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Allegato B
Seduta n. 198 del 31/7/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
X Commissione:
LULLI e CECCUZZI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in località Rosia, nel comune di Sovicille (provincia di Siena) è attivo dal 1996 lo stabilimento dell'industria farmaceutica Bayer Biologicals, dove sono attualmente occupati 100 dipendenti;
il fatturato di tale stabilimento presenta ricavi in netta crescita che si assestano, per l'anno 2006, a 475 milioni di euro;
il 21 giugno dell'anno 2006 la Bayer ha acquisito il controllo dell'industria farmaceutica «Schering Pharma» annunciando la fusione delle due società e la nascita della «Bayer - Schering Pharma»;
il 19 febbraio del 2007 si è svolto un'incontro istituzionale fra i rappresentanti dell'azienda Bayer, l'amministrazione provinciale di Siena e le parti sociali territoriali, nel quale l'azienda rendeva noto un processo di riassetto interno al comparto farmaceutico anche per ciò che riguarda i livelli occupazionali;
il 23 febbraio del 2007 l'amministrazione provinciale di Siena ha inviato una lettera ufficiale al Ministro delle attività produttive, a firma del presidente Fabio Ceccherini, nella quale si richiedeva assieme alle amministrazioni comunale di Siena e Sovicille, un intervento congiunto per favorire il mantenimento delle attuali caratteristiche produttive del sito senese;
il 2 marzo del 2007 il gruppo Bayer, in seguito alla fusione delle attività farmaceutiche con «Schering Pharma», ha reso noto, in un comunicato ufficiale che verranno effettuati, a partire dalla seconda metà dell'anno 2008 negli stabilimenti situati in Europa, 3.150 licenziamenti;
è riportato da autorevoli organi di informazione nazionale e locale, che le nuove strategie della «Bayer - Schering Pharma» prevedono la chiusura di centri di produzione in tutta Europa con l'intenzione di accorpare i piccoli stabilimenti ai grandi centri produttivi. Nello specifico viene riportata l'ipotesi che il polo produttivo di Rosia venga accorpato con lo stabilimento peculiare di Milano Garbagnate (dove sono occupati attualmente 350 dipendenti) o sostituito dalla fabbrica della
Bayer di Berlino, che dà lavoro ad oltre 6 mila persone e che utilizza lo stesso sistema produttivo del polo di Rosia;
da autorevoli organi di informazione nazionale e locale viene riportata la possibilità che lo stabilimento di Rosia venga dismesso nell'anno 2009 quando scadrà il contratto di affitto dei locali che ospitano le attività produttive. Una ipotesi confermata anche nel corso del consiglio comunale di Siena del 12 aprile 2007 dall'assessore comunale alle attività economiche, Daniela Bindi, che ha affermato che tale contratto di affitto è stato disdetto;
il 18 gennaio del 2007 i dipendenti dello stabilimento della Bayer di Milano Garbagnate hanno scioperato contro l'annunciato licenziamento di 116 persone;
il 19 febbraio del 2007 i dipendenti dello stabilimento Bayer di Rosia hanno scioperato per denunciare la mancata pianificazione delle strategie industriali da parte dell'industria farmaceutica;
il 15 maggio si è tenuto un secondo sciopero nello stabilimento Bayer di Rosia;
il 15 maggio si è tenuto un tavolo istituzionale, nella sede dell'amministrazione provinciale di Siena, fra i rappresentanti dell'amministrazione provinciale, del Ministero dello sviluppo economico, della regione Toscana, dei comuni di Siena e di Sovicille, della Comunità montana della Val di Merse, delle segreterie provinciali delle associazioni sindacali e delle associazioni degli industriali. Nel corso della riunione la Bayer, secondo quanto riportato da organi di informazione, avrebbe formalizzato la decisione di dimettere, nell'anno 2009, il sito produttivo di Rosia trasferendo le attività nello stabilimento di Milano Garbagnate;
è intervenuto al tavolo istituzionale Gianfranco Borghini, consulente per le vertenze del Ministero dello sviluppo economico che nell'incontro ha ribadito la contrarietà del Governo alla dismissione degli stabilimenti di Bayer dall'Italia;
lo stabilimento Bayer è inserito in un vero e proprio distretto chimico, farmaceutico, biotecnologico e biomedicale con la presenza, nei comuni di Siena e di Sovicille, di numerose aziende, tra cui la multinazionale Novartis che ha localizzato a Siena il proprio centro ricerche mondiale;
nel 2005, per iniziativa delle istituzioni locali, della regione Toscana, della Fondazione e della Banca Mps e delle università di Firenze, Pisa e Siena, della Scuola normale superiore e della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, è stata costituita la Fondazione Toscana Life Sciences con lo scopo di promuovere la ricerca e le biotecnologie in Toscana, nonché la nascita di nuove imprese nel settore biomedicale e delle nuove tecnologie. Tra le prime società «incubate», operative dal dicembre del 2006, due fra le più innovative coinvolgono entrambe realtà dell'area fiorentina: Molteni Terapeutics e Toscana Biomarkets;
nel comune di Siena opera la società Siena Biotech, costituita nel 2000 per iniziativa della Fondazione Mps con l'obiettivo di promuovere il finanziamento e la realizzazione di qualificati progetti nel campo della biologia e della biotecnologia con programmi di sviluppo di tecnologie fortemente innovative e strategiche suscettibili di traduzioni industriali nel medio periodo. Tale società opera nel settore delle malattie neurodegenerative e dei tumori e recentemente ha raggiunto un accordo con la società Elixsir Farmaceuticals per una collaborazione nell'area della malattia di Huntington, che è una affezione neurodegenerativa ereditaria per la quale ad oggi non esiste una cura efficace -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere affinché l'azienda «Bayer-Schering Pharma» chiarisca le linee del proprio piano industriale per l'Italia che interessa in particolare gli stabilimenti di Garbagnate e Rosia nei quali operano in totale oltre 450 dipendenti, per salvaguardare e tutelare tutti i posti di lavoro e non
privare della importante presenza di Bayer il distretto farmaceutico senese; eventualmente convocando al più presto un tavolo nazionale di concertazione dove invitare i vertici dell'azienda, le parti sociali, le istituzioni locali, per definire i tempi e gli effetti della ristrutturazione del comparto farmaceutico annunciato da «Bayer-Schering Pharma».
(5-01397)
PROVERA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge «Bersani» numero 7 del 31 gennaio 2007 è stato convertito nella legge n. 40 del 2007;
conseguentemente le compagnie telefoniche hanno diminuito le provvigioni ai grandi centri di distribuzione nazionali di schede di ricarica telefoniche Rete Base 2000 e Servizi Base che fanno riferimento alla FIT (Federazione Italiana Tabaccai), Cooperativa Bresciana, La G. Marco (solo per TIM);
a loro volta questi grandi distributori fanno fare le consegne delle schede ai dettaglianti (tabaccai eccetera) da altri distributori intermedi;
mentre i grandi distributori hanno mantenuto i loro ricavi su ogni scheda (del 2 per cento per scheda) e il taglio delle provvigioni si è interamente scaricato sui distributori intermedi che sono passati da una percentuale lorda di circa 1,6 per cento ad una di circa lo 0,8 cento (la metà);
diventa evidente che questi distributori intermedi, che per altro hanno partite da distribuire molto frazionate, non raggiungono più un ricavo utile a mantenere l'attività;
se questi distributori tendenzialmente spariscono dal mercato, non sarà più effettuata neppure la distribuzione delle normali schede per i telefoni pubblici della Telecom che oggi è da loro espletata;
le compagnie telefoniche hanno già ridefinito formule contrattuali che hanno recuperato i costi di ricarica -:
come intenda intervenire, eventualmente sulle stesse compagnie telefoniche, al fine di evitare la netta perdita di reddito per la categoria dei distributori intermedi a redditi già contenuti e le conseguenti chiusure di attività.
(5-01398)
FAVA e ALLASIA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
come appreso dalle agenzie di stampa dopo un lungo periodo di silenzio ed inattività finalmente si è deciso di mobilitare tutte le categorie interessate alla lotta alla contraffazione e parte un tavolo permanente al ministero dello sviluppo economico;
dalle intenzioni dei proponenti trapela come il tavolo servirà ad elaborare strategie di contrasto ad un fenomeno che rappresenta il 7 per cento del commercio mondiale per un valore di 450 miliardi di dollari;
l'alto commissario per la lotta alla contraffazione, Giovanni Kessler, sottolinea che occorre anche una risposta internazionale. E per tutelare il mercato arriveranno 14 desk anti-falso presso le sedi estere dell'Ice, peraltro già varati e finanziati dal precedente Governo;
va valutata positivamente l'apertura di desk all'estero si può rilevare però che si è dimenticato come il giro d'affari dei falsi in Italia è risultato pari nel 2005 a 3,5-7 miliardi di euro, di cui il 60 per cento si riferisce a prodotti d'abbigliamento e di moda, mentre il reso è rappresentato da orologeria, beni di consumo, componentistica, audiovisivo, software;
risulta completamente dimenticato il numero verde che era stato istituito a sostegno e per la collaborazione con i cittadini;
quotidianamente sulle nostre strade e nei mercati vediamo il proliferare del commercio di merci contraffatte, che oltre ad acuire le problematiche economiche per le nostre imprese possono arrecare danni alla salute dei cittadini;
apprendiamo quindi con «soddisfazione» della presa di coscienza dell'Alto commissario per la lotta alla contraffazione, Giovanni Kessler, ma nei mesi trascorsi dalla sua nomina consta agli interroganti che non si sono avute notizie di attività significative a contrasto di tale attività, e queste dichiarazioni, che sono, per così dire, il primo segnale di esistenza in vita, sono state recuperate «a fatica» non avendo avuto riscontro sui media -:
che cosa intenda fare il Governo affinché il Commissariato per la lotta alla contraffazione possa finalmente operare a tutela delle imprese e dei consumatori predisponendo un serio programma operativo.
(5-01399)
D'AGRÒ. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
fino ad agosto 2005 tra le voci della bolletta dell'energia elettrica compariva la A5 dedicata al finanziamento per la ricerca, in, particolare per l'ammodernamento della rete elettrica;
per oltre cinque anni i consumatori hanno pagato in bolletta una quota pari a 0,05 euro per Kw, equivalente a circa 12 euro all'anno in base ai consumi di una famiglia media;
nel 2005 le ricerche tecnologiche si sono interrotte e parte dei fondi raccolti presso i risparmiatori nell'ultimo anno, pari, a 150 milioni di euro, è rimasta inutilizzata, tanto che l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha decretato la sospensione del prelievo forzoso da parte delle aziende elettriche;
il motivo del fallimento del prelievo A5 è legato alle complesse trasformazioni subite negli ultimi anni dall'Enel e alle nuove norme introdotte dalle autorità di controllo;
inizialmente l'Enel disponeva dei Centri di ricerca con personale qualificato, successivamente, nel 2000, questi sono stati smantellati e parte delle competenze è confluita al Cesi, un istituto dell'Enel, che ha cominciato a svolgere il suo ruolo di ricerca finalizzato all'ammodernamento della rete;
il Cesi, però, in quanto soggetto privato, non poteva continuare a gestire i fondi della voce A5 e quindi l'Autorità per l'energia e il gas ha imposto la sospensione del prelievo, in attesa della riorganizzazione del sistema ricerca;
pare che sia stato già approntato un piano triennale per impiegare al meglio i 150 milioni di euro non spesi, di cui 89 milioni dovrebbero essere assegnati attraverso bandi pubblici a ricercatori e circa 61 milioni a vari enti di ricerca, come l'Enea e il nuovo Cesi ricerca, ora reso pubblico-:
quali iniziative di competenza intenda adottare affinché i fondi in premessa siano realmente utilizzati per ammodernare una rete di trasporto di energia elettrica vecchia e palesemente vulnerabile.
(5-01400)
BERNARDO e LAZZARI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la legge 14 novembre 1995, n. 481 ha istituito l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) disponendo, all'articolo 2, comma 7, che essa debba essere composta dal presidente e da due membri nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro competente e parere delle competenti commissioni parlamentari;
l'articolo 1, comma 15, della legge 23 agosto 2004, n. 239, a modifica della legge citata, ha elevato da due a cinque il
numero dei membri dell'Autorità, disponendo che la nomina dei due nuovi componenti sarebbe dovuta avvenire entro il 27 novembre 2004;
il Governo ha segnalato a questa Commissione la necessità di provvedere allo stralcio dal disegno di legge relativo a tale materia, tra le altre, della disposizione contenuta nell'articolo 5, concernente la ridefinizione dei poteri dell'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas in quanto tale materia è oggetto del disegno di legge di riforma delle Authorities, approvato dal Governo il 2 febbraio 2007;
conseguentemente, dovrà essere anche stralciata la lettera b) del comma 1 dell'articolo 6 del disegno di legge in questione che è volta ad abrogare le citate disposizioni che hanno elevato da due a quattro anni i membri dell'Autorità;
dal 14 luglio del 2004 l'Autorità ha solo due componenti, il Presidente ed un membro, avendo l'altro rassegnato le proprie dimissioni -:
quando il Governo intenda designare i tre membri mancanti dell'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas allo scopo di dare a tale Organo la composizione collegiale prevista dalla vigente normativa per non protrarre ulteriormente l'inadempimento agli obblighi da essa imposti.
(5-01401)