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Allegato B
Seduta n. 2 del 4/5/2006
TESTO AGGIORNATO ALL'8 MAGGIO 2006
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
la Società Autostrade ha avanzato un progetto di aggregazione per fusione con la società spagnola Abertis, che è la maggiore concessionaria autostradale del Paese iberico;
la Società Autostrade è titolare di una concessione statale pluriennale per la gestione di metà della rete autostradale italiana, derivante dalla privatizzazione della stessa società a seguito di un'asta pubblica, che viene in scadenza nell'anno 2038;
vanno approfonditi gli eventuali effetti che si produrranno sul rapporto di concessione, a seguito della prospettata fusione tra i due gruppi, in particolare sulla capacità di investimenti sulla qualità del servizio, sui livelli tariffari;
è piuttosto discutibile il metodo attraverso cui il titolare di una essenziale concessione pubblica ha deciso di agire nella sostanziale assenza del governo, in un operazione che sembra assumere un carattere meramente finanziario (ricordando, peraltro, che a fronte di un uguale volume di chilometri gestiti, i ricavi della Società Autostrade sono superiori di oltre un miliardo di euro a quelli di Abertis);
secondo i firmatari del presente atto non vi sono, allo stato, garanzie in ordine alla praticabilità di una operazione che possa essere il più possibile condivisa tra tutti gli attori, in modo da favorire uno sviluppo coerente di riflessioni e iniziative sul settore autostradale, in un'ottica di reale attenzione alle esigenze di ammodernamento infrastrutturale del Paese e di tutela degli utenti e dei cittadini;
peraltro, con l'articolo 21 del decreto-legge n. 355 del 2003, convertito nella legge n. 47 del 2004, la Società Autostrade ha beneficiato di una importante riforma dei sistemi di tariffazione e di pedaggiamento, in relazione ai quali la stessa società ha assunto precisi impegni in ordine alla realizzazione di investimenti finalizzati all'ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali della rete autostradale, visto anche una relazione del collegio sindacale ANAS che farebbe rilevare un forte ritardo negli impegni finanziari della concessionaria rispetto ai vincoli assunti;
è, infatti, evidente come la modernizzazione delle infrastrutture stradali passi anche attraverso la ricerca di un riequilibrio tra le diverse modalità di trasporto, nel quadro di un piano organico di integrazione tra le stesse modalità ai fini dell'individuazione di parametri per la misurazione della qualità, della definizione dei meccanismi per la revisione delle tariffe medesime, che sono tra loro strettamente collegati in una logica alla cui base si pone - come è ovvio - un rapporto di concessione che le società autostradali assumono con lo Stato, in un'ottica ancorata alla tutela dell'interesse pubblico;
in questo quadro, diventa fondamentale il ruolo svolto da ANAS SpA, che - in base alla legislazione vigente ed anche alla luce degli atti convenzionali in essere - dovrebbe assumere un controllo incisivo rivolto ad accertare il rispetto di tutte le obbligazioni definite dalla legge;
in relazione alle funzioni in capo alla stessa ANAS, occorre pertanto che le misure in materia di controlli e vigilanza rispondano all'esigenza di assicurare un migliore servizio all'utenza autostradale e all'opportunità di rafforzare il legame tra pedaggio corrisposto e servizio reso, in coerenza con i principi affermati anche in sede comunitaria;
sono, dunque, numerosi gli interrogativi posti a base dell'intera vicenda, ossia: se con la prospettata fusione si riuscirà ad incrementare la concorrenza in un mercato - al momento - piuttosto chiuso; se aumenteranno i vantaggi per i consumatori e gli utenti italiani; se si
produrranno ripercussioni in altri settori del trasporto e, in particolare, nel trasporto aereo (settore in cui operano in misura rilevante i maggiori azionisti del gruppo italiano); se vi sia una seria analisi sulla prospettiva industriale del nuovo gruppo; se si giudichi critico il fatto che la sede della nuova società - come sembrerebbe - non sarà collocata in Italia;
impegna il Governo:
a) ad intraprendere ogni possibile iniziativa di competenza, affinché siano chiariti i termini del rapporto tra la Società Autostrade e la Società Abertis, e le ripercussioni che si avranno sugli investitori e sugli utenti finali;
b) a fornire all'Anas quale soggetto concedente gli indirizzi di strategia e politica industriale di settore, occorrente a dare coerenza ed efficacia all'azione dell'Anas stessa;
c) ad attivarsi affinché la Società Autostrade dia precise garanzie in ordine al rispetto dei princìpi di cui al rapporto concessionario in atto con lo Stato italiano;
d) ad adottare iniziative volte a garantire che la fusione in questione non pregiudichi in alcun modo la realizzazione di investimenti per l'ammodernamento infrastrutturale della rete autostradale, ai quali la stessa Società Autostrade è tenuta anche in ragione della rilevante riforma del sistema tariffario introdotta nel 2003;
e) ad informare costantemente il Parlamento degli sviluppi della situazione di cui in premessa, anche mediante il tempestivo intervento del Governo presso le Commissioni parlamentari competenti.
(1-00001) «Lupi, Gasparri, Casero, Armani, Verro, Paroli, Paolo Russo, Stradella, Osvaldo Napoli, Brusco, Germanà, Mondello, Saglia, Gioacchino Alfano, Zanetta, Gibelli».