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Allegato B
Seduta n. 193 del 24/7/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
GRIMOLDI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dalle agenzie di stampa si è appreso che una quantità abnorme di rifiuti (quintali o forse tonnellate) si è «arenata» sulle spiagge toscane dell'Argentario e di Orbetello;
tali quantità elevate di rifiuti rendono impossibile pensare che questa immondizia sia stata prodotta dai bagnanti o meno che mai sia stata originata dal territorio locale, ove funziona un servizio efficiente di raccolta differenziata e mai fino ad oggi sono stati rilevati problemi con lo smaltimento dei rifiuti;
la popolazione locale ritiene invece probabile che tali rifiuti provengano dalla Campania e precisamente da Caserta e Napoli;
i cittadini livornesi, già nella giornata di domenica 15 luglio avevano notato un accumulo di rifiuti nel mare antistante Antignano, ma hanno attribuito tale episodio all'inciviltà dei passeggeri di qualche
traghetto; successivamente, hanno ricollegato anche tale episodio all'accumulo dei rifiuti di questi giorni temendo lo sversamento illecito dei rifiuti della Campania nel mare aperto, attraverso navi;
si rileva un'inquietudine generale tra i cittadini toscani a tutela delle proprie coste, qualificate con bandiere blu, che rappresentano uno degli orgogli del Paese e una voce fondamentale dell'economia toscana e italiana;
il popolo toscano è stato da sempre molto attento alla salvaguardia dell'ambiente e teme con grande apprensione la possibilità di compromissione dell'ecosistema marino da tonnellate di rifiuti provenienti da altre regioni, anche in considerazione delle centinaia di anni occorrenti per la dissipazione naturale delle buste di plastica e degli altri rifiuti inquinanti;
si teme in particolare l'inquinamento da diossina che rischia di minare la catena alimentare e, quindi, anche la salute dell'uomo -:
se il Ministro intenda indagare sul fenomeno di straordinario accumulo di rifiuti verificato nelle coste toscane, al fine di individuare al più presto i responsabili e calmare le preoccupazioni dei cittadini.
(5-01338)
Interrogazioni a risposta scritta:
D'AGRÒ. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nei giorni 9 e 10 luglio scorsi una forte ondata di maltempo ha colpito le province di Belluno, Treviso, Vicenza, Verona e Padova;
nel bellunese un tornado sull'Alpago ha scoperchiato case e distrutto i raccolti tra Farra, Villanova e Santa Giustina Bellunese;
nella Marca trevigiana una tromba d'aria ha distrutto capannoni e sradicato alberi, con notevoli danni in tutta l'area a ovest di Conegliano (i comuni più colpiti sono stati Cordignano, Orsago, San Fior e Godeva) e gravi ripercussioni sulla viabilità, anche ferroviaria;
nel vicentino fortissime raffiche di vento hanno divelto i tetti di capannoni artigiani e industriali e di abitazioni nelle zone di Corredo, Arzignano, Valdagno, Spagnago, Altissimo, Crespadoro, Monte di Malo, mentre la violenta grandinata ha compromesso irrimediabilmente i raccolti delle campagne;
nel veronese fortunali e nubifragi hanno investito soprattutto i comuni di Bardolino, Lazise, Torri, Vestenanova;
nel padovano intense grandinate hanno colpito le zone di Vigodarzese, Piazzola, Curtarolo, San Giorgio delle Pertiche, Camposampiero e Massanzago;
in alcune aree della regione ci sono stati black-out, interi quartieri sono rimasti senza luce e in qualche caso anche senza linea telefonica;
vigili del fuoco, operai municipali, polizia locale e carabinieri sono stati impegnati a rimuovere alberi, ripulire le strade, rimettere in sicurezza tabelloni pubblicitari;
secondo le prime stime l'ammontare dei danni pare aggirarsi intorno a svariati milioni di euro tra colture distrutte, tetti scoperchiati, alberi sradicati e auto ammaccate;
particolarmente danneggiata dal maltempo è stata l'agricoltura, con la compromissione di oltre il 50 per cento del valore della produzione vendibile dei vigneti del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene -:
quali urgenti provvedimenti si intenda assumere per individuare le aree colpite dal maltempo e l'esatta entità dei danni a produzioni agricole e ad immobili pubblici e privati;
se non ritenga opportuno dichiarare lo stato di calamità naturale per tali zone,
in modo che le imprese agricole possano beneficiare delle agevolazioni previste;
quali iniziative si intenda adottare affinché si proceda al più presto alla ricostruzione delle infrastrutture danneggiate, alcune delle quali possono causare grave rischio per l'incolumità pubblica.
(4-04458)
BOSI, DI VIRGILIO, TASSONE, TORTOLI, CARLUCCI e PESCANTE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la conferenza dei sindaci dell'Isola d'Elba, la Comunità del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, organismo che riunisce i rappresentanti di tutti i comuni, hanno unanimemente espresso forti riserve e viva preoccupazione per l'iniziativa assunta dal Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare di istituire lungo tutte le coste di questa isola un'area marina protetta (AMP) che fissa pesanti vincoli alla fruibilità del mare anche per attività di pesca sportiva ed amatoriale, tanto per i turisti quanto per i residenti ed i proprietari di abitazioni;
tali vincoli che vanno ad aggiungersi agli altri a terra, come il divieto di caccia connesso al parco nazionale, arrecano a questa isola, ai suoi abitanti ed ai turisti forti disagi e limitazioni che vanno ad aggiungersi agli svantaggi e agli oneri connessi alla condizione d'insularità;
in particolare tali nuove limitazioni a mare appaiono insostenibili per l'Isola d'Elba, grande isola fortemente antropizzata che vede, oltre ai 30.000 residenti, ben 1.500.000 presenze annuali e un perimetro costiero di 147 Km. L'Isola d'Elba ha due porti commerciali, industrie, villaggi turistici ed attività agricole importanti;
benché si ritenga opportuno e necessario avviare un progetto per la tutela ambientale del mare, va altresì ribadita la necessità di prevedere preventivamente alcune fondamentali modifiche della legge che regola la istituzione delle aree marine protette (AMP) - n. 979 del 31 dicembre 1982, che risulta essere oggi superata e non applicabile alla realtà elbana. Infatti secondo tale norma la ipotizzata Area marina protetta (AMP) elbana ricadrebbe sotto la giurisdizione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano la cui insufficiente gestione del territorio elbano, anche per carenza di finanziamenti, ultimamente ha provocato un danno ambientale di difficile risanamento: a quanto consta agli interroganti si è ridotta drasticamente la biodiversità e vi è stato un forte aumento del numero di cinghiali e mufloni che ha causato gravi danni anche all'agricoltura e messo in pericolo la stessa incolumità degli abitanti e dei turisti sull'isola d'Elba. Da ciò risulta che il controllo e la protezione di queste zone è da considerare quasi inesistente;
il Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e il Parco Nazionale intenderebbero imporre autoritariamente tali vincoli senza una effettiva concertazione con i sindaci e senza garantire propri investimenti come, ad esempio, barriere a mare per impedire il pernicioso fenomeno della pesca a strascico, o il finanziamento di un efficiente sistema di depurazione delle acque reflue -:
se esperienze di tale portata non debbano rispondere a precisi criteri e normative definite in via legislativa nel rispetto delle competenze e prerogative dei governi locali ed in particolare dei Comuni in quanto titolari, per delega, di precise funzioni sul demanio marittimo;
se la fissazione di così pesanti regimi vincolistici ai quali corrispondono danni economici anche per più settori turistici e commerciali, nonché una serie di privazioni agli abitanti (pesca, diporto), non debba essere accompagnata da investimenti e incentivazioni agli enti locali interessati;
se non sia quindi il caso di avviare una urgente revisione della normativa che regola, la istituzione delle aree marine protette
(legge n. 979 del 31 dicembre 1982), visto che questa esperienza ha avuto esiti sfavorevoli sulle zone in cui è stata applicata utilizzando come base di partenza il modello di protezione attuato ad esempio in Corsica, visto che allo stato attuale la suddetta normativa oltre a mettere in difficoltà le zone organizzate turisticamente, causando diminuzione del flusso turistico e della nautica da diporto, non riuscirebbe comunque ad avviare un progetto serio finalizzato alla tutela biologica e alla protezione del mare.
(4-04476)