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Allegato B
Seduta n. 192 del 19/7/2007
TESTO AGGIORNATO AL 16 OTTOBRE 2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
il contratto delle forze di Polizia, relativo al periodo 2004-2005, è da tempo scaduto;
sono attualmente in corso le trattative per il rinnovo dell'accordo per il periodo 2006-2009;
il 5 dicembre 2006, il SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) ha organizzato una riuscitissima manifestazione nazionale a Roma, alla quale hanno aderito oltre settanta mila poliziotti, che hanno protestato per il pessimo trattamento riservato loro dall'attuale Governo, lamentando il ritardo con il quale veniva affrontando il tema del rinnovo contrattuale della categoria;
il 12 luglio 2007, si è svolto l'ennesimo incontro tra il Governo, che era rappresentato dal Sottosegretario onorevole Letta, ed i rappresentanti dei sindacati di Polizia e dei COCER dei Carabinieri e della Guardia di finanza. Incontro nel quale è stata nuovamente verificata l'indisponibilità del Governo ad accettare le proposte formulate dalla Consulta sicurezza, composta dal SAP (Sindacato Autonomo di Polizia), SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) e dal SAPAF (Sindacato Autonomo Polizia Ambientale e Forestale);
i predetti aderenti alla Consulta sicurezza hanno ribadito al Governo la richiesta di mantenere il riconoscimento della «specificità» del loro comparto, quantomeno confermando quanto stanziato in precedenza dal Governo e chiedendo altresì precisi interventi per lo sganciamento del «comparto sicurezza» dalla categoria del Pubblico Impiego, oltre al riordino delle carriere nell'ambito delle varie forze di sicurezza;
la «specificità» prevista per le Forze di Polizia ha lo scopo di retribuire le prestazioni speciali rese dagli agenti;
nella trascorsa legislatura, il Governo aveva stanziato per la «specificità» la somma di quattrocento milioni di euro, mentre l'attuale esecutivo, con la legge finanziaria del 2007, ha tagliato del 90 per cento le risorse per la «specificità», riducendole a soli quaranta milioni di euro;
successivamente all'incontro con il Governo del 4 luglio 2007, sul tema del pagamento degli straordinari il COCER dei Carabinieri ha evidenziato che le somme rese disponibili dal Governo sono talmente esigue da escludere ogni incremento per 12.500 carabinieri, mentre altri 10 mila percepirebbero un aumento netto pari a 0,08 centesimi di euro per ogni ora di straordinario;
in data 13 luglio 2007, il SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) ha ribadito di considerare inaccettabile la proposta del Governo, che prevede un riconoscimento della «specificità» pari a circa 5,00 euro mensili lordi (al netto delle tasse un poliziotto potrà permettersi due caffè al mese);
l'attuale proposta presentata dal Governo alle rappresentanze delle Forze di Polizia non prevede alcuno stanziamento per la formazione e l'aggiornamento del personale;
il Governo ha convocato nuovamente le rappresentanze del personale delle Forze di Polizia per il prossimo 27 luglio 2007;
la media delle retribuzioni degli agenti delle Forze dell'ordine dei Paesi europei supera del 50 per cento quelle percepite dagli agenti delle Forze di Polizia del nostro Stato;
attualmente gli agenti di Polizia percepiscono stipendi in linea con quelli dei bidelli delle scuole elementari;
nel maggio 2007, il Ministro dell'interno ha dichiarato che in Italia mancano 8.500 agenti in ruoli operativi;
le dotazioni finanziarie e strutturali delle Forze dell'ordine sono totalmente inadeguate, specialmente in termini di mancanza di computer e di materiale di cancelleria, di risorse per l'acquisto del carburante per le autovetture di servizio e di impossibilità di riparare quelle rotte, con conseguente riduzione della capacità operativa;
l'incremento dei dati relativi ai crimini commessi (esempio + 70 per cento di rapine in banca) è anche la conseguenza diretta di una minor operatività delle Forze dell'ordine, ad avviso dei firmatari del presente atto interamente riconducibile alle scelte operate dall'attuale Governo;
in data 6 ottobre 2005, l'attuale viceMinistro dell'interno onorevole Marco Minniti, all'epoca esponente dell'opposizione, aveva criticato l'aumento di circa 40 euro mensili riservato agli agenti delle forze di Polizia dal Governo, giudicando «scandalosa la previsione di così esigui stanziamenti per i rinnovi contrattuali 2006-2007 per gli oltre 400.000 operatori della sicurezza e delle forze dell'ordine»;
appare quantomeno curioso che lo stesso onorevole Marco Minniti, oggi vice-Ministro dell'interno, nulla obietti in merito alla proposta del Governo di aumentare il compenso per le ore straordinarie di soli 0,08 centesimi, ritenendo evidentemente corretto ed equo un aumento di stipendio di circa 5,00 euro mensili lordi;
una positiva e rapida chiusura della vertenza contrattuale delle Forze dell'ordine rappresenta un interesse prioritario dell'intero Paese e della comunità emiliano-romagnola,
impegna il Governo
ad adoperarsi per pervenire ad un rapido rinnovo del contratto delle Forze di Polizia;
a prevedere l'introduzione nel disegno di legge finanziaria per il 2008 di un fondo per la «specificità» pari ad almeno quattrocento milioni di euro;
a stanziare risorse adeguate per poter procedere al riordino delle carriere delle Forze di Polizia;
a provvedere con iniziative urgenti allo «sganciamento» del comparto sicurezza dal settore del pubblico, impiego;
ad avviare immediatamente le procedure per coprire gli attuali 8.500 organici operativi vacanti.
(1-00208) «Maroni, Alessandri, Fava, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandì, Caparini, Cota, Dozzo, Dussin, Filippi, Fugatti, Garavaglia, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Montani, Pini, Stucchi».
La Camera,
premesso che:
il 20 ottobre 2007 entrerà in vigore la Direttiva 2005/36/CE sul riconoscimento delle qualifiche professionali, che consentirà ai cittadini dell'Unione europea di esercitare la professione in uno Stato membro diverso da quello in cui hanno acquisito la relativa qualifica;
in mancanza di un quadro europeo delle qualifiche e competenze professionali, auspicato dalla Risoluzione del P.E. A6-0248/2006, la Direttiva ha previsto specifici interventi degli Stati membri nella procedura di riconoscimento delle qualifiche professionali, stabilendone limiti e modalità nel rispetto delle specificità territoriali e nazionali;
la Direttiva 2005/36/CE affianca al sistema automatico di recepimento per le professioni, per le quali è già stato attuato un riconoscimento specifico a livello europeo (medico, veterinario, ostetrica, dentista, architetto, infermiere, farmacista), un riconoscimento «per livelli» per le professioni cosiddette a regime generale;
ciò comporta che i «professionisti europei» possono essere assoggettati, al fine di esercitare la professione in uno Stato diverso da quello di origine, al
rispetto di alcuni requisiti previsti dagli Stati ospitanti, che costituiscono condizioni minime per garantire, nell'interesse pubblico e dei clienti, la professionalità, la qualità di servizio e la riservatezza dei rapporti con i clienti in tutto il territorio nazionale;
la Direttiva ha lasciato alla competenza degli Stati membri il controllo e l'autorizzazione in materia di formazione e tirocinio professionale, oltre alla fissazione, con disposizioni legislative e regolamentari da emanarsi con l'ausilio dei rispettivi organismi professionali, di nuovi parametri per il tirocinio di adattamento, nonché i diritti e gli obblighi per il tirocinante straniero;
il recepimento comporta inevitabilmente interventi integrativi da parte del nostro Paese per rendere operative sul territorio nazionale le disposizioni della Direttiva;
la Riforma delle professioni, attualmente all'esame delle Commissioni congiunte Giustizia ed Attività Produttive della Camera e diretta ad ammodernare il sistema professionale italiano, dopo aver segnato il passo negli ultimi mesi per lo svolgimento dell'indagine conoscitiva (ormai conclusa), sta per avere nuovo slancio a seguito della disponibilità manifestata dal Governo a trasformare il disegno di legge Mastella da legge-delega in legge-quadro di princìpi, mostrando più attenzione ad alcune delle esigenze di fondo del mondo delle professioni nonché delle competenze delle Regioni, secondo il dettato dell'articolo 117 della Costituzione;
ad avviso dei presentatori del presente atto è inimmaginabile che tale riforma di princìpi, destinata ad inserirsi nel più ampio quadro europeo di riferimento, venga approvata dal Parlamento prima dell'adozione della legge comunitaria di recepimento della Direttiva sulle qualifiche professionali;
in vista di tale riforma generale, il Governo ha presentato un disegno di legge (approvato alla Camera il 14 giugno scorso), per differire ulteriormente il termine per l'esercizio della delega di cui all'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006 n. 43, per l'istituzione degli Ordini e Albi di alcune professioni sanitarie, onde farli precedere dalla riforma generale in discussione in Parlamento e renderli con essa coerenti;
con l'entrata in vigore della Direttiva Europea senza il necessario recepimento e adattamento, si rischiano gravi discrasie nel sistema, sia a danno dei professionisti italiani ed europei, sia dei clienti, garantendo paradossalmente un trattamento più favorevole per il professionista straniero che si stabilisce sul territorio nazionale, rispetto a quello italiano;
tanto nella legge di recepimento, che in quella di riforma delle professioni bisogna tener conto dell'articolo 117 della Costituzione, della legge n. 131 del 5 giugno 2003 di attuazione del titolo V (cosiddetta legge La Loggia) e del decreto legislativo n. 30 del 2 febbraio 2006 che regolano, in materia di disciplina delle professioni intellettuali, il rapporto tra competenze e legislazione nazionale e legislazione regionale,
impegna il Governo
ad elaborare e presentare al Parlamento tempestivamente il disegno di legge per il recepimento della Direttiva 2005/36/CE, approvandolo in tempo utile prima dell'entrata in vigore della suddetta direttiva, fissato per il 20 ottobre 2007;
a mantenere rigorosamente tale recepimento nei limiti del riconoscimento a livello europeo dei titoli e delle qualifiche professionali quale delineato nei consideranda e nella parte dispositiva della Direttiva, rispettando l'organizzazione e le competenze degli Ordini e Collegi delle professioni regolamentate, costituenti materia riservata al progetto di riforma di princìpi già all'esame del Parlamento;
ad operare affinché la legge-quadro di principi avente ad oggetto tale riforma,
sia coerente con l'indicata Direttiva, nel rispetto dell'articolo 117 della Costituzione.
(1-00209) «La Loggia, Laurini, Boscetto, Biancofiore, Fasolino, Azzolini, Mario Pepe, Palumbo, Mazzaracchio, Gardini, Ceccacci Rubino, Bertolini».
Risoluzioni in Commissione:
La II Commissione,
premesso che:
il Contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto della pubblica amministrazione prevede che fa posizione di comando di un dipendente non possa superare i 12 mesi rinviabili una sola volta;
nulla è previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro riguardo ad una nuova procedura di comando per il dipendente rientrato in servizio presso la propria amministrazione di appartenenza;
è ormai cronica la carenza di organico nella amministrazione pubblica italiana;
gli organici attuali sono sottostimati e sono stati formati dal blocco delle assunzioni che si protrae da anni derivante dalla necessità di limitare la spesa nella pubblica amministrazione;
l'unica soluzione per sopperire alla mancanza di organico, soprattutto in certi comparti dell'amministrazione pubblica è data dal ricorso all'assegnazione temporanea presso altre amministrazioni al fine di mitigare gli effetti negativi dovuti alle carenze di organico;
risulta legittima e opportuna l'attivazione di nuove procedure di comando o distacco ad intervenuta scadenza dei 12 mesi previsti, con relativo apprezzabile lasso di tempo dal precedente comando,
impegna il Governo
a chiarire la corretta interpretazione di cui alle premesse, pur se nell'ambito dell'autonomia decisionale che è riconosciuta alle amministrazioni pubbliche a norma del decreto legislativo n. 165 del 2001, della normativa applicabile, onde consentire ulteriori procedure per l'assegnazione temporanea (comando o distacco) verso altre amministrazioni.
(7-00249) «Capotosti».
La III Commissione,
premesso che:
Italia e Messico condividono in seno alle Nazioni Unite l'impegno prioritario per la tutela dei diritti umani, come tra l'altro dimostrato dal comune tradizionale sostegno alla campagna abolizionista della pena capitale;
l'accordo di partenariato tra l'Unione europea e il Messico richiama esplicitamente quale sua base il rispetto dei diritti fondamentali;
il Governo e il Parlamento del Messico hanno istituito nel loro ambito organismi specificamente competenti per il monitoraggio e la protezione dei diritti umani, promuovendo in particolare programmi di formazione rivolti al personale pubblico;
la situazione dei diritti umani in Messico è oggetto di particolare attenzione da parte delle agenzie specializzate internazionali;
le autorità messicane hanno, nel corso degli ultimi anni, manifestato apertura e disponibilità allo scrutinio internazionale in materia di diritti umani, accettando in particolare su base volontaria l'istituzione nel proprio territorio di un ufficio ad hoc dell'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani;
la violenza sulle donne, in particolare nello Stato di Chihuahua al confine con gli Stati Uniti d'America, continua ad alimentare il fenomeno del cosiddetto «femminicidio» sulla base di una sostanziale
impunità dei colpevoli e di un pericoloso intreccio con il clima di intimidazione imposto dal narcotraffico;
le condizioni dello Stato di diritto non sono state ristabilite a Oaxaca, a causa della dura repressione che il governatore locale ha adottato nei confronti delle manifestazioni di protesta dello scorso anno, impedendo alla liberamente costituitasi Asamblea popular de los pueblos de Oaxaca (APPO) di manifestare democraticamente il proprio dissenso;
i diritti delle comunità indigene, in particolare del Chiapas, non sono ancora stati pienamente riconosciuti, nonostante le promesse ufficiali, soprattutto per quanto riguarda la condivisione delle risorse, lo sviluppo sostenibile, il rispetto della loro identità e delle loro forme di autogoverno;
la libertà di stampa risulta significativamente compromessa dallo stato di precarietà dell'esercizio della professione, come attestano omicidi, sequestri e intimidazioni a carico dei giornalisti impegnati nella denuncia del crimine organizzato e delle sue infiltrazioni nel sistema politico-amministrativo;
casi di detenzione arbitraria, maltrattamenti, mancate garanzie processuali, unitamente all'impunità per le violazioni dei diritti umani commesse nel passato, sono troppo spesso denunciati dalle vittime e dalle organizzazioni non governative, come dimostra, tra l'altro, la situazione di San Salvador de Atenco;
è auspicato che:
a) il Piano nazionale messicano per la tutela dei diritti umani sia pienamente attuato in tutte le sue implicazioni, con particolare riguardo ai comportamenti degli apparati federali e statali nei confronti dei cittadini promuovendo il confronto ed il dialogo ed incentivando la collaborazione con il locale ufficio dell'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani;
b) la lotta alla criminalità organizzata ed al narcotraffico sia condotta con la necessaria efficacia senza però ledere i principi dello Stato di diritto che distinguono nettamente i compiti delle forze di polizia da quelli delle forze militari;
c) l'Ufficio speciale della Procura federale per i crimini violenti contro le donne sia messo in grado di contrastare in modo definitivo il cosiddetto «femminicidio»;
d) il Governo messicano faccia sì che nello Stato di Oaxaca sia ripristinato il legittimo esercizio delle libertà democratiche e cessi la persecuzione dei dissidenti;
e) la legislazione in materia di tutela delle comunità indigene sia ulteriormente ampliata, riprendendo i contenuti delle intese già intervenute in ordine soprattutto al loro autogoverno, come previsto dagli Accordi di San Andrés;
f) l'esercizio del diritto di cronaca sia garantito attraverso adeguate misure di protezione dei giornalisti nel rispetto della loro indipendenza;
g) la cosiddetta «clausola democratica» inserita nell'Accordo UE-Messico sia rispettata ed applicata, valendo come punto di riferimento per tutti gli Stati membri dell'Unione, e sia comunque rafforzata politicamente e giuridicamente;
h) la prossima terza riunione del Forum euro-messicano della società civile sia l'occasione per un ulteriore coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni nella promozione e nella tutela dei diritti umani,
impegna il Governo
a verificare, in seno al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nonché nell'ambito delle scadenze istituzionali del partenariato tra l'Unione europea e il Messico, l'evoluzione della situazione dei diritti umani e del rispetto dei principi dello Stato di diritto in Messico, anche al fine di fornire a quel Paese ogni necessario supporto in termini di cooperazione bilaterale per l'accrescimento del livello di
protezione e di sicurezza dei cittadini e del consolidamento delle articolazioni democratiche dello Stato e della società civile, segnalando comunque in tutti i contatti bilaterali l'esigenza che sia data piena attuazione alle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, anche in considerazione della presenza del Messico tra i paesi osservatori presso il Consiglio d'Europa.
(7-00253) «Ranieri, Forlani, Mantovani».
La VI Commissione,
considerata l'esigenza di intervenire tempestivamente sul settore dei giochi, in particolare per quanto riguarda la gestione degli apparecchi da intrattenimento e la relativa gestione telematica degli apparecchi per il gioco lecito, anche alla luce delle recenti iniziative del Corpo della Guardia di finanza, della Magistratura e della Corte dei conti, tutte tese a verificare i livelli di servizio e il rispetto delle convenzioni per le concessioni per l'affidamento dell'attivazione della conduzione operativa della rete per la gestione telematica del gioco lecito mediante apparecchi da intrattenimento e divertimento, a suo tempo sottoscritte dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e da dieci concessionari nazionali;
tenuto conto delle difficoltà temporali nell'attuazione di tali norme, al fine di individuare eventuali atteggiamenti illeciti conseguenti alle sollecitazioni puntuali e telematiche inviate da SOGEI ad alcuni apparecchi collegati alla rete, nonché per verificare anche una piccola percentuale di apparecchi in regime forfetario,
impegna il Governo
ad adottare tutte le necessarie iniziative, anche di carattere normativo, volte a prevedere che, al fine di assicurare il perseguimento dell'interesse pubblico all'espletamento del servizio, con la salvaguardia delle conseguenti entrate erariali, il Ministero dell'economia e delle finanze-Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, d'intesa con i soggetti interessati, per procedere immediatamente alla revisione delle convenzioni di concessione per l'attivazione e gestione operativa delle reti telematiche degli apparecchi, di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 12 marzo 2004, n. 86, prevedendo in particolare che l'eventuale applicazione di penali sia disposta nel rispetto dei principi di ragionevolezza e proporzionalità al danno erariale arrecato.
(7-00254) «Nannicini».
La VII Commissione,
premesso che:
gli episodi di intolleranza e omofobia accaduti anche nel corso di questo anno scolastico, che hanno avuto come estrema e tragica manifestazione il drammatico suicidio dei giovane studente dell'istituto Sommelier, hanno riproposto l'esigenza di una iniziativa coordinata di carattere educativo e culturale da condurre direttamente nelle scuole;
l'urgenza di discontinuità dei passato in materia di diritti e pari opportunità e dignità è sempre più impellente;
il 17 maggio 1990 l'Assemblea Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) eliminava l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali;
la non discriminazione è un principio fondamentale su cui si basa l'Unione europea;
tale principio è riportato nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare all'articolo 6 «Diritto alla libertà e alla sicurezza» e all'articolo 7 «Rispetto della vita privata e della vita familiare»;
con le direttive della Comunità europea nn. 2000/43/CE del 29 giugno 2000 e 2000/78/CE dei 27 novembre 2000 si attua il principio della parità di trattamento tra le persone indipendentemente dall'origine etnica e si stabilisce un quadro
generale per la parità di trattamento in materie di occupazione e di condizione di lavoro che proibiscono le discriminazioni dirette o indirette basate sull'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o l'orientamento sessuale;
l'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, al primo capoverso, vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni pubbliche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali;
la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull'omofobia in Europa «...sottolinea che il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, l'uguaglianza e la non discriminazione sono valori fondamentali»;
l'articolo 3 della Costituzione italiana sancisce che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di convinzioni personali e sociali...»;
il protocollo di intesa tra AGEDO, Associazione nazionale di genitori, parenti e amici di omosessuali, e Ministero della pubblica istruzione per «Prevenzione bullismo, disagio e suicidio adolescenziale e sostegno formativo alle figure educative al l'interno della scuola», sottoscritto nel 2000 dal 2003 non è più stato rinnovato,
impegna il Governo
a favorire la diffusione nel mondo della scuola di specifici progetti educativi, preventivi e di ricerca realizzati e co-realizzati con la collaborazione delle Associazioni dei genitori degli studenti omosessuali;
a promuovere e sostenere progetti culturali e formativi che contribuiscano, al di là di ogni generico richiamo alla «tolleranza», alla diffusione del rispetto e della cultura delle differenze in particolare quelle di genere e delle diversità, alla diffusione di un clima di prevenzione del bullismo e della violenza in particolar modo esperita nei confronti delle persone omosessuali, soprattutto se minorenni;
a collaborare all'elaborazione su tali temi di progetti di formazione dei docenti.
(7-00251) «Sasso, Folena, Ghizzoni, Grillini, De Simone».
La XI Commissione,
premesso che:
l'analisi delle sfide poste dai cambiamenti demografici evidenzia l'importanza di attuare efficacemente la strategia di Lisbona rinnovata che, insieme al metodo di coordinamento aperto nel campo dell'inclusione e della protezione sociale, fornisce all'Unione europea il quadro appropriato per rispondere politicamente a queste sfide;
occorre tener conto in maniera più visibile e sostenibile di tutti gli aspetti dei cambiamenti demografici, ciò che costituisce un contributo essenziale al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona;
secondo tutte le dichiarazioni della Commissione UE e del Consiglio d'Europa, le risorse umane sono da considerarsi una impareggiabile ricchezza per le Nazioni;
in Italia, invece, si assiste ad una mancata attenzione delle Istituzioni verso milioni di cittadine e cittadini che, per scelta familiare o perché espulsi dal mondo del lavoro per i motivi più diversi non riescono poi a rientrarvi;
risulta fondamentale predisporre interventi che consentano di recuperare competenze, percorsi di vita ed esperienze, riconoscendo a ogni persona il diritto-dovere di essere parte integrante nel processo produttivo, laddove questa si ponga come una esigenza ed una scelta di vita;
attente indagini ed analisi, hanno evidenziato che, nel nostro Paese, la categoria di persone da considerarsi più svantaggiate risulta essere quella «casalinghe» ovvero di quelle donne che hanno lasciato il lavoro alla nascita dei figli o che hanno, sin dall'inizio, scelto la maternità quale momento di principale valore delle propria vita;
a queste donne viene, di fatto, reso difficilissimo o addirittura negato il rientro in un'attività lavorativa retribuita, perché considerate prive di competenze;
simili difficoltà incontrano anche quegli adulti che, ormai oltre i 45 anni, sono stati espulsi dal mondo del lavoro, categoria rappresentata per il 53 per cento da uomini e per il restante 47 per cento da donne;
è indispensabile, per il nostro Paese, raggiungere l'obiettivo del recupero per il mercato del lavoro di queste persone e del loro valore produttivo attraverso:
1) l'analisi e la valutazione dell'attività svolta nel percorso di vita e le attitudini espresse in modo che sia possibile formulare per ogni persona, in modo obiettivo le relative qualifiche;
2) la formazione professionale di queste persone al fine di integrare e qualificare le competenze;
3) la certificazione della riqualificazione raggiunta e rilascio del bilancio di competenze;
4) il recupero nel mondo del lavoro anche attraverso forme di lavoro flessibile;
tali azioni sono inseribili nelle aree tematiche di competenza già predeterminate presso il Ministero del lavoro, quali occupazione e mercato del lavoro, orientamento e formazione professionale,
impegna il Governo
ad attuare tutte le strategie necessarie al fine di raggiungere gli obiettivi illustrati nella presente risoluzione, in linea con la strategia di Lisbona, ed a disporre le relative necessarie risorse economiche.
(7-00250) «Rossi Gasparrini».
La XIII Commissione,
premesso che:
sembrerebbe in corso di approvazione un'ulteriore bozza di decreto del Ministero dell'Ambiente ai sensi dell'articolo 1, comma 1226 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante criteri minimi uniformi per la disciplina delle zone di protezione speciale e di altre aree protette di cui alla Rete Natura 2000 costituita dal recepimento della direttiva comunitaria n. 92/43/CEE «Habitat» e n. 79/409/CEE «Uccelli»;
tale decreto avrebbe ricadute non indifferenti sul mondo agricolo e quello venatorio, e in alcuni casi anche sulla pesca;
nella seduta del 5 luglio 2007 è stata discussa in Commissione Agricoltura l'interrogazione a risposta immediata 5-01227 Misuraca ed altri, proprio in merito alle implicazioni sul settore agricolo e della caccia di tale decreto ministeriale;
la risposta alla suddetta interrogazione non rassicura sui possibili disagi, se non proprio danni, che il decreto potrebbe causare, infatti esso verrebbe ad impattare sull'attività agricola in atto, sull'attività ricreativa, sull'attività venatoria, senza consentire, in pieno periodo di ferie, alle Regioni di intervenire in materia di propria competenza;
a detta delle Associazioni venatorie, peraltro, il problema sarebbe già stato affrontato e disciplinato dalla maggior parte delle Regioni, dopo la promulgazione del decreto-legge n. 251 del 2006, che, come noto, non è poi stato convertito in legge;
dette associazioni lamentano la mancata concertazione con le istituzioni, come era del resto avvenuto anche in vista della promulgazione del decreto-legge n. 251
del 2006, per la predisposizione del decreto ministeriale, lamentando che le riunioni con i Comitati tecnici non sono avvenute nella sede specifica del Ministero dell'Ambiente per cui sarebbero inidonei a fornire al Ministero i dati istruttori sui quali fondare l'elaborazione di qualsiasi ipotesi di decreto ministeriale nelle sue varie bozze di difficile lettura;
le maggiori criticità al decreto si evidenzierebbero in tutta la loro gravità soprattutto laddove si imponessero al settore agricolo divieti al di fuori dei principi informatori del regime di condizionalità degli aiuti in agricoltura (decreto ministeriale 12541 del 21 dicembre 2006); laddove si imponessero divieti all'attività venatoria privi di ragioni tecniche e contrastanti con la normativa vigente per cui si andrebbe a colpire un «assetto» sensibile, frutto del faticoso raffronto tra caccia e ambiente, senza apportare a quest'ultimo alcuna concreta ulteriore tutela; laddove si imponessero divieti generalizzati che contrastano con il variegato panorama dei «siti», del tutto diverso tra Regione e Regione, e facendo venir meno così l'obbiettivo della biodiversità, intesa dall'UE come fondamentale risorsa umana ed economica per la valorizzazione delle attività agricole, sportive, piscatorie, ricreative, venatorie, eccetera;
relativamente al settore agricolo per quanto possano essere introdotti miglioramenti normativi in connessione con gli obblighi di condizionalità previsti dalla PAC resterebbero evidenti elementi gravemente invasivi delle competenze regionali;
nel settore della pesca va assolutamente corretto quanto previsto in tema di divieti dalla versione italiana del Reg (CE). 1967/06 (articolo 4, comma 1), il quale contiene errori importanti di traduzione rispetto all'originale testo in inglese, e ciò per evitare che vi sia disparità di trattamento tra pescatori italiani e quelli comunitari;
per quanto riguarda le attività venatorie, infine, non ci si dovrebbe scontrare con gli indirizzi della Commissione Europea, recentemente ribaditi a tutti gli Stati membri dove, ad esempio, la caccia non è il problema, ma rappresenta la soluzione dei problemi atteso che lo scopo delle ZPS è la protezione di determinate specie di uccelli (quelle dell'allegato 1 della Dir. n. 79/409/CEE) e quello delle ZSC sono gli habitat e gli habitat di specie di animali (quali rettili, anfibi, eccetera) e vegetali;
fine ultimo del decreto è dunque quello di evitare che la disciplina di queste zone possa risolversi in una fittizia protezione di una determinata specie ai danni di altre specie ed attività consolidate insistenti nelle stesse, dotate di rilevanza economica, sociale, culturale, tradizionale, agricola che vanno invece garantite attraverso una corretta integrazione secondo i principi della biodiversità;
è necessario intervenire con urgenza per evitare molti dei problemi sopraesposti anche in relazione all'avvio imminente della stagione di caccia;
per quanto sopra, un decreto ministeriale sarebbe dirompente sulla predetta normativa senza alcun riflesso pratico e cogente a difesa dell'ambiente per la sovrapposizione di inconferenti interventi tutto a discapito della buona gestione dell'amministrazione pubblica e della credibilità dei cittadini nei confronti delle istituzioni,
impegna il Governo:
a presentare una circolare di indirizzo del Ministero delle Politiche Alimentari e forestali, maggiormente rispondente all'attuale situazione legislativa regionale, verificando le eventuali mancanze applicative delle singole Regioni con misure di salvaguardia minime «cedevoli», applicabili cioè solo nei casi di inadempienza.
(7-00252) «Misuraca, Luciano Rossi, Giuseppe Fini, Grimaldi, Iannarilli, Licastro Scardino, Marinello, Minardo, Romele, Paolo Russo».