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Allegato A
Seduta n. 207 del 19/9/2007
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
(Sezione 1 - Intendimenti del Governo sulla riscossione delle sanzioni e dei risarcimenti dei danni relativi alla mancata connessione con la rete Sogei di slot machine)
BUONTEMPO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Governo si è appoggiato pesantemente sul cosiddetto gioco legale per puntellare il bilancio dello Stato e tra le politiche messe in campo c'è la larga diffusione delle cosiddette slot machine - gli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro - giungendo a prevedere l'installazione di migliaia di slot machine in tutto il Paese, anche nelle sale bingo;
il gioco nelle sale bingo è stato autorizzato, cambiando la norma del 2000 che riservava al solo gioco del bingo questi locali, con il motivo che così il gioco d'azzardo sarebbe stato più «controllabile» nei confronti di ludopatie e gioco di minorenni;
secondo i loro sostenitori, le slot machine erano da favorire poiché attraverso il collegamento telematico con l'amministrazione finanziaria sarebbe stato possibile registrare le giocate in tempo reale, assicurando il gettito fiscale;
di detto collegamento telematico sono responsabili società concessionarie nei cui consigli di amministrazione figurano esponenti di vari partiti politici e che sono state finanziate da gruppi bancari come la Unipol, coinvolta in diversi gravi scandali finanziari che - anch'essi - vedono coinvolti a vario titolo esponenti di partito e membri del Governo;
nella gestione e nella proprietà di sale bingo sono apparsi, spariti e riapparsi i nomi di esponenti di vari partiti politici e personaggi coinvolti negli stessi scandali finanziari dell'Unipol, che ha anche sostenuto finanziariamente lo sviluppo del mondo del bingo;
sulla sicurezza, affidabilità e preferibilità di tali apparecchi l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha speso il proprio impegno e la propria credibilità fino a varare una larga campagna pubblicitaria a favore del cosiddetto «gioco sicuro»;
al gioco telematico e al gioco sicuro sono connesse una serie di sanzioni per l'uso improprio, la mancata connessione e l'uso di apparecchiature non conformi;
il lavoro della Guardia di finanza e della magistratura ha messo in evidenza una lunga serie di illeciti nel settore del gioco con slot machine e del bingo;
vi è un inchiesta giudiziaria, nell'anno 2004, della procura di Torino, in merito al rilascio delle concessioni per la gestione funzionale ed economica delle sale bingo in cambio di tangenti-inchiesta che vede tra gli indagati l'allora direttore generale dell'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato;
vi è un'inchiesta giudiziaria, nell'anno 2005, della procura di Biella, che ha evidenziato un danno all'erario di circa 5,5 miliardi di euro, e l'imputazione a carico degli arrestati di «associazione per delinquere
finalizzata alla frode informatica ai danni dell'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ed all'alterazione del contenuto di comunicazioni informatiche, di truffa aggravata, gioco d'azzardo e di aver modificato la contabilità delle apparecchiature da gioco» le slot machine venivano modificate a livello informatico per non segnalare la partita per il prelievo erariale e per effettuare gioco illegale dal punto di vista della vincita, puntata e durata della partita;
vi è un inchiesta della procura di Potenza, nell'anno 2006, sul gioco d'azzardo che vede tra le persone coinvolte il direttore generale dell'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, proprio riguardo alla concessione di omologazioni per apparecchi da intrattenimento;
vi è un'inchiesta giudiziaria, nell'anno 2007, della procura di Venezia che ha emesso un decreto di sequestro preventivo di 110.000 apparecchi elettronici da gioco, motivata dal fatto che gli apparecchi, ancorché regolarmente collegati e omologati - da «gioco sicuro» - in realtà non sono conformi alla legge;
all'estero, le slot machine e le sale bingo sono state protagoniste di scandali, clamorose azioni della grande criminalità e inchieste ufficiali che hanno portato alla luce gli interessi delle maggiori organizzazioni criminali internazionali - la commissione parlamentare d'inchiesta del Senato brasiliano sul bingo, istituita dopo il «waldogate», parla a chiare lettere di coinvolgimento della mafia italiana nella rete del bingo brasiliano dove sono coinvolte le stesse multinazionali aggiudicatarie d'appalto in Italia di concessioni governative (Codere, Franco Recreativos);
le società concessionarie (Codere, Cirsa, Gtech, Atalntis World e Franco Recreativos) sono comunque le stesse che si sono rese responsabili dei mancati collegamenti in rete delle slot machines;
presso le procure della Repubblica di Roma e Milano sono state presentate, come esposto, negli anni 2004 e 2005 le suddette documentazioni e le indagini, sono state affidate alla direzione investigativa antimafia, su eventuali interessi della criminalità organizzata nel settore in argomento;
si può dunque dire che il gioco con slot machine è assai poco sicuro per le casse dello Stato e che le malversazioni nel settore portano ad un grave danno alle famiglie, da una parte, di cui diverse rovinate dal gioco di un congiunto, e per le casse dell'amministrazione dall'altra, e quindi per il bilancio dello Stato, sulla cui salvaguardia il Governo è così impegnato;
la relazione finale della commissione d'inchiesta, presieduta dal Sottosegretario Grandi, ha evidenziato alla data del 31 dicembre 2006 un ammanco totale pari a 370 milioni di euro, in relazione all'omesso pagamento delle imposte da parte dei 10 concessionari per la gestione della rete;
per la mancata connessione con la rete che fa capo alla Sogei di migliaia e migliaia di slot machine, verificatasi per mesi, la somma delle sanzioni e dei danni subiti dall'erario ammonta a circa 98 miliardi di euro, somma evidenziata dal gruppo anticrimine tecnologico della Guardia di finanza, rilevata a seguito di indagini richieste dalla Corte dei conti del Lazio e vi è la contestuale richiesta, da parte della medesima Corte, di risarcimento del danno erariale a carico delle 10 concessionarie;
contro l'applicazione delle sanzioni di legge e contro i sequestri ordinati dalla magistratura si sono pronunciati sia detti concessionari che i gestori delle slot machine, questi ultimi sostenendo che le macchine, pur illegali, erano omologate dall'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, tutti sostenendo che le sanzioni provocherebbero il fallimento delle società sanzionate;
il fallimento dei concessionari - causato da sanzioni sacrosante motivate da comportamenti illegali degli stessi - creerebbe un danno ai finanziatori, tra cui la ricordata Unipol;
nel settore del gioco si ventila la possibilità che chi è colpito da sanzioni stabilite per legge venga salvato dall'intervento di un decreto del Governo o con la legge finanziaria - si parla di modificare le norme con l'intervento del legislatore ed esisterebbe un ampio accordo tra le forze politiche coinvolte direttamente nel business delle sale bingo, slot machine e connessione telematica;
il «conflitto di interessi» tra quelli della maggioranza che sostiene il Governo e quelli pubblici delle casse dell'erario è evidente e di urgente soluzione, visto che l'ammontare delle sanzioni da contestare equivale a una corposa legge finanziaria -:
se il Governo sia intenzionato a riscuotere l'intero ammontare delle sanzioni e dei risarcimenti di danni in parola e quando.(3-01221)
(18 settembre 2007)