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Allegato B
Seduta n. 194 del 25/7/2007
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DIFESA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
IV Commissione:
PAPINI e CARTA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'Italia partecipa con propri uomini e mezzi alla forza di intervento internazionale denominata International Security Assistance Force (ISAF), con il compito di garantire un ambiente sicuro a tutela dell'Autorità afghana che si è insediata a Kabul il 22 dicembre 2001 a seguito della Risoluzione n. 1386 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2001;
il Ministero della difesa, dal 1o maggio 2007, con un'assegnazione provvisoria, non sappiamo se correlata ad alcuna valutazione di congruità del prezzo offerto, nell'ambito di una gara pubblica ancora da aggiudicare, si sta avvalendo a tale scopo dei servizi di trasporto aereo organizzati su responsabilità della Saima Avandero S.p.A.;
risulterebbe che la Saima per effettuare questo delicato e riservato servizio all'Italia, tenuto conto forse dei prezzi troppo bassi proposti al fine di aggiudicarsi la gara, si stia servendo di compagnie aeree secondarie addirittura incluse in Black list e bandite in Europa perché non conformi agli standard di sicurezza, come la Click Airways della Repubblica del Kirghizistan, con conseguente grave rischio sia per la sicurezza del materiale trasportato, del valore di svariati milioni di euro, sia per quello di eventuale personale talvolta imbarcato. In proposito vale sottolineare come lo stesso Ministero della Difesa, per l'assegnazione del trasporto navale, pone invece limiti ben più severi richiedendo, per ragioni di sicurezza, vascelli addirittura battenti esclusivamente bandiera italiana e neppure europea;
come recentemente riportato dalla stampa (Corriere della sera del 19 maggio 2007, pagina 17; del 31 maggio 2007, pagina 12; e del 9 luglio 2007, pagina 10), si sono verificati gravi disservizi nei trasporti, specie nelle tratte Kabul-Herat, ove i voli sono stati ripetutamente cancellati a causa della difficoltà della Saima di reperire gli aeromobili IL76 necessari. Si sono registrate orientativamente oltre 6 cancellazioni di voli tra il 5 e il 15 di maggio su circa 12 richiesti; 2 cancellazioni di voli il 16 maggio su 3 richiesti; 2 cancellazioni di voli il 17 maggio su 3 richiesti; 3 cancellazioni di voli il 18 maggio su 3 richiesti;
i militari italiani di stanza ad Herat in quel periodo militarmente molto delicato - si ricordi l'attacco americano in zona sud ovest del Paese che spingeva i Talebani proprio verso la zona presidiata dagli Italiani - non furono riforniti adeguatamente e sull'aeroporto di Kabul si ammassò un enorme numero di veicoli e containers in attesa di essere trasportati a Herat (con grossi problemi logistici a Kabul e di sicurezza a Herat);
nel medesimo periodo anche i voli richiesti da effettuare specificatamente con il velivolo An124 - il più grosso velivolo da trasporto materiali che permette di trasferire celermente enormi quantità di materiali - nelle tratte Dubai-Kabul-Dubai, sono stati effettuati con enormi ritardi e problematiche per mancanza del necessario coordinamento logistico/operativo. Risulterebbe che tuttora alcune richieste specifiche di voli da effettuare con An124 fatte da parte del
Ministero della difesa, la Saima le abbia tramutate ed effettuate con più tratte di velivoli più piccoli (IL76) ed in più giorni per mancanza di disponibilità dell'An124, dovuta forse al fatto che i costi di mercato di tale velivolo potrebbero essere superiori a quelli offerti dalla Saima stessa al Ministero della difesa;
tenuto conto che l'incongruità nel prezzo offerto per questi delicatissimi servizi è molto pericolosa in quanto, se da una parte sembra evidenziarsi ai profani come un risparmio, dall'altro porta a risultati deleteri se non talvolta eventualmente tragici, è alquanto difficile credere oggi che la Direzione servizi del Ministero della difesa, deputata a ciò, dopo oltre tre mesi di attività assegnata alla Saima e in presenza dei numerosi e gravi disservizi subiti, che sicuramente le saranno stati segnalati dagli operativi (grave sarebbe l'opposto), non sia riuscita ancora a verificarla e a ricorrere a scelte alternative magari un po' più costose, ma più sicure per il Ministero stesso e per la comunità -:
quali concrete misure il Governo e, in particolare, il Ministro della difesa intenda adottare per ovviare ai disagi del contingente militare italiano, e se fossero rispondenti al vero le notizie riportate, se intenda accertarne le responsabilità.
(5-01351)
DURANTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 206 del 2004 e il decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 7 luglio 2006 prevedono l'estensione dei benefici previsti per le vittime del dovere e della criminalità organizzata anche per i militari colpiti presumibilmente dalla cosiddetta «Sindrome dei Balcani»;
all'atto della presentazione della domanda da parte degli aventi diritto ai benefici delle normative succitate, la Divisione di Previmil del Ministero della Difesa, avvia una pratica istruttoria tesa a stabilire il grado di invalidità provocato dalla patologia per la quale si richiedono i benefici ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2007;
contestualmente viene anche stabilita la percentualizzazione del danno biologico ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2007;
le tabelle in base alle quali vengono stabiliti i predetti valori sono rispettivamente quella approvata dal Ministero della unità in data 5 febbraio 1992 e pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 47 del 26 febbraio 1992, e quella approvata dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale in data 12 luglio 2000 e pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 172 del 25 luglio 2000;
il giorno 18 gennaio 2007 l'ex Caporal Maggiore Scelto Paolo Di Benedetto nato a Castellaneta il 20 maggio 1974, ha presentato domanda per la concessione dei benefici di cui sopra, in seguito ad un carcinoma papillifero contratto presumibilmente durante le missioni effettuate negli anni 1996, 1997 e 2000 rispettivamente nei territori della Bosnia Herzegovina e del Kosovo e per cui ha già ottenuto il riconoscimento di causa di servizio nel maggio 2005;
all'atto della valutazione da parte della C.M.O. di Taranto del suo grado di invalidità, nonostante avesse subito una tiroidectomia totale, è stato stabilito che questa fosse pari al 30 per cento;
consta all'interrogante che dagli atti risulta che la Divisione di Previmil abbia omesso la richiesta alla C.M.O. di Taranto, atta a stabilire anche la percentuale del danno biologico;
la sua pratica ad oggi non risulta ancora evasa in quanto, per quanto espresso al punto precedente, il Comitato di verifica per le cause di servizio, che ha il compito di valutare se la patologia per la quale si richiedono i benefici sia stata
presa in particolari contesti e condizioni, ha ritenuto che la pratica risultasse incompleta -:
se il Ministro ritenga opportuno (oltre a prevedere standard operativi più efficaci e veloci nell'assegnazione dei benefici) operare una verifica dell'efficacia delle predette tabelle in quanto presumibilmente insufficienti a stabilire differenze come i danni di carattere biologico (non sottovalutando i disturbi di carattere esistenziale), e le eventuali invalidità provocati da una tiroidectomia causata da una neoplasia e quelli provocati da una disfunzione tiroidea nonostante trovi risoluzione nello stesso tipo di intervento, e verificare le ragioni, per il caso specifico riportato in premessa, che hanno indotto la Divisione di Previmil ad omettere la richiesta presso la competente C.M.O. di Taranto, della percentualizzazione del danno biologico, che ha provocato la fase di stallo della pratica dell'ex graduato in questione.
(5-01352)
FALLICA e COSSIGA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
con la risoluzione n. 7-00146 presentata in data 22 marzo 2007 e successivamente discussa in Commissione Difesa concernente un particolare problema che riguardava il V corso degli Ufficiali in ferma prefissata della Marina militare, che sono stati per ragioni meramente cronologiche svantaggiati, rispetto agli Ufficiali che hanno frequentato i corsi precedenti, si intendeva porre un problema che riguardava in generale tutte le Forze armate e che coinvolge tutt'oggi numerosi giovani, che pur essendo stati arruolati dopo dure prove selettive, rischiano a breve di lasciare l'amministrazione, privandola di preziose professionalità;
la predetta risoluzione abbinata con altre aventi le medesime finalità approvata in data 6 giugno 2007, dalla Commissione Difesa n. 8-00059, ha impegnato il Governo a disciplinare ai sensi dell'articolo 24, comma 6, lettera a), del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215 l'ammissione all'ulteriore ferma annuale degli Ufficiali in ferma prefissata delle Forze armate, che conseguono i trenta mesi di ferma nell'anno 2007, nonché a collocare in soprannumero, anche per salvaguardare i reclutamenti dei Marescialli dell'Arma dei carabinieri previsti dagli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 298 del 2000, gli Ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei carabinieri stabilizzati ai sensi dell'articolo 1, comma 519, della legge finanziaria per il 2007;
sebbene la direttiva del 30 aprile 2007, n. 7, emanata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, tramite il Dipartimento della funzione pubblica, abbia previsto l'applicazione dei commi 519, 520, 529 e 940 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, ovvero la predetta legge finanziaria per il 2007, in materia di stabilizzazione e proroga dei contratti a tempo determinato, nonché di riserve in favore di soggetti con incarichi di collaborazione, tuttavia precisa che la stabilizzazione del personale utilizzato con contratti di natura temporanea, fa riferimento ai fabbisogni permanenti dell'amministrazione;
appare pertanto necessario ed opportuno specificare la disposizione predetta, se includa la stabilizzazione anche delle reclute delle Forze armate esposte in precedenza e gli Ufficiali in ferma prefissata della stessa Arma, nonché cosa s'intenda per riferimento ai fabbisogni permanenti dell'amministrazione, ovvero se la stabilizzazione del personale, non comprenda il numero degli interessati nella sua totalità -:
se non ritenga conseguentemente necessario chiarire le disposizioni contenute all'interno della direttiva esposta in premessa e illustrare quali siano le motivazioni che hanno portato a disattendere l'impegno preso dal Governo con le disposizioni previste dalla risoluzione approvata in data 6 giugno 2007, ed esposta in premessa, al fine di salvaguardare la professionalità sia degli Ufficiali delle Forze
Armate, che dei reclutamenti dei Marescialli dell'Arma dei carabinieri, inclusi gli Ufficiali in ferma prefissata della stessa Arma.
(5-01353)