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Allegato B
Seduta n. 20 del 6/7/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il gruppo CFGomma è guidato dalla CF gomma SpA che controlla al 100 per cento le società: CF Gomma srl in Italia a Settimo torinese, a Cinisello Balsamo, a Brescia e a Sulmona; Paguag in Germania e CFGomma Barre Thomas in Francia;
il gruppo ha vissuto negli ultimi anni pesanti difficoltà finanziarie;
nel corso del 2005 la proprietà ha avviato un progetto di allargamento del capitale sociale attraverso la ricerca di un nuovo socio;
in seguito si è giunti alla firma di un accordo con il gruppo Pugliese e con le banche, accordo che dovrebbe consentire l'integrità e la continuità produttiva, la salvaguardia occupazionale;
tutta l'operazione è tuttavia condizionata dal piano di continuità presentato al tribunale di Nantes, che ha spostato la decisione al 12 luglio;
le dichiarazioni riportate dal segretario del comitato di impresa della Barre Thomas alla stampa francese dopo l'udienza hanno espresso forti preoccupazioni sul futuro degli stabilimenti italiani, polacchi e tedeschi;
tale preoccupazione ha trovato riscontro nell'incontro tra il sindacato FILCEM-CGIL-FEMCA-CISL-UILCEM-UIL e il ministero dello sviluppo economico del 4 luglio 2006 -:
quali iniziative intenda adottare per garantire la continuità produttiva e la tutela della occupazione.
(2-00050)
«Di Salvo, Calgaro, Farinone, Di Girolamo, Lomaglio, Giuseppe Fini, Bandoli, Marcenaro, Rampi, Pettinari, Nicchi, Buffo, Delbono, Tomaselli, Quartiani, Lovelli, Longhi, Motta, Trupia, Cordoni, Cinzia Maria Fontana, Codurelli, Benzoni, De Biasi, Fiorio, Cialente, Maderloni, Scotto, Leoni, Provera, Gianni Farina, Bellanova».
Interrogazioni a risposta scritta:
AMORUSO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
un recente studio dall'International Business Owner's Survey e realizzato dalla Grant Thornton sottolinea la perdita di competitività delle imprese europee sui mercati esteri (cfr. Il Sole 24 Ore del 4 luglio 2006);
in particolare, per quanto riguarda l'Italia, se nel 1997 l'82 per cento delle imprese italiane dichiarava di essere attiva anche sui mercati esteri (con la percentuale più alta nell'Unione Europea), oggi questo tasso è sceso ad appena il 54 per cento. Processi analoghi si stanno verificando in tutti gli altri Paesi della Ue, la cui media è passata dal 64 per cento del 1997 al 42 per cento di oggi;
lo studio della Grant Thornton sottolinea, sul piano dell'analisi, che questo processo si è paradossalmente accelerato nel momento in cui le liberalizzazioni hanno preso più piede nell'Unione Europea e in cui, contemporaneamente, più forte si è fatta la concorrenza da parte dei cosiddetti mercati emergenti (in particolare Asia sud-orientale ed Europa orientale extra Ue);
a parere dell'interrogante queste cifre fanno riflettere sul fatto che le liberalizzazioni, un fattore di per sé giusto e utile alla competitività per l'imprenditorialità europea, rischiano di avere un effetto distorto se non sono accompagnate dalle adeguate misure a tutela delle economie nazionali a fronte della concorrenza extra-europea -:
quali misure ritenga di intraprendere per rafforzare la competitività delle imprese italiane sui mercati esterni;
se ritenga utile, in sede europea, adoperarsi perché il giusto principio delle liberalizzazioni sia coniugato da una ragionevole «iniezione» di misure a difesa delle economie nazionali rispetto alla concorrenza dei mercati emergenti.
(4-00478)
RAITI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel 2001, 145 lavoratori dipendenti dell'Italtel spa sono stati ceduti a Tecno
sistemi s.p.a. con la prospettiva dell'integrazione dei Sistemi di Energia nel business delle installazioni telefoniche del gruppo Tecnosistemi;
nel contratto di cessione Italtel obbligava Tecnosistemi al mantenimento dei livelli occupazionali per 24 mesi che, accettando, si impegnava ad acquistare per i successivi cinque anni i sistemi di energia per il proprio fabbisogno dello stabilimento di Carini;
nel 2002, dopo un pesante piano di ristrutturazione, abbiamo assistito ad un ridimensionamento della pianta organica della Tecnosistemi s.p.a. che nello stabilimento di Carini è stato tradotto in cassa integrazione a zero ore per più di 80 lavoratori, la mancanza di commesse solo per lo stabilimento di Carini e 50 lavoratori in esubero;
l'assenza di un progetto serio e credibile di sviluppo e investimento ha contribuito a trasformare le difficoltà dello stabilimento di Carini in un ennesimo fallimento delle cessioni di quei pezzi di poli industriali e produttivi locali ai grossi gruppi industriali che tutto fanno tranne che utilizzare i siti siciliani per creare sviluppo;
l'errata gestione aziendale sia commerciale che societaria ha prodotto un serissimo danno, mettendo a repentaglio lo stato occupazionale per 2.400 lavoratori dipendenti di cui 145 soltanto in Sicilia, penalizzati inoltre dall'assenza inspiegabile di commesse per il ramo Energy Systems di cui fanno parte;
dal 25 settembre 2003, in seguito ad una sentenza del Tribunale di Milano, è stata avviata la procedura che porterà all'Amministrazione straordinaria della Tecnosistemi s.p.a, ai sensi del decreto legislativo n. 270/1999;
nel dicembre 2003 il Ministero delle Attività Produttive ha nominato gli amministratori straordinari della società e in data 22 dicembre 2003 per tutte le società è stata dichiarata aperta la procedura di amministrazione straordinaria, essendo stata verificata la sussistenza del requisito di cui alla lettera e) dell'articolo 27 del decreto legislativo n. 270/1999, ed in particolare della presenza di concrete prospettive di recupero dell'equilibrio economico delle attività imprenditoriali attraverso la cessione dei complessi aziendali, sulla base di un programma di prosecuzione dell'attività d'impresa per un periodo non superiore ad un anno ed apparendo opportuna la gestione unitaria dell'insolvenza;
tale programma è stato autorizzato dal Ministero delle Attività Produttive, ad eccezione delle previsioni relative all'Unità di Carini, per la quale i commissari avevano proposto la cessazione delle attività e la cessione atomistica dei beni;
la variante presentata dai commissari, comprendente anche l'unità predetta tra quelle possibili oggetto di cessione, conduceva alla definitiva autorizzazione del programma, la cui durata è stata prorogata di 90 giorni ai sensi dell'articolo 68 del decreto legislativo 270/1999, cosicché la sua scadenza è spirata l'11 agosto 2005;
con sentenza del 22 settembre 2005, il Tribunale di Milano ha dichiarato cessato l'esercizio dell'impresa in relazione a tutte le società del gruppo, accogliendo la richiesta dei commissari, nonostante alcune incompletezze nelle cessioni;
nell'ottobre 2005 è stato emanato il bando di gara per la cessione. Tale contratto veniva perfezionato l'11 gennaio 2006, con il passaggio di 22 dipendenti del ramo d'azienda (anziché i 6 dell'offerta iniziale) e l'acquisto dei beni aziendali sopradescritti sempre per 1.000 euro, da parte della Eudosia Energy Sistem;
dalla data della cessione del ramo d'azienda ad oggi la nuova società non ha rispettato nessuno degli obblighi contrattuali, tra cui l'avvio dell'attività e la retribuzione dei dipendenti, sottraendosi ad ogni tentativo di confronto sollecitato dai lavoratori tramite le organizzazioni sindacali o tramite il Ministero delle Attività
Produttive. La situazione di inadempienza è sempre stata a conoscenza del Ministero delle Attività Produttive;
le vicende appena ripercorse hanno messo e continuano a mettere a repentaglio la realtà occupazionale dei lavoratori siciliani e non consentono la crescita produttiva del sito industriale Carini con il derivante e irrimediabile danno all'economia dell'isola -:
se non ritenga opportuno impegnarsi anche attraverso la ricerca di una soluzione industriale idonea e anche in collaborazione con la Regione, al fine di tutelare il posto di lavoro e la professionalità dei 22 lavoratori altamente qualificati che, ad oggi, sono senza lavoro e stipendio da oltre sette mesi.
(4-00481)