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Allegato B
Seduta n. 20 del 6/7/2006
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta orale:
D'ULIZIA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in Italia le officine elettriche che intendono produrre energia elettrica mediante centrali termoelettriche, funzionanti a gasolio, pagano un'accisa, all'UTF competente, decisamente ridotta (circa 45 lire al litro) rispetto all'accisa per lo stesso gasolio, qualora dedicato all'autotrazione (circa 900 lire al litro);
quella di produrre energia elettrica bruciando, invece del gasolio (fonte non rinnovabile), un combustibile derivante interamente da fonte rinnovabile (oli vegetali), è un'attività estremamente interessante e in attuale espansione, incentivata da numerose norme nazionali (decreto legislativo n. 387 del 2003 e seguenti) e dal buon senso tecnico/giuridico;
sono già sorti, in Italia, alcuni di questi impianti (Bari, Brescia e Bergamo);
i gestori degli impianti sopra citati non hanno avuto alcun problema a farsi riconoscere dall'Ufficio tecnico di Finanza (UTF) competente l'obbligo di pagare il medesimo livello di accisa previsto per l'olio vegetale utilizzato come combustibile;
gli UTF di solito applicano, giustamente e logicamente, la stessa categoria di accisa sia agli oli vegetali, qualora utilizzati come combustibile, sia agli abituali combustibili di origine fossile (petrolio);
solo l'UTF di Ancona, unico regionale, ha determinato che l'accisa per gli oli vegetali, utilizzati per produrre energia elettrica da rivendere al gestore della rete elettrica nazionale (GRTN), sia la stessa applicata al gasolio da autotrazione -:
quali siano le intenzioni dei Governo per evitare queste disparità nelle applicazioni delle accise;
se il Governo non ritenga opportuno uniformare i comportamenti degli UTF in Italia, allineandoli alla logica che vuole un'accisa, per gli oli vegetali utilizzati come combustibile in centrali termoelettriche, pari alle vecchie 45 lire al litro;
se il Governo non intenda, in futuro, attivarsi per attuare la direttiva comunitaria europea del 2003, dedicata ai combustibili derivanti da fonte vegetale rinnovabile, che prevede, per gli stessi, la piena esenzione di accisa.
(3-00102)
Interrogazione a risposta in Commissione:
LUSSANA e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con i decreti 1o marzo 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 8 marzo 2006, n. 56, SO, 7 marzo 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 17 marzo 2006, n. 64, e 7 marzo 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 20 marzo 2006, n. 66, SO, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi statali recati dall'articolo 11-bis, comma 1, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, nonché gli enti beneficiari dei finanziamenti risultati revocati nell'anno 2005;
tali contributi sono stati autorizzati ai sensi dei commi 28 e 29 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, concernente «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005) e sono indirizzati al finanziamento di interventi diretti a tutelare l'ambiente e i beni culturali e, comunque, a promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio;
gli enti beneficiari hanno già inserito nei propri bilanci i finanziamenti a loro spettanti, hanno inviato alla Ragioneria generale dello Stato, entro il termine del 31 maggio 2006, le attestazioni e le dichiarazioni di assunzione di responsabilità in ordine al rispetto del vincolo di destinazione del finanziamento statale e sono in attesa dell'erogazione dei contributi;
la Ragioneria generale dello Stato si trova nell'impossibilità di procedere all'erogazione dell'intero importo dei contributi a causa della mancanza di fondi a disposizione nei relativi capitoli di bilancio e pertanto eroga agli enti beneficiari la metà dei contributi spettanti, in attesa di un'integrazione di cassa disposta dal Ministro dell'economia e delle finanze;
i finanziamenti sono indirizzati ad opere indispensabili per le realtà locali e da tempo attese dai cittadini e, peraltro, spesso si tratta della realizzazione di opere in cofinanziamento per le quali i comuni hanno dovuto vincolare ulteriori risorse a loro disposizione -:
se il Ministro intende aderire agli impegni scaturenti dalla legge finanziaria 2005 e dal decreto-legge n. 203 del 2005 e firmare un decreto di integrazione di cassa dei capitoli relativi ai contributi statali per le opere locali, autorizzati ai sensi dei commi 28 e 29 dell'articolo 1 della citata legge finanziaria 2005, allo scopo di permettere l'erogazione dell'intero importo dei contributi spettanti agli enti beneficiari.
(5-00062)
Interrogazione a risposta scritta:
CARUSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da oltre trent'anni la località S. Domenica nel comune di Placanica (Reggio Calabria) è meta di costante pellegrinaggio dovuto alla presenza del Santuario della Madonna dello Scoglio;
la grande affluenza di visitatori ha fatto sorgere, ne pressi del santuario, alcune attività commerciali di ristoro, di vendita di articoli religiosi ed attratto alcuni venditori ambulanti di oggettistica sacra;
nel 1998 è stata costituita una fondazione denominata «Madonna dello Scoglio», con atto notarile n. rep. 46226-racc. n. 19539 registrato presso l'ufficio registro di Locri in data 21 agosto 2000 al n. 1052;
da quando, nel 2003, la suddetta fondazione ha cominciato ad effettuare attività commerciali di vendita al dettaglio di oggetti sacri, articoli religiosi, alimenti e bevande, ha di fatto ostacolato i commercianti che da anni lavoravano a S. Domenica nell'esercizio delle proprie attività. Inizialmente attraverso la registrazione del marchio «Madonna dello Scoglio» e successivamente con l'intimazione a non
usare il marchio registrato dell'effigie e del nome della Madonna dello Scoglio senza preventiva autorizzazione;
tale attività da parte della fondazione è proseguita fino ad arrivare addirittura alla costruzione di un muro; questo muro è stato eretto sull'unica strada che consentiva un facile accesso dal Santuario alle attività commerciali sopra citate che, senza quell'accesso, si sono trovate all'improvviso totalmente isolate dal punto di vista commerciale, con conseguenti disagi per le famiglie che da anni vivevano solo di quel lavoro;
la strada sulla quale è stato costruito il suddetto muro è stata venduta alla fondazione, dopo averla sottratta al demanio pubblico nonostante ci fosse, ed è tuttora, in essere un ricorso al Tar di Reggio Calabria relativo alla legittimità della privatizzazione della strada in questione;
la costruzione di questo muro ha creato inoltre enormi disagi anche alla mobilità dei pellegrini che, per protesta, hanno firmato in centinaia una petizione indirizzata a Monsignor Bregantini, vescovo della Diocesi Locri Gerace, per chiedere l'abbattimento di tale muro -:
se la strada in questione, prima della contestata cessione, appartenesse al Demanio dello Stato e, in caso affermativo quali siano state le motivazioni della cessione.
(4-00483)