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Allegato B
Seduta n. 207 del 19/9/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANCUSO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Briona (Novara) e la zona circostante rischiano di essere deturpati da un impianto di produzione di energia elettrica che brucia olio di palma;
l'amministrazione comunale si è dichiarata pubblicamente a favore della realizzazione di tale impianto, che prevede un camino di oltre 20 metri di altezza e 6 serbatoi di circa 10 metri;
la popolazione di Briona e dei comuni limitrofi sono nettamente contrari all'impianto di cui si tratta ed è sorto un «comitato spontaneo» che ha raccolto moltissime firme di residenti in quell'area per chiedere la sospensione dell'iter dell'impianto;
la zona è particolarmente pregiata dal punto di vista enogastronomico, infatti da Briona inizia l'area delle Colline novaresi
(Briona, Fara Novarese, Sizzano, Ghemme, Romagnano Sesia, eccetera) che produce vini d.o.c. e d.o.c.g.;
l'azienda proponente l'impianto, la «S.A.S.» di Occimiano (Alessandria) è impegnata in una campagna di promozione della tecnologia che si basa sulla combustione di olio di palma presso numerosi Comuni piemontesi, evidenziando l'aspetto della fonte rinnovabile;
l'ente Provincia di Novara in occasione dell'avvio del Forum permanente dell'Agenda 21 provinciale (in data 22 marzo 2007) al tavolo energia-agricoltura già prevedeva nella mappa dei progetti il possibile insediamento di un impianto ad olio di palma;
la tecnologia in oggetto si basa su di una filiera molto lunga, infatti l'89 per cento dell'olio di palma mondiale viene prodotto da Malaysia e Indonesia, il rimanente 11 per cento dalla regione amazzonica;
i principali problemi legati a questa coltura sono: la distruzione dell'habitat degli orango tango (si stima che si potrebbero estinguere entro 10 anni); la totale dipendenza del combustibile da Paesi lontani geograficamente ed instabili politicamente; gli alti costi raggiunti dal prodotto finale (circa 500 euro per tonnellata);
secondo l'O.N.U. la deforestazione, che è causa del rilascio di una grande quantità di anidride carbonica, in corso in Indonesia pone questo Paese al terzo posto nella classifica mondiale degli Stati emettitori di anidride carbonica, dopo U.S.A. e Cina, assegnando un ruolo di primissimo piano tra i responsabili del cambiamento climatico;
Greenpeace ha recentemente lanciato un appello comunicando i danni dell'inquinamento atmosferico causato dalle compagnie che producono olio di palma che stanno bruciando le foreste indonesiane della provincia di Riau (nel mese di luglio 2007 si sono contati 124 focolai d'incendi solo sull'isola di Sumatra);
l'Assessore regionale all'ambiente della Toscana ha recentemente dichiarato che la Toscana non accetterà mai impianti che prevedano lo sfruttamento dell'olio di palma o altri olii importati dall'estero, commentando la possibilità che venga insediato un impianto di questo tipo presso il Comune di Piombino (Livorno) - tratto da corriereetrusco.it dell'8 giugno 2007;
il quotidiano il Manifesto in data 6 gennaio 2007 pubblica un articolo - inchiesta che, tra l'altro, sottolinea come «le comunità indigene malaysiana ed indonesiana sono sotto il controllo delle compagnie produttrici di olio di palma e ne dipendono economicamente... con effetti devastanti sulla loro vita quotidiana, società e cultura»;
lo scorso 24 maggio 2007 il Sindaco di Guarcino (Frosinone) ha consegnato le chiavi del Municipio all'amministrazione provinciale ed ha proposto di chiedere l'annessione del suo Comune alla Regione Abruzzo per protestare contro l'insediamento di un impianto termoelettrico ad olio di palma;
la copertura del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili rappresenta oggi la sfida più importante per preservare e sviluppare ulteriormente il benessere delle comunità e dell'umanità nel suo insieme -:
se il Governo intenda mettere a punto linee guida che disciplinino l'uso delle biomasse, privilegiando le filiere più corte, «la cui promozione oltre a corrispondere ad un risparmio dell'energia consumata in tutta la filiera, vuol dire anche sostenere il cosiddetto distretto agroenergetico» così da assumersi fino in fondo la responsabilità di fronte agli effetti dei mutamenti climatici e delle indicazioni del protocollo di Kyoto, anche impedendo la perdita di biodiversità nelle zone ad alto valore di biodiversità;
se il Governo ritenga che impianti quali quello di Briona (Novara) debbano sottostare alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e più in generale ad una
valutazione di coerenza e compatibilità con gli obiettivi del Protocollo di Kyoto;
se il Governo ritenga di proporre alla Comunità Europea di affrontare la problematica delle biomasse e dei biocarburanti con un sistema europeo, anziché con tanti, diversi sistemi nazionali;
se il Governo ritenga di adottare provvedimenti che premino gli usi cogenerativi e trigenerativi delle biomasse, cioè premiare il fatto che nel ciclo non si produca solo energia ed elettricità, ma anche calore e freddo, nonché le produzioni di bioenergie ottenute da produzioni integrate a livello locale attraverso contratti di filiera che prevedano la fornitura di materie prime in loco, piuttosto che da forniture di olio di palma o di canna da zucchero.
(5-01484)
Interrogazioni a risposta scritta:
MANCUSO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi il GIP di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto la chiusura della cava che da anni insisteva sull'isola di Lipari (Arcipelago delle Eolie);
questa cava da lungo tempo depauperava l'isola estraendo pietra pomice in palese violazione delle norme a tutela dell'ambiente;
la ditta concessionaria responsabile dell'estrazione del materiale, ha usufruito per alcuni anni di numerose proroghe limitatamente alla lavorazione dei materiali di scarto, ma l'attività estrattiva è continuata illecitamente sino all'ordinanza di sequestro emessa dal GIP sunnominato -:
se non sia intenzione del Governo tutelare il Territorio delle isole Eolie vigilando più attivamente contro gli abusi che vengono costantemente perpetrati sul territorio, come è successo per la cava di pietra pomice di Lipari e quali siano gli intendimenti per valorizzare il patrimonio naturalistico di questo splendido arcipelago che l'UNESCO ha minacciato di eliminare tra le località patrimonio dell'umanità, se la situazione ambientale non migliorerà sensibilmente.
(4-04844)
NACCARATO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la società C&C di Pernumia ha gestito, dal 2001, un impianto per il recupero di ceneri pesanti per la produzione di un facsimile di calcestruzzo;
dal 2002 l'impianto è stato oggetto di controlli da parte dell'ARPAV a causa di fuoriuscite di materiale tossico con conseguenti dichiarazioni di non conformità dell'impianto stesso e inviti alla Provincia di Padova affinché fosse diffidata la ditta dall'effettuare attività di gestione rifiuti senza specifica autorizzazione;
nel corso del mese di ottobre dello stesso anno la Provincia di Padova ha diffidato la società, in seguito all'indagine ARPAV sui conglomerati prodotti da C&C, e successivamente ARPAV ha dichiarato sanzionabile la società per aver recuperato tipologie di rifiuti senza la necessaria autorizzazione;
nel giugno 2003 ARPAV ha certificato l'inquinamento delle condotte fognarie con materiali di scarto provenienti dalla C&C e ha richiesto planimetrie delle medesime condotte per verificare l'inquinamento del vicino canale consortile ricevendo da C&C solo documenti incompleti;
nel gennaio 2004 la Provincia di Padova ha autorizzato C&C all'attività di recupero di rifiuti speciali, ma, dopo il primo sopralluogo, ARPAV ha riscontrato irregolarità circa l'impianto di aspirazione e i camini, il laboratorio di analisi, il
capannone in cui si recuperano i rifiuti e ha segnalato una quantità di rifiuti in stoccaggio superiore a quella autorizzata;
tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005 la Provincia ha nuovamente diffidato C&C in due occasioni per stoccaggio di un eccessivo quantitativo di rifiuti;
nello stesso periodo si sono registrate proteste della popolazione e prese di posizione dei Comuni contermini di Pernumia, Battaglia Terme e Due Carrare motivate dalla pericolosità del sito e delle attività di C&C;
nel febbraio 2005 sono stati rivenuti materiali tossici nei cantieri della linea dell'alta velocità Venezia-Milano e nel cantiere del cavalcavia Camerini a Padova che sono stati posti sotto sequestro dall'autorità giudiziaria perché inquinati dai conglomerati provenienti dalla C&C, inoltre è stato arrestato l'amministratore unico della società e posti agli arresti domiciliari alcuni collaboratori;
i rilievi ARPAV hanno confermato la pericolosità dei siti e dell'area della fabbrica e diverse proteste della popolazione hanno denunciato l'immobilismo della Regione Veneto e della Provincia di Padova in quanto enti preposti alla tutela del territorio;
alla fine di maggio 2007, nel corso dell'ennesimo sopralluogo, i tecnici ARPAV hanno scoperto un incendio doloso appiccato nell'area ove sorge C&C e sono stati costretti a far intervenire i vigili del fuoco;
dopo un'intera notte di attività, il rogo della area è stato domato e l'intervento ha evitato una nube tossica che avrebbe coinvolto i paesi limitrofi;
l'area resta ancora oggi fonte di rischi e pericoli per la popolazione -:
se il Governo sia al corrente dei fatti sopra esposti, e quali azioni intenda porre in essere per garantire la salute dei cittadini e la completa bonifica dell'area.
(4-04867)
FASOLINO e CESARO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel 2007 il numero degli incendi in Italia ha superato del 60 per cento la cifra del 2006;
la superficie colpita è risultata complessivamente superiore del 300 per cento rispetto a quella registrata nel 2006;
i boschi distrutti dal fuoco sono aumentati di una cifra del 300 per cento superiore a quella del 2006;
la terribile «escalation» è in rapporto con varie cause tutte umane, quasi tutte dolose di fronte alle quali il Governo centrale le Regioni, le Province, le Prefetture, la Protezione civile non hanno saputo opporre la benché minima strategia concertata di prevenzione e di spegnimento rendendosi, per la loro parte, colpevoli sia del disastro ambientale in se, sia dello sperpero delle pur ingenti risorse pubbliche stanziate;
la Protezione civile, in particolar modo, ha dimostrato tutti i suoi limiti;
dopo il fallimento dell'esperienza commissariale in Campania, volta al superamento dell'emergenza rifiuti e nella quale aveva impegnato il suo uomo di punta, il dottor Bertolaso, ha perduto con gli incendi di agosto, ad avviso degli interroganti, il residuo di credibilità accreditatole dagli impegni passati;
gli interroganti imputano al Ministero dell'ambiente la mancata predisposizione di una qualsivoglia iniziativa volta alla prevenzione attraverso un concerto operativo tra enti, istituzioni e corpi statali e regionali;
su tutto il territorio nazionale è balzata, in clamorosa evidenza, l'impreparazione degli organici, il fai da te approssimativo e velleitario, la caduta verticale delle risposte operative nonostante i pingui finanziamenti elargiti da Stato e Regioni;
l'Esercito non è stato per niente coinvolto. Né a tutt'oggi si discute del suo ruolo futuro;
le forze aeree, costate fior di quattrini sono state impiegate quasi ovunque in ritardo e in modo incoerente e frammentario;
gli interroganti sono oltremodo preoccupati dalle notizie di nuovi incendi appiccati sui pochi alberi e sul sottobosco miracolosamente scampati ai fuochi devastanti di agosto. Tutto lascia prevedere un nuovo forsennato attacco per il 2008. Al tempo stesso, sentono il dovere di richiamare l'attenzione del Ministro sul pericolo di ulteriori dilazioni nella illusione che ci possano essere molti mesi a disposizione. Gli incendi, in modo sporadico o pianificato, possono continuare, come del resto accade, già da subito, in questo scorcio di settembre e nell'incombente ottobre. È tempo che le istituzioni facciano proprio il convincimento che gli incendiari costituiscono una nuova forma pericolosa e devastante di terrorismo nazionale ed internazionale;
gli interventi da effettuare, anche per supplire a quella che gli interroganti giudicano la latitanza e la inefficienza del 2007, dovrebbero essere intrapresi con la massima celerità -:
se non intenda:
a) predisporre fin da subito un tavolo di lavoro cui dovranno sedersi Governo, Regioni, enti locali, Forze dell'ordine, Protezione civile, Vigili del fuoco, Esercito, Magistratura al fine di varare un concertato piano di prevenzione per il 2008 e gli anni futuri;
b) assumere iniziative volte all'istituzione, in ogni Procura, di una «Task Force» anti-incendio che possa sviluppare indagini ed adottare provvedimenti nei confronti dei soggetti sospettabili: piromani dei quali, attingendo a procedimenti del passato e condanne inflitte, si tenga un aggiornato elenco cui attingere per le indagini in ogni territorio interessato, sottoponendoli altresì ad un regime di sicurezza sociale considerata la loro patologica pericolosità, pastori e dipendenti stagionali di comunità montane di cui, in qualsiasi incendio, vanno verificati gli alibi in relazione al territorio colpito, dipendenti e dirigenti di ditte appaltatrici di gare antincendio soprattutto per servizi con mezzi aerei;
c) attivarsi perché siano bloccate a tempo indeterminato le assunzioni e gli straordinari di operai stagionali in tutti i territori colpiti da incendi;
d) pubblicare un elenco del numero di incendi appiccati negli ultimi dieci anni, del numero delle persone indagate e del numero con i nominativi delle persone condannate di modo che la popolazione comprenda che la lotta al terrore incendiario si fa davvero sul serio, atteso che la partecipazione della popolazione, secondo gli interroganti, rappresenta il momento più alto e significativo di questa strategia e che coinvolgimento della popolazione significa una straordinaria forza in più per individuare e colpire i criminali, ai quali non va data tregua. In caso di loro condanna, non concedere alcuna attenuante nei confronti della libertà personale e delle sanzioni contabili;
e) per quanto riguarda i boschi colpiti, emanare immediate disposizioni perché ciascuno, per le proprie competenze, si adegui ad un comportamento razionale e naturalistico: dove insiste la macchia, asportare solo le parti carbonizzate (la macchia, si sa, ricresce spontaneamente); dove sono stati distrutti alberi ad alto fusto che germinano solo per semi, provvedere, dopo la preliminare toilette, a ripristinare il bosco autoctono nelle componenti originarie, ripudiando per sempre gli errori del passato quando si è approfittato di un incendio per modificare la flora e la fauna preesistenti.
(4-04871)