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Allegato B
Seduta n. 193 del 24/7/2007
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SOLIDARIETÀ SOCIALE
Interrogazioni a risposta immediata:
D'ULIZIA. - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
il servizio civile nazionale è stato istituito con la legge 6 marzo 2001, n. 64, e costituisce la naturale evoluzione nel processo di «difesa non armata della patria», avviato con l'introduzione della prima legge in materia di obiezione di coscienza;
con l'istituzione del servizio civile volontario, si è inteso, quindi, offrire ai giovani del nostro Paese l'opportunità «di manifestare la generosità e l'interesse per un impegno diretto a partecipare al sentimento comune di servire la patria» intesa come bene comune e patrimonio collettivo;
alla base dell'evoluzione normativa (dall'obiezione di coscienza al servizio civile volontario) voluta dal legislatore e sostenuta dalle componenti del terzo settore e dalla cooperazione, è stato posto l'obiettivo di sensibilizzare i nostri giovani su un nuovo modo di «servire la patria», coinvolgendoli cioè in progetti di sviluppo culturale incentrati sui valori della solidarietà, della responsabilità sociale, della cittadinanza attiva; in altri termini, la promozione di una nuova cultura partecipativa e di prossimità;
con il venir meno del servizio militare obbligatorio, il servizio civile ha, quindi, acquisito un nuovo valore: quello dell'esercizio attivo della cittadinanza, che si traduce nell'attualizzazione di un nuovo modo «di servire volontariamente la patria»;
lo stesso Presidente della Repubblica, nel suo intervento alla Giornata nazionale del servizio civile, ha auspicato «che possano essere attuate tutte le misure necessarie a valorizzare il servizio civile nella sua specificità, come importante strumento di educazione civica dei ragazzi e delle ragazze del nostro Paese, per la costruzione di una più matura coscienza civile delle giovani generazioni, per la diffusione di una cultura vissuta e sperimentata di partecipazione alla vita delle comunità (...) affinché gli attuali volontari possano passare nel migliore dei modi il testimone della splendida esperienza di servizio ai giovani ancora più numerosi che verranno dopo di loro»;
gli enti abilitati a presentare e realizzare progetti di servizio civile, previa approfondita istruttoria e verifica dei requisiti, sono iscritti in un apposito albo tenuto dall'Ufficio nazionale servizio civile - albo degli enti accreditati - istituito prima presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, oggi trasferito alle competenze del ministero della solidarietà sociale;
il servizio civile nazionale ha finora consentito, agli enti accreditati, di ospitare giovani motivati da coinvolgere in progetti, in Italia e all'estero, ad alta valenza sociale e interesse collettivo;
l'organizzazione del sistema del servizio civile volontario, così come voluto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso l'azione degli enti no-profit, ha indubbiamente contribuito allo sviluppo e all'implementazione di iniziative ad alta valenza sociale, educativa, culturale ed economica ed ha rappresentato un prezioso strumento a supporto e tutela delle aree territoriali e delle fasce più deboli della società, offrendo ai giovani volontari - soprattutto a quelli inseriti in progetti di cooperative sociali - l'ulteriore possibilità di maturare percorsi culturali di autopromozione imprenditoriale, con conseguente favorevole impatto anche sullo sviluppo socio-economico ed occupazionale locale;
da quest'anno anche le regioni, in attuazione delle modifiche dell'ordinamento costituzionale, hanno competenze in materia di servizio civile (istituzione degli albi regionali degli enti accreditati, facoltà di adottare criteri specifici di valutazione dei progetti di propria pertinenza territoriale e di provvedere alla valutazione e alla redazione delle proprie graduatorie e disposizione di una quota percentuale riservata, a valere sulle risorse stanziate dalla legge finanziaria nazionale sul fondo destinato al servizio civile);
il fondo nazionale per il servizio civile è stato dotato per l'anno 2007 di circa 256 milioni di euro, a fronte dei circa 220 milioni del 2006; pur tuttavia il numero dei volontari posti a bando per il 2007 risulta inferiore di circa il 15 per cento a quelli del 2006, in palese controtendenza rispetto all'enunciata volontà politica di rafforzare il sistema del servizio civile;
le risorse stanziate dalla legge finanziaria per il 2007 su detto fondo prevedevano l'impiego complessivo di un contingente di 47.500 volontari;
il 12 giugno 2007 sono stati pubblicati i bandi per la selezione dei volontari dei progetti di servizio civile in Italia e all'estero, presentati dagli enti accreditati, approvati e finanziati:
a) 4.440 risulterebbero i progetti complessivamente presentati dagli enti iscritti al predetto albo nazionale, per un fabbisogno di oltre 76.900 volontari;
b) 3.451 quelli inseriti dall'Ufficio nazionale servizio civile nella graduatoria nazionale come approvati;
c) 1.520 quelli finanziati e posti a bando nazionale (il 44 per cento circa degli approvati) per un impiego di 25.924 volontari;
d) 38.922 complessivamente i volontari da selezionare (a valere sui 47.500 previsti nella legge finanziaria per il 2007) in base ai bandi nazionale e regionali emanati il 12 giugno 2007, gran parte dei quali destinati a pubbliche amministrazioni, pro-loco ecc ed altro;
le risorse finanziarie del fondo sono state così destinate:
a) il 65 per cento a progetti presentati da enti accreditati a livello nazionale;
b) il 30 per centocirca a progetti presentati da enti iscritti negli albi regionali;
c) il rimanente 5 per cento al progetto sperimentale « Napoli» (2000 volontari), a progetti di accompagnamento di grandi invalidi (peraltro già compresi nel bando dei 25.429 volontari) e a progetti 2006 avviati nel 2007 (4.600 volontari);
i 40 milioni aggiuntivi - derivati da parte del cosiddetto «tesoretto» - che il Consiglio dei ministri ha destinato ai progetti di servizio civile già approvati e in graduatoria, saranno appena sufficienti ad impiegare altri 5.500 volontari. Tali risorse aggiuntive si presume saranno destinate in base ai criteri di ripartizione sopra elencati. Il problema, quindi, permane in tutta la sua portata;
conseguente ed unanime è a tutt'oggi la reazione di quegli enti, essenzialmente no-profit, iscritti nell'albo nazionale ed impegnati negli ambiti di attività del servizio civile faticosamente, anche se con entusiasmo, costruito in questi ultimi anni, che hanno dovuto costatare, non senza rammarico, di aver avuto progetti approvati, inseriti in graduatoria, ma non finanziati per insufficienza di risorse finanziarie;
è palesemente evidente, quindi, l'attuale pesante situazione in capo al sistema del servizio civile nazionale, snaturato dal ruolo originario improntato ai valori ed ai principi etici di solidarietà e cooperazione e orientato a divenire strumento di supporto al fabbisogno ordinario di personale degli enti -:
se il Governo ed il Ministro interrogato, ritenendo ancora validi i valori e gli obiettivi posti alla base della normativa sancita dalla legge 6 marzo 2001, n. 64, non valutino la necessità di avviare, in tempi rapidi, un tavolo di consultazione tra Governo, regioni, pubblica amministrazione ed enti di servizio civile, che, sulla base di concreti elementi comuni e condivisi, stabilisca la sostenibilità e l'efficacia, per il sistema del servizio civile nazionale, delle modalità di attivazione del decreto-legge n. 77 del 2002 applicate in questi mesi e delle disposizioni relative agli accreditamenti e alla gestione degli albi degli enti accreditati per il servizio civile, prevedendo, già dalla legge finanziaria per il 2008, un implemento annuale costante delle risorse destinate al servizio civile, proporzionale almeno a quello che interessa l'aumento delle spese militari.
(3-01134)
VOLONTÈ, RONCONI, D'ALIA, GIOVANARDI, DRAGO, D'AGRÒ, PERETTI, MEREU, COMPAGNON, FORMISANO e LUCCHESE. - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
in un'intervista al quotidiano Il Corriere della Sera del 23 luglio 2007 il Ministro interrogato, riferendosi agli arresti eseguiti dalla digos di Perugia nell'ambito dell'inchiesta che ha riguardato la moschea di Ponte Felcino (Perugia), ha affermato che per regolamentare i rapporti con l'Islam bisogna proporre «uno scambio: diritto di culto in cambio del riconoscimento dello Stato italiano e del suo ordinamento costituzionale»;
nell'articolo il Ministro interrogato dichiarava, altresì, che le forme specifiche di controllo sulle moschee sarebbero ammissibili solo se decise con le comunità, altrimenti si tratterebbe solo di un'ingerenza dello Stato e, quindi, sarebbe sbagliato chiuderle;
quella di Ponte Felcino è l'esempio più recente e più pericoloso di moschea condotta da imam improvvisati, che utilizzano il luogo di culto come base di reclutamento e di addestramento di fedeli alla causa jihadista;
è opportuno ricordare che, ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione, lo Stato non concede la libertà di culto, ma la riconosce come diritto fondamentale;
il riconoscimento dello Stato italiano e dei suoi principi costituzionali non può essere barattato con la libertà di culto, specie se poi questa viene utilizzata per fini diversi da quelli religiosi, come nel caso della moschea di Ponte Felcino, ma deve costituire la base fondamentale per poter vivere in Italia -:
come ritenga conciliabili le sue dichiarazioni con il dettato costituzionale e se non ritenga che l'integrazione degli immigrati, da tutti invocata, debba avvenire con modalità che prevedano innanzitutto, oltre alla conoscenza della lingua e della cultura italiane, il rispetto dei principi fondanti dell'ordinamento italiano e delle sue leggi.
(3-01135)
BELLILLO. - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
nell'attuale ambito sociale ai disabili fisici non è permesso un accesso pieno alla vita quotidiana; tra i compiti primari delle istituzioni vi è l'adoperarsi, attraverso la predisposizione di appositi piani di abbattimento delle barriere architettoniche, per la rimozione di eventuali ostacoli;
la realizzazione di ambienti «a misura d'uomo» prevede l'integrazione di interventi e competenze diversificati, al fine di ottenere l'eliminazione di ogni impedimento alla funzionalità motoria dell'individuo e l'annullamento delle situazioni di disagio per il raggiungimento di un soddisfacente benessere psicofisico;
esiste un generale malcontento tra i cittadini disabili, che, a causa della loro condizione «speciale», vedono limitata la possibilità, alla stregua di un comune cittadino, di disporre in piena autonomia
e libertà del tempo libero e, quindi, anche del loro diritto allo svolgimento delle attività turistiche e ricreative;
nel presente assetto normativo, disciplinato dalla legge n. 104 del 1992, all'articolo 23, è previsto che le concessioni demaniali e il relativo rinnovo siano subordinati alla visitabilità degli impianti e all'effettiva possibilità di accesso al mare per le persone portatrici di handicap; nelle norme di riferimento di detta legge (legge n. 13 del 1989 e la legge n. 236 del 1989) sono state esaminate tutte le possibili eventualità in cui il disabile possa trovarsi, eccezion fatta di quelle relative all'arenile e al mare;
tale vuoto normativo comporta che, nel tratto antistante il mare, appartenente al demanio marittimo, la persona con deficit si trovi nell'impossibilità, sia per motivi pratici che tecnici, di poter ottenere un'effettiva accessibilità;
alcuni comuni, per volere di amministratori illuminati e sensibili alle problematiche sociali, hanno predisposto un progetto noto con il nome «BalneAbile», in collaborazione con le cooperative di salvataggio e degli stabilimenti balneari, che prevede la fornitura di speciali sedie con ruote galleggianti che rendono agevole e confortevole il percorso sulla sabbia; a riprova del successo e del consenso popolare ottenuto da tale progetto, la diffusione anche in altri comuni, oltre quello di Rimini;
ogni individuo ha il diritto di fruire in ugual misura delle occasioni, in un'ottica che valuti le diverse abilità di quanti, a causa della malattia o di eventi sfortunati, si trovino anche temporaneamente a vivere in una situazione di disagio -:
quali iniziative intenda adottare per ottenere la revisione della citata legge n. 104 del 1992, ormai inadeguata a soddisfare le esigenze di coloro che, grazie all'avanzamento della tecnologia, intravedono la possibilità di un pieno godimento del diritto ad attività ricreative, e se, in ossequio al principio di parità di trattamento, non ritenga di dover assumere iniziative affinché sia estesa all'intero territorio nazionale l'opportunità offerta al cittadino o turista disabile nel comune di Ravenna, tramite il potenziamento del progetto «BalneAbile», in considerazione dei 7000 chilometri di coste disponibili e della forte vocazione turistica di questo Paese.
(3-01136)