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Allegato B
Seduta n. 204 del 13/9/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
FASOLINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli incendi in Italia calcolati dal 1 gennaio 2007, al 19 agosto 2007, hanno raggiunto il numero record di ben 5735 eventi, con oltre 95.000 ettari colpiti di cui ben 44.000 ad essenze boschive;
dopo il 19 agosto 2007, con un'impennata eccezionale giovedì 23 agosto allorché si è raggiunta, in una sola giornata, la cifra di 304 episodi, il numero degli incendi è progressivamente lievitato con danni incalcolabili alla salute, all'economia, all'immagine internazionale e alla bellezza naturale del nostro Paese;
sono andati distrutti boschi di valore inestimabile, con piante di alto fusto, come pini, lecci, querce, castagni e faggi oltre a macchia mediterranea ricca di lentischi, mirti, ginepri, corbezzoli e ginestre insieme con arbusti vari tipici dei territori colpiti;
sono stati arsi vivi e uccisi uccelli, spesso ancora implumi, e animali da pelo, insetti e creature di ogni tipo;
gli animali scampati al fuoco hanno perduto il loro habitat naturale e sono stati costretti a stanziarsi in ambito diverso, con gravi ripercussioni per l'ecosistema e turbativa alla stessa attività umana;
purtroppo, a Patti in Sicilia hanno perduto la vita anche 5 persone. Numerosi gli intossicati, molte le case distrutte dalle fiamme;
i danni causati all'atmosfera sono di straordinario rilievo;
un albero di alto fusto assorbe ogni giorno circa 60 kg di anidride carbonica e libera 50 kg di ossigeno. Da un incendio si sprigionano notevoli quantità di anidride carbonica, ossido di carbonio e altre sostanze tossiche a fronte di un consistente consumo di ossigeno per cui viene a prodursi, fra le altre conseguenze negative, un notevole aumento dell'effetto serra;
fino al 19 agosto, la Calabria è risultata la regione più colpita con 1.175 eventi, seguita a ruota dalla Campania con 1.056 eventi. Sono queste, anche, le regioni con il maggior numero di operai stagionali forestali alle dipendenze delle Comunità montane. Puglia e Basilicata seguono con 345 e 246 incendi. Sembrano pochi, rispetto ad altre regioni molto più estese, come la Toscana ed il Lazio e invece sono dati che rivaleggiano con quelli di Calabria e Campania. Nella Puglia i boschi collinari e montani sono rari e nella Basilicata la superficie regionale è di molto inferiore a quella di Calabria e Campania;
Puglia e Basilicata, manco a dirlo, danno lavoro ad un alto numero di operai stagionali forestali. La Sicilia offre la prova del nove dello stretto rapporto intercorrente tra corposità dell'organico di operai stagionali delle Comunità montane e numero di incendi. Sempre fino al 19 agosto 2007, si sono registrati in Sicilia solo 214 incendi. La Sicilia, pare, abbia soltanto pochi operai stagionali forestali. Va comunque notato che in Sicilia il 98 per cento della superficie incendiata appartiene a privati;
a tutt'oggi, mese di Settembre 2007, è dato registrare, rispetto al 2006 un incremento di quasi il 60 per cento nel numero degli incendi in Italia, e di un incremento del 300 per cento di superficie colpita e di oltre il 300 per cento di boschi distrutti;
in provincia di Salerno l'interrogante è stato spettatore oculare di un episodio gravissimo. È bene esporlo: martedì 21 agosto ore 23 vengono avvistati i primi fuochi sulle colline di Montecorice e di Castellabate. Mercoledì 22 agosto ore 15, nei due Comuni, a 16 ore di distanza non è comparso ancora un elicottero o un canadair. Si faranno vedere solo verso le 16,30. Naturalmente quando è ormai troppo tardi. Sarebbe bastato che intervenissero nelle prime ore del mattino, già dalle ore 7,30, per evitare il disastro;
dopo pochi giorni sul Monte Calpazio, in territorio di Capaccio-Paestum patrimonio mondiale dell'UNESCO, sono intervenuti gli elicotteri, come suol dirsi, solo a babbo morto, dopo ore di attesa e di trepidazione;
risultato: è andato in fumo uno dei boschi più pregiati del mondo intero. Di contro bisogna registrare che gli aiuti terrestri coordinati da vigili del fuoco e Forze dell'ordine, sono stati sempre efficienti ed encomiabili. In conclusione all'interrogante sembra sia clamorosamente mancata una strategia di coordinamento tra Governo nazionale, Regioni, Prefetture e Protezione civile. È mancata un'attenta valutazione di cause e concause, non si ha notizia di alcun allarme preventivo scattato quando le previsioni meteo annunciavano caldo torrido e forte vento;
le dichiarazioni del Ministro Parisi per un intervento dell'Esercito valgono solo a memoria futura, semmai per il 2008 e per i prossimi anni, se saranno onorate;
in realtà più volte, da più parti è stato sollecitato l'intervento dell'esercito ma, poi, non se ne è fatto mai nulla;
l'impiego dell'Esercito va ritenuto come lo strumento indispensabile per combattere efficacemente questa vera e propria forma di terrorismo che non appartiene solo al nostro Paese, ma, con modulazioni diverse, è diffusa in tutto il mondo;
chi meglio dell'esercito può presidiare con efficacia un territorio, controllarne accessi e vie di fuga, intervenire con prontezza per qualsiasi evenienza? Gli speranzosi dicono: se son rose fioriranno;
l'intervento dell'esercito verrebbe anche a tacitare una vulgata diffusissima nelle regioni meridionali: fronteggiare le escalation degli incendi con un'escalation di assunzioni di stagionali e l'impinguamento dei ranghi della Protezione Civile. Va seguita esattamente la strada opposta. Analogo discorso va tenuto per le ditte affidatarie di appalti dei mezzi aerei. Il nemico si può annidare anche lì; vanno verificate le risposte alle chiamate, l'efficacia degli interventi, i tempi impiegati;
il silenzio, peraltro doveroso, osservato dalla Magistratura sulle indagini compiute negli anni passati e sulle condanne irrogate ai colpevoli al termine dei procedimenti relativi ai numerosissimi incendi appiccati in ogni parte d'Italia, può avere indotto, anche per lo scarso rilievo dato dai media alle decisioni, all'errata convinzione di una impunità diffusa che può aver conferito nuova linfa alla criminalità incendiaria -:
quale sia, almeno rispetto agli eventi degli ultimi dieci anni, il numero dei procedimenti aperti e delle condanne inflitte, se le pene sono state scontate, se lo Stato, le regioni e i privati siano stati risarciti dai colpevoli per i danni subiti e se risulti che, in occasione di nuovi eventi, almeno nell'ambito dei territori specifici, i colpevoli di precedenti incendi siano stati sentiti dalla Magistratura inquirente e dalle Forze dell'ordine e se ne siano verificati gli eventuali alibi;
se tutte le Forze dell'ordine siano in possesso di un elenco degli incendiari;
se il Governo intenda esperire un'indagine urgente sul clamoroso episodio denunciato dall'ANCI regionale siciliana secondo cui nei caldi giorni di agosto oltre la metà dei dipendenti della Protezione civile era in ferie.
(5-01438)
Interrogazione a risposta scritta:
TORTOLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo n. 152 del 2006 all'articolo 252, comma 9, qualifica come sito di bonifica di interesse nazionale l'area della ex discarica delle Strillaie (Grosseto);
il decreto del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dell'11 agosto 2006 ha provveduto alla perimetrazione del sito di bonifica di interesse nazionale in località Le Strillaie (Grosseto);
il suddetto decreto prevede che l'attuale perimetrazione non esclude l'obbligo di bonifica rispetto a quelle porzioni di territorio che dovessero risultare inquinate e che attualmente sulla base delle indicazioni degli enti locali non sono ricomprese nel perimetro di bonifica;
il suddetto perimetro potrà essere modificato con decreto del Ministro dell'ambiente nel caso in cui dovessero emergere altre aree con una possibile situazione di inquinamento tale da rendere necessari ulteriori accertamenti analitici e/o interventi di messa in sicurezza e bonifica;
l'area perimetrata si limita a seguire il perimetro fisico dell'ammasso dei rifiuti collocati a terra;
dai dati del monitoraggio, forniti da ARPA Toscana fino al settembre 2006 e relativi a piezometri, vasche di percolato e acque superficiali, emerge che fenomeni di inquinamento delle acque si estendono all'esterno dei confini del sito di bonifica così come perimetrata dal citato decreto ministeriale 11 agosto 2006;
l'azienda Usl 9 di Grosseto, già nel giugno 2001, segnalava il rischio sanitario dell'uso irriguo delle acque emunte anche a distanza dal sito di bonifica, in quanto potrebbero contaminare le colture foraggere, ortive nonché le produzioni animali;
lo strato di argilla di isolamento del fondo della discarica, che si presenta omogeneo per la porzione centrale del corpo di discarica, non garantisce l'impermeabilizzazione nell'area sud-ovest rispetto all'acquifero sottostante;
le risultanze analitiche relative alle acque di falda hanno evidenziato che l'acquifero superficiale presenta inquinamento diffuso da clorurati, solfati, ferro e manganese;
in data 13 settembre 2005 la società cooperativa Unieco ha presentato, ai sensi della legge regionale n. 79 del 1998, articolo 14, alla Provincia di Grosseto richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale
relativa al progetto di un impianto di selezione rifiuti urbani residui con produzione di combustibile derivato da rifiuti (CDR), frazione organica stabilizzata (FOS) e compostaggio, in località Le Strillaie (Grosseto) - d'ora in poi definito impianto di selezione rifiuti e tale impianto è situato immediatamente ad ovest della ex discarica delle Strillaie, a ridosso del confine del sito di bonifica di interesse nazionale;
il procedimento di valutazione dell'impatto ambientale (VIA) si è concluso con pronuncia positiva di compatibilità ambientale, espressa dal competente Settore della Provincia di Grosseto con Determinazione Dirigenziale n. 5164 del 27 dicembre 2006;
tale pronuncia si basa sul Rapporto Interdisciplinare in data 21 dicembre 2006, redatto dal competente ufficio della Provincia di Grosseto;
tale pronuncia è stata espressa subordinatamente al rispetto di numerose prescrizioni, mitigazioni e monitoraggi relativi a: adeguamenti progettuali (aria, pericolosità idraulica ed aspetti idraulici, protezione delle falde a tutela delle acque sotterranee, tutela delle acque superficiali, suolo e sottosuolo, aspetti vegetazionali delle opere di mitigazione, gestione CDR), fase di cantiere (emissioni odorigene, clima acustico, viabilità e trasporti), fase di esercizio (aspetti chimico fisici, clima acustico, viabilità e trasporti, smaltimenti e stoccaggi);
consta all'interrogante che nell'istruttoria condotta dal competente ufficio provinciale, nell'ambito del procedimento di VIA: non si è tenuto conto della contiguità dell'impianto con un sito di bonifica di interesse nazionale; non si è provveduto alla caratterizzazione chimica dei suoli e delle acque sotterranee del sito di progetto, ai fini dell'accertamento di fenomeni di inquinamento dovuti alla immediata vicinanza della ex discarica Le Strillaie; non si è provveduto all'indizione dell'inchiesta pubblica di cui all'articolo 15 della legge regionale n. 79 del 1998 nonostante la rilevanza degli effetti ambientali dell'opera; non si è provveduto ad adottare misure progettuali atte a risolvere le problematica di pericolosità idraulica del sito, rimandando l'adozione ad una non ben definita e successiva fase amministrativa; non si è definita la destinazione finale del CDR prodotto dall'impianto, al fine di valutare correttamente l'utilità dell'opera nonché gli impatti dovuti al traffico indotto; non si è previsto il progetto di adeguamento della strada Le Strillaie, rimandandolo ad una non ben definita e successiva fase amministrativa. La medesima istruttoria di VIA giudica che la sostenibilità del progetto dell'impianto è legata all'adeguamento sin dalla fase di cantiere della rete viaria -:
se le procedure amministrative finora condotte abbiano garantito che l'area in cui è prevista la realizzazione dell'impianto di selezione rifiuti non interessi suoli e acque sotterranee inquinate in relazione all'immediata vicinanza della ex discarica Le Strillaie, la quale è stata perimetrata come sito di bonifica di interesse nazionale, ciò alla luce del fatto che dai dati del monitoraggio, forniti da ARPA Toscana fino al settembre 2006 e relativi a piezometri, vasche di percolato e acque superficiali, emerge che fenomeni di inquinamento delle acque si estendono all'esterno dei confini del sito di bonifica così come perimetrata dal citato decreto ministeriale 11 agosto 2006;
se il procedimento di VIA condotto dalla Provincia non possa nuocere alla bonifica del sito nella parte in cui non ha provveduto ad accertare la caratterizzazione chimica dei suoli e delle acque sotterranee dell'area dell'impianto di selezione rifiuti, ai fini dell'accertamento di fenomeni di inquinamento dovuti alla immediata vicinanza della ex discarica Le Strillaie, oltre al fatto che non si è provveduto all'indizione dell'inchiesta pubblica di cui all'articolo 15 della legge regionale n. 79 del 1998, che sarebbe stata necessaria in considerazione della rilevanza degli effetti ambientali del progetto e dell'elevato livello di preoccupazione della
popolazione coinvolta dal progetto dell'impianto di selezione rifiuti;
se il procedimento di VIA condotto dalla Provincia non possa nuocere alla bonifica del sito nella parte in cui non ha provveduto ad accertare l'adozione di misure progettuali atte a risolvere la problematica di pericolosità idraulica dell'area interessata dal progetto dell'impianto di selezione rifiuti, rimandando l'adozione ad una non ben definita e successiva fase amministrativa;
se il procedimento di VIA condotto dalla Provincia non possa nuocere alla bonifica del sito nella parte in cui non ha definito la destinazione finale del CDR prodotto dall'impianto di selezione rifiuti, al fine di valutare correttamente l'utilità dell'opera nonché gli impatti dovuti al traffico indotto;
se il procedimento di VIA condotto dalla Provincia non possa nuocere alla bonifica del sito nella parte in cui non ha provveduto ad accertare l'esistenza del progetto di adeguamento della strada Le Strillaie (individuandone gli impatti relativi alla sua realizzazione ed esercizio), rimandandolo ad una non ben definita e successiva fase amministrativa. Si ricorda che la medesima istruttoria di VIA giudica che la sostenibilità del progetto dell'impianto di selezione rifiuti è legata all'adeguamento sin dalla fase di cantiere della rete viaria interessata.
(4-04789)