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Allegato A
Seduta n. 203 del 12/9/2007
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(Sezione 10 - Impatto dell'indulto sulla crescita della criminalità)
LA RUSSA, GASPARRI, MENIA, LAMORTE, PROIETTI COSIMI, ANTONIO PEPE, BOCCHINO, FILIPPONIO TATARELLA, GAMBA, FRASSINETTI, GERMONTANI, LEO, MIGLIORI, MOFFA, PEDRIZZI, PATARINO, FOTI, ALBERTO GIORGETTI, DE CORATO e CIRIELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
gli efferati crimini di varia natura compiuti nel corso di questo ultimo anno in tutto il territorio italiano dimostrano, inequivocabilmente, che l'indulto, approvato dal Parlamento nel luglio 2006, ha prodotto maggiore delinquenza;
quanto sopra affermato è dimostrato da recenti studi che hanno analizzato statisticamente i cambiamenti nel numero e nelle tipologie dei crimini compiuti successivamente all'indulto del 2006 e agli atti di clemenza degli ultimi quaranta anni, dimostrando che, dopo l'ultimo provvedimento di clemenza, le rapine in banca, le frodi, i furti e, persino, gli omicidi, sono quasi raddoppiati. Una situazione drammatica se valutata retrospettivamente giacché, a seguito dei precedenti indulti approvati negli ultimi quaranta anni, la popolazione carceraria si è ridotta periodicamente di una percentuale che oscilla tra il 20 e il 50 per cento;
ulteriori studi ed analisi sui costi-benefici dell'indulto rilevano come, per ogni beneficiario dell'ultimo indulto, l'erario risparmi 70.000 euro all'anno, mentre la società civile ne paga 150.000, il che, tradotto in altri termini, significa maggiori oneri, meno crescita economica, meno gettito fiscale e leggi finanziarie più dure per tutti;
l'animato dibattito sulle politiche della sicurezza in corso all'interno della rissosa maggioranza parlamentare, che, a fatica, sostiene il Governo, non ha, infatti, ancora evidenziato come, senza un'efficace politica di sicurezza, l'Italia sia costretta a sopportare, a partire dalla prossima legge finanziaria, ingenti tagli ai servizi e allo stato sociale;
l'indulto, peraltro, oltre a non aver ricondotto sulla retta via la maggioranza
dei beneficiati, non è certamente servito a normalizzare la situazione carceraria, che, da tempo, richiede l'adozione di ben altre misure, a cominciare dall'approvazione di uno specifico programma per il rilancio del settore dell'edilizia carceraria;
prima dell'indulto approvato nel luglio 2006, la popolazione carceraria italiana era pari a 60 mila persone; a seguito dell'indulto ne sono state liberate circa 26 mila; a giugno 2007, ultimo dato disponibile, si è già tornati alla capienza regolamentare delle carceri, con 43 mila detenuti;
la disputa attuale all'interno della coalizione di centrosinistra ostacola, di fatto, l'adozione di adeguate misure di prevenzione e repressione del fenomeno criminale, dal momento che essa si basa su concezioni parasociologiche ormai ritenute vetuste e, quindi, lesive della qualità di vita dei cittadini -:
quali urgenti misure di immediata applicazione il Governo intenda adottare, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini messa a repentaglio da una cultura di governo sempre più lassista e contraria al buon funzionamento del settore della giustizia.
(3-01198)
(11 settembre 2007)