Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 21 del 7/7/2006
TESTO AGGIORNATO AL 10 LUGLIO 2006
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, è volto a giustificare la incostituzionalità delle norme previste negli articoli successivi;
le disposizioni contenute nel provvedimento del Governo per la regolamentazione del servizio taxi stanno determinando le reazioni dure dei tassisti, reazioni assolutamente prevedibili e legittime;
non è stata tenuta in alcuna considerazione l'ipotesi di concertare, preventivamente, quanto disposto;
la protesta rischia di dare vita a fenomeni di disordine sociale;
la norma introdotta, determinando un abbattimento sostanziale del prezzo della licenza, intacca considerevolmente il valore sociale dell'investimento che, quando effettuato, era mirato a garantire eventuali rischi nell'esercizio dell'attività, nonché una tutela per il futuro;
secondo gli interpellanti dovrebbero essere stralciate dal decreto le parti che interessano la categoria, posto che quanto previsto dall'articolo 6 del decreto in oggetto risulta assai poco attuabile e, comunque, non risolutivo dei problemi economici derivanti;
in subordine, secondo gli interpellanti dovrebbe essere eliminata almeno la norma che consente ad un unico soggetto di gestire più licenze -:
quali siano le proposte che il Governo intende sottoporre ai rappresentanti della categoria nel corso dell'incontro previsto alla Presidenza del Consiglio e come il Governo intenda raccogliere le legittime aspirazioni dei tassisti.
(2-00052) «Buontempo, Armani, Ascierto, Filipponio Tatarella, Ciccioli, Buonfiglio, Martinelli, Consolo, Castellani, Holzmann, Catanoso, Lamorte, Scalia, Landolfi, Giorgio Conte, Leo, Angela Napoli, Cirielli, Mazzocchi, Moffa, Mancuso, Briguglio, Germontani, Nespoli, Murgia, Lo Presti, Antonio Pepe, Pedrizzi, Pezzella, Rositani, Salerno, Ulivi, Giulio Conti, Menia, Airaghi, Benedetti Valentini, Bono, Foti, Garnero Santanchè, Meloni, Minasso, Siliquini».
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIULIETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in data 22 luglio 2005 la Società editrice Italia Oggi Editori - Erinne Srl veniva condannata dal Tribunale del lavoro di Milano, con sentenza provvisoriamente ma immediatamente esecutiva, nella causa intentata dal signor Ugo Degl'Innocenti, giornalista, licenziato ingiustamente nel novembre 2001. Alla Società veniva ordinato l'immediato reintegro del giornalista nel posto di lavoro, nonché il pagamento di tutti gli stipendi arretrati e il risarcimento dei danni da dequalificazione professionale subiti;
la Società editrice, controllata da una Cooperativa e partecipata dalla Società Class Editori Spa, ha ricevuto negli ultimi tre anni, come anche nei precedenti, un contributo erogato dal Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio, superiore a 5 milioni di euro e, dai bilanci depositati dalla Società presso il Garante per le Comunicazioni, risulta una situazione di piena solvibilità;
a tutt'oggi la Società non solo non ha ritenuto di ottemperare ad alcuna parte della sentenza, ma non ha neanche avviato alcun contatto col ricorrente, nonostante l'intervento dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e nonostante sia stato avviato un provvedimento disciplinare nei confronti del Direttore responsabile, Paolo Panerai, da parte del Consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia;
il signor Degl'Innocenti è tutt'ora disoccupato e, paradossalmente, proprio per l'auspicato reintegro sancito dalla Magistratura, sotto il vincolo d'esclusiva per la testata Italia Oggi e non ha alcuna fonte di reddito;
stesso trattamento è stato riservato alla sentenza di reintegro di un altro giornalista, Paolo Menon, licenziato ingiustamente da un'altra testata dello stesso Gruppo Class, di cui Paolo Panerai, è azionista di maggioranza, vicepresidente e amministratore delegato;
secondo l'interrogante appare giuridicamente ed eticamente assurdo che possa ottenere un sostegno dallo Stato chi dimostra di non riconoscere e rispettare le istituzioni e le norme legislative dello Stato stesso e che un editore, nominato Cavaliere del Lavoro nel 2003, ignori il vincolo derivante dall'Ordine al «Merito del Lavoro» di un impegno etico e sociale volto al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del Paese e ignori sentenze della Magistratura della Repubblica italiana -:
se nel processo di ammissione alle erogazioni a sostegno dell'editoria, non ritenga di dover subordinare tali erogazioni anche alla verifica del rispetto, da parte dei beneficiari, sia delle regole in materia di legislazione del lavoro sia delle disposizioni di altri Organi istituzionali, come, ad esempio, la Magistratura.
(5-00069)