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Allegato B
Seduta n. 207 del 19/9/2007
TESTO AGGIORNATO AL 10 OTTOBRE 2007
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
GASPARRI e RAMPELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel mese di settembre 2007 si è svolta la Conferenza sul clima;
il professor Franco Prodi ha lamentato la inattendibilità dei dati scientifici che sono stati citati dal Ministro Pecoraro Scanio;
lo stesso professor Prodi accusa apertamente anche in reiterate interviste il Ministro Pecoraro Scanio di non aver consultato la comunità scientifica;
il professor Prodi ritiene che la Conferenza sul clima si sarebbe dovuta chiamare più giustamente Conferenza sull'adattamento, visto che non ha affrontato in termini scientifici i problemi del clima stesso;
a detta del professor Prodi gli esperti che sono stati invitati a parlare non conoscono la situazione dal punto di vista climatico, ma si occupano di altri problemi;
in particolare il professor Prodi ha accusato il Ministro Pecoraro Scanio di aver mentito quando ha affermato che in Italia la temperatura è cresciuta quattro volte di più che negli altri Paesi del mondo. Il professor Prodi ha dichiarato a Il Messaggero di domenica 16 settembre 2007, che tale dato è «sbagliato, non so da dove sia stato preso. I dati dei nostri rilevamenti indicano che nel nostro Paese la temperatura media è aumentata di un grado centigrado dal 1800 ad oggi, un dato perfettamente in linea con quanto rilevato dall'IPCC, che parla di un aumento medio a livello mondiale delle temperature di circa 0,7 gradi»;
afferma il professor Franco Prodi che la situazione desta preoccupazione, senza però bisogno di fare allarmismi -:
quali valutazioni esprima la Presidenza del Consiglio dei ministri sui criteri con cui è stata organizzata la Conferenza sul clima;
se risponda al vero quanto afferma il professor Franco Prodi, ovvero che la comunità scientifica competente in materia non sia stata consultata e coinvolta;
se i dati forniti dal Ministro Pecoraro Scanio siano inattendibili e tali quindi da ingenerare un ingiustificato allarmismo, pur in presenza di innegabili problemi di natura ambientale;
a quanto ammonti la spesa per l'organizzazione della Conferenza sul clima che, alla luce delle polemiche che ne sono derivate, non risulta essere stata adeguatamente preparata e non risulta quindi essersi rivelata utile, essendosi basata su dati falsi divulgati con incompetenza e irresponsabilità dal Ministro di settore.
(3-01237)
Interrogazione a risposta in Commissione:
ULIVI e MIGLIORI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in data 28 giugno 2007 la regione Toscana ha approvato la legge n. 36, pubblicata il 2 luglio 2007 sul Bollettino Ufficiale della regione Toscana n. 18, di
modifica alla preesistente legge regionale 16 del 2000 «Riordino in materia di igiene e sanità pubblica, veterinaria, igiene degli alimenti, medicina legale e farmaceutica»;
già durante la discussione presso il Parlamento toscano erano state evidenziate forzature della competenza regionale legislativa concorrente in materia di sanità, fissata dall'articolo 117 della Costituzione come modificato dalla legge costituzionale 3 del 2001, ponendosi in contrasto con i principi fondamentali di interesse nazionale riservati alla legislazione dello Stato;
in particolare vengono al proposito in rilievo le disposizioni di cui agli articoli 2, 5, 7, 11, 13, 18 e 25;
le critiche mosse alla summenzionata legge si pongono su vari piani, tra i quali il primo appare essere la questione relativa alla riconduzione delle singole disposizioni normative alla competenza legislativa regionale, che è concorrente in materia di sanità e di professioni rispetto a quella dello Stato; altra questione è quella relativa alla ripartizione delle funzioni amministrative ascritte agli organi cui viene riservata l'attività propulsiva, consultiva e decisionale nei relativi procedimenti ed infine le questioni di trasparenza ed appropriatezza nel merito delle disposizioni normative che sono state introdotte in Toscana, non senza ricaduta sulle iniziative parallele mutuabili in altre regioni. Orbene, se è vero, come è vero, che la legislazione farmaceutica rientra nelle competenze dello Stato almeno per quanto riguarda i principi fondamentali in quanto materia riguardante la tutela della salute, costituzionalmente riconosciuta e pertanto immodificabile nelle linee generali attinenti l'an e il quid che hanno lo scopo di porre un assetto unitario nazionale, appare chiaro che la potestà legislativa delle regioni attinenti il quomodo e il quantum non può in alcun modo non essere limitata da questo. La legge 36 della regione Toscana incide incostituzionalmente su vari fronti nell'ambito del «sistema farmacia» e cioè la distribuzione delle sedi delle farmacie (articolo 5), con la creazione ex novo delle cosiddette proiezioni (articolo 6) e l'eventuale arbitraria loro assegnazione, con evidente stravolgimento dei «quorum» e delle piante organiche delle farmacie; le competenze del sindaco (articolo 8) è l'istituzione di sedi farmaceutiche riservate ai comuni (articolo 6); la disciplina in materia di concorsi per l'assegnazione di sedi farmaceutiche (articolo 8), l'assegnazione ad personam del dispensario farmaceutico (articolo 7); la disciplina degli orari; la cancellazione, ad avviso degli interroganti irragionevole, della disciplina del Servizio integrativo d'emergenza delle farmacie (articolo 16) nonché il parziale ostracismo dato all'attività consultiva degli Ordini provinciali dei i farmacisti nel procedimento di pianificazione del servizio farmaceutico sul territorio regionale (articolo 11) -:
per quali motivi il Governo non abbia ritenuto di impugnare la legge 36 del 2007 della regione Toscana per motivi di incostituzionalità;
se non ritenga di aver creato un pericoloso precedente;
se non valuti di impugnare eventuali future leggi di altre regioni con contenuti analoghi.
(5-01485)
Interrogazioni a risposta scritta:
MARTUSCIELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'11 settembre 2007, come si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Metropolis, avviene l'ennesimo blitz delle forze dell'ordine finalizzato all'interruzione di un «falso» matrimonio che si «celebrava» a Torre del Greco tra un uomo di nazionalità marocchina e una donna partenopea di 41 anni, madre di tre figli;
episodi analoghi sono stati smascherati anche nel mese di luglio, quando un immigrato ed una giovane donna di Torre
del Greco vengono fermati durante la celebrazione e accompagnati in Questura. Dai successivi interrogatori, la confessione della donna permette l'arresto dell'immigrato clandestino;
questi «falsi» matrimoni vengono combinati dietro pagamento di una cifra pari a 3.000 euro, richiesta agli immigrati irregolari, con lo scopo di acquisire il permesso di soggiorno;
il giornalista riferisce nell'articolo che la maggior parte delle donne dedite a questa pratica sono legate agli ambienti della criminalità organizzata, mentre gli immigrati clandestini sono per lo più di origine africana o dell'Europa dell'Est;
tale attività illecita prefigura certamente una nuova frontiera per gli affari della camorra. Le indagini degli inquirenti hanno portato alla luce una vera e propria organizzazione a delinquere finalizzata ad una ulteriore attività illecita;
attualmente sono circa trenta i casi scoperti dalle forze dell'ordine e risultano sotto indagine soprattutto i legami con i clan che gestiscono le attività illecite a Torre del Greco -:
quali iniziative ritenga opportuno adottare per fronteggiare questa piaga criminale, considerando, che tale attività illecita delle organizzazioni camorristiche interessa l'immigrazione clandestina, questione interessata da politiche governative evidentemente poco efficaci.
(4-04846)
MISURACA, LUCIANO ROSSI, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, MINARDO, ROMELE, PAOLO RUSSO, CERONI, MARTINELLO e FALLICA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nell'ultima riunione della Conferenza Stato-Regioni del 1o agosto 2007 il Ministro dell'agricoltura, così come formalizzato nel verbale, ha posto serie riserve sull'atto che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sarebbe in procinto di emanare in particolare circa i criteri minimi da osservare nelle ZPS e ZSC da parte delle Regioni e alla equiparazione delle ZPS alle aree naturali protette della legge 394 del 1991;
la risoluzione delle Commissioni congiunte Ambiente e Agricoltura della Camera approvata il 31 luglio 2007, sollecitava il confronto con le Regioni;
molte Regioni hanno provveduto ad adeguare la propria normativa con quanto previsto in materia dalle direttive comunitarie, togliendo di fatto la necessità di intervento sostitutivo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che peraltro potrebbero invadere competenze costituzionalmente assegnate alle stesse regioni;
un eventuale decreto ministeriale si verrebbe a sovrapporre a norme regionali creando possibili, ed inutilmente gravose, situazioni di contenzioso, con ripercussioni negative in ambito agricolo, venatorio, della pesca e di quanti operano in tema di fruizione del tempo libero -:
se non ritengano di dover invitare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a sospendere ogni iniziativa sull'emanazione del Decreto previsto al comma 1226 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 - ad oltre nove mesi dalla sua pubblicazione - atteso che le regioni hanno già ottemperato a quanto previsto dalle normative comunitarie sulla materia;
se non sia il caso di invitare la stessa Conferenza Stato-Regioni a richiedere alle singole Regioni l'elenco dettagliato delle ZPS e dei SIC (indicando puntualmente: deliberazione istitutiva, descrizione delle caratteristiche di ciascun sito con specifico riguardo agli obiettivi della tutela - si tratti di una o più specie, o dell'habitat o degli habitat di specie - misure di conservazione ed eventualmente criteri di gestione là dove si renda necessario un piano gestionale, soggetti, pubblici o privati, che se ne prendono cura, eccetera), al fine di
permettere allo stesso Ministero dell'ambiente e delle tutela del territorio e del mare di confrontarsi nel merito delle misure anche sull'esempio di altri Paesi europei, che negoziano a livello locale le misure più idonee.
(4-04850)
FABRIS, SATTA, DEL MESE, GIUDITTA, PICANO, ROCCO PIGNATARO, D'ELPIDIO, AFFRONTI, ADENTI, LI CAUSI, MORRONE, CIOFFI, ROSSI GASPARRINI e CAPOTOSTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nella precedente legislatura, e precisamente nel 2005, il Parlamento ha eletto il professor Vincenzo Fortunato quale membro non togato del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, organo di autogoverno della magistratura amministrativa;
al tempo di detta elezione, tuttavia, il professor Fortunato ricopriva altresì la carica di Capo di Gabinetto dell'allora Ministro dell'economia e delle finanze, onorevole Giulio Tremonti, nonché quella di Rettore della Scuola del Ministero dell'economia e delle finanze, rivestendo al contempo il ruolo di controllore e di controllato e ponendosi così, a giudizio degli interroganti, in evidente conflitto di interessi;
benché attualmente il professor Fortunato non ricopra più la carica di Capo di Gabinetto del Ministro dell'economia e delle finanze, bensì quella di capo di Gabinetto del Ministro delle infrastrutture, onorevole Antonio Di Pietro, il conflitto di interessi permane, in quanto egli, in qualità di membro del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, potrà pronunciarsi, fra l'altro, su promozioni e conferimenti di incarichi extragiudiziari ed arbitrati ai magistrati del Tar e del Consiglio di Stato, organi di giurisdizione chiamati ad esprimersi anche in relazione ad atti e provvedimenti amministrativi di competenza del Ministero delle infrastrutture;
ne consegue, a giudizio degli interroganti che il professor Fortunato si pone in evidente contrasto con i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico, in base ai quali uno stesso soggetto non può rivestire contemporaneamente incarichi di autogoverno nella magistratura e incarichi fiduciari di natura politica con un Ministro della Repubblica;
in particolare, la posizione del professor Fortunato appare in contrasto con l'articolo 7, comma 5, della legge n. 186 del 7 aprile 1982 (come novellato dalla legge n. 205 del 21 luglio 2000), secondo cui i componenti non togati (è il caso del professor Fortunato) dell'organo di autogoverno della giustizia amministrativa non possono «esercitare alcuna attività suscettibile di interferire con le funzioni del Consiglio di Stato e dei tribunali amministrativi regionali»;
più in generale, la situazione sopra descritta appare in contrasto con il principio dell'indipendenza della magistratura amministrativa e dei suoi componenti di fronte al Governo, desumibile dall'articolo 100 della Costituzione -:
quali iniziative urgenti il Presidente del Consiglio dei ministri e gli onorevoli Ministri interrogati intendano assumere al fine di rimuovere la situazione di conflitto di interessi segnalata nella presente interrogazione, ripristinando il rispetto della legalità, della correttezza e della trasparenza in un settore importante della vita dello Stato quale è quello della giustizia amministrativa.
(4-04851)
BENEDETTI VALENTINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da oltre quattro anni la frana di Torgiovannetto costituisce un doloroso problema del territorio di Assisi, con enormi disagi della popolazione di una vasta plaga, chiusura della strada provinciale, danni economici di rilevante portata;
si susseguono promesse ed impegni non mantenuti, con esposizione ai cittadini e al Comitato che li rappresenta di progetti contraddittori, conseguenti anche ad analisi della situazione opinabili e che creano disorientamento;
sono stati spesi soldi pubblici in quantità eccessiva e neppure oggi precisamente indicata, senza che il problema sia stato risolto né la strada provinciale sia stata riaperta all'uso dei cittadini, i quali sono letteralmente esasperati, anche perché l'origine della frana non è da ricollegare a fatalità naturali ma a manomissioni dell'ambiente, in zona peraltro di alto pregio paesaggistico;
una ennesima riunione pubblica tenutasi in Assisi la sera del 17 settembre 2007 ha visto la popolazione denunciare ancora una volta l'incapacità della Regione Umbria e della Provincia di Perugia ad affrontare in modo univoco e condivisibile l'inveterato problema, mentre i rappresentanti di tali Enti hanno, in definitiva, spostato ad un anno ancora l'impegno - che è parso piuttosto una speranza - di riaprire la strada provinciale mediante l'impiego dei fondi stanziati dal Dipartimento della Protezione Civile, talché la popolazione stessa comincia a preannunciare propri interventi diretti per la transitabilità dell'indispensabile arteria, con tutti i comprensibili rischi di frizioni e contenziosi -:
a quanto ammontino esattamente le spese per studi, ricerche, strumentazioni, lavori e interventi provvisori vari per affrontare, sebbene senza risultato, la frana di Torgiovannetto e quale sia lo stato di utilizzo del finanziamento di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3552 del 17 novembre 2006 erogato al fine di garantire il completamento delle opere;
se il Governo non ritenga a questo punto, constatata l'inadempienza e l'irrisolutività dell'Amministrazione regionale e di quella provinciale, di esercitare tutti i poteri e gli interventi per portare a soluzione il problema a cominciare dall'urgente riapertura della strada provinciale;
se, in ogni caso, il Governo non ritenga di intervenire rispetto a detti Enti per ottenere e controllare che la riapertura, in sicurezza, sia attuata ben prima di un anno da oggi - considerato l'inaccettabile tempo trascorso - e che non ci sia la benché minima dilapidazione o dispersione dei fondi assegnati.
(4-04858)