanziaria per il 2007, il compenso da corrispondere al Presidente, per l'esercizio delle sue funzioni di Direttore generale, ammontasse a euro 500.000 annui lordi, «cui potrà essere aggiunta una quota variabile non superiore al 50 per cento della retribuzione fissa, che verrà corrisposta al raggiungimento di obiettivi annuali e specifici» oltre alla corresponsione una tantum di un emolumento forfetario per ricompensare il periodo 27 luglio-28 dicembre 2006;
dalla relativa delibera del Consiglio di amministrazione non risulta se il Collegio sindacale abbia espresso il proprio parere, prescritto dall'articolo 2389 codice civile, con la apparente conseguenza, in assenza di detto parere, di sostanziale approvazione dell'iniziativa;
benché anche tale deliberazione apparisse agli interroganti chiaramente irregolare, in quanto mancava l'esplicitazione delle attribuzioni demandate al direttore generale-presidente, il magistrato della Corte dei conti, non abbia mosso anche in tal caso rilievi;
in virtù del contratto sottoscritto per lo svolgimento delle sue funzioni di Direttore generale, il presidente Ciucci verrebbe a percepire un compenso annuo complessivo di 750.000 euro, integrato da altre prebende d'uso, nonché da un consistente assegno, in caso di cessazione anticipata del contratto, la cui scadenza sarebbe stata fissata nel 2011, e quindi con una scadenza successiva a quella del mandato presidenziale;
il Ministero dell'economia e delle finanze non avrebbe espresso un'esplicita approvazione in materia, ma si sarebbe rifugiato nel «silenzio assenso»; risulta all'interrogante che la consorte di uno dei dirigenti del tesoro incaricato tra l'altro della vigilanza sulla società sia stato per lungo tempo collaboratore del dottor Ciucci e sia dipendente di una delle società in questione;
infine, il presidente Ciucci percepirebbe anche il compenso connesso con le funzioni di amministratore delegato della società Stretto di Messina S.p.A.;
conseguentemente, il presidente Ciucci beneficerebbe dei seguenti emolumenti, oltre ai connessi fringe benefit: emolumento di Presidente ANAS; emolumento di componente del Consiglio di amministrazione ANAS; emolumento per le funzioni di Direttore generale ANAS; retribuzione variabile per l'esercizio delle funzioni di Direttore generale ANAS; emolumento per le funzioni di amministratore delegato della società Stretto di Messina S.p.A.; emolumento per la qualità di consigliere di amministrazione della società Stretto di Messina S.p.A.; compenso una
tantum per le funzioni di Direttore generale ANAS per il periodo 27 luglio-28 dicembre 2006; emolumento per l'incarico di collaudatore del Mose di Venezia; emolumento per le qualità di consigliere di amministrazione della Banca Popolare di Roma;
gli emolumenti assommano ad un totale complessivo annuo lordo di oltre 1.500.000 euro: ben cinque volte superiore, quindi, alla retribuzione di riferimento del I Presidente della Corte di cassazione;
in questo quadro, risulta agli interroganti che l'ANAS nel mese di gennaio 2007 ha corrisposto al Presidente-Direttore generale Ciucci il compenso mensile netto di oltre 150.000 euro, a titolo di parziale remunerazione delle voci anzidette -:
se il Ministro dell'economia e delle finanze sia a conoscenza dell'esatto ammontare dei compensi percepiti o che saranno comunque corrisposti, a qualsiasi titolo, al Presidente-Direttore generale dell'ANAS, con particolare riguardo alle clausole pattuite con il contratto di assunzione a Direttore generale dell'ANAS e in riferimento all'indennizzo da corrispondere in caso di estinzione anticipata del contratto, ivi compresi gli oneri previdenziali assistenziali sostenuti dall'ANAS nonché degli ulteriori fringe benefit dandone comunicazione agli interroganti;
quali siano gli obiettivi annuali e specifici «preconcordati» per l'erogazione della quota variabile non superiore al 50 per cento della retribuzione fissa;
quali iniziative urgenti il Ministro dell'economia e delle finanze, nella sua qualità di azionista unico dell'ANAS, nonché il Ministro delle infrastrutture, incaricato dell'alta vigilanza sull'ANAS, intendano assumere per porre rimedio alla nomina del presidente Ciucci a Direttore generale dell'ANAS, ad avviso degli interroganti illegittima, che, oltre a generare, a seguito del cumulo delle cariche, una duplicazione di spesa, in contrasto con l'orientamento sancito nella legge finanziaria per il 2007 di contenimento della spesa pubblica, è avvenuta, in realtà, attraverso una sostanziale auto-nomina a Direttore generale da parte dello stesso Ciucci, visti la sua posizione di Presidente dell'ANAS e il suo ruolo preminente nel Consiglio di amministrazione;
se non si ritenga opportuno e utile porre al più presto termine alla suddetta situazione, che genera, altresì, un conflitto di interessi, in quanto il Presidente, in virtù dei suoi poteri, è chiamato ad esercitare le potestà di controllo su se stesso, con evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato;
se il Ministro dell'economia e delle finanze intenda verificare la correttezza dell'agire dei propri uffici che hanno compiti di vigilare sulle società interessate;
quali provvedimenti urgenti il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro delle infrastrutture intendano adottare per impedire al Presidente-Direttore generale dell'ANAS Ciucci di continuare negli incarichi attribuitigli da altri organismi pubblici o privati, ovvero di assumerne altri, dal momento che, in qualità di Presidente dell'ANAS, ha il potere di conferire incarichi di collaudatore ovvero di arbitro o di consulente o di componente di collegi arbitrali ovvero di altra natura a favore di soggetti terzi;
quali azioni il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro delle infrastrutture intendano assumere nei confronti del presidente del Collegio sindacale ove si ravvisino irregolarità nella sua condotta con riferimento alla vicenda illustrata in premessa;
quali iniziative urgenti il Presidente del Consiglio dei ministri intenda assumere per segnalare al Presidente della Corte dei conti il comportamento del magistrato delegato al controllo, le cui disattenzioni ovvero mancati rilievi possano aver compromesso l'attività sindacatoria dell'istituto di appartenenza ed anche, ai sensi dell'articolo 100 della Costituzione, il potere di controllo del Parlamento.
(4-04451)