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Allegato B
Seduta n. 195 del 26/7/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazioni a risposta orale:
FORMISANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, nella sua relazione del 26 giugno ha affermato che sul terreno delle liberalizzazioni si registra «con preoccupazione una fase di stallo»;
dallo stesso presidente, arriva «l'autorevole conferma del monitoraggio effettuato nei giorni scorsi da Adusbef e Federconsumatori sulla protervia delle banche, su usi abusi e vessazioni intollerabili»;
dal giugno 2006 a oggi al Codacons, Adusbef, Federconsumatori e Adoc sono arrivate numerose denunce degli iscritti per mancata applicazione della norma sulla «simmetria dei tassi», oltre ad aver ricevuto denunce per la mancata applicazione della norma sulla portabilità dei mutui, per la mancata applicazione della norma sulla cancellazione gratuita delle ipoteche e per l'indebita applicazione della penale sull'estinzione anticipata dei mutui;
solo per la mancata applicazione della norma sulla simmetria dei tassi, secondo le associazioni dei consumatori, «le banche hanno ottenuto indebitamente 5,3 miliardi di euro» e il «mancato adeguamento dei tassi attivi ha inciso sui nuclei familiari per 500 euro nell'arco di un anno, penalizzando soprattutto le fasce medie», spiega Roberto Tascini, della segreteria nazionale dell'Adoc;
in un anno la Bce ha effettuato 5 aumenti del costo del denaro, pari all'1,25 per cento e conseguentemente, le banche italiane hanno tempestivamente aumentato il costo del denaro sui mutui, prestiti personali, fidi e finanziamenti, con una stangata di 170 euro al mese (2.040 euro l'anno) su un modesto mutuo a tasso variabile, senza aumentare minimamente i tassi sui depositi, come conti correnti e libretti di risparmio;
presentando il bilancio delle prime due ondate di liberalizzazioni, il Ministro ha affermato che grazie alle nuove disposizioni l'inflazione di giugno è scesa dall'1,9 per cento all'1,7 per cento e che le liberalizzazioni introdotte hanno restituito agli italiani tra i 2,4 e i 2,8 miliardi di euro sotto forma di riduzione dei prezzi e delle tariffe -:
le sue valutazioni riguardo a quanto esposto in premessa e le iniziative che intenda attivare conseguentemente.
(3-01145)
D'AGRÒ. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
presentando il bilancio delle prime due ondate di liberalizzazioni, il Ministro ha affermato che grazie alle nuove disposizioni l'inflazione di giugno è scesa dall'1,9 per cento all'1,7 per cento e che le liberalizzazioni introdotte hanno restituito agli italiani tra i 2,4 e i 2,8 miliardi di euro sotto forma di riduzione dei prezzi e delle tariffe;
tuttavia tali stime appaiono inverosimili perché:
a) l'introduzione dell'indennizzo diretto non ha certo fermato i premi delle assicurazioni, che sono aumentati;
b) sebbene sia stata abolita la penale per l'estinzione dei mutui, come ha detto lo stesso Governatore Draghi, questo «può comportare un innalzamento del tasso richiesto dalle banche»;
c) secondo Nomisma il prezzo delle benzine in Italia è più alto di 3,8 centesimi rispetto alla media europea;
d) l'unico comune che ha messo all'asta nuove licenze di taxi è Bologna, mentre nel resto d'Italia la situazione è rimasta tale e quale a prima;
e) non è stata ancora realizzata la portabilità dei conti correnti e dei mutui senza dover affrontare spese di chiusura del conto ed altri disincentivi, come non è stata applicata la simmetria dei tassi creditori e debitori alle variazioni stabilite dalla Banca d'Italia;
secondo uno studio condotto dall'Istituto Bruno Leoni in tema di concorrenza, su otto settori chiave dell'economia italiana, solo in due settori (elettricità e trasporto aereo) viene raggiunta la sufficienza, mentre per gas, telecomunicazioni, ferrovie, professioni intellettuali, mercato del lavoro e servizi postali si è sotto la media;
stesso giudizio è stato espresso dal Presidente dell'Antitrust nella sua relazione, che ha denunciato una «fase di stallo in cui le lobby trovano appoggi in entrambi gli schieramenti politici» -:
se non ritenga opportuno non rincorrere facili e poco veritieri trionfalismi e rivolgersi con maggiore coraggio a liberalizzare settori importanti dell'economia italiana soggetti, tuttora, ad anacronistiche tutele o peggio a posizioni dominanti e monopoliste.
(3-01148)
GALLI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Castelletto Sopra Ticino (Novara), 9.000 abitanti, ha la più grande concentrazione di centri commerciali di tutto il Piemonte, ovvero 2.830,47 mq/per 1.000 abitanti, contro i 131,10 del Piemonte e i 131,42 della Provincia di Novara, centri commerciali tutti localizzati lungo la Strada Statale n. 33 «del Sempione»;
le condizioni di viabilità e la concentrazione di attività commerciali in tale tratto fanno sì che il traffico su gomma raggiunga giornalmente una tale intensità da contribuire in modo determinante al peggioramento della qualità dell'aria, specie in termini di emissioni di polveri sottili, tanto più che l'area in oggetto non rientra nel piano provinciale di limitazione del traffico, con pesanti ricadute sulla salute pubblica;
in data 25 giugno 2007 l'amministrazione in carica del Comune di Castelletto Sopra Ticino ha approvato, anche in forza della delibera di Giunta provinciale n. 266 del 7 giugno 2007, la realizzazione di ulteriori quattro nuovi centri commerciali, che insisteranno su di un'area complessiva di 110.000 mq, in un'area turistica e residenziale a soli 300 metri dalla riva del Lago Maggiore;
l'area destinata alla costruzione dei nuovi insediamenti commerciali è attualmente boscosa, con almeno 5.000 alberi di varie specie, che costituisce un prezioso
polmone verde prospiciente il lago, dimora di diverse specie animali stanziali e migratorie;
su tale area sono previsti 24.000 mq di aree coperte e parcheggi per 5.000 auto;
con la realizzazione di tali insediamenti la proporzione centri commerciali/abitanti sarà di 4.900 mq/1.000 abitanti e si stima che il passaggio di autoveicoli raddoppierà dai 1.800 all'ora attuali a 3.600 l'ora;
la decisione dell'amministrazione di Castelletto Sopra Ticino è stata attuata nonostante il comitato spontaneo di cittadini, sorto per scongiurare la realizzazione di quello che viene ormai definito «ecomostro», abbia raccolto in pochi giorni 1.600 sottoscrizioni di residenti che chiedevano di non realizzare tale progetto, o di subordinarne la realizzazione a referendum popolare, come previsto per tale materia dallo Statuto comunale, e come garantito dal T.U. sull'ordinamento degli enti locali, e senza tener conto delle numerose osservazioni espresse dal comitato stesso in tempi utili e precedenti l'approvazione;
in data 4 luglio 2007, il comitato indirizzava a ARPA e ASL della Provincia di Novara, al Presidente della Regione Piemonte, al Presidente della Provincia di Novara ed al Prefetto della Provincia di Novara la richiesta di intervento affinché: 1) vengano urgentemente predisposte centraline per il monitoraggio della qualità dell'aria e del rumore lungo la SS del Sempione, attualmente non soggetta ad alcun controllo, in modo da misurare l'aumento del rilascio di inquinanti dovuti al traffico veicolare; 2) venga stimato il futuro rilascio di inquinanti atmosferici con gli adeguati strumenti di simulazione, tenendo conto degli effettivi parametri meteoclimatici della zona interessata; 3) venga verificata in dettaglio l'accessibilità della zona medesima in caso di emergenze (vigili del fuoco, ambulanze, protezione civile), dal momento che il raddoppio del traffico, nonché l'introduzione del senso unico in via Cicognola potrebbe comportare l'isolamento dell'area del Sempione e della stessa frazione Cicognola, per periodi di tempo significativi, ai mezzi di soccorso; 4) venga valutata l'entità degli inquinanti trasportati dalle acque di dilavamento dei centri commerciali nella falda e nel lago, nei confronti della fascia turistica contigua al Lago Maggiore, dove sono oggi insediati campeggi e spiagge, le quali dovrebbero tra breve divenire balneabili grazie all'azione di controllo e bonifica finora intrapresa e che sarebbe vanificata e compromessa dagli inquinanti di cui sopra; 5) vengano valutati i molteplici impatti ambientali negativi dovuti all'abbattimento del bosco di 110.000 mq e la sua sostituzione con parcheggi e costruzioni in cemento;
copia delle richieste del comitato e della documentazione relativa è stata inviata al Ministero interrogato -:
se intenda sollecitare una pronta e dovuta analisi dell'impatto ambientale, in linea a quanto richiesto dai cittadini ed esposto al penultimo punto della presente interrogazione;
richiedere che sia impedita la costruzione di nuovi centri commerciali nella zona citata, anche in linea con le direttive della Regione Piemonte in tal senso;
richiedere come e in quali tempi il Ministero dell'Ambiente intenda intervenire a salvaguardia e tutela dell'area verde posta tra la SS del Sempione ed il Lago Maggiore in Comune di Castelletto Sopra Ticino (Novara), che a seguito della realizzazione sopra evidenziata sarebbe irrimediabilmente distrutta;
predisporre un rapido intervento del Ministero al fine di preservare non solo un patrimonio ambientale, ma anche e soprattutto la qualità della vita e la salubrità del territorio degli abitanti di tutta l'area interessata, nonché di assicurare una viabilità ambientalmente sostenibile e compatibile sulla SS del Sempione principalmente interessata e sulle strade comunali interne di collegamento su cui stante l'im
possibilità di transito normale sulla statale si indirizza un notevole traffico veicolare;
se l'invio della documentazione al Ministero dell'ambiente abbia avuto un seguito e, in caso negativo, per quali ragioni;
se non intendano attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni affinché - ferme restando le attribuzioni regionali in materia - siano stabiliti indici tendenziali o di massima per gli insediamenti commerciali in misura uniforme o coerente a livello nazionale, anche al fine di scongiurare che concentrazioni come quella in esame possano ripercuotersi sulla programmazione urbanistico-commerciale di regioni confinanti e sinanche sulla loro viabilità;
se non ritengano di dover assumere iniziative normative affinché concentrazioni edilizio-funzionali come quella descritta in premessa, derivanti da distinti atti di autorizzazione di ciascun insediamento, siano prese in considerazione non individualmente ma nel loro insieme, tenendo conto del loro effetto cumulato, onde essere assoggettate, secondo i casi, a valutazione di impatto ambientale o a valutazione ambientale strategica, e - in particolare - se non intendano attivarsi con particolare urgenza affinché ciò risulti applicabile anche alle iniziative in corso e non concluse, i cui effetti risultano ancora da valutare.
(3-01152)
Interrogazione a risposta in Commissione:
D'AGRÒ. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
dal 1o ottobre dello scorso anno a fine marzo 2007 l'Isvap ha istruito 184 reclami per disdetta unilaterale di polizze del comparto Rc auto;
si tratta della risoluzione del contratto decisa unilateralmente dalle compagnie assicurative che comunicano agli assicurati la disdetta della polizza con la generica giustificazione «per mutate condizioni di mercato»;
nella maggior parte dei casi le comunicazioni di disdetta sono arrivate ad automobilisti virtuosi che sono inseriti nella classe di merito 1, ossia quella con premi più bassi, e che pertanto sono respinti dalle compagnie perché poco redditizi;
se è diritto della compagnia disdire la polizza, allo stesso modo è diritto dell'assicurato non accettare la disdetta e pretendere la riassicurazione alle stesse condizioni di prezzo e di classe di merito;
questa tutela per gli automobilisti potrebbe, tuttavia, essere a breve messa in discussione per il fatto che la Corte di giustizia europea ritiene che l'obbligo a contrarre nella Rc auto non sia in linea con il principio di libertà tariffaria e possa costituire un ostacolo all'entrata nel mercato italiano di assicuratori stranieri;
il fenomeno delle disdette unilaterali interessa quasi tutte le compagnie che si occupano di responsabilità civile dell'auto e si concentra soprattutto nel centro sud, nelle regioni Lazio e Campania;
paradossalmente nelle regioni ad alta incidentalità gli automobilisti più «sgraditi» alle compagnie non sono solo quelli che provocano danni e alte spese per l'impresa, ma anche quelli che non avendo provocato incidenti sono riusciti a raggiungere la classe di merito meno onerosa, e quindi economicamente meno redditizia per la compagnia;
tuttavia, in caso di elusione dell'obbligo a contrarre o di una richiesta di premio esagerata da parte delle compagnie, volta a scoraggiare gli automobilisti a mantenere la propria polizza, le multe irrogate dall'Isvap alle imprese possono arrivare fino a un milione di euro;
la disdetta unilaterale della polizza da parte delle compagnie rappresenta però
una piccola fetta nelle numerose contestazioni che annualmente si trasformano in ordinanze di ammenda;
nell'ultimo trimestre del 2006 e nel primo del 2007 l'Isvap ha istruito ben 10.136 reclami riferiti al comparto Rc auto e dal 2001 ad oggi c'è stato un notevole aumento di incassi da sanzioni alle compagnie di assicurazioni relative soprattutto a tale settore: dagli 1,6 milioni di euro del 2001 si è passati ai 25 milioni del 2006, con il record nel 2004 quando sono entrati nelle casse dell'Authority 35 milioni di euro -:
se, anche ai sensi dell'articolo 136 del codice delle assicurazioni private, sia a conoscenza delle numerose disdette unilaterali da parte delle compagnie di assicurazioni ai danni dei clienti virtuosi, ciò che nei fatti appare costituire un surrettizio incremento delle tariffe a livello aggregato, se non individuale, e, ferme restando le competenze dell'autorità di vigilanza, quali iniziative normative intenda adottare per frenare l'espandersi di tale assurdo fenomeno.
(5-01363)
Interrogazione a risposta scritta:
FILIPPESCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la geotermia offre un contributo rilevante al sistema energetico nazionale e contribuisce efficacemente alla difesa dell'ambiente, ma rimane largamente sottovalutata e sottoutilizzata e ciò soprattutto a fronte dei nuovi obiettivi definiti recentemente dalle istituzioni dell'Unione europea riguardo all'utilizzazione delle energie rinnovabili;
l'ENEL è l'attuale detentore in esclusiva delle concessioni di ricerca e di coltivazione geotermica nelle quattro province toscane (Pisa, Siena, Grosseto, Livorno) e ricava dalla utilizzazione di questa risorsa utili di esercizio sempre crescenti, mentre viceversa decrescono nel territorio geotermico i livelli occupazionali diretti e indotti dell'azienda, ben oltre ogni ragionevole ricaduta della riorganizzazione delle attività e dell'ammodernamento tecnologico dei processi di estrazione e di valorizzazione della risorsa, ed è in larga parte abbandonato e deperisce l'enorme patrimonio immobiliare detenuto da ENEL tramite sue società;
la geotermia finora è stata utilizzata prevalentemente per produrre elettricità, mentre è diffusa la convinzione che siano gli usi diretti del calore a rappresentare un'altra frontiera del futuro, soprattutto valutando la vasta gamma delle utilizzazioni possibili, sotto il profilo dei processi energetici e per quanto concerne le potenzialità di diffusione dal punto di vista geografico;
da quando è stata applicata la metodica della reiniezione dei fluidi risulta più facilmente visibile lo specifico contributo ambientale della geotermia ed appare più chiara la sua qualificazione come «energia realmente rinnovabile», a produzione continua e indipendente dalle condizioni meteorologiche, tanto che per questo riconoscimento si motivano i diversi provvedimenti posti in essere negli ultimi anni (CIP 6/92, Certificati verdi, fondi europei, sgravi fiscali), mentre è indiscutibile l'apporto positivo offerto dall'uso di questa fonte energetica per la riduzione dell'effetto serra e per i conti dello Stato, grazie alla minore necessità di importazione di idrocarburi;
la Toscana è leader italiano ed europeo per l'utilizzazione delle forze endogene e copre con la geotermia oltre il 25 per cento del fabbisogno regionale di energia elettrica e questa realtà impone alla Regine Toscana e al Governo nazionale particolare attenzione e l'attuazione di politiche di qualificazione e facilitazione dello sviluppo;
il Piano energetico regionale della Regione Toscana in vigore considera la geotermia «risorsa strategica per la Toscana», anche ai fini del raggiungimento
degli obiettivi di Kyoto verso l'anno 2012, e quello in fase avanzata elaborazione propone nuovi e più ambiziosi obiettivi;
si sta realizzando un «Centro d'eccellenza per la geotermia», ispirata ai contenuti della legge regionale 22 febbraio 2005, n. 39, per il supporto alla ricerca e al trasferimento tecnologico nel settore geotermico, per la formazione professionale e l'alta formazione degli operatori, per lo sviluppo d'iniziative di cooperazione internazionale sulla promozione degli utilizzi geotermici;
la Regione Toscana ha attivato il «Progetto Filiera Idrogeno», che apre possibilità di cooperazione e rilevantissime sinergie con l'industria geotermica, stante l'orientamento delle politiche europee per lo sviluppo del vettore-idrogeno, che vede sempre più strettamente legate produzione delle energie rinnovabili e produzione d'idrogeno, tanto da lasciare ipotizzare la costruzione di un «Distretto dell'idrogeno», che potrebbe avere nella Val di Cecina un polo di fondamentale importanza, per la vocazione industriale storica dell'area e per la presenza di altre grandi industrie, quali la Solvay;
in Toscana sono state condotte esperienze esemplari, concernenti gli usi diretti e diversificati della geotermia, gli «usi plurimi» del calore, oltre la sola produzione elettrica: impianti per il teleriscaldamento civile, la serricoltura, l'uso industriale-artigianale soprattutto in campo agro-alimentare;
le attività industriali di sfruttamento della risorsa geotermica di ENEL hanno prodotto lesioni ambientali rilevanti nel territorio della Toscana interessato, per lo sfruttamento degli acquiferi, per l'inquinamento dell'aria a causa della diffusione dell'idrogeno solforato e per la presenza di altri elementi collegabili all'attività industriale, per l'incidenza, seppure in situazioni di criticità puntuale, del rumore, a causa dell'attraversamento del territorio con numerosi elettrodotti, per l'impatto pesante delle stesse attività sul sistema della viabilità locale;
da quindici anni ENEL, salvo provvedimenti limitati ma significativi dell'ultimo periodo e pur considerando le scelte positive compiute per il rafforzamento delle attività di ricerca che hanno centro a Pisa, non ha sostanzialmente operato assunzioni dirette di rilievo né riproduce un'occupazione indotta nella zona pari alle potenzialità positive che s'intravedono, anche a causa di una gestione degli appalti che appare all'interrogante mirata solo alla logica economica del massimo ribasso e non anche a quella della qualificazione del sistema delle imprese locali collegate al settore, mentre un numero notevole di lavoratori esposti all'amianto, dipendenti di ENEL, stanno per essere collocati presto in pensione, quale risarcimento parziale del danno subito, riducendosi così ancor più i livelli occupazionali;
la politica condotta da ENEL è stata contestata dalle istituzioni locali e dalle organizzazioni sindacali che hanno denunciato con numerose iniziative un silenzioso e costante ridimensionamento delle strutture industriali e la cancellazione di numerosissimi posti di lavoro, che chiedono: 1) certezze sul programma intrapreso per il disinquinamento del territorio tradizionale geotermico e stabilire le tappe di un monitoraggio concordato e verificabile; 2) un piano industriale che faccia il punto sulla situazione in atto e chiarisca le linee-guida dell'azione futura di ENEL, sia rispetto alla produzione di energia elettrica sia per quanto riguarda gli usi diretti del vapore, fissando gli obiettivi strategici da raggiungere, tenendo nel debito conto la ricaduta occupazionale; 3) garanzie sui rapporti col sistema locale delle imprese nonché sul futuro delle perforazioni, delle officine e dei laboratori; 4) modalità e tempi per la sostituzione dei lavoratori esposti all'amianto con forze giovanili della zona; 5) che la direzione della geotermia sia organizzata nella struttura dell'azienda insieme alle fonti rinnovabili e con le sedi dove si esercita il potere decisionale situate in Toscana; 6) una sollecita definizione dei rapporti tra Regione Toscana e ENEL, per un consenso costruttivo ad un'accorta ed omogenea
politica di sviluppo dell'energia rinnovabile fondamentale della regione, per le scelte strategiche che riguardano le condizioni per il rinnovo delle convenzioni per lo sfruttamento della risorsa geotermica e per la conclusione degli iter valutativi e autorizzativi per l'attivazione di nuove centrali di produzione -:
quali iniziative s'intendano assumere perché sia rilanciata la ricerca e la sperimentazione per lo sviluppo della geotermia e perché siano intraprese sperimentazioni nuove, a partire dal concorso alla produzione dell'idrogeno, anche nell'ambito delle politiche attivate dalla Regione Toscana;
quali iniziative s'intendano assumere per rilancio degli investimenti in perforazione, costruzione e produzione, perché ENEL riversi risorse di portata strategica sull'attività propria della geotermia, destinando una parte cospicua degli utili da essa prodotti ai suoi territori, mostrando particolare attenzione agli aspetti occupazionali diretti e indotti, agli usi diversificati della risorsa, alla qualificazione dell'imprenditoria locale, al rispetto dell'ambiente;
quali politiche s'intendono perseguire perché sia ridefinito il ruolo dell'ENEL dalle incertezze societarie e gestionali che finora sono state scaricate sulle attività geotermiche, tanto da mortificarle in numerosi aspetti (occupazionali, professionali, ambientali, patrimoniali) e da metterle in conflitto con gli interessi dei territori, delle popolazioni e dell'imprenditoria locale;
quale sostegno intende dare alla ripresa del confronto per l'incremento dell'occupazione nel settore geotermico dell'ENEL e del sistema d'imprese indotto, per ottenere in ENEL il ripristino e mantenimento del turn-over con assunzioni di nuovo personale sul territorio, per mantenere, difendere e sviluppare il patrimonio professionale e di esperienze, detenuto storicamente dall'azienda e oggi in gran parte disperso o a rischio di dispersione, a partire dal rilancio del «Progetto Officine» di Larderello, per il potenziamento delle perforazioni, dei Laboratori, della Produzione e del Posto di Teleconduzione, e per creare nuovi spazi per attività produttive e di servizio collegate in aziende diverse;
quali provvedimenti intenda assumere per sostenere l'intervento di ENEL sugli aspetti ambientali e di inserimento paesaggistico della geotermia, per la bonifica dei siti (amianto, ripristini ambientali di siti dismessi), per l'eliminazione delle emissioni di gas in atmosfera (inserimento abbattitori Amis di H2S e Mercurio in tutte le centrali, di tutte le aree geotermiche) e per inserimento paesaggistico degli impianti, rispettando le differenti vocazioni dei territori, rappresentate anche nelle istanze avanzate dalle popolazioni e dalle loro Amministrazioni Locali;
quali provvedimenti intenda assumere per favorire gli usi plurimi del calore geotermico, per l'estensione delle reti di teleriscaldamento nelle aree tradizionali che ne sono ancora sprovviste e per la realizzazione di progetti più ambiziosi, conseguibili oggi con le nuove tecnologie, per un'estensione verso le città, quali Volterra, Massa Marittima, Siena, Pisa, Colle Val d'Elsa, più vicine al territorio geotermico tradizionale;
quali politiche intenda promuovere per spingere ENEL ad essere più attiva nei campi dell'assistenza tecnologica e della riduzione del costo del calore, in modo da offrire convenienze aggiuntive da parte dell'azienda rispetto ai già validi incentivi statali ed europei e al contributo proprio della regione Toscana e delle Istituzioni locali, in favore degli investimenti produttivi, per indurre nuove e stabili esperienze imprenditoriali e occupazionali.
(4-04519)