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Allegato B
Seduta n. 202 dell'11/9/2007
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INTERNO
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nel nostro Paese sono stati diversi, negli ultimi mesi, gli episodi di intolleranza e razzismo che hanno avuto per oggetto membri della comunità Rom;
l'Unione europea ha recentemente richiamato l'Italia per la mancata applicazione della «Direttiva contro la discriminazione basata sulla razza e le origini etniche» (2000/43/CE), segnalando che la presenza delle popolazioni Rom sul nostro territorio, e la loro stessa vita, sono a rischio;
il nostro Paese è stato in passato (durante il regime fascista), promotore di una feroce politica di discriminazione razzista del popolo Rom e, dal 1938, di una sistematica azione di persecuzione, deportazione e sterminio;
il numero dei Rom entro i nostri confini è andato aumentando negli ultimi anni a seguito della guerra che ha sconvolto nel 1999 la Jugoslavia e, segnatamente, a seguito della loro cacciata dai territori kosovari sotto controllo Nato (in cui operano tuttora anche le nostre Forze armate) da parte di milizie e gruppi legati alla mafia e alla grande criminalità kosovara e albanese;
a questa incontestabile realtà non pare corrispondere, a giudizio degli interpellanti, un proporzionato intervento delle istituzioni, come dimostrano due vicende, verificatesi a Livorno e a Pavia, davvero esemplari;
il 12 agosto quattro bambini di nazionalità rumena, tra i 4 e i 12 anni, che vivevano in una baracca di legno e lamiere
nella periferia industriale di Livorno, sono morti carbonizzati in un rogo all'intento della propria abitazione;
a distanza di un mese non è stata fatta alcuna luce sulle cause dell'incendio e, da quanto si apprende da fonti di stampa, vi è il concreto rischio che le indagini, in assenza di elementi probatori, volgano all'archiviazione;
secondo quanto riportato il 9 settembre 2007 dal Corriere di Livorno, in seguito al sopralluogo effettuato sul luogo del rogo, il perito Roberto Tartarelli, ingegnere chimico dell'università di Pisa, sosterrebbe l'ipotesi di un incendio doloso, o addirittura di attentato («Il rogo - spiega Tartarelli - fu così violento da far ritenere plausibile l'ipotesi del dolo, o quantomeno che a provocare l'accelerazione di fuoco sia stato qualcosa dall'esterno delle baracche»);
i genitori dei bambini deceduti sono da allora detenuti perché indagati per abbandono di minori e, data l'assenza di un domicilio a norma, non hanno neppure ottenuto gli arresti domiciliari;
Rom Maud de Boer-Buquicchio, vicesegretario generale del Consiglio d'Europa, in seguito al rogo di Livorno, ha invitato «le autorità italiane ad attivare le misure necessarie per l'integrazione dei Rom, adottando un piano coordinato che preveda campagne d'informazione pubblica per contrastare la discriminazione e i radicati pregiudizi»;
anche Papa Benedetto XVI ha espresso la sua «solidarietà e vicinanza al popolo dei Rom» ed ha esortato la città a «reagire alla tragedia con la cultura dell'accoglienza e della solidarietà»;
il 30 agosto 2007 le forze dell'ordine hanno proceduto allo sgombero forzato di oltre 200 migranti (tra i quali decine di rom) alloggiati, in condizioni igieniche disastrose e in strutture fatiscenti, nell'area dismessa ex-Snia Viscosa di Pavia;
per mesi l'amministrazione comunale pavese, prima di procedere allo sgombero, ha tentato di ignorare il problema, arrivando a vietare agli assistenti sociali di prestare assistenza ai migranti, che venivano aiutati soltanto da associazioni di volontariato;
l'amministrazione comunale di Pavia, lungi dal prendere in considerazione la richiesta - avanzata da diverse forze politiche e sociali, nonché dalle associazioni di volontariato presenti sul territorio - di costruire un'area attrezzata ove collocare prefabbricati tali da ospitare temporaneamente i migranti, ha provveduto, a metà luglio, a demolire uno degli edifici dell'ex fabbrica abitata;
la stessa amministrazione comunale, peraltro, ha in più occasioni rifiutato di discutere attraverso tavoli politici e con il dovuto approfondimento del recupero dell'area dismessa ex-Snia stessa, sostenendo che il progetto di recupero sarebbe stato già sostanzialmente definito con la proprietà (privata) dell'area;
risulta agli interpellanti che tale progetto prevederebbe principalmente un centro commerciale (in un'area già ricca di negozi di vicinato e vicina ad altri supermercati) ed edilizia di pregio mentre la parte di interesse pubblico sarebbe limitata ad una scuola;
è da notare come, attraverso lo sgombero, il progetto di recupero sopra descritto abbia subito, in singolare coincidenza con gli interessi della proprietà stessa, una forte accelerazione;
il giorno dello sgombero il comune di Pavia non ha predisposto alcuna struttura di accoglienza;
soltanto la Croce rossa provinciale e la Protezione civile di Milano hanno costruito nel tardo pomeriggio un tendone provvisorio per ospitare i migranti;
nel frattempo la proprietà dell'area ex-Snia, tramite intermediari, ha offerto una piccola somma di denaro ai migranti disposti a tornare immediatamente in Romania,
alcuni dei quali (tra questi una mamma con un bambino appena nato) hanno accettato;
lunedì 1o settembre 2007, smontati i tendoni provvisori della protezione civile, i circa 115 migranti rimasti sono stati indirizzati prima verso una cascina a Marcignago, a torto ritenuta disabitata, poi verso un poligono in disuso privo dei requisiti minimi di abitabilità, per raggiungere il quale era necessario attraversare il comune di Torre d'Isola;
il sindaco di Torre d'Isola, Marco Bellaviti, ha di fatto, ad avviso degli interpellanti, aizzato la cittadinanza contro i migranti (i quali venivano accolti da frasi inqualificabili come: «Vi mandiamo nelle camere a gas, nei forni crematori»; «si sente già la puzza»; «noi siamo persone civili, fora di ball») e ha vietato il loro passaggio;
i migranti sono stati allora rispediti a Pavia e, dopo un soggiorno nel Palazzetto dello Sport, divisi in piccoli nuclei in quattro località diverse;
uno di questi nuclei, locato a Pieve Porto Morone, alla Cascina Gandina, si trova da diversi giorni materialmente assediato dai cittadini del paese che, fomentati dai proclami razzisti e xenofobi della Lega Nord e di Forza Nuova (che proprio grazie a questo clima si sta pericolosamente radicando), continuano a minacciare di morte i migranti (anche con ripetuti assalti con sassi e mattoni), a tentare spedizioni punitive che ricordano i pogrom antisemiti e ad insultare, sputare e ostacolare il lavoro dei volontari che prestano assistenza;
il Ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero, in una nota del 9 settembre 2007, ha definito l'ultimo, in ordine di tempo, attacco contro i rom «un pogrom degno della Germania nazista». «Siamo di fronte ad atti di intolleranza talmente gravi - ha detto Ferrero - che la coscienza di un Paese civile dovrebbe essere profondamente scossa» -:
quali siano le valutazioni dei Ministri interpellati sulle due paradigmatiche vicende in parola;
quali iniziative urgenti i Ministri interpellati, a fronte della recrudescenza di episodi ed attacchi razzisti, aventi di mira comunità religiose, nazionali o etniche, intendano porre in atto al fine di mettere fine al grave allarme determinato da questa forma odiosa di violenza che sta dilagando in tutto il Paese;
quali misure urgenti il Governo voglia approntare al fine di garantire la sicurezza e i diritti delle comunità rom prese di mira da numerose azioni terroristiche o intimidatorie e come intenda contrastare questo fenomeno criminale;
quali interventi di carattere progettuale il Governo intenda porre in essere al fine di dare attuazione alla direttiva europea contro la discriminazione razzista;
se il Ministro della giustizia ritenga possibile - alla luce dell'attuale normativa - che i genitori dei bambini Rom uccisi nel rogo di Livorno partecipino ai loro funerali, che si terranno presso il duomo di Livorno venerdì 14 settembre, e che ad essi venga concessa la misura degli arresti domiciliari, in attesa che l'autorità giudiziaria e di polizia riesca ad individuare l'esatta dinamica e le cause specifiche della morte dei quattro bambini;
quali iniziative urgenti i Ministri interpellati intendano porre in essere al fine di richiamare le amministrazioni comunali di Pavia e dei comuni del pavese ai propri obblighi di solidarietà ed accoglienza, anche in adempimento della citata Direttiva contro la discriminazione basata sulla razza e le origini etniche.
(2-00703) «Burgio, Migliore».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
in diverse città italiane ed in particolare del Nord Italia, da Milano ed il suo
hinterland, Varese, Brescia, Padova, Verona, si è creata una situazione di grave allarme sociale determinata dalla massiccia presenza di campi nomadi, anche in conseguenza dei consistenti arrivi di persone di etnia Rom dai Paesi neocomunitari ed in particolare dalla Romania;
in molte delle situazioni citate si sono determinati anche eventi di particolare gravità, come nel caso del campo nomadi Via Triboniano a Milano, alla luce dei quali occorre che il Governo italiano assuma una condotta uniforme e precisa che viene sollecitata anche dai più recenti fatti che hanno interessato la città di Pavia;
il 30 agosto 2007 la Giunta comunale del Comune di Pavia ha disposto lo sgombero di circa duecento cittadini di etnia rom che occupavano abusivamente un complesso industriale abbandonato dell'ex fabbrica Snia;
lo sgombero, sostenuto in particolare dal sindaco di Pavia Piera Capitelli, è stato determinato dalle condizioni di degrado della struttura, che avrebbero potuto provocare conseguenti rischi di crolli, oltre che di emergenza sanitaria;
in base alla normativa vigente, ed in particolare al decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 che ha dato attuazione in Italia alla direttiva 2004/38 CE sul diritto di soggiorno dei cittadini comunitari e dei loro familiari nel territorio degli Stati membri, le persone sgomberate dal campo Rom di Pavia avrebbero dovuto essere allontanate dal territorio dello Stato ove non fossero soddisfatte, come nella maggior parte dei casi, le condizioni previste dal decreto legislativo citato, quanto all'iscrizione all'anagrafe della popolazione residente e alla disponibilità di adeguati mezzi di sostentamento;
l'amministrazione comunale pavese e la prefettura hanno viceversa intrapreso soluzioni differenti da quanto legislativamente imposto, scegliendo di requisire altri edifici in Comuni limitrofi o ospitando parte degli sfollati nella foresteria della Prefettura di Pavia o infine offrendo incentivi economici al rimpatrio;
tale operato del Comune di Pavia e della Prefettura, oltre a porsi in contrasto con la normativa vigente, ha determinato gravi situazioni di tensione nei Comuni verso i quali sono stati indirizzati i rom: in particolare nei Comuni di Torre d'Isola, Albuzzano e Pieve Porto Morone, dove la cittadinanza si è fermamente opposta all'insediamento di campi nomadi, ricevendo peraltro la solidarietà dell'Unione dei Comuni della Bassa Pavese che avrebbe rivolto al Ministro interrogato una richiesta di rimozione del Prefetto di Pavia -:
se al di là del comportamento dell'amministrazione comunale, ad avviso degli interpellanti palesemente illegittimo, non ritenga che in particolare il prefetto di Pavia abbia contravvenuto ai suoi obblighi istituzionali ed anzi, esorbitando dai propri poteri, abbiaassunto scelte, oltre che illegittime, foriere di gravi tensioni tra la cittadinanza del territorio pavese, non dando seguito all'espulsione dal territorio dello Stato dei rom irregolari sfollati dall'ex stabilimento Snia;
quale condotta intenda adottare il Governo per evitare situazioni analoghe ed assicurare l'osservanza della citata normativa, disattesa, secondo gli interpellanti nel caso illustrato in premessa.
(2-00704) «Gibelli, Maroni».
Interrogazioni a risposta scritta:
BURGIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che ad alcuni Carabinieri in servizio presso i Comandi Provinciali di Rimini e Bologna non sono ancora state liquidate le indennità spettanti per servizi isolati di missione, alcuni dei quali svolti nell'anno 2006;
gran parte di tali servizi svolti è relativa ad indagini di p.g. e servizi di scorta per i quali il personale stesso impegnato ha anticipato le spese, senza aver ricevuto, a distanza di mesi, il rimborso di quanto sostenuto;
la legge fissa in maniera inequivocabile il termine massimo temporale entro cui debba avvenire la liquidazione di dette spese (la legge n. 417 del 26 luglio 1978, all'articolo 3, dice: «Il rimborso delle spese di viaggio e le indennità spettanti sono interamente corrisposte al termine della missione e, comunque, non oltre 30 giorni dall'espletamento dell'incarico»);
nessuna comunicazione giustificativa di tale ritardo è stata fornita dai Comandanti provinciali delle sedi in argomento, i quali effettuano materialmente la raccolta e la contabilizzazione dei certificati di viaggio dei militari interessati;
il mancato pagamento dei certificati di viaggio nei termini previsti dalla legge può portare ad un oggettivo disincentivo degli addetti all'effettuazione dei propri compiti istituzionali -:
quale sia il giudizio del Ministro interrogato sulle vicenda in parola;
se il Ministro interrogato non ritenga necessario ottenere dai Comandi provinciali spiegazioni in merito alle mancate corresponsioni nonché la garanzia di pronta disponibilità alla liquidazione economica dei servizi svolti;
quali misure urgenti il Ministro intenda adottare al fine di evitare il ripetersi di simili situazioni, ostative al configurarsi di un corretto rapporto di lavoro.
(4-04748)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 7 e l'8 settembre 2007, i Carabinieri dei presidi di Guastalla e Reggio Emilia hanno sventato in extremis un sequestro di persona a scopo di estorsione, la cui vittima avrebbe dovuto essere la figlia ventottenne di un imprenditore della Bassa Reggiana;
uno dei malviventi è stato colto in flagranza di reato, all'interno dell'abitazione della vittima designata, incappucciato e con corde al seguito, mentre altri due sono stati fermati e si trovano a disposizione della Procura distrettuale antimafia di Bologna;
il compiacimento per il brillante successo ottenuto, reso possibile dal monitoraggio continuo disposto sull'abitazione della presunta vittima sin dalla fine di agosto e realizzato con il coinvolgimento di non meno di cinquanta militari dell'Arma, non deve distogliere l'attenzione dal preoccupante deterioramento delle condizioni dell'ordine pubblico nella Bassa Reggiana -:
quali misure il Governo intenda adottare per migliorare le condizioni di sicurezza nella Bassa Reggiana ed, in particolare, se non ritenga opportuno incrementare le risorse umane e materiali a disposizione delle Forze dell'ordine nella zona.
(4-04754)