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Allegato B
Seduta n. 208 del 20/9/2007
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazione a risposta orale:
VOLONTÈ. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto pubblicato a pagina 18 dal quotidiano Il Giornale di giovedì 20 settembre, risulterebbe distribuito in alcuni istituti scolastici del Nord un testo, scritto da un insegnante di Napoli, dal titolo inequivocabile: «Il Piccolo Ateo - anti catechismo per i giovani che non si vogliono fare fregare»;
obiettivo dell'autore è quello di convertire all'ateismo le giovani generazioni utilizzando argomentazioni grossolane e brutali aggressioni alla tradizione cristiana -:
quali siano gli istituti scolastici in cui è stato distribuito il manuale e se ritenga opportuno che nelle scuole, sia pure nell'ambito della loro autonomia, venga distribuito materiale quale quello descritto in premessa.
(3-01241)
Interrogazione a risposta in Commissione:
GARAGNANI e STRADELLA. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi i responsabili del Polo scolastico di Ovada, con lettera circolare, chiedono a tutte le famiglie di versare euro 7 per ogni alunno della scuola d'obbligo per il pagamento della polizza assicurativa infortuni e R.C.;
la citata polizza è stata sottoscritta dalle autorità scolastiche senza alcuna consultazione con le famiglie e senza alcuna trasparenza sulla trattativa;
l'onere assicurativo dovrebbe essere a carico dell'Ente scolastico trattandosi tra l'altro di scuola dell'obbligo;
la richiesta non trova corrispondenza in altre aree della Provincia -:
quali provvedimenti intenda assumere il Ministro per impedire che un nuovo balzello, frutto di fiscalità creativa ed ingiusta, gravi sulle famiglie degli scolari ovadesi.
(5-01486)
Interrogazioni a risposta scritta:
PEDRIZZI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
nel 1977 con la legge 517 in Italia sono state eliminate le classi differenziali per studenti disabili;
nell'ultima finanziaria, è stato eliminato il condizionamento del numero degli insegnanti di sostegno al numero degli studenti normodotati (fino all'anno scolastico 2006/2007 il numero degli insegnanti di sostegno per istituto doveva rispettare il rapporto 1:138);
relativamente all'attribuzione dei posti di sostegno, la normativa vigente, così come richiamata dalla Circolare Ministeriale n. 51 del 12 giugno 2007, attribuisce al Ministero della pubblica istruzione il potere di adeguare l'organico di diritto (il numero degli insegnanti di sostegno non può superare il rapporto 1:138) all'organico di fatto, corrispondente quest'ultimo
alle effettive esigenze delle istituzioni scolastiche, il numero degli insegnanti di sostegno richiesto dalle scuole relativo al bisogno reale degli studenti disabili autorizzando perciò richieste di posti in deroga al rapporto 1:138, per aumentare il numero degli insegnanti di sostegno nelle scuole;
la mancata attribuzione di tali posti in deroga di fatto cancella e nega il diritto fondamentale all'educazione e all'istruzione dei ragazzi disabili, diritto sancito dalla Costituzione e richiamato dalla legge 104 del 1992; negazione che equivale a isolamento per le fasce più deboli, ghettizzazione e premessa alla regressione umana, personale e sociale;
nell'anno scolastico 2007/2008 a fronte di un aumento del 5 per cento (circa 10.000 alunni certificati in più) della popolazione scolastica con disabilità corrisponde una diminuzione di insegnanti di sostegno (5.000 insegnanti in meno) determinata esclusivamente dalla necessità di dover dar corso ad un'imposizione del Ministro dell'economia e delle finanze senza tener conto che la «necessità» e la «gravità» delle situazioni superano di fatto il vincolo squisitamente economico imposto e che il Ministro dell'economia e delle finanze si deve semplicemente adoperare per attuare quegli scostamenti che sono necessari per garantire il diritto allo studio agli alunni diversamente abili;
nella scuola secondaria di secondo grado, l'alunno che usufruisce del rapporto 1:1 (un insegnante di sostegno per uno studente disabile) ha diritto a 18 ore settimanali di sostegno contro le 30-36 ore effettive di lezioni, ore che sono insufficienti specialmente per quegli alunni che seguono un piano di lavoro differenziato;
in un'intervista, il vice Ministro della pubblica istruzione, Mariangela Bastico, ha affermato che ci sarà un insegnante di sostegno in più ogni due nuovi studenti disabili (significa che uno studente disabile deve avere l'insegnate di sostegno per 9 ore settimanali), attuando questo, non si considera più la persona con i suoi bisogni, tutt'altro, le esigenze degli alunni disabili diventano secondarie, diventa invece basilare il fattore puramente numerico;
gli insegnanti di sostegno sono figure professionali specializzate che in molte realtà territoriali rappresentano l'unica risorsa umana e culturale per favorire la crescita personale e sociale degli alunni diversamente abili;
considerato che da diversi anni, in ordine alla definitiva attribuzione degli insegnanti di sostegno, si registrano purtroppo, da parte del Ministero e quindi degli Uffici Scolastici Regionali, operazioni di riduzioni del personale di sostegno creando l'incresciosa quanto paradossale situazione di dover portare avanti azioni di protesta e/o azioni giudiziali da parte delle famiglie per vedere garantito il diritto allo studio dei propri figli; nell'anno scolastico 2006/2007 nella sola provincia di Messina ci sono stati sei ricorsi di genitori alla Magistratura e cinque appelli del Ministero della pubblica istruzione;
anche per l'anno scolastico 2007-2008, inopinatamente il Ministero della pubblica istruzione ha ridotto le assegnazioni dei posti in deroga, dopo averli autorizzati in base alla normativa richiamata in premessa; tale decisione risulta inaccettabile ove si consideri che le riduzioni in questione sono frutto di decisioni di carattere economico - finanziario e calpestano i principi generali già richiamati che sono determinanti per la crescita personale di ogni soggetto;
il Ministro, con questa politica di tagli, acuisce le difficoltà delle famiglie dei minori disabili, che vedono le istituzioni come un nemico contro cui lottare e non un punto di riferimento in caso di bisogno e inoltre trasmette agli studenti «normodotati» il subdolo messaggio che il compagno di classe disabile è un peso per la collettività;
alcune istituzioni scolastiche, non riuscendo ad avere le giuste ore di sostegno, stanno realizzando i laboratori H
dove gli insegnati di sostegno raggruppano gli studenti con la programmazione differenziata, così facendo, dopo trenta anni si riaprono le «vecchie classi differenziali» -:
se intenda promuovere un intervento urgente affinché il Ministero della pubblica istruzione ripristini immediatamente le giuste e necessarie assegnazioni di posti di sostegno in tutte le province e affinché il numero delle ore di sostegno da assegnare agli alunni non sia vincolato a nessun tipo di parametro statistico ed economico ma sia affidato solo al gruppo di lavoro (neuropsichiatra, psicologo, assistente sociale, docenti) che opera all'interno di ogni singola scuola così come stabilito dall'articolo 5 comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994 e affinché venga eliminato il pasticcio, tutto italiano, dell'organico di diritto e l'organico di fatto.
(4-04872)
CECCUZZI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
la Costituzione italiana tutela e promuove il diritto all'istruzione di ogni ordine e grado;
79 bambini sono iscritti, per l'anno scolastico 2007-2008, presso la Scuola dell'Infanzia di San Quirico d'Orcia, in provincia di Siena e facente parte dell'Istituto Scolastico Comprensivo di Montalcino;
l'organico di diritto della scuola dell'infanzia di San Quirico d'Orcia risulta essere di due sezioni più un insegnante, per un totale complessivo di cinque insegnanti;
le sezioni di tale scuola risultano composte rispettivamente da 26 alunni (sezione A), 27 alunni (sezione B) e 26 alunni (sezione C) per quanto riguarda l'orario antipomeridiano. Per ciò che concerne invece l'orario pomeridiano, a causa della mancanza di un insegnante, potranno essere attivate soltanto due sezioni e conseguentemente 23 bambini non potranno essere accolti;
negli ultimi anni il comune di San Quirico d'Orcia è stato interessato da una costante crescita demografica. Nell'ultimo anno scolastico la locale Scuola dell'Infanzia ha registrato un incremento di richieste del 25 per cento;
la popolazione di San Quirico d'Orcia è caratterizzata da un numero consistente di nuclei familiari provenienti dall'estero. 21 bambini, figli di immigrati e pari al 27 per cento degli iscritti totali, frequentano attualmente la Scuola dell'Infanzia. Una situazione che presenta inevitabilmente problematiche di integrazione, inserimento oltre a quelle di carattere linguistico e di apprendimento;
le famiglie di San Quirico d'Orcia sono costrette a far fronte a disagi, legati soprattutto agli impegni lavorativi;
l'amministrazione comunale di San Quirico ha perseguito, negli ultimi anni, politiche mirate per l'infanzia al fine di sviluppare ed implementare servizi in grado di rispondere ai bisogni ed alle esigenze delle famiglie; è in questo contesto che è stato istituito, nell'anno 2004, un servizio educativo domiciliare che accoglie bambini dai 12 ai 36 mesi;
tale livello di politiche educative è ora seriamente compromesso stante la negazione per 23 bambini del diritto inviolabile di frequentare l'orario pomeridiano della Scuola dell'Infanzia, al pari di tutti gli altri alunni della propria comunità con una conseguente e grave interruzione della continuità educativa;
i problemi di organico della Scuola dell'Infanzia (che non permettono di attivare una terza sezione per l'orario antipomeridiano e pomeridiano) risalgono ormai ad alcuni anni fa e sono sempre stati tempestivamente segnalati agli organi competenti (a partire dall'Ufficio scolastico della Regione Toscana);
negli anni scorsi sono state attivate, per far fronte agli evidenti problemi di organico, soluzioni ed interventi temporanei che non sono riusciti a risolvere, in maniera definita, la suddetta questione;
si è svolto martedì 18 settembre, presso i locali della Scuola dell'Infanzia di San Quirico d'Orcia, il consiglio comunale straordinario sulle problematiche di organico ed al quale hanno preso parte numerosi cittadini;
il consiglio comunale ha approvato un atto di indirizzo che dà mandato al sindaco di intraprendere tutte le iniziative per garantire che la Scuola dell'Infanzia possa assolvere pienamente al compito primario dell'educazione e della formazione dei bambini;
in data 12 settembre 2007 il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Siena, dottor Luigi Sebastiani, ha inviato una nota alla direzione regionale scolastica per la Toscana affinché la stessa potesse prendere compiutamente in esame la problematica sollevata dal Comune di San Quirico e pertanto riconoscendo di fatto l'esistenza del problema -:
quali provvedimenti urgenti, ed anche transitori, intenda intraprendere per assicurare che a tutti i bambini della Scuola dell'Infanzia di San Quirico d'Orcia venga data per l'anno 2007-2008;
quali provvedimenti intenda intraprendere affinché nella Scuola dell'Infanzia di San Quirico d'Orcia vengano assicurate modalità organizzative permanenti per cui, a partire dall'anno scolastico 2008-2009, sia garantita a tutti i bambini del comune la possibilità di frequentare sia l'orario antipomeridiano che quello pomeridiano nel quadro delle rinnovate esigenze del tessuto demografico e sociale locale.
(4-04873)
GERMANÀ, LISI, CROSETTO, CARFAGNA, BERNARDO, DI CENTA, ROSSO, CAMPA, LUCIANO ROSSI, FLORESTA, DI CAGNO ABBRESCIA, TORTOLI, PELINO, FABBRI, ROMELE, BALDELLI, STAGNO D'ALCONTRES, MISURACA, NAN, LENNA, PONZO, LAZZARI, OSVALDO NAPOLI, APREA, VERRO, GIUDICE, FASOLINO, CECCACCI RUBINO, RAO, ROMAGNOLI, FEDELE, PAROLI, FRATTA PASINI, LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, PALUMBO, ZORZATO, MORMINO, MARRAS, VITALI, MINARDO, DRAGO, D'ALIA, BAIAMONTE, BOCCIARDO, MAZZARACCHIO, DI VIRGILIO, BERTOLINI, PICCHI, FALLICA, CESARO, STRADELLA, BRIGUGLIO, FRASSINETTI, BONO, CONSOLO, GAMBA, FOTI, PEDRIZZI, BRIGANDÌ, GOISIS, ALESSANDRI, BODEGA, LUPI, SANTELLI, GRIMALDI, RAVETTO e BRUSCO. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
nel 1977 con la legge 517 in Italia sono state eliminate le classi differenziali per studenti disabili;
nell'ultima Finanziaria, saggiamente, è stato eliminato il condizionamento del numero degli insegnanti di sostegno al numero degli studenti normodotati (fino all'anno scolastico 2006-2007 il numero degli insegnanti di sostegno per istituto doveva rispettare il rapporto 1:138);
relativamente all'attribuzione dei posti di sostegno, la normativa vigente, così come richiamata dalla C.M n. 51 del 12 giugno 2007, attribuisce al Ministero della pubblica istruzione il potere di adeguare l'organico di diritto (il numero degli insegnanti di sostegno non può superare il rapporto 1:138) all'organico di fatto, corrispondente quest'ultimo alle effettive esigenze delle istituzioni scolastiche, il numero degli insegnanti di sostegno richiesto dalle scuole relativo al bisogno reale degli studenti disabili, autorizzando perciò richieste di posti in deroga al rapporto 1:138, per aumentare il numero degli insegnanti di sostegno nelle scuole;
la mancata attribuzione di tali posti in deroga di fatto cancella e nega il diritto fondamentale all'educazione e all'istruzione dei ragazzi disabili, diritto sancito dalla Costituzione e richiamato dalla legge
104/92. Tutto ciò equivale ad un grave isolamento per le fasce più deboli, ghettizzazione e premessa alla regressione umana, personale e sociale;
in quest'anno scolastico 2007-2008, a fronte di un aumento del 5 per cento (circa 10.000 alunni certificati in più) della popolazione scolastica con disabilità, corrisponde una diminuzione di insegnanti di sostegno (5.000 insegnanti in meno) determinata esclusivamente dalla necessità di dover dar corso ad un'imposizione del Ministro dell'economia, senza tener conto che la necessità e la gravità delle situazioni superano di fatto il vincolo squisitamente economico imposto e che il Ministro dell'economia si deve semplicemente adoperare per attuare quegli scostamenti che sono necessari per garantire il diritto allo studio agli alunni diversamente abili;
nella scuola secondaria di secondo grado, l'alunno che usufruisce del rapporto 1 : 1 (un insegnante di sostegno per uno studente disabile) ha diritto a 18 ore settimanali di sostegno contro le 30-36 ore effettive di lezioni, ore che sono insufficienti specialmente per quegli alunni che seguono un piano di lavoro differenziato;
in un'intervista, il vice ministro Bastico ha affermato che ci sarà un insegnante di sostegno in più ogni due nuovi studenti disabili (significa che uno studente disabile deve avere l'insegnante di sostegno per 9 ore settimanali). Tale situazione, però, ponendo una forte attenzione al fattore prettamente numerico, trascurerebbe la persona con i suoi bisogni, per cui le esigenze degli alunni disabili risulterebbero secondarie;
gli insegnanti di sostegno sono figure professionali specializzate che, in molte realtà territoriali, rappresentano l'unica risorsa umana e culturale per favorire la crescita personale e sociale degli alunni diversamente abili;
purtroppo, da diversi anni, in ordine alla definitiva attribuzione degli insegnanti di sostegno, si registrano, da parte del Ministero della pubblica istruzione e quindi degli Uffici scolastici regionali, operazioni di riduzioni del personale di sostegno, creando l'incresciosa quanto paradossale situazione di dover portare avanti azioni di protesta e/o azioni giudiziali da parte delle famiglie per vedere garantito il diritto allo studio dei propri figli;
nell'anno scolastico 2006-2007, ad esempio, nella sola provincia di Messina ci sono stati sei ricorsi da parte di genitori alla Magistratura e cinque appelli del Ministero della pubblica istruzione;
anche per l'anno scolastico 2007-2008, inopinatamente il Ministero della pubblica istruzione ha ridotto le assegnazioni dei posti in deroga, dopo averli autorizzati in base alla normativa richiamata in premessa. Tale decisione risulta inaccettabile ove si consideri che le riduzioni in questione sono frutto di decisioni di carattere economico-finanziario e calpestano i princìpi generali già richiamati che sono determinanti per la crescita personale di ogni soggetto;
il Ministro, attraverso questa politica di tagli, acuisce le difficoltà delle famiglie dei minori disabili, che vedono le istituzioni come un nemico contro cui lottare e non un punto di riferimento in caso di bisogno e inoltre trasmette agli studenti «normodotati» il subdolo messaggio che il compagno di classe disabile è un peso per la collettività;
alcune istituzioni scolastiche, non riuscendo ad avere le giuste ore di sostegno, stanno realizzando i laboratori H dove gli insegnanti di sostegno raggruppano gli studenti con la programmazione differenziata, ritornando alle anacronistiche «classi differenziali» -:
se il Ministro in indirizzo non ritenga urgente ripristinare immediatamente le giuste e necessarie assegnazioni di posti di sostegno in tutte le province e che il numero delle ore di sostegno da assegnare agli alunni non sia vincolato a nessun tipo di parametro statistico ed economico ma sia affidato solo al gruppo di lavoro (neuropsichiatra, psicologo, assistente sociale, docenti)
che opera all'interno di ogni singola scuola così come stabilito dall'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994 e che venga eliminato il pasticcio, tutto italiano, dell'organico di diritto e l'organico di fatto.
(4-04881)
GALANTE e TRANFAGLIA. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
la legge Finanziaria del 27 dicembre 2006, numero 296, al comma 611 istituisce l'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica ed al comma 612 la fa subentrare nelle funzioni e nei compiti finora svolti da INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione ed Innovazione per la Ricerca Educativa) e dagli IRRE (Istituti Regionali di Ricerca Educativa) contestualmente soppressi;
il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 gennaio 2007 ha nominato i commissari straordinari dell'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica col compito di assicurare l'avvio delle attività dell'Agenzia; nomina con scadenza 30 giugno 2007 già prorogata al 31 dicembre 2007;
i ricercatori ed altri lavoratori dell'istituto ex Indire usufruiscono da anni di contratti precari in quanto già il suddetto Istituto non era dotato di un fondo ordinario adeguato e gestiva un bilancio determinato in larghissima parte di fondi straordinari per progetti;
tutti i lavoratori dell'ex Indire e degli ex IRRE sono estremamente preoccupati del protrarsi di questa situazione di straordinarietà, anche perché da giugno scorso c'è stata un'interruzione della trattativa sindacale;
a parere degli interroganti, questa situazione è intollerabile e deve essere superata al più presto, anche nel rispetto di quanto già deciso nella Legge Finanziaria 2007 -:
se intenda farsi garante della ripresa della trattativa sindacale;
a che punto sia la definizione del Regolamento e della pianta organica dell'istituenda Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica;
entro quando questi dati verranno portati a conoscenza dei lavoratori interessati, delle organizzazioni sindacali e dell'opinione pubblica in generale;
se possa e voglia fin d'ora quantificare il fondo da inserire nella Legge Finanziaria per il 2008, prevedendo il quale potrà essere assicurato l'avvio della sua attività.
(4-04886)
GARAGNANI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
l'applicazione nelle varie regioni delle leggi concernenti il diritto allo studio, pur nella piena consapevolezza dell'autonomia delle regioni nel settore summenzionato, comporta, secondo l'interrogante, che la diversità di applicazione del menzionato diritto sul territorio nazionale pone il problema del dovere dello Stato di garantire in ogni regione ai cittadini la fruizione di diritti essenziali quali vitto, alloggio, trasporti e libertà di scelta del percorso educativo non dal punto di vista quantitativo ma in particolare nell'ottica di usufruire di un diritto essenziale che non può costituire solamente appannaggio degli abitanti di alcune regioni e non di altri;
a parte l'ovvia considerazione sull'evoluzione del concetto di diritto allo studio da un ruolo eminentemente assistenziale all'elargizione di veri e propri buoni scuola alle famiglie con la conseguente possibilità di effettuare determinate opzioni culturali per i propri figli, rimane il fatto che esistono regioni che attraverso lo strumento del buono scuola, Lombardia e Veneto ad esempio, hanno stanziato per il corrente anno scolastico cifre significative a favore delle famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie (46 e 20 milioni
di euro rispettivamente) a fronte di un contributo limitatissimo pari a poco più del 2 per cento su una cifra di 19 milioni, previsto, ad esempio, dalla regione Emilia-Romagna, per non parlare di altre realtà regionali dove non esiste alcun tipo di intervento in questa delicata ed essenziale materia -:
se non ritenga opportuno assumere iniziative che, senza ledere l'autonomia regionale, definiscano livelli minimi di assistenza validi per tutto il territorio nazionale, trattandosi a parere dell'interrogante, di diritti essenziali che debbono essere garantiti.
(4-04898)