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Allegato B
Seduta n. 211 del 26/9/2007
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DIFESA
Interrogazione a risposta in Commissione:
ALESSANDRI e BRICOLO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in seguito ad un intervento riorganizzativo risalente alla fine degli anni novanta, il 7o Reggimento dell'Aviazione dell'Esercito «VEGA» è stato trasferito da Casarsa della Delizia a Rimini Miramare, con l'intento di sfruttare gli immobili a suo tempo costruiti dall'Aeronautica Militare;
è stato ciò nondimeno necessario procedere ad ampie ristrutturazioni nonché all'effettuazione di veri e propri nuovi interventi costruttivi;
tra gli immobili nuovi figurerebbe anche una struttura per il ricovero dei mezzi in dotazione, le cui dimensioni tuttavia non sarebbero sufficienti ad ospitare gli elicotteri A 129 Mangusta, al punto che si sarebbe rivelato necessario lasciare aperti i portoni blindati dell'hangar;
tarderebbe ad essere realizzato anche l'hangar per la manutenzione dei mezzi, promesso nel lontano 2003;
il 7o Reggimento dell'Aviazione dell'Esercito «VEGA» sarebbe altresì in procinto di ricevere alcuni esemplari del nuovo elicottero NH90 coprodotto in ambito atlantico, per il quale non esiste ancora a Rimini Miramare una struttura di ricovero né per la manutenzione;
le strutture di recinzione e difesa della base sarebbero inoltre vecchie ed in cattivo stato di conservazione -:
quale sia l'opinione del Governo sui fatti generalizzati nella premessa e se non si ritenga necessario disporre un sopralluogo delle autorità politiche del Ministero della Difesa e dei vertici militari per adottare le opportune misure.
(5-01506)
Interrogazioni a risposta scritta:
FASOLINO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la progressiva attuazione del progetto per la riorganizzazione delle Forze armate, già inglobato nel decreto legislativo 27 giugno 2000, n. 214, ha implicato
l'accentramento e la conseguente chiusura dei piccoli enti/distaccamenti inquadrati all'interno dei reggimenti di appartenenza, il che non in tutti i casi si è rivelata una soluzione adeguata alle aspettative per un più oculato utilizzo delle risorse finanziarie;
tale riassetto ha comportato il silente svuotamento,tra gli altri, del XXo Gruppo squadroni cavalleria dell'aria «ANDROMEDA» dislocato sul sedime dell'Aeroporto militare «MARTUCCI» di Pontecagnano (Salerno), gruppo - quest'ultimo - alle dirette dipendenze del 2o Reggimento AVES «SIRIO» di Lamezia Terme - Catanzaro - (distanti tra loro di quasi 300 chilometri);
tale «svuotamento» e non la soppressione (sembra che a tutt'oggi non esista ancora un provvedimento formale con il quale sia stata decretata la chiusura del gruppo che, praticamente, figura ancora negli organici cartacei), ha comportato solo il trasferimento degli uomini e dei velivoli presso l'Ente gerarchico superiore (2o Sirio) o presso altri reparti/reggimenti dell'aviazione dell'esercito i quali hanno sede tra Rimini, Viterbo e Torino e non l'effettiva dismissione delle strutture immobili che ancora insistono sulla base;
il silente svuotamento del gruppo in oggetto, operato dai vertici intermedi delle Forze armate ha, inoltre, costituito solo un fallimento funzionale ed economico per il Ministero della difesa e per lo Stato, nonché una mancanza di attenzione nei confronti delle stesse istituzioni ed della popolazione che insiste in Campania e nelle vicine regioni del centro sud italiano;
ciò rappresentava il fallimento funzionale perché altri comandi militari che hanno sede nella regione Campania necessitano e si servono del supporto operativo delle unità di volo ormai trasferite a 300 chilometri di distanza (in Lamezia Terme);
molti erano «normali» obblighi istituzionali che il Gruppo era chiamato a svolgere: il XXo ANDROMEDA era frequentemente allertato ed interessato dalle Prefetture delle varie regioni del Sud per: «operazioni di ricerca in mare», «trasporto di traumatizzati e/o ustionati in imminente pericolo di vita», «trasporto celere di organi» e per le «operazioni di soccorso alle popolazioni»;
non ultimi, appunto, si ricordano i soccorsi operati in favore dei comuni di Sarno e Quindici già interessati dagli eventi alluvionali (anche in questo caso, la base del XXo ANDROMEDA fu centro nevralgico per il supporto logistico anche ai velivoli del Corpo forestale dello Stato) e di San Giuliano di Puglia, colpita da evento sismico con conseguenze catastrofiche (i velivoli del gruppo furono richiesti dalla prefettura di Salerno, per il trasporto in zona delle prime unità cinofile idonee alla ricerca dei superstiti);
ai pochi esempi sopra menzionati, va aggiunto lo svolgimento delle operazioni in «Campagna di antincendio boschivo» che il XXo ANDROMEDA operava direttamente con i propri uomini e velivoli fornendo, con le proprie strutture, un validissimo supporto logistico agli uomini ed ai velivoli degli altri Corpi armati dello Stato, delle altre Forze armate e della protezione civile;
mai come durante l'ultima stagione estiva, il gruppo avrebbe avuto ancora ragione di esistere a supporto delle popolazioni e dei territori del sud Italia che hanno subito danni inestimabili, talvolta con perdite umane;
tutto lascia presumere che l'attacco incendiario terroristico contro i boschi e le montagne della provincia di Salerno continuerà anche nei prossimi mesi e nei prossimi anni e, pertanto, ora più che mai, è necessario ripristinare la completa funzionalità della base operativa di Pontecagnano;
tale scelta rappresenta altresì un fallimento economico perché, appunto, la necessita di una valida presenza militare specializzata volta anche e soprattutto al
servizio della popolazione delle zone campane e di tutto il sud Italia ha condotto a un ulteriore aggravio l'erario statale;
infatti, velivoli ed unità (uomini e mezzi) sia dell'Aviazione dell'esercito, sia di altri Corpi armati dello Stato e della Protezione civile, hanno dovuto operare in zona, avendo quale base di partenza ed arrivo l'aeroporto di Pontecagnano (Salerno) con conseguente aggravio sulle preventivate spese in termini di mantenimento dei velivoli, per le spese di rifornimento (operato, anche e soprattutto, da parte di ditte che hanno fornito i carburanti ad un prezzo «ovviamente» e nettamente superiore a quanto sarebbe, invece, costato se almeno il deposito carburanti del dimesso XXo «ANDROMEDA» fosse stato ancora in funzione);
vanno aggiunte, inoltre, le spese di non minore entità per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei velivoli stessi, quelle per il trasferimento dei mezzi e quelle per il sostentamento del personale specializzato (piloti e specialisti aeronautici) che sono sistematicamente chiamati, quindi, a prestare la propria opera fuori dalla normale sede di servizio e devono far spola tra basi distanti minimo 300 chilometri (Lamezia e Viterbo che sono le uniche nel centro sud);
tali spese sono la conseguenza di una scelta rivelatasi non oculata per cui, se non si provvederà ad apportare soluzioni correttive oggettive, quello che all'interrogante appare uno sperpero di denaro pubblico diventerà sempre maggiore;
il XXo gruppo squadroni ANDROMEDA era già inserito nel piano, strutturato dal dipartimento della Protezione civile, per l'eventuale evacuazione delle aree vesuviane, in caso di emergenza vulcanica, data l'importante posizione geografica/strategica;
il Commissario straordinario della Protezione civile, ingegner Bertolaso, ha individuato l'Aeroporto di Pontecagnano (Salerno) quale base strategica per le operazioni di spegnimento e della lotta agli incendi boschivi -:
con precedenti interrogazioni (n. 3-00453 e n. 4-00516 dell'anno 2002) l'interrogante aveva paventato il rischio di una totale soppressione delle attività della base militare di Pontecagnano e se risulti vero quanto sopra esposto, e se non intenda rinunciare alla dismissione/chiusura del XXo gruppo «ANDROMEDA», operando viceversa la riapertura del sito Militare di Pontecagnano (Salerno) che potrà ritornare ad operare direttamente con propri uomini e mezzi e a fornire supporto logistico alle altre componenti delle Forze armate agli altri Corpi Armati dello Stato ed al Dipartimento della Protezione Civile in salvaguardia ed a favore della popolazione e delle Istituzioni del Centro Sud italiano.
(4-04958)
PELINO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Battaglione Fanteria Motorizzato 57o «Abruzzi» si costituì nella città di Sora, ereditando la bandiera, le mostrine e le gloriose tradizioni del reggimento omonimo che entrò a far parte della brigata «Motorizzata Acqui»;
la soppressione del 57o Reggimento «Abruzzi», unità storica dell'esercito, nell'ambito del piano di ristrutturazione dell'esercito del 1975, ha rischiato di fare scomparire una tradizione più che secolare rappresentando uno dei punti più dolenti e controversi della riforma;
a ciò, si pose rimedio con la cessione delle bandiere di guerra dei disciolti reggimenti ai nuovi Battaglioni, che venivano in tale modo immessi nelle brigate rivitalizzate, attribuendo loro anche i nomi, i colori delle mostrine e le tradizioni delle vecchie unità reggimentali;
al 57o battaglione venne assegnata, in detta fase storica, la moderna caserma intitolata alla nobile memoria del Generale Simone Simoni barbaramente truicidato dai nazisti nel '43 per salvare la vita dei suoi stessi collaboratori;
l'attività del 57o Battaglione Abruzzi, che sin dalla sua costituzione rivestì ruolo determinante per gli interessi della collettività, apparve finalizzata essenzialmente ad interventi di salute pubblica: si ricorda l'ausilio di forza armata nel '78 in occasione del rapimento dell'onorevole Aldo Moro, l'aiuto alle popolazioni colpite dal sisma del settembre 1979 nell'area umbro-marchigiana e poi agli abitanti di Sora colpiti dall'alluvione provocato dallo straripamento del fiume Liri ed, ancora, in occasione del violento terremoto che devastò nel 1980 alcune località in Campania e Basilicata, assistendo con abnegazione e sacrificio le popolazioni di Balvano, Vietri, Savoia Lucania, Satriano, Tito, S. Angelo Le Fratte;
in seguito prodigò i propri servigi nella primavera del 1984, quando un altro evento tellurico, fortunatamente di minore entità, colpì la maggior parte dei centri della provincia di Frosinone, prestando aiuto a 28 Comuni di detta provincia;
nel marzo del 1981, il 57o Abruzzi, nel quadro di attuazione del piano di adeguamento delle FFAA, dopo 15 anni di permanenza a Sora, lasciava la cittadina laziale per trasferirsi a Sulmona, da dove, in cambio, partiva per Sora il 17o Btg. «F.S. Martino»;
perciò, nell'ottica di adeguare lo strumento militare elevando nel contempo, l'efficienza delle Unità in vita, nel pieno contenimento delle spese del bilancio nazionale, a seguito di detto insediamento il 57o Bgt Motorizzato «Abruzzi» assumeva la nuova denominazione di 57o Btg. «Fanteria Abruzzi», mantenendo come sede alloggiativa la caserma «Cesare Battisti» in Sulmona, unica infrastruttura della vallata peligna appositamente progettata e costruita per specifiche finalità militari la quale, sin dalla sua costruzione, ha ospitato quasi in permanenza, reparti dell'esercito italiani e stranieri;
la tipologia e gli obiettivi dei corsi che si svolgono al suddetto battaglione sono i seguenti: volontari in ferma prefissata (personale: a-congedato da più di 1 anno/civili; b-già in servizio/congedato da meno di 1 anno). In ragione della diversa provenienza del personale, si prevedono i seguenti iter differenziati: a) personale congedato da più di un anno/civili (programma in più fasi, dall'incorporazione alla qualificazione professionale); b) personale già in servizio/congedato da meno di un anno (a fattor comune, il personale congedato da meno di un anno deve comunque iniziare il servizio con la fase «incorporazione»); c) corso di specializzazione per vigilatori e custodi per gli stabilimenti di pena VFP1;
negli ultimi 10 anni, il reclutamento ha visto fino al dicembre 2003, l'arruolamento obbligatorio e quindi, di giovani provenienti da tutte le parti d'Italia (di media, circa 300 al mese); nel 2004-5, a seguito della legge soppressiva, a decorrere dal 2005, del servizio militare di leva e dell'avvento del volontariato in ambito militare, sono stati reclutati circa 1.500 volontari in ferma annuale, la cui provenienza era per lo più in ambito della regione Abruzzo, sicché dal 2005 ad oggi, sono quasi 2.000 i volontari in ferma prefissata di 1 anno (VFP1) che sono stati addestrati dal 57o Battaglione «Abruzzi»;
a tutto quanto sopra, va aggiunto il personale d'inquadramento, Ufficiali, Sottufficiali e, negli ultimi anni, i volontari in servizio permanente che, insieme ai dipendenti civili, con una media annua di circa 60 unità, hanno portato a compimento nel migliore dei modi il delicato compito, quale quello della formazione iniziale, con il rilievo che il 70 per cento di questi ultimi risiedono a Sulmona da parecchi anni;
da fonti ufficiali, si apprende che il 57o Battaglione Abruzzi sarà soppresso nel periodo 2008/2010 e con esso la ultracentenaria presenza militare a Sulmona. La notizia è contenuta in una recente circolare del Comando Militare della Capitale. Questa soppressione va ad aggiungersi al prossimo trasferimento del Comando dell'Organizzazione Penitenziaria Militare nella sede di Santa Maria Capua Vetere;
un territorio come quello della Valle Peligna, già alle prese con una grave crisi occupazionale ed economica, non merita questa ulteriore depauperazione, che non può esser giustificata né giustificabile dalla complessa ristrutturazione in atto nel Ministero della Difesa;
è stato da tempo sollecitato un progetto che tendeva a garantire una forte presenza militare attraverso un accordo di programma, che coinvolgeva vari Enti e prevedeva anche la riconversione di alcune strutture militari presenti in città. A sostegno del progetto, c'erano la posizione strategica della città, i collegamenti stradali e ferroviari, la vicinanza alla capitale, il legame forte della città di Sulmona con l'istituzione FF.AA. e, non ultimo, l'ottimo stato degli immobili militari e il conferimento alla città di Sulmona della «Medaglia d'Argento al Valor Militare», tanto da appalesare la necessità di non compromettere con una simile iniziativa soppressiva dell'unico insediamento militare in loco, l'assetto strategico, l'economia e l'integrazione nel tessuto regionale dell'intero comprensorio Peligno, senza contare il fattore del personale di cui sopra, attualmente in forza nella caserma «Cesare Battisti»;
occorre, perciò, scongiurare la cancellazione della presenza militare in un territorio già martoriato da una profonda e nota crisi economica ed occupazionale all'uopo sospendendo i provvedimenti in atto, al fine di valutare la possibilità di una alternativa che garantisca alla città di Sulmona ed al suo comprensorio la pluricentenaria presenza di strutture militari e ciò non sottovalutando la centralità della città, i collegamenti stradali, autostradali e ferroviari e l'ottimo stato degli immobili, ciò per il vantaggio della popolazione d'Abruzzo, della regione e del prestigio delle FFAA -:
se sia a conoscenza di quanto rappresentato in premessa, in particolare della soppressione della caserma Cesare Battisti in Sulmona e, altresì, della proposta di accordo di programma tra Ministero della Difesa, Comune di Sulmona, Regione Abruzzo e associazione di imprese locali tendente a creare le condizioni per una riconversione delle infrastrutture militari ubicate nel comune di Sulmona - tra cui la Caserma «Cesare Battisti» sede del 57o Battaglione Abruzzi ubicata nel centro urbano immediatamente a ridosso del centro storico che è sede di un Btg, addestramento - e se intenda considerare dette proposte strategiche, al fine di garantire, nell'ambito del processo di riorganizzazione delle FF.AA., la presenza di reparti militari nella città di Sulmona;
quali iniziative intenda intraprendere il Governo circa la riconsiderazione della cancellazione della presenza militare della Caserma Cesare Battisti in Sulmona e quali ragioni possano essere state sottese a tale decisione;
se intenda esaminare la possibilità, in via subordinata alla cancellazione della suddetta presenza militare, di una riconversione della infrastruttura militare «Cesare Battisti» e come intenda destinare/utilizzare le risorse umane ed il personale ivi assegnato.
(4-04960)