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Allegato B
Seduta n. 196 del 27/7/2007
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SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
PORETTI, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il dronabinol (Delta-9-tetraidrocannabinolo) è un principio attivo contenuto in medicinali utilizzati come adiuvanti nella terapia del dolore, anche al fine di contenere i dosaggi dei farmaci oppiacei ed inoltre si è rivelato efficace nel trattamento di patologie neurodegenerative quali la sclerosi multipla, Hiv, tumore e altre gravi patologie;
con decreto del Ministero della Salute del 18 aprile 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 98 del 28 Aprile 2007 il dronabinol è stato inserito nelle tabelle contenenti l'indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e relative composizioni medicinali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni ed integrazioni, recante il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope e di prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza;
il dronabinol è stato inserito nella Tabella II del citato decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, che comprende le sostanze stupefacenti e psicotrope con riconosciuta attività farmacologica e cioè i farmaci, indipendentemente dal fatto che essi siano o meno autorizzati all'immissione in commercio sul territorio nazionale. La collocazione nella Tabella II afferma l'attività farmacologica di una data sostanza ed il suo potenziale utilizzo in terapia ma non significa l'automatica autorizzazione alla produzione o all'immissione in commercio sul territorio nazionale, che è regolata da specifiche norme fatte osservare dalla specifica autorità competente, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): chi volesse quindi assumere il dronabinol dovrebbe richiederne l'importazione da un Paese estero dove è regolarmente registrato, in applicazione del decreto ministeriale 11 febbraio 1997 e successive modificazioni ed integrazioni;
in Italia solo le Asl trentine-altoatesine, l'Asl di Bolzano, quella di Crotone (Asl 5Kr) e quelle di Roma (Asl RmA e RmE) si fanno carico della spesa per quanto riguarda i farmaci cannabinoidi: il ministero della salute in applicazione del decreto ministeriale 11 febbraio 1997 e successive modificazioni ed integrazioni,
prevede il rimborso per questo tipo di farmaco (in particolare vedasi l'articolo 5 del decreto ministeriale 11 febbraio 1997);
sul quotidiano La Repubblica del 9 giugno 2007, nello spazio dedicato alle lettere è presente quella del signor Piero Orzari, residente a Firenze, che afferma di non essere riuscito ad ottenere dal ministro della Salute il rimborso per i farmaci da lui richiesti per la terapia del dolore. Dopo essere entrati in contatto con il signor Orzari gli interroganti sono venuti a conoscenza che la natura della sua richiesta ricadeva proprio su farmaci contenenti dronabinol;
il signor Orzari, invalido civile al 100 per cento, da 14 anni assume antivirali per combattere l'Hiv. Gli effetti collaterali di questi medicinali sono dolori muscolari e debolezza cronica. Il Signor Orzari, che riceve 750 euro mensili di pensione si è rivolto al reparto algologia dell'ospedale Pietro Palagi di Firenze dove ha eseguito un test di 800 domande e ha inoltrato la richiesta per il rimborso da parte del ministero della Salute, per l'importazione di alcune confezioni di medicinali con dronabinol, come stabilito dal già citato decreto ministeriale 11 febbraio 2007 e successive modifiche e integrazioni;
sempre secondo la lettera del Signor Orzari, il ministero della Salute ha deciso di non rimborsare l'acquisto dei farmaci con principio attivo dronabinol all'ospedale Pietro Palagi di Firenze per il loro elevato costo;
secondo dati Istat l'Italia è all'ultimo posto tra i Paesi sviluppati per l'attenzione alla terapia del dolore. Secondo altri recenti dati Cybermed, in Italia sono solo 3,6 i centri di terapie del dolore ogni milione di abitanti. Un dato bassissimo, se si confronta con il resto d'Europa: nel Regno Unito ad esempio, i centri per milione di abitanti sono 16, in Belgio 11,6 e in Irlanda 8,9. Nel 2000 sono stati stanziati 200 milioni di euro per il «Programma nazionale per la realizzazione di strutture di cure palliative», eppure ben il 30 per cento di questi fondi non è stato ancora speso: le regioni non hanno infatti utilizzato i finanziamenti previsti;
secondo alcune recenti affermazioni del ministro della Salute, Livia Turco: «È un'espressione di civiltà promuovere le terapie anti-dolore. È doveroso consentire al maggior numero possibile di persone di vivere la malattia senza sofferenza: i derivati della cannabis sono una di queste opportunità e mi è sembrato doveroso procedere in tal senso, inserendole nel Ssn, sulla base delle tante evidenze scientifiche»;
secondo alcuni dati raccolti, ben 200 mila sarebbero i pazienti che hanno utilizzato farmaci anti-dolore a base di sostanze cannabinoidi. Ogni confezione di uno di questi medicinali costa 480 euro. Commentando questi dati il ministro Turco ha detto: «Se queste specialità sono state inserite nella farmacopea, vuol dire che il Ssn se ne farà carico»;
il ministro ha anche più volte sollecitato un'approvazione veloce del disegno di legge sulla semplificazione sanitaria che favorisce la prescrizione dei farmaci anti-dolore, calendarizzato in Senato -:
quali siano i motivi per cui il Ministero della salute ha deciso di non rimborsare i farmaci richiesti dal signor Orzari;
quali siano i criteri secondo cui una richiesta di rimborso per l'importazione di farmaci cannabinoidi viene accettata o meno.
(5-01368)
Interrogazioni a risposta scritta:
BERTOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in data 18 luglio 2007 l'Osservatorio provinciale sull'infezione da HIV ha presentato a Modena il rapporto 2007 nel quale si evidenziano dati estremamente preoccupanti;
il suddetto rapporto rileva come l'aumento dell'immigrazione da paesi extra-comunitari
abbia avuto, anche nel territorio di Modena, ripercussioni sull'andamento dell'infezione;
il numero di notifiche di sieropositività tra gli stranieri ha registrato un aumento del 41 per cento nell'ultimo triennio;
dei 63 nuovi casi di infezione HIV, registrati in provincia di Modena nel 2006, il 33 per cento sarebbe rappresentato da cittadini stranieri;
nella quasi totalità dei casi la trasmissione dell'infezione è avvenuta per contagio sessuale e ha riguardato, con percentuali pressoché analoghe, sia uomini che donne;
la maggior parte di queste notifiche è stata a carico di pazienti provenienti dall'Africa sub sahariana e dall'Africa meridionale, dove l'infezione da HIV è endemica ed assume livelli di elevata diffusione;
l'aumento nella diffusione del contagio si verificherebbe soprattutto a causa dei rapporti eterosessuali non protetti;
in molti casi la mancata percezione del rischio porta i soggetti potenzialmente infetti a sottoporsi con grave ritardo ai test per l'individuazione dell'infezione, favorendo così il decorso della malattia ed ostacolando per contro un adeguato ed efficace intervento terapeutico;
tali dati confermano e ripropongono in maniera drammatica la problematica connessa all'aumento del numero di immigrati extracomunitari sul nostro territorio, ed in particolare dei soggetti stranieri irregolari che spesso vivono in condizioni di degrado sociale ed ambientale;
il fenomeno della prostituzione di strada, gestito da organizzazioni che sfruttano per lo più donne straniere giunte in Italia irregolarmente, rappresenta un fattore determinante nella diffusione del contagio;
fino ad ora le campagne informative e le politiche di riduzione del danno messe in campo dalla Regione Emilia Romagna e dagli Enti Locali non hanno evidentemente sortito i positivi effetti auspicati;
sarebbe opportuno attivare mirate e più efficaci campagne informative rivolte alla popolazione in relazione ai rischi del contagio e alla necessità di sottoporsi a specifici controlli preventivi;
occorre tenere conto delle sollecitazioni dei responsabili della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena che hanno redatto il suddetto rapporto e secondo i quali, alla luce dei dati del rapporto stesso, sarebbe «urgente individuare in modo sempre più precoce le persone che hanno contratto l'infezione da HIV e, come suggerito dalle nuove linee guida dei CDC il test per la diagnosi di infezione da HIV dovrebbe essere offerto gratuitamente a tutte le persone tra i 13 e i 64 anni, oltre che alle donne in gravidanza. Inoltre è utile che le persone con comportamenti a rischio di infezione eseguano questo test almeno una volta all'anno» -:
se sia a conoscenza dei dati come sopraesposti ed in caso affermativo, quale giudizio ne dia;
se sia a conoscenza delle ragioni alla base di un così notevole aumento nel numero dei casi di Aids tra gli stranieri;
se concordi nel ritenere che tale aumento delle diffusione dell'infezione HIV tra gli stranieri sia correlato all'aumento di immigrati irregolari e non integrati sul nostro territorio, oltre che alla diffusione della prostituzione di strada praticata soprattutto da donne provenienti da Paesi come l'Africa dove, come confermano i dati, l'Aids ha una diffusione endemica;
quali siano le azioni attualmente poste in essere da parte del Ministero della Salute al fine di prevenire la diffusione dell'infezione;
se e quali campagne informative siano state fino ad ora attivate per informare
e prevenire in merito ai rischi del contagio e se ritenga che tali iniziative abbiano portato i risultati auspicati;
quali azioni intenda porre in essere al fine di invertire la costante crescita dei casi di contagio dovuti a rapporti eterosessuali ed in particolare registrati tra la popolazione straniera;
se concordi nel ritenere necessario mettere in campo specifiche e più efficaci campagne informative rivolte alla popolazione in relazione ai rischi del contagio e alla necessità di sottoporsi a specifici controlli preventivi;
se e come intenda rispondere alle sollecitazioni dei responsabili della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena che hanno redatto il suddetto rapporto e secondo i quali, alla luce dei dati del rapporto stesso, sarebbe «urgente individuare in modo sempre più precoce le persone che hanno contratto l'infezione da HIV e, come suggerito dalle nuove linee guida dei CDC il test per la diagnosi di infezione da HIV dovrebbe essere offerto gratuitamente a tutte le persone tra i 13 e i 64 anni, oltre che alle donne in gravidanza. Inoltre è utile che le persone con comportamenti a rischio di infezione eseguano questo test almeno una volta all'anno».
(4-04545)
AFFRONTI. - Al Ministro della salute, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
presso il ministero della salute prestano servizio cinque impiegate con contratto denominato CO.CO.CO, le prime ormai da venti anni altre da dieci;
predetto contratto è stipulato con l'Istituto Superiore di Sanità, che in accordo con il ministero della salute ha dislocato fin dall'inizio tale personale negli uffici del ministero dove hanno operato senza alcuna interruzione;
la specificità del contratto CO.CO.CO lo rende tra le situazioni di precariato più estremo: se ne desume che dette lavoratrici hanno, a parità di obblighi verso la pubblica amministrazione, se confrontate ai colleghi in pianta stabile, un ritorno in termini di diritto affatto diverso sia sul piano economico che su quello previdenziale e non ultimo sotto l'aspetto esistenziale psicologico;
il programma di stabilizzazione del precariato varato dal Governo già dall'ultima finanziaria prende in considerazione solo i contratti a tempo determinato, specificando che a manovra ultimata viene fatto divieto alle pubbliche amministrazione oltre la data del 2009 di ricorrere a personale precario, si desume che nella fattispecie delle lavoratrici qui in oggetto non vi sarà alcuna possibilità di impiego -:
se il ministero della salute non abbia un qualche obbligo verso lavoratrici che pur appartenendo ad altra seppur controllata amministrazione hanno da sempre e da così lungo tempo svolto la loro opera nel e per conto del ministero stesso;
perché, pur avendo a disposizione tale comprovato personale, siano stati indetti pubblici concorsi per stesso profilo senza considerare una qualche possibilità di assorbimento di questa provata e tutt'ora operante forza lavoro;
che cosa intenda fare il ministero della salute e di concerto, in rappresentanza del Governo il ministero della funzione pubblica per ovviare a quella che appare una discriminazione, aggravata sia dalla durata di un tempo che non giustifica la denominazione di precariato, sia perché accaduta all'interno di un organo centrale dello Stato.
(4-04558)