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Allegato A
Seduta n. 194 del 25/7/2007
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(Sezione 6 - Iniziative per un costante monitoraggio del fenomeno del terrorismo di matrice islamica e per coniugare l'esigenza dell'integrazione con quella della sicurezza)
LA RUSSA, BENEDETTI VALENTINI, MENIA, PEDRIZZI, LAMORTE, PROIETTI COSIMI, LEO, BOCCHINO, FRASSINETTI, GERMONTANI, AIRAGHI, CONSOLO, CONTENTO, GAMBA, MAZZOCCHI, BUONTEMPO, ANGELA NAPOLI e ANTONIO PEPE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 21 luglio 2007, nel corso di una brillante operazione condotta dagli uomini della digos, in collaborazione con la polizia postale e la direzione antiterrorismo, sono stati arrestati, nella città di Perugia, in località Ponte Felcino, tre cittadini marocchini, con la grave accusa di associazione e addestramento terroristico internazionale;
oltre all'imam della moschea di Ponte Felcino, regolarmente residente in Italia, sono stati arrestati due suoi stretti collaboratori, successivamente risultati clandestini,
mentre un quarto uomo marocchino, già individuato dalle autorità di pubblica sicurezza, risulta ancora essere latitante;
nel corso delle perquisizioni effettuate nella suddetta moschea e nelle abitazioni dei tre arrestati, le forze dell'ordine hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale chimico potenzialmente utilizzabile, a detta degli esperti, per la costruzione di ordigni bellici;
è stato, altresì, accertato che, all'interno della moschea di Ponte Felcino, venivano proiettati, in modo assiduo, filmati con cui si insegnava l'addestramento operativo, consistente nel saper utilizzare e manipolare materiale esplodente e nell'imparare le tecniche di combattimento corpo a corpo, di agguato ed uccisione;
tra le vittime di siffatto indottrinamento, come ampiamente dimostrato dagli investigatori, si annoverano anche i minorenni di fede islamica, chiamati, spesso inconsapevolmente, a trasformarsi in cellule del terrore;
alla luce di quanto riportato da Il Giornale del 23 luglio 2007, l'ultimo rapporto riservato dei servizi segreti del Sisde evidenzierebbe come la forza di organizzazioni «umanitarie» di matrice islamica, legate però all'estremismo, stia crescendo a dismisura e come, nonostante l'atteggiamento pacifico e la disponibilità al dialogo dimostrati dalle comunità musulmane locali, i rischi di iniziative a sostegno di organizzazioni terroristiche stiano rapidamente aumentando;
è sconcertante, ad avviso degli interroganti, quanto riportato ieri dal quotidiano Libero che pubblica il testo integrale della circolare emanata dal dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno, indirizzata ai prefetti, ai questori e alla polizia di frontiera, con la quale si impone l'applicazione dell'articolo 1, comma 1, della legge 28 maggio 2007, n. 68, che, semplificando gli adempimenti formali e procedurali cui precedentemente erano assoggettati gli stranieri extracomunitari che fanno ingresso sul territorio nazionale per motivi di turismo e studio, permette a chiunque di entrare liberamente in Italia e di soggiornarvi per un periodo di tre mesi;
la strada maestra per combattere ogni forma di terrorismo religioso nel nostro Paese rimane quella dell'integrazione, fermo restando che, nel quadro dei diritti e doveri previsti dal nostro ordinamento, non può assolutamente essere tollerato il fatto che chi professa una religione sia, al tempo stesso, portatore di una cultura di violenza e di odio;
proprio perché bisogna evitare l'equazione moschea uguale terrorismo islamico, è sempre più necessario che l'intera comunità islamica moderata residente legalmente nel nostro Paese contribuisca a denunciare ed isolare quelle frange di estremismo che aderiscono a progetti terroristici, tradendo la stessa causa dell'Islam, i cui insegnamenti non devono negare i valori della pace, della giustizia e della pacifica convivenza -:
quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere al fine di evitare il ripetersi di fatti, come quello esposto in premessa, che richiedono sforzi incessanti in direzione sia di un costante monitoraggio del fenomeno del terrorismo di matrice islamica che si annida nel nostro territorio, sia di un adeguato impianto legislativo e normativo in grado di saper coniugare la giusta esigenza dell'integrazione con quella della sicurezza dello Stato e dei cittadini italiani. (3-01128)
(24 luglio 2007)