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Allegato B
Seduta n. 198 del 31/7/2007
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANCUSO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge 1o agosto 2003, n. 213, «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 luglio 2003, n. 159, recante divieto di commercio e detenzione di aracnidi altamente pericolosi per l'uomo», risulta non essere sostanzialmente applicata poiché il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministero della salute avevano insediato una commissione per valutare l'elenco degli aracnidi da vietare, commissione che a distanza di tre anni non risulta aver prodotto alcun risultato;
i problemi di tutela dell'incolumità e tutela degli animali che hanno indotto il precedente Governo a emanare un decreto-legge e il Parlamento a convertirlo in legge, non sono cambiati -:
quali iniziative urgenti il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro della salute intendono intraprendere per rendere applicata la normativa citata;
se al Ministro dell'interno risulti quanti cittadini per quanti aracnidi e quali hanno presentato la denuncia di detenzione ai sensi dell'articolo 1, comma 3, del decreto-legge citato nel testo modificato dalla legge di conversione.
(5-01392)
Interrogazione a risposta scritta:
SANZA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
a partire dagli anni settanta, la creazione di aree protette in Toscana ha contribuito al recupero progressivo e naturale di fauna ungulata, la cui abbondanza sia per consistenza sia per distribuzione l'ha posta come la regione più dotata di Europa;
sono presenti cinque specie di ungulati: cinghiale, capriolo, daino, cervo e muflone diffusi capillarmente su tutto il territorio regionale;
la regione Toscana ha presentato un piano faunistico venatorio allo scopo di integrare e gestire equilibratamente la fauna selvatica in tutti gli ecosistemi presenti sul territorio, allo scopo di contribuire al rilancio economico del mondo agricolo e alla diversificazione dello sviluppo endogeno nelle aree rurali e soprattutto con l'obiettivo specifico di salvaguardare e valorizzare le aree protette, la biodiversità, le risorse naturalistiche e l'assetto idrogeologico del territorio;
nell'Isola d'Elba, in particolare nelle Valli di Pomonte e di Chiessi, sono presenti un ragguardevole e crescente numero di cinghiali e mufloni, le cui dimensioni raggiungono spesso i 150 kg di peso;
l'11 settembre 2006, gli isolani hanno presentato un esposto alla Prefettura di Livorno, al Parco Nazionale Arcipelago Toscano nonché ai Sindaci di Marciana e di Campo nell'Elba denunciando gli ingenti danni economici e ambientali causati dagli ungulati e sollecitando un serio e risolutivo intervento di risanamento del territorio;
un rapporto Eurispes stima in oltre 70 milioni di euro i danni causati dalla fauna selvatica in Italia;
la presenza, consistenza e densità di fauna selvatica, in particolare il cinghiale, rappresentano la causa principale dei danni provocati alle coltivazioni agricole e forestali nell'isola;
l'incidenza percentuale di incidenti sul totale regionale risulta in costante crescita e nel 2004 si è attestata intorno
all'80 per cento, di cui circa il 64 per cento da imputare alla sola specie del cinghiale, con una media di spesa pari a circa 2,86 milioni di euro all'anno per la sola rifusione dei danni;
nella sola isola d'Elba, a causa di imprevisti attraversamenti di cinghiali e mufloni si verificano, con regolarità, problemi d'ordine pubblico, pericolosità ed intralcio di traffico, disagio nella popolazione turistica - tra le principali fonti di reddito per la popolazione residente - devastazione delle coltivazioni agricole, di entità ormai veramente modesta, nonché l'abbattimento di muretti a secco, di terrazzamenti oltre alla distruzione di residui reperti storici ancora presenti sull'isola;
è necessario ricostituire gli equilibri idraulici e idrogeologici compromessi attraverso nuovi e consistenti interventi sulle infrastrutture esistenti;
l'incontenibile presenza di fauna selvatica, l'invasione di campi coltivati, di strade e dei centri abitati ha raggiunto livelli tali da pregiudicare la tranquillità fisica e psicologica dei suoi residenti -:
sono necessarie soluzioni immediate e risolutive per restituire al territorio isolano il proprio patrimonio naturalistico, le proprie tradizioni culturali nonché offrire nuove opportunità e motivazioni di permanenza sull'isola delle giovani generazioni attraverso politiche di sviluppo sostenibile e di imprenditorialità;
come intenda intervenire nell'Isola d'Elba, in modo efficace attraverso specifici interventi normativi che si traducano in azioni concrete di contenimento del fenomeno, anche ipotizzando piani di limitazione e di isolamento degli ungulati, con il coinvolgimento attivo dei giovani residenti attraverso l'adozione di appositi progetti finalizzati, al fine di garantire la sicurezza della circolazione stradale ma soprattutto per tutelare gli interessi dei residenti e in particolare del mondo agricolo che, posto ai margini o all'interno delle aree protette, del parco naturale, è maggiormente coinvolto dalle suddette devastazioni.
(4-04594)